www.resistenze.org - popoli resistenti - grecia - 14-12-15 - n. 569

Protesta all'ambasciata del Kazakistan

Partito Comunista di Grecia (KKE) | kke.gr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

14/12/2015

Quattro anni dopo il sanguinoso attacco delle forze repressive del Kazakistan contro i lavoratori in sciopero nella città di Zhanaozen, le autorità kazake hanno messo al bando il Partito Comunista. La delegazione del KKE guidata da Kostas Papadakis, membro del Comitato Centrale ed eurodeputato del Partito Comunista di Grecia, il 14 dicembre 2015 ha realizzato una protesta all'ambasciata del Kazakistan ad Atene e ha consegnato la seguente lettera di protesta:

«Questo dicembre si compiono 4 anni da quando le forze repressive del Kazakistan spararono contro gli scioperanti che manifestavano nella città di Zhanaozen. I lavoratori stavano realizzando una dura e lunga lotta di sciopero per i loro diritti. Questo attacco causò la morte e il ferimento di decine di scioperanti e un progrom di persecuzioni contro decine di militanti.

Nel 2011 il KKE aveva condannato questo crimine antioperaio che, venti anni dopo il rovesciamento e la dissoluzione dell'URSS, dimostrò esattamente qual è la "democrazia" e la "libertà" che si è imposta ai popoli dell'ex URSS. E' la libertà e l'aggressività del grande capitale che si accompagna allo sfruttamento, all'oppressione della classe operaia, alla disoccupazione, alla povertà e alla repressione delle lotte popolari.

Oggi, quattro anni dopo il massacro, le autorità kazake hanno messo fuori legge il Partito Comunista del Kazakistan e hanno altresì approvato una serie di leggi che promuovono il controllo asfissiante sui sindacati operai da parte del governo, creando la base per nuove persecuzioni contro le lotte operaie con accuse di "incitamento all'odio sociale", di "incitamento allo sciopero", ecc.

Questo avvenimento dimostra che le misure di restrizione e divieto delle attività dei comunisti vanno di pari passo con il resto della legislazione e dell'offensiva contro i diritti e le conquiste della classe operaia.

Il KKE denuncia questi atti antioperai, antipopolari e antidemocratici da parte delle autorità del Kazakistan e ne chiede la cancellazione immediata.
Esprime la sua solidarietà con i comunisti e con il movimento operaio con orientamento di classe in Kazakistan.

Giù le mani dai comunisti!
L'anticomunismo e la repressione del movimento operaio non passeranno».

La Sezione Relazioni Internazionali del CC del KKE


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