www.resistenze.org - popoli resistenti - grecia - 02-11-21 - n. 805

I portuali del Pireo in sciopero contro la COSCO

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30/10/2021

Chi è la COSCO, la controparte che non tratta con i lavoratori del Pireo
PAME: Solidarietà dei lavoratori ospedalieri ai portuali in sciopero contro la COSCO
KKE: Più nessun lavoratore morto per i profitti della COSCO

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Chi è la COSCO, la controparte che non tratta con i lavoratori del Pireo

Enzo Pellegrin

30/10/2021

L'acronimo COSCO significa China Ocean Shipping (Group) Company ed individua una compagnia dello Stato cinese divenuta oggi tra i più importanti colossi della logistica commerciale. Ha sede a Pechino e i suoi servizi spaziano nei seguenti rami: trasporto navale: container (COSCO Container Lines ltd), rinfuse, passeggeri; logistica (COSCO Logistics); gestione terminal portuali di carico, scarico e smistamento (COSCO Pacific ltd). Sotto questa denominazione risulta l'attuale gestore del principale terminal all'interno del porto greco del Pireo. La compagnia viene rappresentata all'estero dalle sue ramificazioni regionali o locali oppure a mezzo di raccomandatari marittimi. Secondo le informazioni fornite dalla stessa compagnia, la sua flotta risulterebbe oggi composta da più di 800 navi di proprietà diretta per un tonnellaggio complessivo che supera 56 milioni di tonnellate, mentre nell'ambito delle spedizioni risulta la terza compagnia al mondo nel 2020 con 3.1 milioni di TEU. [1]

Il passo più importante nella vita della Compagnia è stato, nel 2015, la fusione di China Ocean Shipping (Cosco) e China Shipping. L'operazione societaria di concentrazione venne presentata il 18 febbraio 2016 a Shangai, insieme al governo della Repubblica Popolare Cinese: grazie a ciò è diventata il primo gruppo armatoriale al mondo per quantità di navi, tonnellaggio, valore e numero di proprietà, superando con un balzo la multinazionale dello shipping danese Maersk Line. La fusione venne approvata dal Consiglio di Stato cinese nel dicembre 2015 e prevedeva un gruppo con un asset di 9,2 miliardi di dollari, mentre il valore complessivo sfiorava all'epoca i 22 miliardi di dollari (nello stesso periodo Maersk ne sviluppava poco più di 12. [2]

Il 10 luglio 2017 la compagnia cinese comunicava poi di aver comprato per 63 miliardi di dollari la Orient Overseas, diventando così il terzo polo mondiale dei container, e superando la francese CMA CGM, subito dietro, per volume di container, alla danese Maersk Line e alla italo-svizzera Mediterranean Shipping Company, secondo i dati di Crucial Perspective. [3]

Di estrema importanza per la penetrazione commerciale nello spazio UE, è stata l'acquisizione del Porto del Pireo, del quale la COSCO acquistò il 51 per cento delle quote al tempo delle grandi svendite del Governo Syriza-Anel di Alexis Tsipras, per il rientro del debito greco, sotto la direzione della Troika europea. L'acquisto della prima quota del 51% del Pireo costò alla compagnia di Stato cinese 293,7 milioni di euro. L'ulteriore costo della quota del 16% era stata concordata nel 2016, con il deposito di 88 milioni come garanzia.

Nel mese di settembre di quest'anno, sotto il governo di Nuova Democrazia, la Corte dei Conti greca ha approvato l'acquisizione del 16% del capitale della Piraeus Port Authority - l'Autorità che controlla il porto greco del Pireo - da parte della Cosco Shipping. Con l'attuale 67%, Cosco consolida il suo controllo sul porto, che è il suo hub container per il Mediterraneo orientale. La Corte ha anche approvato una proroga di cinque anni degli investimenti da 300 milioni che la compagnia si è impegnata ad attuare al momento dell'ingresso nel capitale sociale dell'Autorità. [4]

Tuttavia, nella gestione COSCO dei terminal greci, i sindacati dei lavoratori lamentano da tempo condizioni di lavoro fortemente insicure, contratti di precariato che consentirebbero il ricatto permanente delle maestranze, orari defatiganti, facilitati anche da una serie di norme che hanno favorito la controparte datoriale nell'applicazione di un siffatto sfruttamento, come la legge Mitsosakis, che ha tra l'altro legalizzato il lavoro a giornata, apice delle condizioni di precariato e ricattabilità.

