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La morte di un generale genocida

La morte di Mejía Víctores coincide con il primo processo per schiavitù sessuale, crimine avvenuto durante il suo mandato come presidente del Guatemala

Felix Flores | rebelion.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

03/02/2016

Óscar Humberto Mejía Víctores, l'ultimo dei generali che esercitarono il potere in Guatemala durante le dittature militari degli anni '60, '70 e '80, è morto lo scorso lunedì (1 febbraio) all'età di 85 anni. Mejia Victores formava il trio dei generali accusati di genocidio, con Romeo Lucas e Ríos Montt. La sua morte coincide con il primo processo che si celebra nel paese per schiavitù sessuale durante il suo mandato come presidente e con il 36° anniversario dell'assalto all'ambasciata di Spagna nel quale morirono 37 persone, tra cui tre donne spagnole.

Mejía Vitores, che con un colpo di stato rovesciò il regime di Efraim Rios Montt l'8 agosto1983, era uno degli ex capi militari che il Nobel per la Pace 1992, Rigoberta Menchú, citò dinanzi alla Corte nazionale spagnola con l'accusa di genocidio, sparizioni forzate e tortura. Nel 2011 fu arrestato in Guatemala per genocidio e crimini contro l'umanità, ma evitò il processo per infermità mentale.

Secondo la procura, Mejía Víctores fu uno dei responsabili del massacro di 264 persone a Plan de Sánchez (1), nel dipartimento di Baja Varapaz, nel 1982. Inoltre lo ritiene collegato ad altri 11 omicidi nel cosiddetto Triángulo Ixil (2) con più di un migliaio di morti. Il mandato di Mejía Víctores rappresentò "il periodo del maggior numero di sparizioni forzate in Guatemala", ha detto l'attivista per i diritti umani, il guatemalteco Mario Polanco .

Proprio lunedì è iniziato il processo per il caso Sepur Zarco (3), nel quale per la prima volta in Guatemala vengono perseguiti i crimini di violenza sessuale, schiavitù sessuale e schiavitù domestica. Le donne maya hanno testimoniato contro l'ex tenente Esteelmer Francisco Reyes Girón e l'ex commissario militare Heriberto Valdéz Asij. Reyes Girón è anche accusato di sparizione forzata e Valdéz Asij di omicidio.

I fatti sono avvenuti tra il 1982 e il 1983, quando, su richiesta dei proprietari terrieri locali, sette distaccamenti militari si installarono nell'est del paese, uno di questi a Sepur Zarco. L'esercito "bruciò il raccolto, le case e degli uomini scomparvero", mentre le donne "sono state vittime di abusi sessuali davanti ai loro figli", ha affermato Paula Barrios, coordinatrice generale dell'organizzazione Mujeres transformando el Mundo (MTM), che si presenta al processo come querelante.

Le donne di Sepur Zarco sono state obbligate a diventare schiave domestiche e sessuali dei militari. "Stettero lì da sei a otto mesi, a turni", ha detto Barrios. Gli abusi continuarono fino al 1988, quando il distaccamento fu smantellato.

A quel tempo il Guatemala viveva già apparentemente in democrazia, poiché il generale Mejía Víctores si era impegnato a permettere libere elezioni. Questo accadde nel 1985 con la promulgazione di una nuova Costituzione e lo svolgimento di elezioni nel 1986 dalle quali uscì vittorioso il democristiano Vinicio Cerezo (1986-90), il primo civile ad assumere la presidenza dopo i regimi militari.

Todd Robinson, ambasciatore degli Stati Uniti, ha partecipato alla prima udienza del caso Sepur Zarco, secondo El Periodico de Guatemala. Bisogna ricordare che i regimi militari guatemaltechi sono stati ampiamente sostenuti da Washington. Il Guatemala ha vissuto una guerra di 36 anni, che ha fatto, secondo un rapporto delle Nazioni Unite, 200.000 fra morti e desaparecidos, accusando nel 93% dei casi le forze dello Stato.

Il 9 gennaio scorso sono comparsi davanti a un tribunale 14 militari in congedo per rispondere di 558 sparizioni forzate negli anni '80 nei dipartimenti di Alta e Baja Verapaz. Tra loro c'era Manuel Benedicto Lucas Garcia, l'ex capo di Stato maggiore dell'Esercito e fratello del generale Fernando Romeo Lucas García, che fu presidente tra il 1978 e il 1982. Romeo Lucas, Efraim Ríos Montt e Mejía Víctores compongono - cronologicamente in questo ordine - il trio dei generali genocidi.

Romeo Lucas è morto nel 2006, Ríos Montt tentò la fortuna in politica al tempo in cui esercitava come predicatore evangelista, ma non riuscì a vincere le elezioni. Nel 2013 è stato condannato a 80 anni per genocidio e crimini contro l'umanità. E' stata una decisione storica che portò grandi aspettative di giustizia in Guatemala, ma la sentenza del giudice Jazmín Barrios fu annullata dalla Corte costituzionale per irregolarità nel processo da parte del giudice.

Quanto a Mejía Víctores, gli toccò chiedere scusa alla Spagna e pagare un risarcimento per il cruento assalto all'ambasciata spagnola del 31 gennaio 1980. Occupata dai militanti del Comité de Unidad Campesina (CUC), tra cui figurava il padre di Rigoberta Menchú, nell'assalto vennero uccise 37 persone, tra cui l'ex vice presidente del Guatemala Eduardo Cáceres Lehnhoff, l'ex ministro degli esteri Adolfo Molina Orantes e gli spagnoli Jaime Ruíz del Árbol (console), Luis Felipe Sanz e María Teresa Villa. L'ambasciatore Maximo Cajal sopravvisse e ha raccontato l'accaduto (in particolare, nel suo libro "Saber quién puso fuego allí") fino alla sua morte, il 3 aprile 2014.

Il 19 gennaio 2015, un tribunale guatemalteco ha condannato a 90 anni di carcere Pedro Garcia, ex capo di un comando dell'estinta Polizia Nazionale, per il massacro.

Mejía Víctores dopo l'ictus che lo ha colpito nel 2011, ha sofferto di malattie cardiovascolari, infezione polmonare, patologie del colon e incapacità di comunicare, in base ai risultati medici. La giudice Carol Patricia Flores sospese l'accusa e stabilì gli arresti domiciliari con valutazioni mediche quindicinali. Il generale è stato sepolto nel più stretto riserbo.

NdT

1) Plan de Sánchez: massacro diretto contro la popolazione di etnia Maya Achí, accusata di nascondere e supportare la guerriglia comunista

2) Triángulo Ixil: tre municipalità nel nord del Guatemala, composte dal popolo Ixil, uno dei pochi gruppi di etnia Maya sopravvissuti nel paese, vittima del genocidio di Ríos Montt che li accusava di collaborazione con la guerriglia comunista

3) Sepur Zarco: Il caso Sepur Zarco è un processo storico a livello internazionale. Processo per crimini contro l'umanità, segna la prima volta nella storia in cui le accuse di schiavitù sessuale sono perseguite a livello nazionale, nel paese in cui sono stati commessi i crimini.
Il caso internazionale più rilevante fino ad oggi di schiavitù sessuale durante i conflitti armati, è stato il caso del Giappone con le"donne di conforto" durante la Seconda guerra mondiale, caso mai ufficialmente trattato in un tribunale del paese. Il processo Sepur Zarco del Guatemala potrebbe costituire un nuovo precedente per perseguire la violenza sessuale nel contesto di un conflitto armato. (telesur 01/02/16)


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