www.resistenze.org - popoli resistenti - iran - 28-02-20 - n. 740

Risultati elettorali: la decisa risposta popolare alla Guida suprema e al fallimentare regime della Repubblica islamica

Partito Tudeh dell'Iran | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

26/02/2020

Le undicesime "elezioni" parlamentari si sono concluse venerdì 21 febbraio con un deciso e storico "NO" del popolo al corrotto e dispotico regime che governa la nostra patria. Secondo Abdul-Reza Rahmani-Fazli, ministro degli Interni del governo Rouhani, il 42,57% degli elettori ammessi ha preso parte al voto. Anche ipotizzando la correttezza di questo dato statistico, questa è la più bassa affluenza alle elezioni parlamentari in tutti i 40 anni di storia della Repubblica islamica.

Nel frattempo, le percentuali di affluenza degli elettori ammessi nelle province centrali e di Teheran sono risultate inferiori al 42,57%, con quella di Teheran che giunge a malapena al 25%. Ali Shakouri-Rad, segretario generale del partito "EttehadMellat" ha twittato "Morteza Agha-Tehrani è arrivato terzo con 868.025 voti, mentre nelle elezioni parlamentari del 2016 era 32° con 884.033 voti. Ciò significa che, nonostante un numero di voti [per lui] più basso, la sua posizione è passata da 32 a 3. [!] "

La decisa risposta del popolo ai leader del regime è importante poiché Ali Khamenei aveva direttamente e in due diverse occasioni, esortato le persone a partecipare alle elezioni per il loro interesse nazionale anche se non d'accordo con lui [il regime]. Poco prima del voto, Khamenei nel suo discorso nella provincia dell'Azerbaigian orientale, aveva definito le elezioni un "jihad pubblico" e una "celebrazione nazionale" e nuovamente invitato le persone a votare. Rahmani-Fazli ha giustificato la pesante sconfitta del regime dicendo "Abbiamo avuto sia l'epidemia di Coronavirus sia le condizioni politiche e questioni come l'abbattimento dell'aereo, gli incidenti di novembre e gennaio [manifestazioni di protesta di massa] e in queste condizioni, questo livello di partecipazione delle persone al voto è abbastanza accettabile". Naturalmente, ciò che intendeva per "questo livello di partecipazione delle persone" è la bassissima affluenza elettorale!

Data la diffusa esclusione dei candidati e persino l'ineleggibilità di candidati obbedienti che occupano attualmente i seggi della decima legislatura ma che potrebbero non essere stati sufficientemente conformi alla Guida [Khamenei], l'esito di queste elezioni era evidente da settimane. Il fatto che una figura corrotta e criminale come Ghalibaf, apertamente orgoglioso del suo comportamento criminale nell'accoltellamento di persone e studenti universitari nel luglio 1999, e con oltre 800 casi pendenti contro di lui per frode e corruzione da parte della stessa magistratura del regime, sia "eletto come primo parlamentare di Teheran" mostra, più di ogni altra cosa, la natura profondamente corrotta e arretrata di un regime che ha portato la situazione economica, politica e sociale della nostra patria ad un simile stato catastrofico e allarmante. Al contrario, è appropriato che un tale regime abbia un criminale omicida come Raisi a capo della magistratura e un criminale corrotto [Ghalibaf] come primo parlamentare e probabilmente capo del parlamento.

Questa azione comune della stragrande maggioranza delle forze popolari e richiedenti la libertà del paese, insieme a un numero di forze radicali riformiste e nazionaliste-religiose, nell'effettuare il diffuso boicottaggio delle elezioni ha mostrato che il regime della Guida suprema potrebbe dover affrontare dure sfide se posto dinanzi a un'azione congiunta e coordinata. Il risultato delle undicesime elezioni parlamentari è una lezione meritevole di essere imparata da tutti noi. Questa esperienza andrebbe utilizzata per organizzare e promuovere ulteriormente la lotta popolare per la completa eliminazione del regime teocratico e per preparare il terreno ai futuri movimenti uniti nell'opposizione e nella resistenza alla tirannia dominante.


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