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Shimon Peres dal punto di vista delle sue vittime

Ilan Pappe * | electronicintifada.net
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

28/09/2016

I necrologi per Shimon Peres sono già stati pubblicati, preparati senza dubbio in anticipo, da che la notizia del suo ricovero è pervenuta ai media.

Il verdetto sulla sua vita è molto chiaro ed è già stato pronunciato dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama: Peres è stato un uomo che ha cambiato il corso della storia nella sua incessante ricerca della pace in Medio Oriente.

La mia ipotesi è che ben pochi dei necrologi esamineranno la vita e le attività di Peres dal punto di vista delle vittime del sionismo e di Israele.

Ha occupato molti posti in politica, posti che hanno avuto un impatto enorme sui palestinesi ovunque questi si trovassero. E' stato direttore generale del ministero della Difesa israeliano, ministro della Difesa, ministro dello sviluppo della Galilea e del Negev (Naqab), Primo ministro e Presidente.

In tutti questi ruoli, le decisioni prese e le politiche perseguite hanno contribuito alla distruzione del popolo palestinese e nulla ha fatto per far avanzare la causa della pace e della riconciliazione fra palestinesi e israeliani.

Nato a Szymon Perski nel 1923, in una città che allora faceva parte della Polonia, Peres emigra in Palestina nel 1934. Adolescente in una scuola d'agricoltura, diventa attivo politicamente all'interno del movimento laburista sionista che all'epoca dirigeva il sionismo e più tardi il giovane Stato d'Israele.

Come figura di spicco dei quadri giovanili del movimento, Peres attira l'attenzione del comando della forza paramilitare ebraica della Palestina sotto mandato britannico, l'Haganah.

Bomba nucleare

Nel 1947, Peres è a tutti gli effetti reclutato dall'organizzazione e inviato all'estero dal suo leader, David Ben-Gurion, per l'acquisto di armi che poi saranno utilizzate nella Nakba del 1948, la pulizia etnica dei palestinesi, e contro i contingenti arabi entrati in Palestina in quello stesso anno.

Dopo alcuni anni all'estero, principalmente negli Stati Uniti, dove si occupa dell'acquisto di armi e della costruzione di infrastrutture per l'industria militare israeliana, rientra per diventare direttore generale del ministero della Difesa.

Peres si attiva per forgiare l'unione d'intenti fra Israele, Regno Unito e Francia per invadere l'Egitto nel 1956, invasione per la quale Israele fu premiato dalla Francia con la capacità necessaria alla costruzione di armi nucleari.

In effetti è stato proprio Peres a curare in larga parte il programma clandestino di armamento nucleare di Israele.

Non meno importante è lo zelo che Peres ha mostrato, sotto la guida e l'ispirazione di Ben-Gurion, per giudaizzare la Galilea. Nonostante la pulizia etnica del 1948, quella parte di Israele era ancora in gran parte campagna palestinese.

C'è Peres dietro l'idea di confiscare le terre palestinesi per costruire città esclusivamente per ebrei, come Karmiel e Nazareth Alta, e di piazzare l'esercito nella regione in modo da interrompere la contiguità territoriale tra villaggi e città palestinesi.

Questa rovina della campagna palestinese ha portato alla scomparsa dei villaggi palestinesi tradizionali e alla trasformazione dei contadini in una classe operaia urbana sottoccupata e svantaggiata. Questa triste realtà è ancora oggi di attualità.

Il campione dei coloni

Peres scompare per un po' dalla scena politica quando il suo padrone Ben-Gurion, Primo ministro fondatore di Israele, è messo da parte nel 1963, scalzato da una nuova generazione di dirigenti.

Torna dopo la guerra del 1967 e il primo portafoglio ministeriale che ricopre è quello di responsabile per i territori occupati. In questo ruolo, legittima, spesso con effetto retroattivo, la colonizzazione in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza.

Come molti di noi comprendono oggi, al momento dell'arrivo al potere del partito pro-insediamento Likud nel 1977, l'infrastruttura delle colonie ebraiche, in particolare in Cisgiordania, aveva già reso impossibile una soluzione a due Stati.

Nel 1974, la carriera politica di Peres diviene intimamente connessa a quella del suo nemico giurato, Yitzhak Rabin. I due uomini politici, che non potevano sopportarsi, hanno dovuto lavorare in tandem per ragioni di sopravvivenza politica.

Tuttavia, sulla strategia di Israele nei confronti dei palestinesi, hanno condiviso la visione coloniale sionista, bramosa di più terra di Palestina possibile con il minor numero possibile di palestinesi sopra di essa.

Lavorano bene insieme nel reprimere brutalmente la rivolta palestinese iniziata nel 1987.

Il primo ruolo di Peres in questa complicata partnership è quello di ministro della difesa nel governo Rabin del 1974. La prima vera crisi che Peres deve affrontare è una grande espansione del movimento coloniale messianico Gush Emunim nel suo tentativo di colonizzazione all'interno e attorno la città di Nablus, in Cisgiordania.

