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- popoli resistenti - irlanda - 22-05-08 - n. 229
Messaggio di solidarietà dei comunisti portoghesi al Partito Comunista d’Irlanda
07/05/2008
Alla Direzione del Partito Comunista di Irlanda
Cari compagni,
Il nuovo Trattato dell’Unione Europea, che è stato firmato dai Capi di Stato e di Governo dei paesi dell’UE a Lisbona, nel dicembre 2007, non rappresenta altro che una nuova versione del cosiddetto “Trattato Costituzionale” che è stato respinto dai popoli. Temendo il medesimo risultato, questa volta le classi dominanti hanno deciso di imporre una decisione così importante – che sovverte la sovranità dei paesi membri dell’UE – senza dare ai popoli la possibilità di esprimere la propria volontà. Questa imposizione di decisioni già respinte dai popoli, riflette con chiarezza la natura antidemocratica e antipopolare di quella che costoro chiamano “costruzione europea”.
La norma costituzionale del vostro paese, secondo cui il Trattato deve essere sottoposto ad una votazione, colloca l’Irlanda in una posizione unica tra i paesi dell’UE. Milioni di lavoratori e i popoli dell’UE guardano al referendum irlandese con la speranza di ottenere ciò che a loro è stato negato, la possibilità di dire che non vogliono una UE federalista, neoliberale e militarista sopranazionale; che non vogliono una UE al servizio dei grandi gruppi finanziari, dello sfruttamento, della guerra e dell’oppressione di altri popoli.
Per tutto ciò, il referendum di giugno nel vostro paese assume un’enorme importanza. Il Partito Comunista Portoghese saluta tutte le forze progressiste, politiche, sindacali e popolari di Irlanda impegnate a sconfiggere il Trattato dell’UE delle classi dominanti. La vittoria del No nel referendum irlandese rappresenterebbe una grande vittoria per tutti i lavoratori e popoli dei paesi dell’Unione Europea.
Il Comitato Centrale del Partito Comunista Portoghese
2 maggio 2008
La traduzione in spagnolo è stata curata dai compagni del Partito Comunista dei Popoli di Spagna (PCPE)
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare