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I comunisti iracheni boicottano le elezioni anticipate e chiedono un cambiamento radicale

Partito Comunista Iracheno | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

11/10/2021

Le elezioni parlamentari anticipate irachene del 10 ottobre 2021 sono state caratterizzate da un'affluenza molto bassa, intorno al 20%, a conferma del fatto che gli elettori iracheni non hanno fiducia in un sistema elettorale progettato per perpetuare il corrotto sistema etno-settario di partizione del potere che è stato installato dopo la guerra e l'occupazione statunitense del paese nel 2003.

Il Partito Comunista Iracheno, che ha sostenuto attivamente la Rivolta popolare di ottobre del 2019, ha sottolineato che le elezioni anticipate erano una delle principali richieste della Rivolta che mirava a portare un cambiamento radicale, liberando il paese dal sistema di partizione del potere etno-settario e dal settarismo politico, aprendo prospettive per stabilire uno stato civile democratico e la giustizia sociale.

Tuttavia, c'è stata una crescente e profonda preoccupazione su vari aspetti del processo elettorale, compresa una legge elettorale viziata. Essa è stata emendata dal parlamento e progettata per servire gli interessi dei governanti e dei blocchi dominanti. La data delle elezioni è stata posticipata, su richiesta della cosiddetta commissione elettorale "indipendente", dal 6 giugno al 10 ottobre 2021. La compravendita di voti è iniziata presto, con politici e partiti corrotti che hanno speso cifre esorbitanti, in assenza di qualsiasi controllo reale. La legge sui partiti, che dovrebbe impedire tali pratiche e che vieta ai partiti politici con formazioni armate di partecipare alle elezioni, non è stata applicata.

Non è stata presa alcuna misura efficace per evitare che si ripetano i vergognosi brogli e le manipolazioni del processo elettorale che hanno inficiato le precedenti tornate elettorale. Il dato reale dell'affluenza alle urne nelle ultime elezioni parlamentari del 2018 è stato di circa il 20%, mentre i dati ufficiali sostenevano che fosse del 44,5%.

Una richiesta molto importante del movimento di protesta, e anche dei comunisti iracheni, era che gli autori delle uccisioni di oltre 700 giovani manifestanti pacifici durante la Rivolta di ottobre fossero portati davanti alla giustizia. Ma il governo di transizione di Mustafa al-Kadhemi, installato nel maggio 2020 dopo il rovesciamento del suo predecessore Adel Abdul-Mahdi da parte del movimento di protesta, non ha mantenuto le sue promesse.

Di fronte a questa situazione, il Partito Comunista Iracheno, dopo aver condotto una consultazione interna di tutti i suoi membri e organizzazioni di partito, ha dichiarato nel luglio 2021 la sua decisione di boicottare le elezioni. Ha anche avvertito che bloccare il cammino verso un cambiamento democratico pacifico attraverso elezioni libere e giuste non farà che approfondire la crisi politica e aprire la porta a gravi conseguenze, mettendo in pericolo la pace civile. I governanti saranno allora ritenuti pienamente responsabili di aver spinto il paese verso l'abisso.


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