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- popoli resistenti - honduras - 14-09-09 - n. 286
Donne honduregne in lotta
Sottoposte a molteplici violenze dopo il colpo di Stato perpetrato da più di due mesi contro il presidente Manuel Zelaya, le donne honduregne resistono e si preparano a costituire un'organizzazione dentro le forze popolari che lottano per il ristabilimento dell'ordine costituzionale nel loro paese.
Vittime di abuso sessuale, maltrattamento fisico e verbale da parte delle forze dell'esercito e della polizia, come hanno denunciato alcune rappresentanti delle donne in lotta, continuano per le strade a reclamare il ritorno di Zelaya, mentre si propongono di formare una struttura a livello nazionale per coordinare le azioni delle donne a resistere al colpo di Stato del 28 giugno scorso.
Lo ha annunciato la leader femminista Sara Elisa Gonzalez, affermando che la partecipazione delle donne è stata fondamentale e che continuerà all’interno della lotta del Fronte Nazionale di Resistenza contro i golpisti. Ha dichiarato che una delle prime azioni sarà l'invio di lettere agli organismi internazionali per sollecitare interventi che contribuiscano a ristabilire lo stato di diritto.
Gonzalez ha ribadito che, una volta raggiunto il ripristino dell'ordine costituzionale ed il ritorno del presidente Zelaya, obiettivi per i quali lotta, la mobilitazione popolare continuerà fino al raggiungimento di un'assemblea costituente che elabori una carta magna che stabilisca una democrazia participativa e giustizia sociale.
Il passato mese di agosto il gruppo Feministas de Honduras en Resistencia attivo nel paese, denunciava le tante violenze sulle donne che si sono registrate dopo il colpo di stato.
La giurista e scrittrice costaricana Alda Faccio ha partecipato alla Misión de Observación Internacional de mujeres che ha attraversato recentemente l’Honduras e si è detta solidale con la resistenza dell'Honduras raccogliendo elementi ed informazioni per le denunce internazionali.
Ha denunciato la recrudescenza del femminicidio e che la Procura ha confermato che solamente in Luglio sono state assassinate 51 rappresentanti di sesso femminile.
Nel corso di una conferenza stampa, Faccio ha detto che in seguito alla partecipazione delle donne a manifestazioni contro il governo di fatto, guidato da Roberto Micheletti, le honduregne hanno dovuto nascondersi, separarsi da figlie e parenti per proteggerli e per evitare le incursioni nelle loro case, oltre a ricevere tutte le forme di intimidazione di poter essere aggredite in qualsiasi momento.
Da parte sua Gilda Rivera, direttrice esecutiva del Centro per i diritti della donna (CDM) in un’intervista per CIMAC, ha sostenuto che le donne sono state fortemente represse dalla dittatura militare di Roberto Micheletti. Ha detto che quello che avviene e che fanno, vittimizzare corpi delle donne, è un insulto.
Questa situazione si verifica nel bel mezzo della crisi in cui versa il paese, che ha iniziato ufficialmente pochi giorni fa la campagna elettorale per le elezioni del 29 di novembre prossimo, elezioni contrastate da vari settori sociali oppositori al golpe militare, mentre la comunità internazionale anticipa il non riconoscimento dei risultati delle elezioni, se queste avverranno con le condizioni del governo di fatto.
Uno dei paesi più poveri
Con una popolazione stimata in circa 7,5 milioni di abitanti, il 90% circa degli honduregni sono meticci, il 7 % è indigeno, il 2 % nero e l'1 % di origine europea. Del totale, la metà vive nelle campagne e l'altra metà nelle città.
Una relazione sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (ODM) presentata dalle Nazioni Unite in Honduras nel 2007, rivelò che per ogni 100 famiglie, 62 tirano avanti senza le entrate sufficienti per coprire le loro necessità alimentari ed altri bisogni primari, come la casa, l’educazione, la salute ed il trasporto.
A questo si aggiunge che circa un milione e mezzo i bambini non frequentano la scuola, l'analfabetismo colpisce il 25 % della popolazione, la mortalità infantile è del 42 % per ogni mille nati vivi e più del 27,4 % dei piccoli si trovano in stato di denutrizione cronica.
Zelaya è stato vittima di un colpo di stato fascista, lo stesso giorno che era prevista una consultazione popolare nel paese affinché la cittadinanza honduregna esprimesse il suo accordo o meno per la convocazione di una Assemblea Nazionale Costituente, accordo che fu respinto da partiti politici che si opponevano al Governo.
I settori dell'opposizione lo hanno accusato di voler seguire le orme di governi progressisti come l’Ecuador e la Bolivia che hanno già modificato la loro Costituzione Nazionale.
Nazione prevalentemente agricola, l'Honduras ha subito in anni recenti, l'impatto di eventi climatici distruttivi senza l'esistenza di strutture in grado di proteggere la propria popolazione. Tuttavia, la situazione aveva cominciato a modificarsi con l’integrazione nell'Alleanza Bolivariana per le Americhe (ALBA).
