www.resistenze.org - popoli resistenti - india - 28-01-13 - n. 438

Se impiccassero tutti i violentatori di donne
 
Nazanín Armanian * | tricontinental.cu
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
18/01/2013
 
Il Governo indiano applicherà la pena di morte ai cinque accusati di aver violentato ed assassinato la giovane Amanat. Quanti uomini sarebbero giustiziati se questa punizione venisse estesa in tutto il mondo contro chi ha aggredito sessualmente bambine, bambini e donne? Sarebbero decine di milioni di uomini.
 
Il Governo indiano, seguendo la volontà temeraria dei suoi turbati cittadini, applicherà la pena di morte ai cinque accusati di aver violentato ed assassinato la giovane Amanat. Quanti uomini sarebbero giustiziati se questa punizione venisse estesa in tutto il mondo contro chi ha aggredito sessualmente bambine, bambini e donne?
 
Solo un'ipotesi da brivido, ma rivelatrice del nostro sporco mondo: sono decine di milioni gli uomini che hanno nei loro letti, come schiava sessuale, una sposa-bambina dai 6 ai 12 anni, oltre ai pederasti che fanno la stessa cosa, ma fuori dalla legge; sono quasi la metà di tutti gli uomini del pianeta (per essere ottimisti), quelli che, in qualità di mariti, aggrediscono le loro donne reclamando il "debito matrimoniale"; sono milioni i sorveglianti, vigilanti dei campi di rifugiati, guardiani di residenze per anziani, per handicappati fisici e psichici, sacerdoti, genitori, fratelli, zii e nonni, che hanno trasformato in terrore la vita di non si sa quanti milioni di bambini e bambine o sono i soldati ed i civili che hanno torturato sessualmente migliaia di donne in quanto "bottino di guerra" (espressione utilizzata anche nei libri sacri delle religioni abramitiche) in Afghanistan, Congo, Somalia, Sudan, Libia, Yugoslavia o Iraq. Così fu il massacro di Mahmudiyah [Iraq], nel 2006, in cui diversi marines stuprarono una bambina di 11 anni, l'ammazzarono davanti alla sua famiglia ed incendiarono la casa simulando un attacco degli insorti.
 
I militari misogini non distinguono tra donne "del nemico" e "compagne soldato". Lavena Jonson è una delle centinaia di donne violentate dentro l'esercito USA. Dopo essere stata aggredita da diversi colleghi, fu mutilata ed assassinata in Iraq nel 2005.
 
Tutti i casi narrati precedentemente farebbero parte degli stupri "non convenzionali", una categoria nella quale entrerebbero, per esempio, i delinquenti sessuali convertiti in agenti d'affari a Ciudad Juárez.
 
Giustiziare o castrare i violentatori, oltre ad essere inumano e barbaro, è una cortina di fumo che utilizzano le autorità per coprire la loro misoginia, la loro incompetenza politica e la loro volontà di occultare le proprie responsabilità. Puniscono i capri espiatori slegando questo tipo di barbarie dalla struttura sociale, economica, politica e religiosa del paese. Neanche Phoolan Devi riuscì nel suo intento, la Regina Bandito che negli anni '90, dopo essere stata violentata in varie occasioni da gruppi di uomini, diede vita a bande organizzate di donne maltrattate, per eliminare gli stupratori. Ammazzarono una ventina di giovani, tutti di caste superiori. Dopo 11 anni in prigione - senza essere giudicata -, l'eroina dei poveri e dei discriminati, fu eletta deputata. Nel 2001 fu assassinata a colpi di arma da fuoco dai difensori della supremazia maschile, quelli che considerano la donna un essere creato per soddisfare le necessità dei figli maschi di Adamo.
 
In questo paese capitalista, impantanato nella miseria e nelle ingiustizie di ogni tipo, soprannominato assurdamente "la più grande democrazia del mondo", con quasi la metà della popolazione analfabeta, ogni sei ore una giovane è bruciata viva, picchiata a morte od obbligata a togliersi la vita. Qui, essere bambina è pericoloso perfino quando si sta nel ventre della madre. Ogni giorno si effettuano duemila aborti di feti di sesso femminile ed un numero simile di bambine nate viene assassinato, non solo da genitori ignoranti e crudeli, ma anche da medici colti che agiscono col beneplacito delle autorità del paese. Uno dei principali motivi del feticidio e dell'infanticidio femminile in India, è la costosa dote che i genitori devono consegnare al futuro marito delle proprie figlie. Genitori che, invece di eliminare la dote, eliminano la bambina. La stupidità umana, senza dubbio, non ha limiti.
 
I politici, preoccupati per lo squilibrio di genere della popolazione - ci sono solo 866 bambine per ogni mille bambini - vogliono che ci siano molte più donne, benché queste abbiano un status subumano. Molti degli uomini d'onore che manifestavano per la pena capitale dei violentatori di Amanat, lo hanno fatto perché considerano il corpo delle loro donne l'abitacolo del proprio onore. Un'aggressione mostra, pertanto, mancanza di virilità e di capacità di proteggere il proprio onore e proprietà. Poco o niente importa di quello che soffrono le Amanat.
 
Il crimine sessuale è la forma più estrema di una visione mercantilista e patriarcale che oggettivizza la donna e disprezza le sue capacità. Un altro esempio è l'osservazione fatta da un ospite di una trasmissione televisiva in Spagna ad un medico legale [donna] che aveva commesso un errore nella diagnosi sui resti di bambini scomparsi a Cordoba: Vai a lavorare in sartoria!, disse. Nessuno dei componenti del tavolo di "analisti", di questi tuttologi, reagì. Neanche la presentatrice.
 
Oltre a leggi che garantiscano la sicurezza delle donne e dei minori e la proibizione delle tradizioni che li umiliano ed uccidono, è necessario mettere in moto piani integrali che includano programmi educativi per tutta la popolazione, per creare un cambiamento di mentalità. L'India emerge. I suoi nuovi miliardari si continuano a trastullare grazie all'osceno sottosviluppo di un paese con la bomba atomica (illegale) ed uno dei principali arsenali del mondo. Mentre le sue donne e uomini si lavano vicino ai cadaveri nelle sacre e torbide acque del Gange.
 
(*) Scrittrice, giornalista ed insegnante iraniana dell'Università di Barcellona, in Spagna
 
 

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