www.resistenze.org - popoli resistenti - grecia - 03-11-20 - n. 766

È l'ora dello sciopero, di un contrattacco popolare organizzato!

Partito Comunista di Grecia (KKE) | kke.gr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

02/11/2020

Comunicato dell'Ufficio stampa del CC del KKE

In un comunicato sulla mostruosa legge sul lavoro del governo di Nuova Democrazia (ND), l'Ufficio stampa del Comitato Centrale del KKE sottolinea quanto segue:

"Il mostruoso disegno di legge sul lavoro introdotto dal governo e ora reso pubblico, mira a trasformare il paese in una vasta zona economica speciale completamente libera per il capitale, vietando le libertà sindacali e mettendo a tacere qualsiasi voce in lotta per i diritti dei lavoratori.

Questo disegno di legge comporta grandi stravolgimenti, poiché:

Per la prima volta nel nostro paese viene prevista per legge la giornata lavorativa di 10 ore, a 134 anni dallo sciopero di Chicago ed esattamente a 100 anni dalla prima legislazione sul lavoro in Grecia per le 8 ore.

L'annuncio del governo, letteralmente recita: "... Le imprese potranno assumere dipendenti per un massimo di 10 ore giornaliere, senza remunerazione aggiuntiva, se, entro gli stessi 6 mesi, compenseranno le ore con una corrispondente riduzione delle ore o con ferie o permessi...", mentre in un altro punto si prevede di "aggiungere imprese e posti di lavoro alla lista che già permette di lavorare la domenica". Ossia, i lavoratori come schiavi moderni saranno obbligati a lavorare 10 ore senza pagamento dello straordinario per quasi 6 mesi, con l'unica condizione che gli imprenditori gli concedano alcuni giorni di riposo nello stesso periodo.

Si ristabilisce sostanzialmente il divieto di sciopero per i dipendenti del settore pubblico, nelle autorità locali, nelle imprese di diritto pubblico e nella maggioranza dei grandi luoghi di lavoro, 44 anni dopo la spregevole legge Laskaris.

Il disegno di legge stabilisce anche che "... l'iscrizione nel Registro generale, già approvato, diventa una precondizione per l'esercizio dei diritti sindacali", cioè si scatena la caccia ai sindacati, creando un meccanismo aperto di registrazione dei lavoratori che decidono di organizzare la loro lotta. Cercano di creare un archivio sui lavoratori sindacalizzati, che sarà a disposizione del ministero e dei padroni.

Si riduce ulteriormente il salario medio, si estende la "flessibilità" e allo stesso tempo si rafforza l'Organizzazione di Mediazione e Arbitrato (OMED), sotto il controllo dello Stato e degli imprenditori, come organo supremo di regolamentazione.

Questi sono solo alcuni dei crimini contro i lavoratori commessi su richiesta del capitale e dell'UE e che nessuna propaganda governativa, per quanto generosamente finanziata, può riuscire a mettere in buona luce.

Al contempo, non è un caso che il governo abbia scelto questo particolare momento. Approfitta vergognosamente dello scoppio della pandemia, pensando che in questo modo coglierà di sorpresa i lavoratori.

Il governo si sbaglia di grosso. I promotori del disegno di legge avranno il destino dei precedessori che hanno tentato di demolire le maggiori conquiste della classe operaia e, infine, sono diventate caricature di satire politiche.

È l'ora di uno sciopero, di un contrattacco popolare organizzato".


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