www.resistenze.org - popoli resistenti - honduras - 05-05-10 - n. 317

Honduras: Facussé, premiato ambientalista, sta spargendo veleni nel Bajo Aguan
 
di Ida Garberi*
 
“E 'tutta una grande follia, imposta da un sistema di potere e di arroganza, dal dominio tecnologico, scientifico, finanziario e dei mass-media ed imposto proprio nei paesi da dove é venuta la ricchezza, che ha permesso ai paesi ricchi di essere sviluppati, ed ha creato condizioni molto difficili nel mondo, per i paesi in via di sviluppo ".
Fidel Castro Ruz
 
Durante il viaggio che ho fatto, nel Bajo Aguan, situato nella zona atlantica di Honduras, accompagnando il COFADEH (Comitato dei Famigliari dei detenuti e scomparsi in Honduras), ho potuto visitare da vicino le comunitá contadine che appartengono al MUCA (Movimento Unificato dei Contadini dell’Aguan): credo che farebbe bene a molte persone borghesi ed egoiste honduregne e non, che vivono nella lora casetta con tutte le comoditá, fare una gita educativa nelle grandi piantagioni di palma africana, dove i contadini hanno occupato le terre per reclamare un diritto di sopravvivenza e la speranza di poter vivere un giorno in condizioni umane.
 
Le povere tende costruite con bastoni e teli di platica, la mancanza dei servizi di base, bambini con grandi pancioni per i parassiti, che devono lavarsi nell’acqua fangosa……sono cose che colpiscono, soprattutto se si pensa che stanno lottando contro uno degli uomini piú ricchi di Honduras, Miguel Facussé, che con i suoi soldi liquidi potrebbe pagare il debito estero del paese Centroamericano.
 
Il problema é che Honduras da sempre é stato diretto dalle 10 famiglie piú ricche del paese, che considerano i poveri solo una forza lavoro da sfruttare fino alla morte, per buttare poi via il cadavere ed aspettare che un altro affamato e disperato contadino venga ad offrire la sua mano d’opera per pochi centesimi.
 
Ma perché l’assassino Facussé non vuole cedere nulla (non vuole neanche accettare il convenio firmato il 17 aprile 2010 tra governo e contadini del MUCA…..lui chiaramente detta legge da solo!) di questa immensa ricchezza in terra, soprattutto la parte piú fertile, che si trova sulla sponda sinistra del fiume Aguan?
 
Perché il suo malsano desiderio di potere, vuole coltivare uno dei prodotti piú ricercati oggi giorno dagli stati ricchi, consumatori di biocombustibile, la palma africana.
 
La coltivazione estensiva di palma da olio richiede meno manodopera, molti fertilizzanti, erbicidi e pesticidi e molta terra. Essendo un albero ad alto fusto, è entrato nel rimboschimento di molti paesi in cui è stato presentato come un ottimo investimento, anche con falsi toni ecologici. Il modello di coltura ha presentato in questi casi è ancora il modello asiatico, con ampi tratti di monocoltura.
 
Un grande problema di questo prodotto è che molti agricoltori sono stati espulsi o pressionati per abbandonare i loro mezzi di sussistenza tradizionali e le loro terre ancestrali, per impegnarsi in questa nuova attività.
 
Altre questioni che si devono conoscere, provocate dal monocultivo della palma africana sono le condizioni entro cui si svolge la sua coltivazione: le condizioni ecologiche in primo luogo perché in molti casi sostituisce le foreste od i raccolti esistenti, e le condizioni sociali, cioé le grandi violazioni dei diritti umani che si compiono sia contro le popolazioni contadine che contro i lavoratori del settore.
 
A quanto pare, questa iniziativa di business che preannuncia nuove "opportunità di investimento" maschera solo la dinamica della vecchia accumulazione capitalista, i guadagni concentrati in poche mani, e solo le perdite economiche e ambientali vengono socializzate.
 
Il prodotto finale ottenuto è offerto a basso costo sul mercato internazionale, seguendo la logica del mercato, la spesa non riflette le conseguenze ecologiche e sociali altissime della sua derivazione, come la perdita della sovranitá alimentare del territorio rurale.
 
Per smacherare il falso ecologista Facussé, (che addirittura é stato premiato l’anno scorso con la sua ditta DINANT con il Marchio di impresa socialmente responsabile, che assegna la FUNDAHRSE (Fondazione Honduregna di Responsabilitá Sociale Impresariale) per aver raggiunto gli standard stabiliti dopo aver valutato i suoi programmi ambientali, dello sviluppo integrale del suo personale e del suo rapporto con le comunitá!!!!!) ho intervistato un suo ex lavoratore, che é stato quasi ucciso dalla chimica assassina, che normalmente si utlizza nel Bajo Aguan, negli enormi appezzamenti di terra del latifondista piú ricco di Honduras.
 
