www.resistenze.org - popoli resistenti - macedonia - 08-02-03

APPELLO dalla Macedonia


La popolazione macedone, profuga di Arachinovo, chiede aiuto

Noi, popolazione macedone profuga del villaggio di Arachinovo, , vogliamo fare un appello al lettore, in qualità di membri della nostra associazione “ZORA”.
Il 6 giugno del 2001, noi siamo stati espulsi violentemente dal nostro villaggio, e oggi viviamo ancora in convitti scolastici nella capitale macedone di Skopje. Per dieci anni abbiamo vissuto sotto le pressioni degli albanesi, che toccarono il culmine con l’espulsione della nostra popolazione dal proprio villaggio. Durante l’ultimo bombardamento di Arachinovo, a giugno, quando fonti, molto attendibili, rilevarono che molti degli istituti governativi mondiali si erano compromessi, noi, gente comune, perdemmo le nostre case, tutto ciò che possedevamo, la nostra pace e la nostra dignità.

Durante gli scorsi 16 mesi, il vandalismo nel villaggio non si è fermato. A dispetto delle pattuglie di polizia, formate congiuntamente da Macedoni e Albanesi, le abitazioni Macedoni, sono ancora un obiettivo permanente degli atti di violenza. Anche porte, finestre, linee telefoniche e ogni cosa che all’inizio fu lasciata intatta, sono state rubate dalle abitazioni.
Sono state collocate bombe nelle abitazioni e, il 10 febbraio del 2002, un Macedone di Arachinovo è morto per via di una bomba messa nella casa del fratello. Negli ultimi mesi cinque case macedoni sono state incendiate e distrutte. Uno dei pochi anziani che hanno deciso di tornare al villaggio è stato derubato dei suoi attrezzi agricoli e delle sue vacche. Un membro delle truppe di polizia ha chiaramente affermato che tornare ad Arachinovo è pericoloso per loro, così come per tutti coloro, che oserebbero dire al mondo tutta la verità sulla strage.
Sebbene a noi non si presta troppo ascolto, poiché gli albanesi hanno una  lobby internazionale molto forte, la verità sta venendo a galla, sia sulla carta stampata che sui media elettronici, e vi sono segnali che l’opinione pubblico internazionale sia orientata a modificare il suo giudizio finale sulle violenze e gli scontri in Kossovo e Macedonia. Ciò vuole dire che sarà finalmente provato che dietro tutte le lamentele degli albanesi sui diritti umani si nasconde ben altro – la conquista di territori.
Se gli albanesi non fanno uso della guerra per ottenere espansione territoriale, allora fanno uso dell’incremento demografico. Ogni anno ad Arachinovo vi sono fra le 600 e le 800 nuove nascite, di queste solo fra le 6 e le 8 sono di bambini macedoni.

Risolvere la nostra situazione sociale è il problema che stiamo affrontando noi, popolo profugo di Arachinovo, insieme a quelli delle altre regioni colpite dalle crisi degli ultimi anni. Anche se abbiamo richiesto che ci fosse garantita una nuova sistemazione (progetto per alloggiamenti provvisiori), fino a che le tensioni non fossero cessate, per via delle pressioni della comunità internazionale alloggiamenti permanenti non verranno costruiti, in quanto si pensa che agevolerebbero la pulizia etnica. Così, da una parte la Grecia fa pressione perché vengano ricostruite le case in quanto parte di una “Prospettiva Europea”, dall’altra il nostro stato non è in grado di garantirci sicurezza.

Riconosciamo che siamo in una situazione disperata e che siamo anche incompresi  da quei macedoni, che non sono della regione colpita dalla crisi. Alcuni dei nostri concittadini macedoni si aspettano che noi torniamo ad Arachinovo, dove dovremmo fornire protezione per la vicina Skopje. Considerando che un’area particolarmente estesa della Macedonia è ancora sotto l’occupazione militare degli estremisti albanesi, questa regione sarà insicura per qualche tempo. Comunque, dato che i giochi olimpici si terranno fra due anni ad Atene, non c’è da sorprendersi  che la Grecia non sia disponibile a finanziare la ricostruzione delle nostre case.
I bambini macedoni di Arachinovo non hanno avuto la possibilità di vivere liberi ne di godere della protezione della polizia per molti anni, e ora, noi genitori, dopo avere superato i traumi e le sofferenze della guerra, non abbiamo alcuna intenzione di riportare i nostri figli al villaggio. Non vogliamo che loro vi ritornino, soprattutto dopo che loro hanno visto le case dove sono cresciuti andare in cenere. Noi genitori sappiamo anche che almeno un albanese, per ogni abitazione albanese di Arachinovo, è andato a unirsi ai terroristi kossovari durante il conflitto dell’ultimo anno.

Molto spesso i giovani pensano di lasciare la Macedonia, poiché lo Stato non ci fornisce alloggi fuori da Arachinovo. Noi chiediamo che voi ci aiutiate moralmente e finanziariamente, per uscire fuori da questa crisi. Noi apprezzeremo moltissimo ogni tipo d’assistenza ed anche il vostro aiuto nel dire al mondo l’unica verità, cioè che noi Macedoni siamo stati espulsi, le nostre case distrutte, bruciate e svaligiate. E tutto ciò sta avvenendo mentre falsi racconti, di Albanesi privati dei loro diritti e torturati, vengono diffusi per il mondo. Grazie alla loro esplosione demografica e a bugie, gli Albanesi hanno creato con successo l’idea fraudolenta di un martirio.
A quanto pare, l’Europa ed il resto del mondo ci stanno relegando, come qualcosa da accantonare. Noi speriamo finalmente di essere compresi. Noi attendiamo con ansia il vostro aiuto, e saremo contentissimi di esprimere la nostra gratitudine per l’opportunità dataci di esprimere noi stessi.

Cordiali saluti

La popolazione profuga di Arachinovo

A cura dell’Associazione “ SOS Yugoslavia” - Torino