www.resistenze.org - popoli resistenti - libia - 20-09-16 - n. 602

Libia: un rapporto travolgente… ma troppo tardi

Christine Abdelkrim-Delanne | afrique-asie.fr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

15/09/2016

Il recente rapporto della Commissione Affari Esteri del Parlamento britannico sull'intervento militare in Libia nel 2011 accusa in modo chiaro l'ex Primo Ministro David Cameron.

"Premesse errate", "Intervento mal concepito"… Si sono quindi dovuti attendere più di cinque anni perché la Gran Bretagna riconoscesse il proprio "errore". Il Governo, si può leggere nel rapporto, "non ha potuto verificare la reale minaccia che il regime di Gheddafi avrebbe fatto pesare sui civili; sono stati presi troppo alla lettera ed estrapolati in  maniera selettiva alcuni elementi della retorica di Mohuammar Gheddafi e non si è riusciti ad identificare le fazioni islamiste radicali all'interno della ribellione".

In altre parole, come avevano denunciato all'epoca Afrique-Asie e qualche altra testata "politicamente scorretta", il rapporto stima che il governo britannico non ha voluto riconoscere l'esagerazione della minaccia che incombeva sui civili ed ha così aperto la porta ai ribelli armati islamisti. I parlamentari della Commissione ritengono oggi - ma così è troppo tardi! - che "un dialogo politico avrebbe potuto permettere di proteggere la popolazione e di cambiare e riformare il regime ad un costo inferiore"

Il 19 marzo 2011, la coalizione che raggruppava, in testa, le forze navali americane (Operazione Odyssey Dawn) e britanniche (Operazione Ellamy), le forze aeree francesi (Operazione Harmattan), britanniche e canadesi (Operazione Mobile) è intervenuta militarmente contro le forze armate libiche in piena violazione delle risoluzioni dell'ONU. Hanno partecipato anche forze armate danesi, belghe, italiane, norvegesi, del Qatar, degli Emirati Arabi Uniti, della Spagna, della Turchia ed altre. La Francia di Nicholas sarkozy e la Gran Bretagna hanno preso il controllo delle operazioni in un comando unificato con gli Stati Uniti, mentre le forze della NATO assicuravano a partire dal 23 marzo l'embargo sulle armi (Operazione Unified Protector).

La guerra contro la Libia è terminata il 31 di ottobre, dopo l'assassinio di Mouhammar Gheddafi, dopo aver provocato la morte di migliaia di civili, lasciandosi dietro una situazione di indescrivibile caos dalla quale la Libia non è ancora uscita. E quattordici mesi più tardi, la Francia di Francoise Hollande ha inviato il suo esercito in Mali per combattere le medesime milizie islamisti delle quali l'intervento della coalizione in Libia aveva permesso l'emergere.

David Cameron non è quindi il solo responsabile di questo "errore" gravato dalle sue conseguenze. All'inizio del 2016, Barack Obama ha dichiarato: "L'episodio della Libia è stato il peggiore del mio mandato". Un "episodio"? Un "errore"? La volontà di sterminare Mouhammar Gheddafi ed il suo regime è sempre stata chiaramente espressa. Un crimine, questo, passibile di essere giudicato dalla Corte Internazionale. Per lo meno, anche la Francia dovrebbe egualmente riconoscere la sua responsabilità. Ma in periodo pre-elettorale pare che questo non sia proprio all'ordine del giorno.




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