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Affrontiamo la nuova fase ancora più vigili, traendo vantaggio dall'esperienza e dalle opportunità per un contrattacco politico-ideologico e per unire le forze popolari intorno al Partito

di Dimitris Koutsoumbas, Segretario Generale del Comitato Centrale del KKE. Pubblicato sul numero di «Rizospastis» del 23 maggio 2020
La situazione creatasi a causa della pandemia di coronavirus ha reso necessario un immediato adattamento delle attività e delle azioni dell'intero Partito e della KNE (Gioventù Comunista di Grecia). Un adattamento all'obiettivo enunciato sin dal primo istante dal nostro slogan centrale: «Restiamo saldi, non restiamo in silenzio». Questa la nostra risposta all'inadeguata propaganda «Restiamo a casa» del governo.

Abbiamo raggiunto questo obiettivo collettivamente, sforzandoci di porci alla testa della lotta per affrontare l'impatto della pandemia sulla salute, sul lavoro e sulle condizioni di vita e di sopravvivenza in generale, contribuendo ad attuare iniziative fondamentali ed essenziali integrate nell'applicazione della strategia del Partito.

Gli organi di partito sono rimasti attivi e funzionanti, con sostituzioni ove necessario. Siamo riusciti a mantenere aperto un canale di comunicazione con le organizzazioni di base del partito, in modo tale che le direttive del Comitato Centrale giungessero ai membri del Partito e della KNE, tenendoli informati sulle dichiarazioni e sulle azioni del Partito in ogni fase, esortandoli a schierarsi sulle posizioni del Partito e mantenendo quanto più alti possibile il morale e la militanza delle nostre forze.

Questi risultati sono stati in gran parte raggiunti. Si sono tuttavia riscontrate alcune vistose differenze nel livello di efficienza e di militanza, che è risultato diverso tra un'organizzazione di partito e l'altra.

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L'atteggiamento e l'azione degli organismi di vertice, delle organizzazioni e dei quadri, nella situazione decisamente anomala che si è creata, sono stati messi a dura prova, e in gran parte rappresentano un parametro di valutazione complessivo riguardo alle prospettive della lotta di classe.

Questo è ancor più vero nel momento attuale, in cui abbiamo dovuto fare fronte agli ostacoli posti all'azione di massa del Partito, in seguito alle restrizioni e ai divieti imposti dal governo e dallo Stato, che influiscono oggettivamente sulla psicologia del popolo, e causano preoccupazioni ancora maggiori alle forze popolari, più esposte che in passato alla propaganda della classe dirigente, in un clima di paura suscitato dal rischio di diffusione del contagio.

Questa situazione ha reso necessari degli adattamenti della nostra azione, e al tempo stesso un atteggiamento di vigilanza che non lasciasse spazio a eventuali provocazioni da parte del nemico di classe e dei suoi apparati.

Nel complesso, oltre alle difficoltà, alle inadeguatezze e alle debolezze già note e illustrate, l'aspetto più importante e principale che riteniamo debba essere al centro della nostra preoccupazione, e che deve essere adeguatamente valutato e naturalmente risolto, è che in definitiva riusciamo a raggiungere soltanto una frazione molto ridotta della classe operaia e del popolo, a causa della situazione in cui versano i settori industriali e la popolazione e dell'estensione dei grandi centri urbani. La situazione è stata migliore laddove disponevamo di forze organizzate.

Questo periodo ha evidenziato con chiarezza ancora maggiore le nostre principali lacune, quali la mancanza di forze di partito organizzate nei punti critici e nei momenti critici - per esempio nei grandi luoghi di lavoro, quali il settore farmaceutico, quello alimentare, i supermercati, le consegne eccetera.

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Con il trascorrere dei giorni, il dibattito e l'interesse tra la popolazione riguardo ai nuovi sviluppi risultano sempre più forti. Le preoccupazioni per le conseguenze sulla vita delle persone nel suo insieme, e non soltanto la paura della malattia, sono sempre più presenti e forti. Oggi a suscitare paura nelle persone sono sia il coronavirus, sia la prospettiva di vivere una nuova crisi destinata a peggiorare ulteriormente la loro esistenza.

Vi sono opportunità per un contrattacco ideologico e politico da parte del Partito, per un rafforzamento del prestigio e del raggio d'azione delle forze schierate con il movimento e con il KKE. Al tempo stesso, negli strati popolari poveri coesistono percezioni di natura conservatrice o reazionaria, credenze metafisiche, teorie del complotto e altri elementi che paralizzano qualunque azione o capacità di riconoscere la vera via d'uscita.

