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Iraq: 69 giorni nel pronto soccorso dell'Ospedale Generale di Fallujah

Felicity Arbuthnot | globalresearch.ca
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
07/05/2014

"Missione compiuta". (George W. Bush, 01/05/2003.)

In Iraq c'è un massacro in corso. Qui di seguito le cifre dei morti e dei feriti portati ogni giorno in un solo ospedale nel più grande governatorato del Paese, provincia di Anbar, nel pronto soccorso dell'Ospedale generale di Falluja, tra il 28 febbraio 2014 e 7 Maggio 2014.

Sono le vittime delle milizie del Primo Ministro Nuri al-Maliki imposto dagli Stati Uniti.

Il rappresentante delle Nazioni Unite in Iraq è pressoché in silenzio, tacciono i vari ambasciatori in Iraq, compresi quelli degli Stati Uniti e del Regno Unito, le cui azioni e menzogne sulle supposte "armi di distruzione di massa" sono responsabili della carneficina quotidiana. Undici anni implacabili di dolore e morte.

Servizi di base, come acqua potabile ed elettricità continuative, sono inesistenti (immaginate l'incubo di lavorare con interruzioni in un ospedale dove i macchinari servono a mantenere in vita, rianimare, monitorare o anestetizzare i pazienti.) Pertanto, date le interruzioni di corrente e la situazione tesa, i dati sono incompleti. Ma il piccolo esempio è indicativo della tragedia senza fine in quella città, in una Provincia sotto assedio, sotto un leader imposto dagli Stati Uniti e che dagli USA riceve armi.

Questo accade con un inestimabile ringraziamento al calcolo meticoloso del dottor Muhamad Al-Darraj.

Mercoledì 7 maggio: Le truppe governative hanno preso di mira la residenza dei medici in ospedale alle 01:00, causando ingenti danni, con il colpo di "due proiettili". E' la dodicesima volta che l'ospedale è stato bombardato e la terza volta che i quartieri dei medici sono stati colpiti.

Ci sono state anche esplosioni segnalate nel reparto della donazione di sangue dell'ospedale dopo un appello rivolto alla popolazione di donare con urgenza. I rapporti sui danni ancora attendono.

Agli ospedali è riconosciuta una protezione speciale ai sensi della Convenzione di Ginevra del 1949 come a tutto il personale, non solo medico, ma paramedico, ai conducenti, agli amministrativi, agli inservienti, ai cuochi, ai manutentori. Attaccare un ospedale è un crimine di guerra. Ma le truppe hanno imparato bene dagli americani che, naturalmente, si vantano del loro addestramento domenica 7 novembre, 2004: "... preso d'assalto l'ospedale generale di Falluja".

"Hanno radunato tutti i medici, li hanno fatti stendere a faccia in giù sul pavimento e ammanettati con fascette di plastica dietro la schiena. L'ospedale era pieno, con i feriti dei bombardamenti aerei statunitensi diretti al Fallujah Centrale Health Clinic. Alle 05:30 il martedì 9 novembre, aerei da guerra statunitensi hanno bombardato la clinica, uccidendo trentacinque pazienti, quindici praticanti, quattro infermieri, cinque assistenti e quattro medici, secondo un medico che è sopravvissuto. Il fuoco degli Stati Uniti ha preso di mira anche un'ambulanza, uccidendo cinque pazienti e l'autista". (1)

Martedì 6 maggio: 45 feriti, tra cui 12 bambini e 4 donne. Sette morti.

Lunedi 5 maggio 2014: Nove feriti e quattro uccisi.

Domenica 4 maggio: Cinque feriti tra cui una donna e due bambini. Quindici morti, tra cui cinque bambini.

Sabato 3 maggio: sette feriti, tra cui una donna e due bambini. Due morti.

Venerdì 2 maggio: otto feriti. Due morti.

Giovedì 1° Maggio - l'undicesimo anniversario della "missione compiuta" di George W. Bush, discorso sulla USS Abraham Lincoln: sette feriti tra cui una donna e una ragazza.

