www.resistenze.org - popoli resistenti - libano - 20-01-25 - n. 920

La guerra in Libano e nel Mediterraneo orientale e i piani combinati di Washington e Tel Aviv

Marie Nassif-Debs | posta@resistenze.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

03/01/2025

Il cessate il fuoco tra l'entità sionista e il Libano, firmato il 26 novembre 2004, non è mai entrato in vigore; al contrario, l'entità sionista continua la sua aggressione, distruggendo villaggi di confine e minacciando di morte chiunque si muova. Mentre scrivo queste righe, i droni nemici sorvolano Beirut e il loro ronzio continua per ore e ore. Le uniche persone che non lo sentono sono i membri del "nuovo" comitato di monitoraggio, guidato dagli Stati Uniti con l'aiuto della Francia... Sembra che, dal loro arrivo nel nostro Paese, si siano assentati. Non vedono e non sentono nulla.

Infatti, non hanno fatto alcun commento sulle dichiarazioni dei responsabili dell'entità sionista i quali hanno informato il mondo intero che le truppe di occupazione (che hanno approfittato del cessate il fuoco firmato con Hezbollah per invadere il Sud) non si sarebbero ritirate dal Libano il 26 gennaio.

Perché no?

Perché, secondo le loro affermazioni, queste truppe non hanno terminato la "loro missione", dal momento che Hezbollah non è ancora stato completamente spazzato via e i coloni sionisti, giunti dai quattro angoli del mondo, hanno ancora paura di ritornare nei territori settentrionali rubati ai palestinesi nel 1948...

Ma la realtà è ben diversa.

Ciò che Netanyahu e i suoi accoliti vogliono è occupare la fascia di confine libanese e sfruttare la terra fertile e l'acqua del fiume per creare nuovi insediamenti ed espandere la loro entità a nord e a ovest. Dopo la caduta di Bashar Assad, non hanno forse occupato la parte siriana del Monte Hermon e si sono spostati sul versante libanese, come desideravano da tempo? Non dicono forse che stanno aspettando l'arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca per poter conquistare nuovi territori libanesi, così come hanno già conquistato parte del Golan siriano, nonché le fattorie di Shebaa e le alture di Kfarchouba? Non era forse questo il piano presentato nel 1969 e nel 1970, quando iniziarono ad attaccare queste fattorie con il pretesto che appartenevano alla Siria e che quindi il loro destino dipendeva dalla Risoluzione 242 approvata due anni prima?

Tutti questi progetti sionisti sono parte integrante del più generale progetto del "Nuovo Medio Oriente", sviluppato negli anni Sessanta del XX secolo e rivisitato due volte, nel 1993 e nel 2006, che oggi consiste nel completare la divisione del Libano e della Siria in entità religiose confessionali antagoniste. Ciò consentirebbe finalmente a Washington di stabilire l'autorità dell'entità sionista sulla parte orientale del Mediterraneo e di garantire l'egemonia degli Stati Uniti sulla terra fertile e sulle acque della regione (dai fiumi Tigri ed Eufrate al fiume Litani), nonché sul gas e sul petrolio e sulle vie di trasporto e di commercio di questi due beni essenziali.

Ricordiamo ciò che l'ex ministro statunitense Zbigniew Brzezinski ha detto a questo proposito nel suo libro "La Grande Scacchiera - L'America e il resto del mondo", a proposito della situazione paradossale degli Stati Uniti che, per mantenere la loro leadership nel mondo, devono innanzitutto controllare la "Grande Scacchiera" eurasiatica, ossia Europa e Asia, di cui la Siria e il Libano costituiscono il nucleo e che si estende fino alla Cina... Chiaramente, se gli Stati Uniti vogliono (e devono) riuscire a controllare il pianeta e le sue risorse essenziali, non hanno altra soluzione che dominare i popoli attraverso l'espansione delle loro basi militari, le divisioni interne, le guerre regionali o la guerra generalizzata.

Questo è iniziato in Europa, dopo il crollo dell'Unione Sovietica, con i cambiamenti di confine e lo sgretolamento dei Balcani; e continua oggi con il controllo della NATO sulle ex repubbliche sovietiche intorno alla Russia.

Da qui il terzo atto nella nostra regione, prima dell'atto finale verso la Cina. E quindi la domanda: come possiamo fermare lo sgretolamento dell'Eurasia e ridurre la supremazia imperialista-sionista nella nostra regione?

La domanda di porre fine a questo "ordine mondiale" sotto l'egida americana può trovare risposta nel ruolo che possono svolgere i popoli di questa Eurasia, in particolare i popoli che si affacciano sul Mediterraneo.


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