La morte di un lavoratore di 45 anni al porto del Pireo è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. I Lavoratori della COSCO hanno indetto un immediato sciopero di 24 ore che sembra verrà prolungato. Lo sciopero ha avuto la partecipazione di numerosi sindacati di altri settori del Paese (sanitari, impiegati del commercio e dell'ambiente, che hanno recato solidarietà anche materiale agli scioperanti). I sindacati considerano il modello lavorativo del Pireo una sorta di inferno del lavoro, dove la complicità governativa nella deregulation, la pesante presenza di contratti precari, le condizioni di superlavoro e mancanza di sicurezza consentono un intenso sfruttamento della manodopera. Le richieste degli operai prevedono la firma di un nuovo contratto collettivo che diminuisca le condizioni di sfruttamento e precariato e preveda adeguate misure di sicurezza sul lavoro.

Eppure lo stato cinese considera fondamentale il tassello del Pireo per l'iniziativa di collegamento denominata Belt and Road o Nuova via della Seta. Da pochi giorni, il Ministro degli Esteri cinese Wang si è recato in visita presso l'omologo greco Nikos Dendias, auspicando nuovi e ulteriori investimenti nel famoso porto ateniese. Wang, secondo l'Associated Press, ha descritto il coinvolgimento della Cina nel Pireo come "un progetto emblematico" della Belt and Road Initiative e un modello per la "cooperazione reciprocamente vantaggiosa" tra Atene e Pechino.

Peraltro, già all'epoca della prima acquisizione, lo stesso governo cinese aveva dichiarato che l'acquisizione del porto greco da parte del gruppo COSCO riassumeva perfettamente quelli che sono i cinque pilastri della BRI: il coordinamento politico, la connessione tra le strutture, il commercio senza ostacoli, l'integrazione finanziaria e i legami tra le varie popolazioni. [5]

Il gigante della logistica e terminal ha fermamente respinto ogni proposta degli scioperanti.

A sostegno di richieste fondamentali per la classe lavoratrice, per ora agisce la sola lotta e solidarietà di classe di molti lavoratori greci, che sembrano sempre più sorreggere e rafforzare lo sciopero dei lavoratori del Pireo.

Note:
[1] https://www.shipmag.it/le-dieci-piu-grandi-compagnie-container-al-mondo-nel-2020-la-classifica/
[2] https://www.informazionimarittime.com/post/e-nata-china-cosco-shipping
[3] http://www.repubblica.it/economia/2017/07/10/news/cosco-170432669/
[4] https://www.trasportoeuropa.it/notizie/marittimo/cosco-aumenta-la-partecipazione-al-porto-del-pireo/
[5] https://www.china-files.com/sinologie-il-porto-del-pireo-e-il-gruppo-cosco/


Unione dei dipendenti dell'ospedale Thriasio: solidarietà alla lotta dei lavoratori COSCO

PAME | pamehellas.gr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

29/10/2021

Più di 400 morti in "incidenti sul lavoro" negli ultimi 7 anni
Basta con il sangue dei lavoratori per i profitti dei gruppi imprenditoriali
Solidarietà con la lotta dei lavoratori della COSCO per misure sostanziali di protezione della loro salute e sicurezza

Esprimiamo le nostre condoglianze alla famiglia e ai colleghi dell'operaio ferito alla COSCO, che ha perso la vita quando un ponte della gru lo ha travolto mentre stava lavorando.

Questo nuovo crimine del datore di lavoro è il risultato dell'inferno lavorativo che la COSCO ha istituito ai moli II e III del Terminal Container nel porto del Pireo, con il sostegno dei governi ND e SYRIZA.

È il risultato dell'intensificazione del lavoro, dell'assenza di misure di salute e sicurezza anche basilari, per le quali il sindacato dei lavoratori portuali COSCO aveva ripetutamente avvertito e chiesto il miglioramento di questa situazione inaccettabile.

L'inferno lavorativo di COSCO è il "modello di sviluppo", secondo le recenti dichiarazioni dei rappresentanti dei partiti della classe dominante in Parlamento, durante il dibattito sulla cessione del 16% delle azioni di PPA da parte del governo ND (il 51% è stato trasferito dal governo SYRIZA nel 2016).

L'appoggio dei governi ha rafforzato il padronato di COSCO a tal punto che anche dopo il recente omicidio sul lavoro, questi rifiuta qualsiasi ipotesi per la firma di un Contratto Collettivo di Lavoro che garantisca un lavoro stabile con diritti e sia vincolante per il rispetto delle misure di sicurezza.

