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Dichiarazione del Movimento Socialista del Kazakistan sulla situazione nel paese

Movimento Socialista del Kazakistan | socialismkz.info
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

06/01/2022

C'è una vera e propria rivolta popolare in Kazakistan ora, e fin dall'inizio le proteste sono state di natura sociale e di classe, poiché il raddoppio del costo del gas liquefatto in borsa è stato solo l'ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso della pazienza. Le manifestazioni sono iniziate proprio a Zhanaozen su iniziativa dei lavoratori del settore petrolifero, che è diventato una sorta di quartier generale politico dell'intero movimento di protesta.

E la dinamica di questo movimento è indicativa, dal momento che è iniziato come una protesta sociale, è andato via via espandendosi, e i collettivi dei lavoratori hanno usato i raduni per presentare le loro richieste di un aumento del 100% dei salari, la cancellazione delle conseguenze dell'efficientazione, il miglioramento delle condizioni di lavoro e la libertà di attività sindacale. Come risultato, il 3 gennaio, l'intera regione di Mangystau è stata travolta da uno sciopero generale, che si è esteso alla vicina regione di Atyrau.

È degno di nota che già il 4 gennaio sono scesi in sciopero i lavoratori della compagnia petrolifera Tengizchevroil, dove la partecipazione delle compagnie americane raggiunge il 75%. È qui che 40.000 lavoratori sono stati licenziati nel dicembre dello scorso anno ed è stata prevista una nuova serie di licenziamenti. Sono stati poi sostenuti durante il giorno dai lavoratori petrolchimici delle regioni di Aktobe e del Kazakistan occidentale e Kyzylorda.

Inoltre, la sera dello stesso giorno sono iniziati gli scioperi dei minatori della società ArcelorMittal Temirtau nella regione di Karaganda e dei fonditori e minatori del rame del gruppo Kazakhmys, che può già essere considerato come uno sciopero generale dell'intera industria mineraria del paese. E c'erano anche richieste di salari più alti, di un'età pensionabile più bassa, del diritto a formare propri sindacati e a scioperare.

Allo stesso tempo, le manifestazioni a tempo indeterminato di martedì sono iniziate ad Atyrau, Uralsk, Aktobe, Kyzyl-Orda, Taraz, Taldykorgan, Turkestan, Shymkent, Ekibastuz, nelle città della regione di Almaty e nella stessa Almaty, dove la chiusura delle strade è sfociata in uno scontro aperto dei manifestanti con la polizia la notte del 4-5 gennaio, in seguito al quale l'akimat (sede di governo) della città è stato temporaneamente occupato. Questo ha dato motivo a Kassym-Jomart Tokayev di dichiarare lo stato di emergenza.

Va notato che a questi tumulti ad Almaty hanno partecipato soprattutto giovani disoccupati e migranti interni che vivono nei sobborghi della metropoli e che svolgono lavori precari o sottopagati. E i tentativi di calmarli con promesse, riducendo il prezzo del gas a 50 tenge, separatamente per la regione di Mangystau e Almaty non hanno soddisfatto nessuno.

Anche la decisione di Kassym-Jomart Tokayev di licenziare il governo, e poi di rimuovere Nursultan Nazarbayev dalla carica di presidente del Consiglio di Sicurezza, non ha fermato le proteste, dato che il 5 gennaio sono iniziate manifestazioni di protesta di massa in quei centri regionali del Kazakistan settentrionale e orientale dove non c'erano state prima - a Petropavlovsk, Pavlodar, Ust-Kamenogorsk, Semipalatinsk. Allo stesso tempo, ci sono stati tentativi di assaltare gli edifici degli akimat regionali ad Aktobe, Taldykorgan, Shymkent e Almaty.

Nella stessa Zhanaozen, i lavoratori hanno formulato nuove richieste nel loro raduno a oltranza - le dimissioni dell'attuale presidente e di tutti i funzionari legati a Nazarbayev, il ripristino della Costituzione del 1993 e le relative libertà di formare partiti, sindacati, il rilascio dei prigionieri politici e la cessazione della repressione. È stato immediatamente creato un Consiglio dei saggi, che è diventato un'autorità informale.

Così, le richieste e gli slogan che ora sono usati in diverse città e regioni sono stati divulgati a tutto il movimento, e la lotta ha assunto un contenuto politico. Sono stati fatti anche tentativi sul terreno per creare comitati e consigli per coordinare la lotta.

Allo stesso tempo, le truppe sono state mobilitate ad Almaty, Aktau e Zhanaozen, mentre nella regione di Mangystau tutto si è svolto fino ad ora pacificamente, e i soldati si sono rifiutati di disperdere i manifestanti, nella capitale meridionale sono invece iniziati gli scontri, e nella notte tra il 5 e il 6 gennaio sono state introdotte forze speciali, che hanno iniziato una rastrellamento a tappeto dell'aeroporto e dei quartieri occupati dai ribelli. Secondo varie fonti, ci sono già decine di morti tra i manifestanti.

In questa situazione, c'è il pericolo di una soppressione forzata di tutte le manifestazioni e scioperi, mentre è necessario paralizzare completamente il paese con uno sciopero generale. Pertanto, è urgente formare comitati d'azione unificati sul base territoriale e produttiva per opporre una resistenza organizzata al terrore militare-poliziesco.

A questo proposito, è anche necessario il sostegno dell'intero movimento operaio e comunista internazionale, delle associazioni di sinistra, per organizzare una campagna interanzionale su vasta scala.

Il Movimento Socialista del Kazakistan chiede:

- L'immediata cessazione delle ostilità contro il nostro popolo e il ritiro delle truppe dalle città!

- Dimissioni immediate di tutti i funzionari di Nazarbayev, compreso il presidente Tokayev!

- Rilascio di tutti i prigionieri e detenuti politici!

- Garanzia del diritto di formare i propri sindacati, partiti politici, di fare scioperi e riunioni!

- Legalizzazione delle attività del vietato Partito Comunista del Kazakistan e del Movimento Socialista del Kazakistan!

Invitiamo tutti i lavoratori e le lavoratrici del paese a mettere in pratica la richiesta dei lavoratori assassinati a Zhanaozen di nazionalizzare tutta l'industria mineraria e su grande scala del paese sotto il controllo dei collettivi operai!


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