www.resistenze.org - popoli resistenti - honduras - 20-08-09 - n. 285

traduzione di Adelina Bottero
 
Dalla voce dei protagonisti
 
Riceviamo e giriamo quanto ci scrivono la madre e la moglie di Marco Tulio Lopez Hernandez, attivista honduregno dei diritti umani assassinato a San Pedro Sula il 22 luglio 1991, ed il loro appello affinché le informazioni su ciò che sta realmente accadendo in Honduras vengano diffuse.
 
Liduvina è tra i fondatori e presidentessa del COFADEH (Comitato dei Familiari dei Detenuti e Scomparsi dell’Honduras).
 
Breve riassunto dei fatti dal giorno del golpe in poi.
 
Il 28 giugno di quest’anno militari honduregni sono entrati con la forza nella casa del presidente Manuel Zelaya, prelevandolo in pigiama, per trasferirlo poi in Costa Rica. Da lì il presidente ha iniziato a denunciare, attraverso mezzi d’informazione internazionali, il colpo di stato avvenuto in Honduras.
 
La cancelliera Patria Rodas ha immediatamente denunciato al mondo quanto stava accadendo nella nostra patria, mentre la sua casa veniva circondata da militari che ne bloccavano le uscite. Dopo 4 ore è stata trasferita a forza in una base militare e da lì in Messico.
 
I funzionari di partito del presidente Manuel Zelaya sono stati perseguitati dai golpisti, molti di essi incarcerati, altri sono fuggiti per evitare la cattura.
 
Il popolo cosciente e che ha potuto rendersi conto della situazione è immediatamente sceso in strada per protestare ed esigere la restituzione del proprio presidente.
 
I golpisti fanno uso del terrorismo mediatico, i mezzi d’informazione non comunicano alla popolazione quanto avviene, anzi l’occultano, negando che sia in atto un colpo di stato. In quasi tutte le zone importanti del paese è stata tagliata l’energia elettrica e bloccata la telefonia fissa. I giornalisti che provano ad informare la popolazione riguardo al colpo di stato vengono attaccati e minacciati.
 
L’ALBA (Alleanza Bolivariana per le Americhe) si è riunita, ha condannato energicamente il golpe ed ha offerto il suo appoggio incondizionato al presidente Zelaya.
 
L’Organizzazione degli Stati Americani e l’ONU, con votazione unanime, hanno condannato il colpo di stato e deciso di espellere l’Honduras dalle proprie organizzazioni, adottando come misura repressiva nei confronti del governo golpista l’isolamento economico del paese.
 
La gente sta portando avanti una protesta pacifica per le strade, ma continua ad essere repressa, picchiata, torturata e molti sono stati gli assassini compiuti dai militari.
 
E’ tornato Billy Joya con il suo squadrone della morte, il Battaglione 3-16, a riprova di come questo governo golpista sia costituito da ladri ed assassini.
 
Il 5 luglio il presidente ha tentato il rientro in Honduras attraverso l’aeroporto di Toncontin, mentre la popolazione lo stava aspettando all’esterno dello stesso, ma i militari hanno occupato la pista d’atterraggio, impedendoglielo. I soldati hanno inoltre attaccato la popolazione, con saldo finale di due morti, tra cui un minorenne.
 
Dal giorno del golpe la popolazione è stata mantenuta di fatto sotto coprifuoco: non può uscire di casa a nessuna ora, nemmeno per acquistare viveri o avere assistenza medica. Le organizzazioni in resistenza hanno cercato di consegnare cibo, vestiti, medicine, ma i militari l’hanno impedito, anche alla Croce Rossa.
 
Adesso hanno esteso lo stato d’assedio alle zone di confine con El Salvador e Guatemala.
 
Il numero di persone scomparse e morte aumenta progressivamente.
 
Gente che stava fuggendo verso la frontiera attraverso zone boscose e montagnose è stata presa a mitragliate dai soldati in elicottero. Ancora non si conosce il numero delle vittime.. Si pensa che alcune siano state interrate in quei luoghi, perché non siano più rintracciabili.
 
Hanno sequestrato persone dalle loro abitazioni e non sono più ricomparse.
 
Il dirigente della UD (Unione Democratica) Roger Bados, è stato assassinato dai militari nella sua stessa casa.
 
Il movimento di resistenza continua a lottare attraverso manifestazioni, cortei e comunicati per il ritorno ad uno Stato costituzionale e per l’abbattimento definitivo dei fascisti e golpisti.
 
Il 30 luglio, per ordine del governo di fatto, polizia e militari si sono scagliati contro i manifestanti con bombe lacrimogene, proiettili a salve, manganelli, ecc. Molti i feriti, i detenuti, i perseguitati dalla polizia, molti sono finiti in ospedale; temiamo per la loro vita. Le minacce contro i manifestanti continuano e la repressione pure.
 
Liduvina Hernandez , madre di Marco Tulio
 
Il 5 agosto sono cominciate le marce della resistenza: sono insegnanti, sindacalisti, contadini, studenti, abitanti dei villaggi che, partendo da tutte le regioni dell’Honduras, camminando 20 chilometri al giorno e pernottando per strada, avanzano verso la meta. Ovvero: verso la capitale Tegucigalpa per chi proviene da sud e verso San Pedro Sula per chi giunge da nord, dopo un tragitto di 200-300 Km. A San Pedro arriveranno sabato prossimo (15 agosto) le marce procedenti dai dipartimenti di Tela, Copan, Santa Barbara e Potrerillos; a Tegucigalpa confluiranno le marce procedenti da Olancho, Choluteca, Siguatepeque. E’ incredibile: avanzano di giorno e riposano solo di notte, per partecipare poi insieme alla protesta e la gente che non sta marciando li rifornisce di cibo e bevande.
 
La resistenza si sta avviando ed orientando e, dato più interessante, è alimentata da un elemento umano che sa a quale obiettivo puntare: una buona prospettiva di futuro consolidamento, un movimento reso forte ed efficace dallo sforzo congiunto del popolo.
 
Belia Figueroa , moglie di Marco Tulio
 
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Per favore informate la gente del vostro paese sulle violazioni dei diritti umani che avvengono ogni giorno nella nostra patria colpita.
 
Per avere informazioni più aggiornate su quanto sta accadendo ci si può sintonizzare con Radio Progresso, una delle due sole radio che trasmettono la verità.
 
http://www.radioprogresohn.com
 
www.cofadeh.org