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Dichiarazione del Partito Tudeh dell'Iran sul brutale attacco del regime contro il popolo e i contadini di Isfahan

Partito Tudeh dell'Iran | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

29/11/2021

Il Partito Tudeh dell'Iran condanna fermamente il brutale attacco delle forze di sicurezza del regime contro il popolo e i contadini di Isfahan!

Secondo vari rapporti, nella notte di mercoledì 24 novembre 2021, le forze di sicurezza del regime teocratico in Iran hanno attaccato, ferito e arrestato un gran numero di contadini che erano accampati sul letto secco del fiume Zayandeh Rud per protestare contro le disastrose politiche di gestione delle acque del regime, e hanno dato fuoco alle tende dei contadini. L'attacco ai manifestanti di Isfahan è continuato giovedì e venerdì (rispettivamente il 25 e il 26 novembre) e ha incontrato una resistenza diffusa, marcata da feroci scontri tra il popolo e gli sgherri del regime.  Le proteste di massa contro la mancanza d'acqua, che i contadini di Isfahan avevano iniziato due settimane fa, sono state accolte e ulteriormente ingrossate da migliaia di residenti di Isfahan, prima di diffondersi a Shahr-e Kord, la capitale della vicina provincia di Chaharmahal e Bakhtiari, così come ad altre città suburbane della provincia di Isfahan.

Qualche mese prima, la gente in tutta la provincia di Khuzestan aveva anche protestato contro la mancanza d'acqua in un territorio dove i fiumi che scorrono naturalmente.  Nonostante i cinici sforzi del regime di infiammare le divisioni etniche e regionali, queste recenti proteste mostrano ancora una volta la portata del disprezzo del popolo per il governo oppressivo dei teocrati, così come per gli apparati repressivi del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC) e Basij [milizia] in tutto il paese.

Il dispiegamento di armi da fuoco contro persone che partecipano semplicemente a una protesta civile e pacifica; il brutale e sanguinoso pestaggio, così come gli sporchi insulti, nei confronti di anziani, donne, bambini, e di una popolazione in generale per la quale la continuazione del regime oppressivo della Repubblica Islamica è diventata insopportabile; l'aggravarsi della crisi socio-economica; e la diffusione di varie proteste da parte di lavoratori, insegnanti, pensionati e studenti, tutto questo dimostra la profonda crisi di un regime reazionario la cui unica risposta è quella di intensificare ulteriormente la sua repressione contro il popolo.

Secondo gli ultimi rapporti, almeno 214 persone, tra cui 13 bambini, sono state arrestate in seguito all'arrivo della polizia e delle forze di sicurezza - che è stato accompagnato da pestaggi e spari contro i manifestanti.  Almeno 19 dei feriti nelle sole proteste di ieri sono stati ricoverati in ospedale, e fonti ufficiali hanno riferito che le condizioni di due di loro sono critiche. Secondo HRANA (un'agenzia di stampa attivista per i diritti umani in Iran), la maggior parte degli arrestati è stata inizialmente trasferita al quartier generale locale dell'IRGC o in una base Basij.  Alcuni di loro sono stati rilasciati entro la fine della notte a condizione che firmassero una dichiarazione [promettendo di desistere da ulteriori partecipazioni a proteste politiche] e che i loro documenti di identificazione fossero contrassegnati. Circa 150 sono stati trasferiti in altri luoghi, come la prigione di Isfahan, la prigione Khomeini Shahr e il penitenziario femminile di Isfahan.

In un'intervista all'emittente radiotelevisiva ufficiale del regime, Mohammad-Reza Mirheidari, il comandante delle forze di polizia di Isfahan, ha confermato il coordinamento delle forze di polizia, del Basij, dell'IRGC e delle agenzie di intelligence per sopprimere le proteste e arrestare coloro che vi hanno partecipato.  Secondo lui, un certo numero di manifestanti sono stati feriti, così come anche alcuni agenti di sicurezza e di polizia.  Il quotidiano Kayhan, il portavoce e organo di propaganda di [della "Guida Suprema"] Ali Khamenei, ha definito i cittadini di Isfahan che protestavano "teppisti assoldati" e ha descritto le proteste come simili a quelle del novembre 2019 che avevano richiesto una "forte risposta della polizia e della giustizia".

Il Partito Tudeh dell'Iran condanna fermamente l'ultima brutale aggressione da parte degli sgherri del regime teocratico contro il popolo che ha protestato pacificamente contro l'oppressione e la dittatura, e chiede a tutte le forze progressiste e amanti della libertà del mondo di esprimere urgentemente la loro solidarietà con le lotte del nostro paese ed chiedere il rilascio immediato e incondizionato di coloro che sono stati arrestati negli ultimi giorni.

Il moltiplicarsi degli scioperi dei lavoratori - compresi quelli della [casa automobilistica] Iran Khodro, delle miniere e delle industrie manifatturiere - insieme alle proteste popolari in tutto il paese, riflette la crisi sempre più profonda e incurabile di un regime disumano e anti-popolare che oggi, agli occhi della stragrande maggioranza del popolo della nostra nazione, è una grande barriera al progresso e all'istituzione della libertà, della democrazia e della giustizia sociale in Iran.  La necessità di esprimere la solidarietà popolare e coordinata e di continuare a sfidare pubblicamente il regime, paralizzando così il suo apparato statale repressivo, è l'unico mezzo per aprire la strada alla transizione da un regime e uno stato di cose la cui continuazione è sinonimo di disastro, povertà, privazione e miseria nel paese.

Il Partito Tudeh dell'Iran invita tutte le forze progressiste e amanti della libertà a fare uno sforzo comune per organizzare azioni efficaci e collaborative a fianco del crescente movimento popolare del paese contro la dittatura.

Partito Tudeh dell'Iran

28 novembre 2021


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