www.resistenze.org - popoli resistenti - haiti - 05-11-10 - n. 339

da www.redsemlac.net
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare 
 
Haiti: Colpi su colpi
 
di Sara Más
 
01/11/2010
 
L'Avana (SEMlac) -Olga Bemort Maryline Félix, attivista di Solidaridad con las Mujeres Haitianas (SOFA-Solidarietà con le Donne Haitiane), ha ringraziato il personale medico cubano e quello degli altri settori, per l’aiuto incondizionato che ha prestato ad Haiti, affermando, inoltre, che la catastrofe causata dal terremoto all'inizio di quest'anno, ha rivelato la situazione coloniale del suo paese e le sofferenze di lunghi anni causate dalle ingerenze e degli abbandoni.
 
Bemort Maryline, è intervenuta sul tema della solidarietà con il suo popolo durante un incontro che ha avuto luogo nella capitale cubana il 27 ottobre, nell'ambito dei lavori sull’ "Educazione popolare e sui movimenti sociali nei Caraibi" del Consiglio per l’educazione degli adulti dell’America latina (CEAAL) svoltosi dal 26 al 30 ottobre.
 
CEAAL è nato nel 1982 ed attualmente, con oltre 200 aderenti, è la più importante Ong latinoamericana nel campo dell’educazione.
 
"Il 12 gennaio siamo stati colpiti nel corpo, nella mente e nell'anima", ha detto Bemort Maryline, che ha ricevuto dal pubblico dell’auditorio numerose e sentite dimostrazioni di appoggio, forza e solidarietà, in riferimento alla situazione nell'isola caraibica colpita attualmente dal colera, senza aver peraltro essersi ripresa dal terremoto dell’inizio di quest'anno.
 
Gli ultimi resoconti indicano che i decessi per colera sono oltre 330 e ci sono più di 4.764 persone contagiate. Dall'inizio dell'epidemia, lo scorso 20 ottobre, muoiono circa una dozzina di casi al giorno e i contagiati variano tra i 50 e 60.
 
Haiti non registrava malati di colera da più di un secolo e, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, è molto probabile che questa epidemia si diffonda ulteriormente, permanendo per anni nel paese.
 
La malattia, che si diffonde tramite il cibo o l’acqua contaminati dal batterio vibrio cholerae, provoca diarrea intensa, vomito e febbre alta, però in molti casi, i sintomi nelle vittime non appaiono che 48 ore prima della morte.
 
"Il terremoto è un fenomeno naturale, già accaduto in altri paesi, anche con magnitudo maggiore, ma non con così tante conseguenze negative", ha aggiunto Bemort prima di commentare ulteriormente che "la catastrofe ha messo in evidenza la condizione coloniale del paese".
 
Si tratta, ha detto, di una nazione che è carente di servizi sociali di base per la popolazione, di infrastrutture e politiche nazionali, in cui tutti i settori sono stati colpiti dal sisma e non esistono nemmeno dati certi su quante persone hanno perso la vita.
 
"Sappiamo che il fenomeno si è verificato in un momento in cui le donne erano nelle loro case e molte altre lavoravano, o erano nel centro della città", ha detto, per sottolineare che le donne haitiane hanno di molto ingrossato la lista delle perdite umane.
 
L’attivista haitiana ha ribadito che, dopo 10 mesi, il suo popolo continua a subire le terribili conseguenze del terremoto e ora lamenta perdite di vite umane a causa dell'epidemia di colera.
 
"Il sisma è stato anche un duro colpo alla nostra dignità", ha aggiunto. "Un altro pugno in faccia è rappresentato, soprattutto, dal modo in cui si sono manifestati gli aiuti internazionali al paese, dalle grandi potenze".
 
Contro coloro che si rapportano al suo popolo in modo pietistico, pensando solo “Povera Haiti!”, Bemort Maryline contrappone la solidarietà dei vari popoli e degli individui che, dal primo momento, hanno cercato di dare ogni tipo di supporto, da popolo a popolo.
 
Il suo connazionale William Thelesmond ha detto che la grande solidarietà dei popoli di Cuba e del Venezuela, non solo come risorse materiali, ma soprattutto umane, è un'azione di cui non si parla da nessuna parte e su cui si preferisce tacere.
 
Germonic Molin, della Piattaforma haitiana per l’indipendenza e lo sviluppo alternativo (PAPDA), ha ricordato, in modo simile, il sostegno e la solidarietà offerta da organizzazioni e individui della Repubblica Dominicana e di Porto Rico, due nazioni sorelle, il cui popolo ha offerto assistenza immediata.
 
Il dialogo di solidarietà con Haiti fa parte del programma dell’incontro promosso a L'Avana da CEAAL, che inoltre include tra gli altri argomenti, interscambi ed esposizioni circa le esperienze dei movimenti sociali e di educazione popolare come strumento di liberazione.
 
Le organizzazioni componenti CEAAL cercano di colmare il buco del sistema educativo statale e di rispondere alle necessità di ampi settori della popolazione in termini di opportunità di educazione permanente, flessibile e orientata alla pratica.
 
I suoi membri provengono da diversi contesti e stabiliscono come priorità, l’alfabetizzazione e l’educazione ambientale, l’educazione ai diritti umani, il lavoro cooperativo e la salute oltre all’educazione degli adulti indigeni.
 
 

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