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La polizia indonesiana reprime gli studenti che manifestano per i diritti di Papua occidentale

Peoples Dispatch | peoplesdispatch.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

08/04/2019

I membri dell'Alleanza studentesca di Papua, così come gli studenti indonesiani, hanno organizzato una manifestazione per chiedere il diritto all'autodeterminazione per Papua occidentale, il boicottaggio delle elezioni e il blocco delle attività della PT Freeport

A Malang, in Indonesia, il 7 aprile, le forze di polizia hanno represso pesantemente i manifestanti che protestavano contro la società mineraria PT Freeport, a sostegno del diritto all'autodeterminazione dei papuasi occidentali e per la campagna per il boicottaggio delle prossime elezioni nazionali.

Testimoni oculari e video registrati su telefoni cellulari mostrano che la polizia in borghese ha usato la forza contro gli studenti che dimostravano pacificamente, arrivando persino a picchiarli. I dimostranti erano membri dell'Alleanza studentesca di Papua e studenti indonesiani. Sono stati dispersi con la forza e trasportati successivamente su camionette della polizia ai margini della città. Gli studenti chiedevano un referendum libero ed equo in Papua Occidentale, a garanzia del diritto all'autodeterminazione sancito dalle Nazioni Unite.

Gli studenti chiedevano anche il blocco delle attività di PT Freeport. Il 7 aprile, il giorno in cui si sono svolte le dimostrazioni, segna il 57° anno della firma dell'accordo di Freeport-McRoRan del 1967. Questo accordo, firmato due anni prima del referendum fraudolento del 1969 in Papua Occidentale, ha portato il governo indonesiano a cedere i diritti minerari delle risorse papuane al colosso americano Freeport-McRoRan.

Il referendum svoltosi nel 1969, noto come Act of Free Choice, è considerato illegittimo dal popolo di Papua Occidentale. L'esercito indonesiano incaricato di portare a termine il voto, selezionò nel '69, 1.026 rappresentanti su una popolazione di 1 milione della Papua Occidentale. Questi pochi furono costretti a votare contro l'indipendenza della Papua Occidentale dall'Indonesia.

Da allora, la popolazione della Papua Occidentale ha resistito e combattuto l'annessione indonesiana delle loro terre, chiedendo un voto libero ed equo per decidere il proprio destino. Con le imminenti elezioni presidenziali e parlamentari, il movimento per la libertà della Papua occidentale sta facendo una campagna più vigorosa e chiede anche un boicottaggio delle elezioni.

Le attività della Freeport e lo sfollamento delle popolazioni indigene

Una delle rivendicazioni centrali della mobilitazione è la richiesta di blocco delle attività della società Freeport. La compagnia ha rilevato enormi tratti di terra, portando allo sfollamento delle popolazioni indigene. La compagnia è anche responsabile della distruzione generalizzata dell'ambiente in quanto rifiuta di aderire alle normative ambientali stabilite e non viene sanzionata per le sue azioni per via del suo peso politico e finanziario. Il pervasivo inquinamento delle terre e dei fiumi ha avuto un impatto negativo sui mezzi di sostentamento delle popolazioni tribali di Papua.

Una delle miniere di proprietà di Freeport-McRoRan è la miniera di Grasberg, una delle più grandi riserve aurifere del mondo, garantisce alla compagnia una quota significativa delle sue entrate: ciò ne fa anche il maggior contribuente per il governo indonesiano. Nonostante questo, il colosso minerario si è reso colpevole di pagare ai suoi dipendenti salari miseri e di effettuare licenziamenti di massa.

Gli studenti hanno anche riferito che la polizia ha usato insulti razzisti contro di loro.

Resistendo alla repressione, i papuasi occidentali e i loro alleati hanno promesso di continuare la loro lotta per i diritti e la libertà. Proteste internazionali di solidarietà sono state organizzate nel Regno Unito, nei Paesi Bassi e in Australia per chiedere un referendum libero ed equo in Papua Occidentale e il boicottaggio delle prossime elezioni.


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