www.resistenze.org - popoli resistenti - grecia - 16-04-20 - n. 746

La nuova quanto obsoleta "grande idea" del capitale europeo e la risposta dei comunisti

Dimitris Koutsoumbas *, Partito Comunista di Grecia (KKE) | kke.gr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

15/04/2020

Lo scoppio della pandemia, la sua rapida diffusione, le profonde conseguenze per la vita umana e specialmente nelle economie capitaliste più sviluppate, portano alla superficie problemi enormi, che naturalmente già esistevano, ma che si evidenziano oggi in modo eclatante e tragico. Le grandi contraddizioni e rivalità sono ancora più evidenti in tutti gli aspetti della vita e della realtà sociale, economica, politica, culturale, in ciascun paese singolarmente e a livello internazionale.

Dobbiamo sicuramente compiere un maggior sforzo e un contributo collettivo, non limitandoci a registrare e a codificare le nuove questioni aperte, ma a evidenziarle e scoprirne le principali tendenze per trarre conclusioni e individuare i compiti necessari sia in termini teorici che politici e pratici. Dopotutto, molti problemi e aspetti sono ancora in evoluzione.

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Gli sviluppi che stiamo vivendo in questo momento, nell'ultimo mese nel nostro paese e da un po' più di tempo negli altri paesi, mostrano e confermano ancora una volta più intensamente, che il vero pericolo per tutti i popoli del mondo è il capitalismo nella sua fase superiore: l'imperialismo. Non solo va contro le necessità delle persone e dello sviluppo sociale in sé, ma provoca costantemente, su vasta scala, danni irreparabili in tutti i settori a causa dell'acuirsi delle sue contraddizioni e rivalità.

Oggi, è indiscutibile che la salute delle persone, la cura, la protezione e la sicurezza sono incompatibili con il profitto capitalista, il capitale avido e il modo di produzione capitalista. Se non si impongono soluzioni basate sulle necessità reali delle persone, le persone soffriranno, vivranno in condizioni miserabili, pagheranno sempre di tasca propria e si arricchiranno i pochi eletti del capitale. È tempo, e diventerà ancora più urgente con la fine della pandemia nei prossimi mesi, di rafforzare l'Alleanza Sociale, la linea di lotta antimonopolista-anticapitalista, la nostra proposta alternativa, la nostra risposta, la risposta del promettente futuro socialista. La necessità e l'attualità del socialismo e della rivoluzione socialista stanno emergendo, e, con il tempo, verranno alla luce in modo più imperativo, con nuove dinamiche.

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Soprattutto nei giorni scorsi, i processi e le rivalità a livello europeo e mondiale si sono intensificate su come sostenere più efficacemente l'economia capitalista colpita. Gli effetti della pandemia del coronavirus hanno certamente agito da catalizzatore per il peggioramento dei gravi problemi che già esistevano nell'economia capitalista. Il KKE, anche quando i governanti, attuali e precedenti, celebravano la "crescita", aveva avvertito che il problema della sovraccumulazione del capitale, in quanto causa principale della crisi, non solo non era superato, ma si è acuito, avvicinando il rischio di una nuova crisi, forse più rapidamente del previsto.

In effetti, l'economia greca è ancor più vulnerabile a questi shock, a causa della sua cosiddetta "apertura all'estero", ossia, la grande dipendenza dal turismo e dal trasporto marittimo, il trasporto in generale. Questa apertura è stata la bandiera di tutti i governi precedenti - ND, SYRIZA, PASOK-KINAL - indebolendo al contempo il grande potenziale produttivo del paese, prezioso e necessario soprattutto in condizioni come quelle attuali, semplicemente perché imposto dai profitti del capitale e dagli impegni con l'UE.

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È su questo terreno che si sta sviluppando la discussione per un forte intervento statale nell'economia, il cosiddetto "nuovo Piano Marshall". Questa locuzione infatti viene utilizzata sia dai seguaci degli attuali meccanismi di sostegno del MES (Germania, Paesi Bassi, Austria) come dai fautori degli Eurobond, o simili, dei paesi fortemente indebitati del sud. Inoltre è utilizzata da tutte le forze borghesi, indipendentemente dal fatto che appaiano come avversarie tra loro (neoliberisti, forze di destra, socialdemocratici di ogni matrice e altri). Questa convergenza mostra il consenso sulla necessità che gli stati borghesi e le loro alleanze, come la UE, intervengano con una politica fiscale espansiva, per sostenere - non i lavoratori e i popoli, che sono nuovamente le vittime in termini di salute e diritti - ma i gruppi imprenditoriali e la loro reddittività.