Mario Perez, nome di fantasia che ho dato a chi sta rischiando la sua vita per smacherare la facciata ipocrita di Facussé, non ha ancora trent’anni e non sa quanti ne potrá compiere dopo una terribile intossicazione con i prodotti chimici che doveva irrorare nelle piantagioni di palma africana.
 
“Ho lavorato 4 anni con il tremendo sfruttatore Facussé, mi faceva dei contratti di due mesi, poi mi lasciava a casa uno, per non pagarmi i contributi”.
 
“Guadagnavo 75 lempiras (poco piú di tre dollari) al giorno, per otto ore, pressionato ed insultato dal mio caposquadra ed arrivavo alla fine della giornata distrutto. “I frutti della palma africana possono raggiungere decine di metri di altezza e si richiede molta forza física per poterli raccogliere”.
 
“Io sono stato licenziato perché ho tentato di esigere delle condizioni piú umane di lavoro e la possibilitá di creare un sindacato”.
 
Peró la cosa che piú mi rende furiosa é il racconto di Mario della sua intossicazione. Utilizzava un aggeggio di plastica assolutamente fatiscente per fumigare erbicidi, pesticidi e fungicidi altamente tossici, senza nessuna protezione.
 
“All’inizio ci hanno dato almeno una mascherina, peró non era adatta, cosí il tossico penetrava, si concentrava e ci asfissiava. Allora Facussé ha deciso di non utilizzare piú nulla, perché qualsiasi altra cosa era troppo costosa”.
 
Un giorno Mario é stato completamente ricoperto da un tossico chimico perché l’aggeggio fatiscente é scoppiato mentre lavorava. Quando, spaventato, ha chiesto al caposquadra cosa doveva fare, ha ricevuto come risposta una risata ed il consiglio di lavarsi completamente con lo stesso prodotto, tanto non era tossico. Il risultato sono stati lunghi mesi di ospedale e tutt’oggi Mario non si é ancora recuperato completamente……ma riuscirá a guarire o si porterá addosso per tutta la vita lesioni croniche?
 
Mario si ricorda alcuni nomi dei prodotti “altamente ecologici” che Facussé fa utilizzare ai suoi lavoratori a mani nude, tossici chimici i cui residui vengono gettati allegramente nello stesso fiume Aguan!!!!
 
Queste “perle ecologiche” sono tutte proibite dai paesi sviluppati, ipocriti prodottori degli stessi, che si arricchiscono poi vendendoli a quelli sottosviluppati.
 
Ad esempio il fungicida Carbendazim, altamente tossico a livello ormonale e quasi indistruttibile nell’ambiente; l’erbicida Glifosato, in un primo tempo ritenuto innocuo fino a quando si sono scoperte le falsificazioni scientifiche della stessa multinazionale che lo produce, che ha riconosciuto in seguito che crea problemi teratogeni e la sua poca dissolubilitá nell’ambiente, e per concludere il peggiore, il paraquat.
 
Quest’ultimo, secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanitá) uccide circa 40000 persone all’anno ed uno dei piú pericolosi della cosidetta “dozzina sporca”, una lista di sostanze definite COP (Contaminanti Organici Persistenti), che sono considerate tra i prodotti chimici piú tossici esistenti; questa lista é stata creata dal PNUMA (Programma delle Nazioni Unite per il Medio Ambiente) ed é stata accettata e firmata da piú di cento paesi del mondo nel 2001.
 
Allora, qual’é il prossimo premio ipocrita ecologista che podremo regalare a Facussé, affinché la stampa golpista possa dichiarare un sacco di balle per lavare l’immagina di un capitalista tanto irresponsabile, per cui la vita umana ed il medio ambiente sono solo mezzi per accumulare soldi?
 
Termino peró con un filo di speranza nel cuore, penso al sorriso ottimista di Mario quando mi comunica che adesso con la cooperativa del MUCA dove lavora ha ritrovato finalemente se stesso, un ritmo umano di lavoro, compagni gioviali con cui si possono dividere i guadagni del raccolto e le preoccupazioni della vita, mette il suo cuore e la sua anima nelle ore di lavoro perché ha appreso una lezione importantissima: solo con l’unitá e l’appoggio mutuo si puó sperare di vincere il tiranno Facussé.
 
*l’autrice é responsabile della pagina web in italiano di Prensa Latina
 
 

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