www.resistenze.org - popoli resistenti - irlanda - 17-12-13 - n. 479

PC d'Irlanda: La falsa pista della sovranità nazionale

Partito Comunista d'Irlanda (PCI) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

15/12/2013

Oggi (15 dicembre) l'establishment irlandese proclama ad alta voce che questo stato e per estensione il popolo irlandese, ha riconquistato la sua sovranità. Questo, è quanto di più lontano dalla realtà. Il governo irlandese ha da tempo abbandonato la minima sovranità che questo stato avesse mai goduto.

I Trattati di Maastricht, Nizza e Lisbona hanno stretto la camicia di forza alla democrazia e all'indipendenza dell'Irlanda e gli attuali colloqui sull'unione bancaria fisseranno le cinghie ancora più forti.

La troika, UE-BCE-FMI e i "mercati", sono controllati dalle stesse forze, gli stessi speculatori finanziari e le stesse imprese multinazionali. Il controllo diretto e aperto delle note istituzioni finanziarie mondiali e di alcuni personaggi, non è più considerato opportuno o necessario, ma la stessa classe e le stesse forze restano in carica - con l'acquiescenza completa e abietta della politica interna della troika, Fine Gael, Fianna Fáil e Labour - e degli interessi affaristici irlandesi che rappresentano.

L'indebitamento dello stato al livello del 125% del PIL, attraverso l'odiosa socializzazione dei debiti societari ai danni del nostro popolo, è semplicemente impagabile. Il programma di privatizzazioni delle aziende statali e dei servizi pubblici, continuerà. La ricchezza del popolo sarà svenduta a prezzi d'occasione. I cosiddetti "mercati" avranno la prelazione sulla ricchezza creata dai lavoratori irlandesi, nella forma di assistenza al debito.

Le istituzioni irlandesi, in attiva collaborazione con l'UE, hanno usato e useranno il debito come un cappio, imponendo e intensificando gli attacchi selvaggi sui lavoratori, sui destinatari di indennità sociali, sui pensionati, sui malati e sui bambini. Continueranno a basare l'economia su salari miseri provenienti da lavori precari. La dimensione del debito non può che conseguire una pressione fiscale costante e permanenti misure di austerità, affliggendo la presente e le future generazioni.

La sfida di questa generazione di lavoratori sta nella mobilitazione e nella lotta per una strategia di radicale trasformazione economica e sociale, centrata sui bisogni delle persone e non sui profitti dei monopoli e di altri elementi parassitari.

L'unica via praticabile per i lavoratori, alternativa alla servitù del debito permanente, è nella costruzione di un sistema politico, economico e sociale radicalmente diverso. Solo le persone che lavorano possano pienamente realizzare e garantire una reale sovranità nazionale politica ed economica e l'indipendenza. Un primo passo è il ripudio di questo odioso debito antipopolare.


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