Un esempio di questo sono i fondi ricevuti dalla Banca dell’Alba come contributo per ricostruire le case danneggiate durante il terremoto che causò sette morti, decine di feriti e centinaia di case distrutte totalmente o parzialmente.
Il governo di Zelaya potrebbe risolvere la crisi energetica grazie a Petrocaribe, di cui è membro, insieme ad altre 17 nazioni e potrebbe cominciare una campagna di alfabetizzazione con l’aiuto di Cuba e del Venezuela.
Le forze politiche dell’ALBA, composta da nove nazioni, hanno votato rapidamente e all'unanimità, contro le azioni del colpo di Stato dello scorso 28 giugno, che ha cacciato il presidente costituzionale dell’ Honduras, Manuel Zelaya.
ALBA ha adottato questa posizione durante il vertice di emergenza del gruppo tenuto a Managua, Nicaragua, poche ore dopo l'insorgenza del colpo di stato, confermando di riconoscere come l'unico presidente dell'Honduras, Zelaya e chiedendo il suo ritorno immediato per restituire i diritti al popolo honduregno.
Femministe partecipano all’assemblea nazionale contro il golpe in Honduras
08/09/2009
Al fine di consolidare le forze contro il colpo di stato in Honduras, questo fine settimana si è riunita l'Assemblea Nazionale contro il colpo di stato, composta da delegati provenienti da 18 dipartimenti del paese. Tra i suoi partecipanti anche Feministas en Resistencia
Nel frattempo, il regime de facto di Roberto Micheletti, attraverso il Tribunale Supremo Elettorale (TSE), approvava lo scorso giovedi l’inizio della campagna elettorale dei candidati alla presidenza per le elezioni del 29 novembre (fischiati nei luoghi dove hanno presentato questo fine settimana)
A 72 giorni dal colpo di Stato del 28 giugno, migliaia di persone continuano a resistere, per questo ieri si è tenuta la prima assemblea nazionale, che ha definito le strategie per rafforzare la lotta per il ripristino dell'ordine costituzionale, partendo dall’incondizionato ritorno del presidente Manuel Zelaya e della convocazione di una Assemblea Nazionale Costituente.
A seguito del colpo di Stato, le femministe si sono articolate in quello che chiamavano Feministas en Resistencia, hanno partecipato a 71 marce ed alle azioni proclamate dal Fronte di Resistenza Popolare, influenzando al suo interno, le decisioni..
Il Fronte di resistenza popolare è composto dal Sindicato de Trabajadores de Bebidas y Similares (STIByS), membro del Blocco Popolare, imprenditori, agricoltori, il Consiglio Civico delle Organizzazioni Popolari e Indigene dell'Honduras (COPINH), Via Campesina, Sindicato de Comunicaciones, le organizzazioni degli insegnanti, ONG, l’Unità popolare rivoluzionaria, il coordinamento dei giovani dell’America Centrale sezione Honduras (JCMH); attivisti del Forum popolare dell’America centrale, ed altri.
Durante la prima Assemblea nazionale, i delegati hanno ribadito il loro rifiuto delle elezioni generali del prossimo 29 novembre se organizzate dagli autori del colpo di stato militare del giugno scorso.
Secondo le informazioni fornite da Prensa Latina, è stato dichiarato che le elezioni senza il ripristino dell'ordine costituzionale rappresenterebbero la legalizzazione della violenza militare contro lo Stato.
In tal senso si richiama l’Unificación Democrática, Liberal e l’Unidad Socialdemócrata, come pure i candidati indipendenti, di assumere una posizione coerente con la decisione del Fronte.
E’ significativo che il sondaggio organizzato dal governo di fatto è stato respinto dalla comunità internazionale e dalle agenzie internazionali, che attraverso una dichiarazione inviata questo fine settimana, affermano che elezioni condotte nell'ambito di un regime antidemocratico non possono in alcun modo essere considerate legittime.
Il documento, sottoscritto dalla Federazione Internazionale dei Diritti Umani, l'Associazione delle Organizzazioni di Sviluppo in Europa con il Consiglio Mondiale delle Chiese, Iniziativa Copenhagen per l'America centrale e Messico e altre, segnalano che l'attuale situazione dei diritti umani, con gravi violazioni alla libertà di opinione, di espressione e di riunione, rende difficile l'elezione libera e democratica.
Così, dicono, l'Unione europea deve garantire l'effettiva applicazione della clausola democratica del quadro di cooperazione con l'America centrale, che prevede il rapporto di cooperazione basato sul rispetto dei principi democrazia e diritti umani .
Principi che sono minacciati dalla situazione politica in Honduras, si invita pertanto l'UE a mantenere una posizione coerente come quella presa fin d’ora e di adottare misure più severe al fine di contribuire a ripristinare la democrazia ed il rispetto dei diritti umani nel paese.
In materia, Feministas en Resistencia osserva che il paesaggio delle elezioni è complesso, incerto e che ci sono posizioni differenti, dalle femministe che si sono candidate per i partiti, a quelle in disaccordo con la partecipazione alle elezioni.