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da Palestine Monitor - palestinemonitor.org/spip/spip.php?article1016
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare 
 
Le testimonianze dei soldati rivelano la condotta immorale nella Guerra di Gaza
 
Palestine Monitor
 
20/07/2009
 
Sin dalle fasi iniziali della recente Guerra di Gaza è divenuto evidente che le vite dei comuni cittadini palestinesi erano state ingiustamente colpite. La demolizione sistematica delle case, l'uso di munizioni al fosforo bianco, l’eccessivo ricorso alla violenza sono temi discussi da vari organismi e attori interni ed esterni. Col passare del tempo stanno emergendo racconti accurati, particolareggiati e di prima mano su quanto è veramente accaduto durante i 22 giorni di campagna militare.
 
Tale sforzo di narrazione degli eventi durante la Guerra di Gaza è stato intrapreso da “Breaking the Silence” (Rompere il silenzio), organizzazione israeliana composta da soldati veterani che raccolgono le testimonianze di soldati che hanno servito o che sono stati testimoni delle operazioni nei Territori Occupati. Queste testimonianze sono diffuse poi a un pubblico di lingua inglese ed ebraica sul loro sito web, sulla stampa, attraverso conferenze e altri canali di comunicazione e iniziative nella città di Hebron in Cisgiordania.
 
Breaking the Silence ha prodotto un documento di 112 pagine intitolato con il nome in codice ufficiale per la Guerra di Gaza: Operazione Piombo Fuso. Questo documento contiene le testimonianze di trenta soldati israeliani che hanno partecipato alla campagna militare. Le rivelazioni in esse contenute corroborano molte delle accuse di condotta di guerra disonorevole e "[mettono] in dubbio la veridicità delle versioni ufficiali dell’esercito israeliano (IDF)". Le interviste condotte raccontano l'uso di fosforo bianco, la distruzione delle proprietà non collegate alle direttive israeliane, le demolizioni di case, l'utilizzo dei palestinesi come scudi umani, e fra le altre questioni la totale degradazione morale dell'IDF. Come può essere notato nel documento, queste testimonianze sfidano direttamente la pretesa dell’IDF per cui qualsiasi problema di tipo morale non sia sistematico, quanto il comportamento sporadico di singoli soldati.
 
E’ stato rivelato che ai soldati "non fu ordinato di aprire il fuoco solamente in presenza di una vera minaccia" il che ha consentito loro di basarsi, per agire, sul proprio giudizio personale, contribuendo indubbiamente all’alto numero di morti civili.
 
I soldati non si sono controllati poiché "aspettavano questo giorno, il divertimento di sparare e sentire tutto quel potere nelle [loro] mani" spiega un soldato.
 
Un soldato ha fatto la sorprendente rivelazione secondo cui il comandante di brigata si era espresso sul fatto che "non si sarebbe avuta alcuna considerazione dei civili" proseguendo con l’affermazione "il problema dei civili diventa irrilevante: non appena sarete entrati in combattimento, cambiano le regole. Voi sparate. È una guerra. In guerra nessuno fa domande".
 
L'atteggiamento prevalente era "prima sparare, poi fare domande" e ai soldati fu detto esplicitamente che "da una certa distanza quando uno di loro (i palestinesi) si avvicina a una casa, non importa chi sia, anche una vecchia donna, mandatelo a terra".
 
Alcuni soldati, secondo una testimonianza sarebbero entrati nelle case e avrebbero sparato per "divertimento". Molte delle case venivano trovate vuote e "le truppe erano deluse e cominciavano a dare in escandescenza e semplicemente sparavano”.
 
Evidentemente, questo dimostra la mancanza di controllo come rivela un testimone per cui "fu permesso di fare qualsiasi cosa [loro] volessero".
 
Un soldato ammette di essere stato infastidito dalla distruzione eccessiva di case e proprietà, oltre che dallo sparare ai civili.
 
"Non ci va molto a puntare su una scuola, su ospedali e così via."
 
"Dappertutto sono state demolite case" rivela un soldato, "nulla è immune, nulla e nessuna area".
 
Un'altra testimonianza rivela che "l'ammontare della distruzione era incredibile... vedi molti campi, serre, frutteti, tutto devastato. Totalmente rovinato. È terribile. È surreale".
 
Erano stati emessi ordini di "demolire quanto possibile nell'area" secondo un soldato che afferma che "tale demolizione è un eufemismo indicare la distruzione intenzionale e sistematica".
 
Alla domanda sull’uso di fosforo bianco, un soldato ha rivelato che furono seguiti semplicemente gli ordini diramati dal comandante di compagnia che permettevano l’uso del fosforo in aria. Il soldato non riuscì a capire perché la munizioni erano nei loro approvvigionamenti se non dovevano usarle.
 
Un soldato ha commentato che "la cosa difficile era quell'atmosfera in cui il valore della vita umana è trascurabile"; fu facile "diventare indifferenti" alla sofferenza e alla morte. Il soldato ha aggiunto di "non aver percepito alcuna esaltazione eroica o sacrificio" uscendo da Gaza e di aver sentito che l’esperienza "era ripugnante".
 
Nonostante queste rivelazioni sorprendenti il ministro della Difesa, Ehud Barak, continua a sostenere che l'IDF è fra gli eserciti più morali al mondo.
 
Operazione Piombo Fuso
Testimonianze di 30 soldati israeliani, durante l’Operazione Piombo Fuso su Gaza, Gennaio 2009. (Breaking the Silence)
Per visionare il documento originale - http://palestinemonitor.org/spip/IMG/pdf/ENG_book_24.06-1.pdf