Non sottovalutiamo il fatto che in un simile frangente si stanno ripresentando e rafforzando concezioni errate sul «fascismo globalizzato» e sul «mondo sotto assedio». L'unica funzione che svolgono al momento è quella di nascondere il ruolo del capitalismo nella sua fase imperialista. Per di più, inquadrano il problema soltanto nel contesto di una dittatura esercitata dal capitale e dai monopoli, alterando la strategia rivoluzionaria del movimento comunista.

Da questo punto di vista, un compito essenziale e urgente consiste nel condurre una lotta più decisa per la promozione della via d'uscita strategica suggerita dal Partito comunista, che non è cambiata - quali che siano la versione sull'origine del virus e sulla diffusione della pandemia o gli interessi contrapposti in gioco. Perché il virus incurabile è il capitalismo, e il socialismo è l'unica soluzione efficace e realistica a questa barbarie.

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Questi sviluppi hanno indubbiamente reso necessario un impegno maggiore nella nostra attività di leadership e nell'azione dell'intero Partito e della KNE.

È importante comprendere che siamo già entrati in una nuova fase, che siamo alle prese con una crisi economica capitalista. La pandemia ha fatto da catalizzatore, causando una crisi economica destinata probabilmente ad approfondirsi e a essere caratterizzata da numerosi elementi di squilibrio, precoci e più rapidi. Anche la sua durata potrebbe essere maggiore, sebbene il governo di Nuova Democrazia tenti di risollevare gli animi prevedendo tassi di crescita ottimistici e più rapidi per il prossimo anno. Tuttavia, la Commissione Europea e le agenzie di rating stimano che sarà ancor più difficile fronteggiare la crisi in un periodo in cui la competizione e le contraddizioni si vanno intensificando in Europa e sul piano internazionale, e i loro piani comprendono una varietà di misure economiche, politiche, militari e di repressione anti-popolare.

Questa nuova fase, segnata da caratteri specifici, ci impone di adattare il nostro intervento e la nostra azione politica organizzando la lotta in modo estremamente mirato, in modo tale da far fallire, per quanto rientra nelle nostre possibilità, il tentativo della borghesia di unire le forze popolari intorno allo Stato, alle istituzioni borghesi e al governo.


La nuova fase ci impone inoltre di acquistare una maggiore capacità di evidenziare le feroci e oggettive contraddizioni che si manifestano ora con forza nel sistema capitalista, nella gestione sia della pandemia sia della crisi economica, di dimostrare come la competizione sia in aumento e come questo inasprimento si manifesti nella nostra regione anche nelle relazioni greco-turche, nel crescente intervento e coinvolgimento della NATO e degli USA, nell'intensità delle azioni aggressive e nei rischi di coinvolgimento in scontri imperialisti - perfino di natura militare - nella nostra area regionale.

È chiaro che il governo di ND sta approfittando della situazione per rafforzare un falso «consenso sociale» e una falsa «unità nazionale». A tale scopo ha agito sul piano della propaganda durante il periodo di quarantena, ma anche oggi, come evidenzia la sua tattica di comunicazione, con il carrozzone che ha tentato di organizzare in occasione dei dieci anni dalla tragedia della banca «Marfin», in cui morirono alcuni dipendenti. Per di più, i partiti che hanno governato nel corso dell'ultimo decennio (ND, PASOK, SYRIZA) non hanno mosso un dito per accertare chi perpetrò e chi consentì quella tragedia, né le responsabilità della banca - ma anche quelle dello Stato, che non ha riconosciuto alle famiglie delle vittime nemmeno il diritto a un risarcimento.

Al tempo stesso, il governo di ND non cessa di tentare il rafforzamento delle misure repressive caso per caso, e aspira a trasformarle in misure sociali indispensabili e permanenti. È quindi possibile che sottoponga al voto del Parlamento il disegno di legge per la limitazione delle manifestazioni, prendendo a pretesto la necessità di evitare gli assembramenti. Ma vi sono già altri esempi dell'ipocrisia e della natura classista della sua politica. Pur affrettandosi ad assicurare la Commissione «che non sono necessarie quarantene o altre misure di sicurezza eccessive» in relazione al turismo, che risponde soltanto agli interessi dei grandi albergatori, il governo impedirà ai dipendenti degli alberghi e agli altri lavoratori del settore turistico e alimentare di mobilitarsi per la difesa dei loro diritti e dei loro redditi, allo scopo di evitare gli «assembramenti» durante le manifestazioni sociali!

Nel complesso, dobbiamo renderci conto che ci troviamo in un periodo in cui i cambiamenti possono avvenire in modo più repentino, e in cui la consapevolezza può mutare rapidamente in senso positivo, progressista e rivoluzionario, oppure in senso reazionario.

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Il nostro obiettivo principale è rafforzare, sistematizzare e organizzare l'azione politica, la presenza e l'intervento del Partito in ogni ambito. È fare del Partito una forza in grado di illuminare e organizzare la lotta del popolo e dei lavoratori.