30 aprile, giorno delle elezioni in Iraq, da cui la Provincia è stata esclusa dal voto a causa dell'attacco governativo, tale è la democrazia nel "nuovo Iraq": dieci feriti tra cui una donna e un'altra ragazza.

Martedì 29 aprile: dieci feriti, di cui una vecchia signora di 70 anni e una ragazza.

Lunedì 28 aprile, compleanno di Saddam Hussein e ex festa nazionale: cinque feriti. Due morti, una ragazza diciottenne e una donna di 40 anni di età.

27-22 aprile non registrato.

Lunedi 21 aprile: a metà giornata: cinque feriti, tra cui un bambino e una donna. Sei morti.

Domenica 20 aprile: cinque feriti tra cui tre bambini. Un morto.

Sabato 19 aprile: dati non disponibili.

Venerdì 18 aprile: a metà giornata: quattro feriti tra cui un bambino. Un morto.

Giovedì 17 aprile: a metà giornata: sette feriti, tra cui un bambino. Un morto.

Mercoledì e martedì, 16 e 15, dato non disponibile.

Lunedi 14 aprile: A metà giornata: quindici feriti, tra cui cinque bambini e due donne. Tre morti, tra cui un bambino.

Domenica 13 aprile: cinque feriti, tra cui due bambini. Due morti.

Sabato 12 aprile: non disponibile.

Venerdì 11 aprile: A metà giornata: Quattordici feriti, tra cui una donna e tre bambini. Tre morti.

Giovedi 10 aprile: non disponibile.

Mercoledì 9 aprile: A metà giornata: 23 feriti, tra cui due donne e sei bambini. Cinque morti tra cui una donna.

Martedì 8 aprile: 22 feriti, tra cui tre donne e un bambino. Quattro morti tra cui due bambini.

Aprile 7-5: non disponibile.

Venerdì 4 aprile: nove feriti. Uno ucciso.

3 aprile - 29 marzo: non disponibile.

Venerdì 28 marzo: 50 feriti. 13 morti.

Giovedi 27 marzo: un morto.

26-24 marzo: non disponibile.

Domenica 23 marzo: otto feriti. Tre morti.

22-20 marzo, non è disponibile.

Mercoledì 19 marzo: 43 feriti. 15 morti tra cui un certo numero di donne e bambini.

Martedì 18 marzo: Dieci feriti. Un bambino ucciso.

17-13 marzo, non disponibile.

12 marzo: tre feriti.

Marzo 11-06, non disponibile.

Mercoledì 5 marzo: Dieci feriti. Cinque morti.

Martedì 4 marzo: quattro feriti, tra cui una donna che ha perso le mani ferite da schegge. Quattro morti, due bambini e due giovani donne.

3-01 marzo: dato non disponibile.

Venerdì 28 febbraio: sette feriti.

Un giornalista danese ha chiesto a un abitante di Falluja cosa pensasse di quello che stava accadendo. La risposta è stata: "Come ti sentiresti se l'esercito danese avesse bombardato la tua città?" Gli occhi del giornalista si sono inondati di lacrime.

1.666 persone sono morte in Iraq i primi tre mesi del 2014 a causa di atti di violenza, secondo le statistiche delle Nazioni Unite. I morti in provincia di Anbar vengono esclusi dalle statistiche del governo iracheno, si è capito. Secondo il meticoloso dottor Al-Darraji al 6 maggio dei dati che ha ottenuto, che escludono le date e le ore registrate in precedenza: "Il totale delle vittime civili di Falluja dall'inizio della guerra nella provincia di Anbar ad ora, sono 1.296 feriti e 295 morti". Il tutto aggiunto al giorno dopo il bagno di sangue, nel nome dello stile USA-UK: "Libertà, Democrazia e Liberazione."

Nota

1. www.internationalist.org/fallujarape0412.html


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