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- popoli resistenti - haiti - 26-01-10 - n. 303
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
Medici Cubani ad Haiti: la solidarietà censurata
di José Manzaneda, Cubainformación
I circa 400 cooperanti della brigata medica cubana in Haiti sono stati la più importante assistenza sanitaria al paese haitiano durante le prime 72 ore dal recente terremoto.
Questa informazione è stata censurata dai grandi mezzi di comunicazione internazionali.
E dire che l'aiuto di Cuba ad Haiti non è arrivato con il terremoto. Cuba sviluppa ad Haiti dal 1998 un Piano Integrale di Salute, per il quale hanno prestato servizio più di 6000 cooperanti cubani della salute. Poche ore dopo la catastrofe, lo stesso 13 gennaio, si sono sommati alla brigata cubana altri 60 specialisti in catastrofi, componenti del contingente "Henry Reeve" fornendo medicine, siero, plasma ed alimenti . I medici cubani hanno immediatamente riattivato l’ospedale da campo, prestando attenzione medica a migliaia di persone e realizzando centinaia di operazioni chirurgiche in 5 punti assistenziali di Porto Principe.
Inoltre, circa 400 giovani haitiani formati come medici presso le università cubane, si univano come rinforzo alla brigata cubana.
I grandi mezzi di comunicazione hanno taciuto tutto questo. Il diario Il Pais, il 15 gennaio, ha pubblicato un articolo sull'aiuto finanziario e le squadre di "assistenza", nel quale Cuba non appariva neppure tra i 23 Stati che hanno prestato aiuti umanitari. La catena statunitense Fox News ha persino affermato che Cuba è uno dei pochi paesi dell’area caraibica che non è accorsa a prestare aiuto.
Alcune voci critiche statunitensi hanno denunciato questo trattamento informativo, benché sempre in spazi di diffusione molto limitati.
Sarah Stevens, direttrice del Centro per la Democrazia nelle Americhe , afferma nel blog “The Huffington Post”: se Cuba è disposta a cooperare con gli USA, lasciando libero il proprio spazio aereo, non dovremmo cooperare con Cuba per iniziative sul territorio che interessano entrambe le nazioni e gli interessi congiunti di aiutare il paese haitiano?
Laurence Korb, ex sottosegretario della Difesa ed ora vincolato col Centro per il Progresso Americano, ha chiesto al governo di Obama di "approfittare dell'esperienza di un paese come Cuba" che "ha alcune delle migliori brigate mediche del mondo", e dei quali "abbiamo" molto da imparare.
Gary Maybarduk, ex funzionario del Dipartimento di Stato, ha proposto di consegnare alle brigate mediche cubane equipaggiamento medico con l'uso di elicotteri militari dell'USA, affinché possano muoversi anche verso le località poco accessibili di Haiti
Steve Clemons, della Fondazione Nuova America, ed editore del blog politico The Washington Note, afferma che la collaborazione medica tra Cuba ed USA ad Haiti, potrebbe generare la fiducia necessaria per rompere perfino la stagnazione nelle relazioni bilaterali che da decenni esistono tra i due paesi.
Ma l'informazione sul terremoto ad Haiti, proveniente dalle grandi agenzie di stampa e dalle corporazioni mediatiche ubicate nelle grandi potenze, somiglia più ad una grande campagna di propaganda sulle donazioni dei paesi più ricchi del mondo. Sebbene la vulnerabilità di fronte alla catastrofe a causa della miseria, viene più volte ripetuta, nessuno ha voluto entrare ad analizzare il ruolo che hanno avuto le economie dell'Europa o degli USA nell'impoverimento di Haiti. Il dramma di questo paese sta dimostrando, ancora una volta, la vera natura dei grandi mezzi di comunicazione: essere il portavoce dell’immagine dei potenti del mondo, convertiti in donatori e salvatori del paese haitiano quando sono stati e sono, senza palliativi, i suoi veri boia.
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