Rabin si oppone ai nuovi insediamenti, ma Peres sta con i coloni. Quelle colonie che ora strangolano Nablus esistono grazie ai suoi sforzi.

Nel 1976, Peres spinge la politica del governo in direzione dei territori occupati, convinto che un accordo potrebbe essere raggiunto con la Giordania, in virtù del quale la Cisgiordania sarebbe diventata di competenza della Giordania, ma tutto il resto sarebbe ricaduto sotto il dominio effettivo israeliano.

Vara delle elezioni comunali in Cisgiordania, ma con sua grande sorpresa e delusione, sono eletti i candidati legati all'Organizzazione per la Liberazione della Palestina e non quelli fedeli alla monarchia hashemita giordana.

Ma come leader dell'opposizione dopo il 1977 e quando tornerà al potere in coalizione con il Likud nel 1984-1988, Peres resta fedele a quella che chiama "l'opzione giordana". Spinge i negoziati su queste basi fino alla decisione di re Hussein di cessare ogni legame politico tra la Giordania e la Cisgiordania nel 1988.

Il volto internazionale di Israele

Gli anni 1990 mostrano al mondo un Peres più maturo e coerente. E' il volto internazionale di Israele, che sia al governo o al di fuori di esso. Gioca questo ruolo anche dopo che il Likud diviene la principale forza politica del paese.

Al potere nel governo Rabin nei primi anni 1990 e come primo Primo ministro dopo l'assassinio di Rabin del 1995, e successivamente come ministro nel governo di Ehud Barak dal 1999 al 2001, Peres spinge un nuovo progetto per quella che definisce "pace".

Invece di condividere il controllo in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza con la Giordania o l'Egitto, ora desidera farlo con l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina. L'idea viene accettata dal capo dell'OLP, Yasser Arafat, che può aver sperato di costruire su questa base un nuovo progetto per la liberazione della Palestina.

Come sancito negli accordi di Oslo del 1993, questo disegno è approvato entusiasticamente dagli alleati internazionali di Israele.

Peres è stato l'ambasciatore principale di questa farsa conosciuta come processo di pace, che ha fornito a Israele un ombrello internazionale per stabilire una politica del fatto compiuto, consentendo la creazione di una vasta apartheid israeliana con piccoli bantustan palestinesi sparsi all'interno di essa.

Il fatto che abbia vinto un premio Nobel per la pace per un processo che ha accelerato la rovina della Palestina e del suo popolo, è un'altra testimonianza dell'incomprensione, del cinismo e dell'apatia dei governi del mondo verso la sofferenza palestinese.

Abbiamo la fortuna di vivere in un'epoca in cui la società civile internazionale ha smascherato questa farsa e offre, attraverso il movimento per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni e il crescente sostegno alla soluzione dello Stato unico, una strada più promettente e originale.

Qana

Come Primo ministro, Peres ha dato un ulteriore "contributo" alla storia della sofferenza palestinese e libanese.

In risposta alle schermaglie senza fine tra Hezbollah e l'esercito israeliano nel sud del Libano, dove Hezbollah e altri gruppi hanno resistito all'occupazione israeliana iniziata nel 1982, e cessata nel 2000, Peres ordina il bombardamento di tutta la regione nell'aprile del 1996.

Durante quella che Israele chiama "Operazione Furore", i bombardamenti israeliani uccidono più di 100 persone - civili in fuga e Caschi blu dalle Fiji – nei pressi del villaggio di Qana.

Nonostante un'indagine delle Nazioni Unite abbia trovato "improbabile" la spiegazione di Israele secondo cui il bombardamento era stato un incidente, il massacro non ha intaccato in nulla la reputazione internazionale di Peres come "operatore di pace".

In questo secolo, Peres è stato più una figura simbolica che un uomo politico attivo. Fonda il Centro Peres per la Pace, costruito sulla proprietà dei rifugiati palestinesi confiscata a Jaffa, che continua a vendere l'idea di uno "Stato" palestinese con poca terra, senza una vera e propria indipendenza o sovranità come la migliore soluzione possibile.

Questa non funzionerà mai, ma se il mondo continua a dare credito a questa eredità di Peres, non ci sarà fine alle sofferenze dei palestinesi.

Shimon Peres ha simboleggiato l'abbellimento del sionismo, ma i fatti sul terreno mettono a nudo il suo ruolo nel perpetrare innumerevoli sofferenze e conflitti. Conoscere la verità, almeno, ci aiuta a capire come andare avanti e sbarazzarsi della tanta ingiustizia che Peres ha contribuito a creare.

* Autore di numerosi libri, Ilan Pappe è uno storico israeliano in esilio. Professore di storia in Inghilterra, dirige il Centro europeo per gli studi palestinesi e il Centro per gli studi etnico-politici presso l'Università di Exeter.


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