Strumenti importanti e insostituibili per tale sforzo sono «Rizospastis», il portale «902.gr», gli annunci, i manifesti, gli striscioni, gli strumenti elettronici, Internet e l'informazione quotidiana, che garantiscono una presenza massiccia della linea del Partito nei luoghi di lavoro, nei settori sanitario e scolastico e nei quartieri.

Al tempo stesso, seguendo un piano preciso, dobbiamo stabilire migliaia di contatti con gli amici del Partito e della KNE in tutto il Paese, per fornire risposte ai legittimi interrogativi sulla situazione, ma anche per esortare a una mobilitazione più attiva a fianco del Partito.

Ciò richiede un dibattito specifico e mirato e un'azione rivolta alle persone che in passato hanno votato o sostenuto SYRIZA aspettandosi cambiamenti sostanziali, ma anche a quelle che hanno sostenuto altre forze opportuniste o ci hanno seguito a distanza, molte delle quali hanno valutato assai positivamente, molto più che in passato, le posizioni e la presenza del Partito durante questo periodo.

Siamo costantemente vigili, dal momento che verranno adottate sempre più misure contro i lavoratori, mentre i grandi padroni hanno colto l'occasione per ridurre i salari e i diritti dei lavoratori e promuovere rapporti di lavoro flessibili, e sono sempre più diffusi i licenziamenti e i casi di mancato pagamento dei salari.

Dobbiamo attribuire grande importanza ai luoghi di ritrovo dei giovani - scuole, università, centri sportivi, piazze, parchi ed eventi culturali - non appena riapriranno in giugno. Il governo si prepara a presentare immediatamente il reazionario disegno di legge anti-scolastico. L'intero mondo della scuola è già sceso in piazza. Insegnanti, studenti e genitori devono unirsi nel dire con forza NO a questo progetto di legge.

Non è sufficiente prendere di mira il ministro: dobbiamo denunciare la politica del governo nel suo insieme. La signora Kerameos, infatti, diventerà prima o poi un ex-ministro come molti dei suoi predecessori - nessuno dura per sempre. Ma tutti quanti mirano a una ristrutturazione reazionaria, e ogni governo borghese ha dato il suo contributo alla svalutazione della scuola pubblica e gratuita, alla suddivisione delle scuole in categorie, alla privatizzazione e alla commercializzazione dell'istruzione e di altri servizi e beni sociali, nonché del fondamentale settore sanitario.

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Il mezzo decisivo per rendere più efficace la nostra azione consisterà nel nostro sforzo direttivo atto a mobilitare tutte le forze del Partito e della KNE e a porsi alla testa della lotta, affinché non siano ancora una volta i lavoratori a pagare il prezzo della crisi.

Le direttive e gli slogan non sono sufficienti per questo compito. Dobbiamo precisare gli obiettivi e il quadro della lotta, fissare un piano in ogni ambito, utilizzare le nostre forze in modo adeguato e ordinato, concentrare e controllare le nostre iniziative nei settori principali a cui abbiamo dato priorità.

Dobbiamo mettere a punto una tattica per fare fronte alle azioni dello Stato e del governo e per le forme di lotta, ma anche per affrontare le forze socialdemocratiche e opportuniste, nonché i fascisti dell'estrema destra, che agiscono e agiranno sempre più nell'immediato futuro. Tutti costoro tenteranno, come fanno sempre nelle fasi critiche, di avere ragione del movimento popolare.

Già dopo il 1° Maggio abbiamo potuto assistere ai primi esempi, che in qualche misura rimandano alla vecchia e ben nota tattica del disorientamento - una miscela di provocazioni, slogan dai contenuti vaghi e insignificanti e tentativi di influire sulla generale inclinazione alla resistenza e alla protesta.

Dobbiamo avere la flessibilità necessaria per intervenire con successo laddove anche altre forze potrebbero prendere l'iniziativa, e per rendere più mirata la lotta in termini di contenuti. In particolare tra i ceti medi e tra i giovani stanno prendendo piede forme di lotta settoriali, falsamente presentate come originali, online, e altre forme di lotta semplicistiche sia nei contenuti sia nelle forme - quali quelle messe in atto sulle piazze da alcuni gruppi, convinti di poter riacquistare il prestigio perduto a causa di una prolungata ambiguità, senza nemmeno sollevare la questione della difesa e dell'ampliamento di spazi pubblici in grado di soddisfare le esigenze della popolazione e dei giovani nel tempo libero in termini di intrattenimento, sport, eccetera. D'altro canto, gli strumenti repressivi del governo sono pronti a intensificare la repressione statale.

