La “Rivoluzione di velluto” Raggiungerà la Kirghisia
Lo afferma Askar Akajev, presidente della
repubblica ex sovietica dell’Asia Centrale
http://www.apn.ru
10 dicembre 2004
Nell’agenzia russa “di notizie politiche” APN.ru è apparsa la seguente notizia:
L’opposizione kirghisa*
è intenzionata a conquistare con la
forza il potere nella repubblica. Lo ha dichiarato il presidente della
Kirghisia Askar Akajev nel corso della conferenza “La democrazia nel mondo che
cambia”. A suo avviso, l’opposizione è finanziata da capitali stranieri.
Ricordiamo che il 27 febbraio 2005 in Kirghisia si svolgeranno le elezioni per
il parlamento. Il successo della “rivoluzione di velluto” in Ucraina spaventa
tutti i governanti autoritari nella CSI. Preoccupazione è stata, in
particolare, espressa dal presidente della Bielorussia.
Traduzione
di Mauro Gemma
* Nota del traduttore:
Naturalmente al presidente della Kirghisia non può essere rimproverato un
maggiore dispotismo di quello che viene esercitato dai “satrapi” che governano
i paesi vicini dell’Asia centrale (l’afghano Karzai compreso), considerati
forse più affidabili dall’amministrazione USA.
L’opposizione nazionalista kirghisa (sulla cui fede “democratica”, peraltro,
c’è da nutrire più di un dubbio) non tollera in particolare quelle che vengono
considerate le eccessive aperture dell’attuale dirigenza del paese (che pure
ospita, accanto a basi russe, anche un aeroporto militare USA) nei confronti
della Russia e la politica di buon vicinato con la Cina, che ha portato
recentemente al regolamento di alcune controversie territoriali.
Ce n’è a sufficienza per attirare l’attenzione di Washington.