Allo stesso tempo, questo "nuovo Piano Marshall", rafforzerebbe la posizione del capitale europeo contro i concorrenti: USA, Cina, Russia, ecc., nel quadro dei riallineamenti che avranno luogo nel sistema imperialista internazionale. Naturalmente, ciò non significa che non vi siano differenze tra di loro, all'interno dell'UE, su chi vincerà e chi perderà, cosa che potrebbe condurre a un nuovo fragile compromesso. In realtà, è vero il contrario. I paesi con deficit e debiti minori argomentano che i prestiti alle economie dovrebbero essere una questione di ciascun stato separatamente, attraverso gli attuali meccanismi di sostegno. I paesi con deficit più elevati, come Italia e Spagna, che avranno bisogno di grandi pacchetti per sostenere i propri gruppi imprenditoriali, argomentano che questo prestito dovrebbe avvenire sulla base del "debito condiviso".

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Ciò che viene confermato, ancora una volta, è la truffa della "solidarietà europea". L'UE e l'Eurozona sono, per natura, alleanze di Stati e economie in competizione che, specialmente in tempi di crisi, si "mostrano i denti" l'uno contro l'altro e, soprattutto, contro i popoli. Quindi, coloro che si lamentano nuovamente riguardo la coesione dell'UE e della minaccia alla "casa comune europea", sanno che questa falsa immagine sta svanendo agli occhi delle persone. Il collasso dei sistemi sanitari pubblici già inadeguati nonostante l'eroismo dei lavoratori della sanità, i milioni di licenziamenti in tutti i paesi, il sovraffollamento dei lavoratori nelle fabbriche a rischio della loro salute per non far perdere profitti, la concorrenza tra le compagnie farmaceutiche e i fornitori di materiale sanitario che privano di forniture preziose, compongono l'immagine ripugnante non solo dell'UE ma di tutto il mondo capitalista, anche nei paesi "vetrina", al vertice della piramide imperialista.

Inoltre si conferma che il mix di gestione borghese, che si sceglie di volta in volta, non è determinato dalle particolari opinioni politiche di ciascun governo borghese, ma dalle necessità e priorità del capitale in un determinato momento. Per questa ragione, abbiamo visto forze socialdemocratiche, come SYRIZA in Grecia, attuare politiche restrittive a cui si presumeva si opponessero, così come le forze neoliberiste adesso attuano una politica più espansiva che precedentemente criticavano. Non è una novità. La storia moderna è piena di tali esempi. In ogni caso, il comune denominatore è che ai lavoratori sarà chiesto di pagare ancora una volta il "costo" dei nuovi pacchetti di salvataggio.

I lavoratori hanno pagato i memorandum e le dure misure antipopolari negli ultimi anni e saranno chiamati a pagare ancora una volta i nuovi prestiti e deficit, insieme alle nuove misure già in fase di sperimentazione nella "provetta sanitaria", con il pretesto della pandemia.

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Questo è ciò che stiamo vivendo in Grecia in questo momento. Da un lato, migliaia di licenziamenti, cambiamenti dannosi del sistema occupazionale, lavoratori con rapporti di lavoro flessibili che non hanno nemmeno il diritto di accedere al magro sussidio di 800€, la distruzione dei lavoratori autonomi e degli agricoltori. E dall'altro lato, un'enorme quantità di denaro per le grandi imprese e banche.

Questa è la politica che serve il governo di Nuova Democrazia. Questa politica, con lievi differenze principalmente sulle tempistiche del programma di sostegno, è presente anche nel programma di SYRIZA. In effetti, la convergenza, ancora maggiore, tra ND e SYRIZA, che sta avvenendo sul campo e sotto il manto della propaganda di una falsa responsabilità e unità "nazionale", può determinare gli sviluppi politici nel prossimo periodo. Nemmeno questa è una novità. L'inchiostro delle loro firme sul terzo memorandum è ancora fresco. Quando la stabilità del sistema lo richiede, mettono da parte le differenze, ormai indistinguibili.

Entrambi i partiti nascondono l'essenza: che da questa enorme crisi non è possibile che escano vincitori sia il capitale che i lavoratori. Qualcuno perderà e qualcuno vincerà. E questa lotta per il futuro deve esser organizzata proprio ora dalla classe operaia e dagli altri strati popolari. Con rivendicazioni e obiettivi di lotta che nascono oggi, nella lotta per la salute, la vita, la sopravvivenza quotidiana, ma che colpiscono anche il vero nemico, il capitale, i suoi governi e le sue alleanze.

