www.resistenze.org - popoli resistenti - libano - 25-03-25 - n. 927

Dopo Gaza, il Libano?

Marie Nassif-Debs * | posta@resistenze.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

19/03/2025

Una domanda legittima dopo la brutale aggressione sionista di ieri a Gaza... Questa aggressione, che ha portato al martirio e al ferimento di centinaia di persone, è stata preceduta da una chiara minaccia lanciata dal nuovo inviato degli Stati Uniti in Medio Oriente, Steve Witkoff.

Non contento di invocare l'uccisione dei figli e delle figlie di Gaza, Witkoff ha seguito la sua minaccia con un'altra contro il Libano e il suo popolo, invitando il Presidente della Repubblica e il Primo Ministro a "dirigersi verso negoziati politici diretti e faccia a faccia", seguito da un annuncio che i sionisti rimarranno nelle cinque colline occupate e che gli Stati del Golfo "arabi" si asterranno dal contribuire alla ricostruzione del sud "prima che il nuovo processo politico si cristallizzi".

Questi diktat, accompagnati dalla minaccia al popolo del sud di tornare nei loro villaggi situati al confine con la Palestina occupata, ricordano la dichiarazione di Trump durante la sua campagna elettorale in un ristorante di Detroit.

Quel giorno, molti, compresi alcuni funzionari libanesi, applaudirono il "candidato" Trump e invitarono i libanesi-americani a dargli i loro voti, poiché promise che era ora che i libanesi vivessero in pace con i loro vicini... con i loro vicini.

Ed eccolo qui che mantiene la promessa fatta, che noi eravamo gli unici a interpretare come un chiaro ed esplicito invito a normalizzare i rapporti con il nemico, ed è questo che oggi ci dice Steve Witkoff a nome di Donald Trump.

Ci sta dicendo questo: o vi unite al coro dei regimi che stanno normalizzando e accettate i piani dell'amministrazione statunitense, a cominciare dal rilancio del fatidico accordo del 17 maggio e poi accettando di cedere i 13 punti che i sionisti aspirano a conquistare, o le conseguenze saranno disastrose per voi...

Purtroppo, la dichiarazione dell'inviato statunitense è passata "inosservata" e non ha ricevuto alcuna reazione ufficiale... Anche i media, con poche eccezioni, per lo più non hanno evidenziato o attirato l'attenzione su questo evento.

Pertanto, chiediamo ai funzionari interessati al nostro destino di prendere una posizione chiara ed esplicita... Soprattutto perché il nuovo inviato statunitense ha collegato le sue indicazioni relative al rapporto con l'entità occupata con riferimento alla demarcazione dei confini libanesi con la Siria e Cipro e ci ha chiesto di "leggere bene le variabili prima di passare a un altro argomento"?

(*) Ex vice segretario generale del Partito Comunista Libanese ed ex coordinatore del Forum della sinistra araba


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