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- popoli resistenti - honduras - 20-10-09 - n. 291
Traduzione a cura di Adelina Bottero
Fronte Nazionale di Resistenza contro il Colpo di Stato
Comunicato n° 29
Giovedì 15 ottobre 2009 - ore 20:30
Il Fronte Nazionale di Resistenza contro il Colpo di Stato, considerando gli ultimi avvenimenti verificatisi al Tavolo dei Negoziati tra le rappresentanze del Presidente Mel Zelaya e dell'usurpatore “Gorilletti”, comunica quanto segue:
1. Nessun accordo raggiunto in forma parziale dalla Commissione di Dialogo, avrà validità se non è accettato da parte dei golpisti il reinsediamento immediato di Manuel Zelaya Rosales nell’incarico di Presidente Costituzionale della Repubblica.
2. Constatiamo mancanza di volontà politica da parte dei golpisti per concordare il punto prima menzionato, dal momento che applicano tattiche dilatorie, pretendendo che la restituzione del Presidente Zelaya dipenda dalla decisione di altre entità statali come il Congresso Nazionale o la Corte Suprema di Giustizia.
3. Ulteriori dimostrazioni di mancanza di volontà politica da parte della dittatura per risolvere la crisi, sono il fatto che mantiene lo stato d’assedio, rifiutandosi di pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale il decreto che abrogherebbe tale misura incostituzionale, che persiste in un atteggiamento repressivo contro la Resistenza popolare, impedendoci di esercitare il diritto alla libera mobilitazione e alla libertà d’espressione, che scatena una persecuzione politica mascherata da processi giudiziari contro dirigenti popolari e funzionari del presidente Mel Zelaya.
4. Gli atteggiamenti indicati mostrano chiaramente che ciò che i golpisti pretendono è rimanere al potere, utilizzando la farsa elettorale del 29 novembre come strumento di legittimazione dei candidati e candidate golpisti; questa strategia è condannata al fallimento poiché il popolo honduregno in resistenza non la permetterà.
5. Per tutti questi motivi, ratifichiamo il termine che scade oggi, giovedì 15 ottobre a mezzanotte, affinché i golpisti restituiscano la Presidenza al suo legittimo titolare o, in caso contrario, da domani applicheremo una strategia di non riconoscimento attivo del processo elettorale.
6. Allertiamo il popolo honduregno a non lasciarsi sorprendere dalle manovre della dittatura, volte a beffare la volontà popolare mediante campagne di disinformazione, e facciamo appello affinché si unisca alle azioni di Resistenza in tutto il paese.
NON PIU’ DILAZIONI AL REINSEDIAMENTO DEL PRESIDENTE ZELAYA
PUBBLICAZIONE IMMEDIATA DEL DECRETO CHE ANNULLA LO STATO D’ASSEDIO
Tegucigalpa, 15 ottobre 2009
Coordinamento Nazionale del Fronte Nazionale contro il Colpo di Stato
Traduzione a cura di Adelina Bottero
Juan Barahona, coordinatore del Fronte di Resistenza, resta fuori dal dialogo
Il popolo honduregno rimane senza rappresentante nel dialogo coi golpisti
di Gonzalo Sánchez - TerceraInformacion
Il Fronte Nazionale di Resistenza contro il Colpo di Stato in Honduras è l'unica organizzazione politica, civica, sociale e sindacale che ha lottato dal primo giorno contro il golpe, con due obiettivi: il ritorno del presidente Zelaya al potere e, soprattutto, la realizzazione di un’Assemblea Nazionale Costituente.
Il Fronte raggruppa tutti i sindacati honduregni, tra gli altri i sei sindacati degli insegnanti e quello dei tassisti, Via Campesina, i movimenti sociali, studenteschi, femministi, operai, così come le due uniche candidature di sinistra che si sarebbero presentate alle elezioni di novembre se non vi fosse stato il golpe: l’Unificazione Democratica e l’Indipendente.
