Partito Socialista di Lettonia: In merito alle condizioni delle minoranze nazionali in Lettonia
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22 luglio 2003
Dal Partito Socialista di Lettonia
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Recentemente il Partito Socialista di Lettonia ha richiamato
l’attenzione dell’Unione Europea sulle condizioni di disparità, in cui versano
le minoranze etniche e linguistiche che vivono sul territorio della repubblica
baltica.
NOTA INFORMATIVA
In Lettonia,
dal 1995 è in atto la transizione del sistema educativo delle minoranze nella
lingua di stato, il Lettone. La “Legge sull’Educazione della Repubblica di
Lettonia” costituisce la base legale della riforma.
La minoranza etnica Russa rappresenta il 29,2% del totale della
popolazione. La minoranza linguistica Russa, vale a dire coloro che indicano la
lingua Russa come propria lingua madre, raggiunge il 37,3%. La minoranza
linguistica Russa include non solo la maggior parte degli appartenenti
all’etnia Russa, ma anche molti Bielorussi, Ucraini, Ebrei, Polacchi, Lettoni e
residenti di altre nazionalità.
Un sistema ben sviluppato di scuole per le minoranze nazionali esiste in
Lettonia, dove il 98,6% degli studenti studiano il Russo. Esso fu realizzato
nello stato indipendente della Lettonia già nel 1919, e si è ulteriormente
sviluppato durante il periodo sovietico, quando solo le scuole russe
funzionarono dopo il 1940, mentre le scuole delle altre minoranze vennero
chiuse. Restituita l’indipendenza alla Lettonia nel 1991, vennero ristabilite
anche le scuole polacche, ebree, bielorusse e lituane.
Oggi, un numero considerevole di famigliari di studenti istruiti in lingua Russa
ha reclamato molte volte che possa essere mantenuta l’opportunità di studiare
nella lingua madre in scuole finanziate dallo Stato. L’Assemblea Parlamentare
del Consiglio d’Europa, nella sua risoluzione 1236 (2001), insieme ad altre
organizzazioni internazionali, ha indirizzato alla Repubblica di Lettonia un
appello a mantenere il dialogo con i famigliari degli studenti. Ma i politici e
il governo ignorano ogni richiesta e raccomandazione, rifiutandosi di aprire un
dialogo fruttuoso con le organizzazioni dei familiari.
Le restrizioni nell’istruzione nella lingua madre delle minoranze contraddicono
le pratiche in vigore, gli standard dei diritti all’educazione delle minoranze
nazionali. Ne potrebbe derivare una deformazione nell’autoconsapevolezza nazionale
degli studenti, un basso livello di competitività dei giovani nel mercato del
lavoro e una crescita dell’estremismo che potrebbe condurre la società a un
conflitto interetnico.
Facciamo
appello ai deputati del Parlamento Europeo perché rivolgano particolare
attenzione alle richieste di cittadini contribuenti, appartenenti alle
minoranze nazionali della Lettonia, che intende diventare uno stato membro
dell’Unione Europea.
M. BEKASOV
Vicepresidente del Partito Socialista di
Lettonia,
osservatore dell’8° Saeima della Repubblica di Lettonia
al Parlamento Europeo
Traduzione di Mauro Gemma