07/07/2009
Gli israeliani sorpresi ad aiutare gli immigrati "illegali" potrebbero subire presto la stessa pena delle persone che aiutano. Se il disegno di legge in discussione alla Knesset (il parlamento israeliano) si trasformerà in legge, sarà l'unica legge al mondo ad applicare la stessa sanzione per entrambe le parti, ha dichiarato il deputato Dov Khenin, un dirigente del Partito comunista.
Le sanzioni più comuni ai sensi di legge porterebbero a sentenze di cinque/sette anni, anche se in alcune circostanze gli immigrati clandestini ed i loro aiutanti potrebbero essere condannati fino a 20 anni di carcere. Secondo la legge, i cittadini israeliani potrebbero essere puniti per aiutare un immigrato clandestino ad entrare o soggiornare nel paese.
"Con 'permanenza' illegale è da intendersi il fornire, ad esempio, alloggio, cibo, medicine, assistenza legale – praticamente qualsiasi cosa" ha riferito Anat Ben-Dor, un insegnante alla Law School's Refugee Rights Clinic all'università di Tel Aviv. "E' vergognoso che le persone che vogliono aiutare vengano punite per questo, per farsi carico delle persone che sono qui e di cui nessun altro si occupa", ha aggiunto Khenin.
La proposta di legge modificherà diversi aspetti della procedura per la gestione degli immigrati illegali. E inutilmente severa, ridondante e va contro i doveri umanitari di Israele, dicono gli avversari.
"Questa è una delle leggi sui rifugiati e chi cerca di aiutarli più pesanti ", ha detto Khenin (Hadash), l'unico parlamentare a votare contro la legge nella sua prima lettura, nel maggio 2008 e quando il suo iter è stato approvato all'inizio del mese scorso. "Ciò è molto distante dalla lezione che tutti noi dovremmo imparare dalla storia ebraica. In passato, gli ebrei erano i profughi bisognosi in luoghi dove non erano disposti ad accettarli", ha rilevato.
Il progetto di legge comporterebbe una condanna a cinque anni di reclusione per la maggior parte degli immigrati clandestini e a sette anni per quelli provenienti da "paesi nemici" o da paesi "che assistono i nemici" di Israele, come il Sudan. Si darebbe alle autorità anche la possibilità di scegliere tra la detenzione e l'espulsione immediata degli immigrati clandestini, se catturati entro 72 ore dall’ingresso in Israele. Tale clausola è particolarmente inquietante per i rifugiati attivisti. Un'altra preoccupazione è la mancanza di differenziazione tra i richiedenti asilo che fuggono da persecuzioni e gli altri immigrati clandestini. L’immediata espulsione dei richiedenti asilo potrebbe significare il ritorno nei luoghi in cui le loro vite sono in pericolo, ha dichiarato Khenin secondo cui la proposta è arrivata per la prima volta dal Ministero della Difesa.
La nuova normativa dovrebbe sostituire la Legge per la prevenzione delle infiltrazioni del 1954, che fu creata per gestire l'ingresso dei palestinesi in Israele e che prescriveva cinque anni di carcere per gli immigrati clandestini sospettati di essere una minaccia per la sicurezza. Sotto l’attuale procedura, la maggior parte degli immigrati "illegali" catturati mentre entrano nel paese sono inizialmente detenuti ai sensi della Legge contro l’infiltrazione, ma perseguiti ai sensi di una legislazione meno rigorosa, la Legge per l’entrata in Israele, che prevede per la maggior parte degli immigrati clandestini un anno di carcere.