Contro le gravi violazioni dei diritti umani e civili in Lettonia
Appello del Comitato Esecutivo dell’Unione dei partiti comunisti-PCUS
www.kprf.ru - aprile 2003
L’organizzazione che raggruppa i principali partiti comunisti delle repubbliche
ex sovietiche (1 milione di iscritti, a cominciare da quelli del Partito
Comunista della Federazione Russa, prima forza politica del paese) ha diffuso
un appello, per denunciare le ripetute e gravi violazioni dei diritti umani in Lettonia,
paese appena entrato nella NATO e che ha firmato il 16 aprile, ad Atene, la sua
adesione all’Unione Europea.
L’appello è stato diffuso, nel momento in cui, a Riga, la maggioranza
parlamentare di centro-destra approvava una legge che punisce duramente la
semplice esposizione dei simboli comunisti e del passato sovietico.
M.G.
Al Presidente della Repubblica Lettone V. Vike-Freiberga
Al Presidente della Dieta della Repubblica
Lettone I. Strame
Ci vediamo costretti a richiamare la Vostra attenzione sul fatto
che, nonostante le numerose proteste, in Lettonia non sono cessate la
persecuzione degli antifascisti, la limitazione dei diritti dei cittadini russi
e l’umiliazione di quella parte della popolazione che parla la lingua russa.
Negli ultimi 10 anni sono stati condannati 11 combattenti della lotta contro il
fascismo e i collaborazionisti lettoni.
L’ex commissario del popolo, e poi ministro degli interni della Lettonia
sovietica A. Novik, dopo essere stato condannato all’ergastolo, è morto in
carcere, e persino i suoi parenti non hanno avuto il permesso di esseri
presenti alle esequie. Attualmente vengono perseguiti il comandante partigiano
V. Kononov (in difesa di questo
valoroso antifascista è intervenuto personalmente anche il presidente russo
Vladimir Putin, nota del traduttore) e N. Larionov, distintosi nella
lotta contro coloro che collaborarono con il fascismo. In generale, i
perseguitati e i processati sono anziani di oltre 80 anni, malati, invalidi,
impossibilitati a muoversi autonomamente.
In Lettonia continuano, nell’impunità, le profanazioni delle tombe dei soldati
sovietici caduti nelle battaglie per la liberazione della repubblica dal
fascismo tedesco. Due volte è stato fatto esplodere il monumento ai combattenti
sovietici che hanno liberato Riga, quattro volte sono stati violati i monumenti
ai soldati e agli ufficiali dell’Armata Rossa nel cimitero “Pokrovskij” di
Riga. Nello stesso tempo in Lettonia, e in particolare a Riga, sono stati
innalzati monumenti ai fascisti e ai collaborazionisti. Simile barbarie non si
è registrata neppure nei paesi che hanno creato il fascismo.
Nella repubblica viene coltivato un fenomeno pericolosissimo: l’interdizione
dell’esercizio delle professioni. La popolazione è divisa in “cittadini” e “non
cittadini” e sono in vigore più di 50 norme restrittive nei confronti dei
cittadini russi e russofoni, che impediscono di ottenere lavoro. Un cittadino
russo percepisce una pensione inferiore del 50% rispetto a quella di un
cittadino lettone. Queste retribuzioni da miseria rappresentano a stento la
metà del minimo vitale. I “non cittadini” sono spinti ad abbandonare la
Lettonia. I maltrattamenti subiti dalla famiglia dell’ufficiale russo A.
Sysojev sono diventati oggetto di inchiesta della Corte internazionale per i diritti
umani.
Prosegue la rimozione della lingua russa dalle istituzioni scolastiche. I libri
di testo e i manuali in russo, frequentemente non vengono forniti a scolari e
studenti. Gli esposti dei cittadini alle autorità sono accettati, di norma, in
lingua lettone.
Noi consideriamo tutto ciò come una degenerazione della democrazia lettone in
fascismo e apartheid di tipo sudafricano, sistemi ormai da lungo tempo
rigettati dall’umanità civile.
Voi siete convinti che la divisione della popolazione in “cittadini” e “non
cittadini” Vi aiuti a realizzare la politica del “divide et impera”, ma state
prendendo un abbaglio: non è possibile ingannare a lungo il popolo, sapendo
anche che la violenza genera sempre violenza.
Nel manifestare il più profondo rispetto nei confronti del popolo fratello
lettone e delle sue tradizioni rivoluzionarie, Vi chiediamo di interrompere le
violenze nei confronti del passato storico dei nostri popoli e le persecuzioni
contro gli antifascisti e le persone russe che hanno sacrificato la salute e la
vita in nome dello sviluppo e della prosperità della Lettonia socialista
sovietica.
Traduzione dal russo
di Mauro Gemma