Secondo dichiarazioni degli stessi honduregni, il popolo che ha preso posizione contro il golpe, spera di agire secondo le linee date dal Fronte Nazionale di Resistenza contro il Colpo di Stato, giacché è il medesimo popolo antigolpista ad integrare il Fronte.
Il Coordinatore Nazionale del Fronte è il sindacalista Juan Barahona, membro fino a ieri della commissione che, nei colloqui coi golpisti, negoziava a nome di Zelaya il ristabilimento dell’ordine costituzionale. Barahona ha dovuto abbandonare, perché il resto della commissione di Zelaya ha appoggiato il punto dell'accordo di San José, che elimina la possibilità di convocare una nuova Assemblea Nazionale Costituente.
Juan Barahona si è rivolto alle migliaia di cittadini che si sono concentrati ieri a Tegucigalpa per spiegare il motivo della sua fuoriuscita. E’ stato ricevuto calorosamente dalla gente che acclamava in coro il suo nome ed applaudiva. Alla folla il Coordinatore del Fronte di Resistenza ha dichiarato:
“Compagni e compagne, v’informo obiettivamente su ciò che ha causato la mia uscita dal tavolo dei negoziati. Lì si sta parlando dell'Accordo di San José e, come voi sapete molto bene, il Presidente Mel dall’inizio accettò il trattato, il quale al punto n°3 dichiara di rinunciare all'Assemblea Nazionale Costituente. Il mio dovere è verso il Fronte di Resistenza, pertanto non posso firmare alcun accordo che dica che dobbiamo rinunciare a tale diritto: questo mi ha obbligato ad abbandonare i colloqui.
Circa i precedenti altri punti, entrambe le commissioni sono d’accordo, ovvero: sul Governo di Unità e Riconciliazione Nazionale, sul fatto che non c’è amnistia per i delitti politici, sulle elezioni e sulle forze armate.
Ma la cosa principale è il ritorno di Mel, di cui si sta trattando in questo momento. Io preferisco uscire per strada e non rinunciare alla Costituente, ricordate compagni, che se non c'è restaurazione non ci sono elezioni. Dobbiamo avere coerenza e coraggio per affrontare questa decisione, e per non compromettere il futuro della lotta e dell'organizzazione io non firmo.
In mia sostituzione resta l'avvocato Rodil Rivera Rodil, che ha tutto il nostro appoggio. Lui è stato scelto dal Presidente Mel, l'avvocato Rodil è membro del Fronte di Resistenza, ma qualora firmi, lo farà come rappresentante del Presidente e non del Fronte, che questo sia ben chiaro, compagni.
I mezzi d’informazione golpisti parlano di rottura del Fronte col Presidente Mel, ma fin d’ora vi dico che non esiste alcun tipo di rottura con Mel. Insieme al presidente lottiamo per il suo reinsediamento e per la Costituente. E’ chiaro, compagni? Noi non occultiamo niente, compagni, per la restaurazione il termine è il 15, ritorni Mel o no al potere, noi saremo per le strade il 16. Prima di abbandonare il tavolo dei negoziati, chiesi ai golpisti di pubblicare il decreto sulla Gazzetta; risposero che l'avrebbero inviato immediatamente. Bazzeccole, pure bazzeccole!
Chiesi anche di fermare la repressione, di smilitarizzare l'ambasciata del Brasile, di riaprire Radio Globo e Canal 36, vediamo cosa succede. Compagni, le cose che non otteniamo al tavolo dei negoziati, ce le guadagniamo per le strade, perché preferiamo morire in piedi che vivere in ginocchio ed il futuro è di quelli che lottano.
Fino alla vittoria sempre, compagni!”
Si constata così che, quand’anche tornasse alla presidenza il legittimo presidente dell’Honduras Manuel Zelaya, il popolo continuerà a marciare per l'installazione di un’Assemblea Nazionale Costituente, per il suo futuro politico, per riuscire ad arrivare al governo attraverso le urne.