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Pertanto, la "Grande Idea", promossa dal capitale e dai suoi onnipresenti rappresentanti politici, per un "nuovo Piano Marshall" per la ricostruzione dell'Europa, che dovrebbe esser senza impegni e memorandum per i popoli, a beneficio sia del capitale che dei lavoratori, è del tutto ingannevole. I parallelismi con il Piano Marshall del dopoguerra, presentandolo anche come una "quintessenza" a favore dei popoli, sono divertenti. In realtà, questa manipolazione storica non viene realizzata solo dai discendenti ideologici e politici dei sostenitori del Piano Marshall, ma anche dalle cosiddette forze "di sinistra", che confermano semplicemente la loro completa mutazione socialdemocratica borghese.

Vale la pena ricordare che i fondi statunitensi che confluirono verso la devastata Europa del dopoguerra, come parte del Piano Marshall, nella seconda metà del quinto decennio critico del secolo scorso, non furono un atto di solidarietà con i popoli europei, ma solo un'azione energetica vitale per il sistema capitalista stesso. Furono utilizzati, da un lato, per la ricostruzione capitalista dell'Europa, che era cruciale per le esportazioni statunitensi, e dall'altro per fermare il socialismo e il movimento operaio rivoluzionario, che emergeva dalla Seconda guerra mondiale con grande prestigio presso tutti i popoli del mondo. Per questo motivo, gran parte del Piano Marshall si diresse alle infrastrutture, ad esempio quella militare, come in Grecia, che miravano principalmente contro il sistema socialista e la lotta dei popoli.

Tuttavia, il necessario, anche in quell'epoca, intervento statale postbellico per la riproduzione del capitale e la creazione di infrastrutture critiche, non interruppe il circolo vizioso delle crisi né assicurò la prosperità dei popoli. I benefici offerti allo scopo di integrare le forze operaie e popolari a cui facevano da contrappunto lo splendore delle conquiste sociali nell'URSS e degli altri paesi del socialismo, servivano anche a sopire la lotta dei popoli d'Europa.

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Oggi, purtroppo, non esiste questo formidabile avversario. I popoli, tuttavia, usciranno da questa crisi con maggiore esperienza. Le enormi insidie e il fallimento storico del sistema di sfruttamento stanno diventando ancora più evidenti oggi. Spetta al popolo organizzare la lotta, la propria alleanza.

Rispondere con il piano e la proposta politica che è attualmente promossa nel nostro paese solo dal KKE. Pretendere di sapere da dove proverranno queste risorse, chi produce tutta questa ricchezza che pochi usurpano. Promuovere e rivendicare tutto ciò da oggi e nelle condizioni speciali delle restrizioni, con maggiore intensità e con altri modi e forme da domani, è un prerequisito per preparare il contrattacco popolare, alimentando un clima di prontezza, di raggruppamento e ampia alleanza sociale con la classe operaia all'avanguardia.

Promuovere rivendicazioni e reclamare misure di sollievo per i dipendenti del settore pubblico e privato, per i lavoratori autonomi, artigiani e commercianti, scienziati che lavorano con contratti di ricerca, agricoltori, donne e i figli delle famiglie popolari, per la protezione della salute delle persone, per l'istruzione e la cultura, per risolvere il problema dei rifugiati, ripristinando i diritti e le libertà democratiche, abrogando qualsiasi legge che limita l'azione sindacale e politica, fermando l'intensificazione della repressione.

Tutto questo va di pari passo con la denuncia delle cause, delle grandi responsabilità e della necessità che il peso della crisi ricada sul capitale e non sulla classe operaia e sugli strati popolari. Con l'abolizione simultanea di tutte le leggi dei memorandum passati e delle recenti misure antipopolari. Con l'abolizione dell'esenzione fiscale per i gruppi monopolisti; che sia la plutocrazia di questo paese a pagare le tasse.

Perseguire immediatamente la speculazione e il mercato nero. Con la pretesa di cancellazione del debito statale che non è stato creato dal popolo, il quale però continua a pagarlo a caro prezzo in tutti questi anni. Con il ritiro dal programma e dai pericolosi piani della NATO, per la quale paghiamo 4 miliardi di euro ogni anno come paese. Con lo scontro completo e salvifico per il nostro popolo e il ritiro dalle alleanze imperialiste della NATO e l'UE.

Per illuminare l'unica via d'uscita, che si trova nella superiorità del socialismo, nella proprietà sociale dei mezzi di produzione, nella pianificazione scientifica centrale, nella partecipazione e nel potere operaio, che conduce alla prosperità del popolo, alla pace e al progresso dell'umanità.

*) Segretario generale del Comitato Centrale del Partito Comunista di Grecia (KKE)


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