Naturalmente non tutto può essere stabilito e definito in anticipo, come talvolta può apparire. Il Partito e la KNE hanno il compito di esercitare un ruolo guida sulla base della nostra esperienza e della nostra azione, trasformando ogni protesta spontanea, anche se insignificante, in un'organizzazione di lotta consapevole, volontaria e di massa, mediante varie forme di comitati di lotta, coordinamenti, comitati di igiene e sicurezza, e organizzando mobilitazioni nei vari settori, luoghi di lavoro e quartieri.

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Il nostro obiettivo è fare sì che le iniziative dei comunisti in ogni settore sfruttino le possibilità esistenti per chiamare a raccolta e mobilitare quante più organizzazioni possibile intorno a istanze destinate ad aprire nuove strade, che a loro volta coinvolgeranno altri lavoratori nelle mobilitazioni e nelle azioni.

Vi sono questioni importanti, quali il reddito per tutti (sussidi di disoccupazione, contributi di emergenza per i lavoratori autonomi, per i lavoratori in esubero e per i disoccupati, diritti dei lavoratori, eccetera); sanità e welfare per tutti, con rafforzamento della sanità pubblica, assunzioni di personale, requisizione del settore privato, apertura dei reparti chiusi, eccetera; cancellazione delle bollette dell'elettricità, dell'acqua e del telefono durante i mesi di quarantena; no a qualunque vendita all'asta della prima casa, della sede aziendale e degli strumenti di lavoro; no a qualunque sequestro dei conti correnti; cancellazione dei debiti; le questioni ambientali, come quella delle discariche emersa nell'area occidentale di Atene, eccetera.

Non dobbiamo portare avanti queste lotte separatamente, bensì integrandole nella lotta anti-capitalista e anti-monopolista, e legandole strettamente alla richiesta di interventi atti a fare sì che sia il capitale, e non il popolo, a pagare il conto. Per esempio attraverso l'abolizione delle varie esenzioni fiscali garantite alle grandi imprese, una maggiore tassazione per loro ed esenzioni per i ceti popolari, il rifiuto di riconoscere e di pagare il debito pubblico che non è stato creato dal popolo, il ritiro  dai piani NATO che ci costano 4 miliardi di euro all'anno, eccetera. Queste richieste renderanno possibili altre rotture specifiche e più generali, preparando il terreno per l'uscita dalla NATO e dall'UE, per la vera presa del potere da parte del popolo e per la costruzione di una nuova società socialista-comunista.

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Il popolo greco ha fiducia in noi, apprezza la coerenza, la stabilità, il prestigio, la responsabilità, l'organizzazione e la militanza del KKE. Seguendo da vicino gli sviluppi, possiamo assumere un ruolo guida nell'organizzazione delle mobilitazioni, sfruttando l'esperienza accumulata durante la quarantena che ha messo in primo piano le iniziative condotte attraverso un'azione tempestiva e guidata dal centro, ma anche lo sviluppo di iniziative locali o settoriali dal basso.

Siamo infatti consapevoli che le restrizioni e le circostanze straordinarie possono preludere a un iniziale e temporaneo raccogliersi delle forze popolare dietro lo Stato e il governo, ma anche a una maggiore determinazione a schierarsi con la linea del Partito, a una maggiore vigilanza e a forme e metodi innovativi di azione e di organizzazione della lotta popolare da parte delle forze dell'avanguardia rivoluzionaria.

Ma la situazione non è sempre immobile e statica: è in costante evoluzione. Non appena viene superata la fase iniziale di dubbio e insicurezza, le forze popolari iniziano a preoccuparsi, a protestare con più vigore, a cercare modi per esprimere la loro insoddisfazione verso uno Stato e un governo che non cessano di prendere provvedimenti che riducono i loro redditi e i loro diritti.

Perciò, in questa fase, l'azione dell'avanguardia deve raggiungere un livello più elevato. Non deve affievolirsi, bloccarsi, rimanere prigioniera della lotta quotidiana per sbarcare il lunario. La maggiore legittimazione della borghesia, la rinnovata concessione di singole libertà borghesi abituali e l'abolizione delle restrizioni implicano il rischio di un atteggiamento di acquiescenza e di crescente preoccupazione per i problemi personali, familiari o professionali, che sono in qualche misura legittimi e comprensibili. Ma tutto ciò non deve in alcun modo indurci ad abbassare la guardia e a sospendere o a rallentare l'azione di avanguardia di lavoratori, intellettuali, scienziati, donne e giovani dei ceti popolari, quadri e iscritti del KKE e della KNE.
Ognuno di noi ha il compito di evitare che questo avvenga. Dobbiamo essere ancora più forti e in prima linea sul cammino del dovere, per difendere la salute, la vita e i diritti del popolo e della gioventù greci.


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