Approfittando del quadro legislativo profondamente antioperaio, ma "pro-investimenti" che è stato successivamente plasmato dai governi PASOK, SYRIZA e ND, la COSCO sta registrando un grande aumento dei profitti - nella prima metà del 2021 il suo fatturato ha raggiunto 72 milioni di euro e i suoi profitti in 6 mesi hanno raggiunto i 20,84 milioni di euro!

Ciò dimostra, ancora una volta, che sia nella fase di crisi che in quella di ripresa capitalista, sono sempre i lavoratori a rimetterci, dal momento che  pagano, non solo con l'intensità del loro  sfruttamento, delle rivalutazioni, della tassazione, ma con le vite umane, sia per "salvare" che per "aumentare" i profitti dei gruppi imprenditoriali.

Per assicurarsi che i lavoratori continuino  ad "innaffiare lo sviluppo capitalista con il proprio sudore e sangue" senza poter "alzare la testa", stanno promuovendo l'attuazione della legge Hatzidakis, che, oltre a legalizzare il "lavoro a giornata fino a esaurimento", aggiunge nuovi ostacoli alla capacità dei lavoratori di difendere collettivamente i propri diritti, le proprie vite e il futuro dei loro figli.

Tuttavia essi stanno "discutendo" senza  i lavoratori e noi "rovineremo i loro piani". In questa direzione, invitiamo tutti i sindacati dei lavoratori delle unità sanitarie e assistenziali pubbliche, tutti i colleghi a partecipare alla manifestazione pan-operaia, giovedì 4 novembre, alle 19, presso la sede e allo sciopero, il 1 dicembre e la manifestazione al Ministero delle Finanze.

Sappiamo che, affinchè le nostre lotte abbiano una prospettiva, devono essere dirette contro il vero avversario, i gruppi imprenditoriali, i loro partiti e l'Unione Europea che li sostiene. Esigere l'utilizzo del potenziale produttivo e delle conquiste scientifiche della Grecia per la soddisfazione dei bisogni del popolo e non per i profitti dei capitalisti.


Basta lavoratori morti per i profitti della COSCO

Partito Comunista di Grecia | inter.kke.gr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

29/10/2021



Lo slogan di cui sopra è stato stampato nello striscione appeso dai lavoratori giovedì 28/10 negli uffici della compagnia, dove migliaia di persone si sono riunite per stare al fianco dei lavoratori portuali del monopolio cinese COSCO che sono in sciopero. La lotta dei portuali è iniziata dopo la tragica morte di un loro collega. Chiedono la firma di un contratto collettivo, il rafforzamento delle misure di sicurezza sul posto di lavoro, un comitato di salute e sicurezza, assunzioni, ecc.

Dobbiamo notare che il monopolio cinese, senza rispettare la festa nazionale della Grecia, poiché il 28 ottobre 1940 segna l'inizio dell'eroica lotta antifascista del popolo greco contro gli invasori fascisti, ha cercato di far dichiarare in Tribunale lo sciopero illegale. Tuttavia, lo sforzo dei datori di lavoro della COSCO è fallito e la causa intentata contro lo sciopero è stata respinta come non valida.

Nikos Ksourafis, presidente del Centro del Lavoro del Pireo, ha partecipato al raduno di massa dei lavoratori al terminal container della COSCO e ha sottolineato che hanno condotto una grande lotta vittoriosa. "Siete riusciti a unire i lavoratori e a dimostrare che possono agire come uno solo", spiegando che è stata questa particolare impresa che ha esercitato pressione per respingere lo sforzo dei datori di lavoro di dichiarare illegale lo sciopero dei lavoratori della COSCO.



"Salutiamo il raduno di massa che grida a gran voce: basta con i lavoratori morti per i profitti della COSCO!" ha sottolineato Sotiris Poulikogiannis, presidente del Sindacato dei lavoratori del metallo dell'Attica. Ha sottolineato che la morte dei lavoratori non è un incidente o una disgrazia e ha chiarito che i lavoratori vogliono lavorare con diritti e dignità, per poter vivere e crescere i loro figli.

Centinaia di sindacati in Grecia esprimono la loro solidarietà con l'eroica lotta dei lavoratori del porto del Pireo contro la posizione intransigente del monopolio cinese. Questa solidarietà trascende le frontiere, dato che mobilitazioni di solidarietà hanno avuto luogo anche dai sindacati di Istanbul (Turchia) e Livorno (Italia), mentre i sindacati di vari paesi (Cipro, Svezia, Spagna, Kazakistan, Egitto, paesi dell'America Latina, ecc.) continuano a inviare i loro messaggi di solidarietà.




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