www.resistenze.org - popoli resistenti - messico - 05-07-18 - n. 680

Far deragliare l'unità nazionale, affrontare la borghesia in tutti i campi

Partito Comunista del Messico (PCM) | comunistas-mexicanos.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

12/06/2018

Preambolo

Il compito del Partito, una volta riorganizzato su base ideologica del marxismo-leninismo, consiste nell'applicare rigorosamente questo  metodo allo studio della realtà, per trarre le conclusioni per la strategia e la tattica. La nostra strategia continua a essere confermata dai fatti e in accordo con le elaborazioni del congresso del nostro Partito. Ci appelliamo in questo documento ai militanti che partecipano alla Conferenza Politica Nazionale per coadiuvare il Comitato Centrale nella sua riflessione sulla tattica da seguire, sia nella presente congiuntura come nel periodo seguente.

La tattica è determinata da flussi e riflussi del passaggio in questione, dal periodo strategico dato, dai rapporti di forza nella lotta, dalle forme della lotta nel movimento, dal ritmo del movimento, dal terreno della lotta in ogni momento dato, in ogni zona data.

1. Situazione politica attuale e le classi sociali

a. Contesto politico generale

Attualmente, come analizzato nel nostro IV e V Congresso, ci troviamo nell'epoca dell'imperialismo, nell'epoca della transizione al socialismo-comunismo. La contraddizione tra lo sviluppo delle forze produttive e i rapporti di produzione è giunta al suo limite, aprendo un periodo di rivoluzione sociale. Concretamente, lo sviluppo del capitalismo e con esso la contraddizione capitale-lavoro, nel nostro paese è giunto a tal punto che, come segnalato nel nostro V Congresso, la Rivoluzione Socialista è il compito immediato della classe operaia, il suo obiettivo immediato.

All'interno di questa lotta strategica, il momento attuale è caratterizzato dalla crisi internazionale del capitalismo iniziata nel 2008. Con i suoi effetti sull'economia e sulle condizioni di vita della classe operaia e gli strati popolari.

In questa situazione di crisi, la borghesia ha negli ultimi anni cercato constantemente di caricarne il peso sulla classe operaia, lanciando quindi un'offensiva contro di essa contro gli strati popolari. Le principali caratteristiche di questa offensiva sono la scomparsa del LyFC (società pubblica energia elettrica nella zona centrale del Messico ndt) nel 2009, a cui segue la Riforma del Lavoro approvata nel 2012. La cui intenzione era quella di liberare da ogni impedimento giuridico gli ostacoli allo sfruttamento della classe operaia. Sono stati resi legali Il subappalto; la riduzione dei salari al di sotto del salario minimo, tramite la paga oraria; il licenziamento sia individuale che collettivo; l'aumento della giornata di lavoro oltre le 8 ore attraverso il lavoro discontinuo; instabilità ed insicurezza lavorativa attraverso i contratti di prova e di formazione, ecc.

Il secondo momento di questa offensiva è stato realizzato con la firma del Patto per il Messico e con l'approvazione della Riforma Energetica, delle Telecomunicazioni e quella Fiscale, che hanno comportato una lotta inter-monopolista, ma che a loro volta hanno incrementato l'estrazione di plusvalore, a spese della classe operaia. Ciò ha aperto ad una serie di attacchi settoriali contro la classe operaia, come nella sanità, nelle pensioni, nei nuovi aspetti della riforma lavorativa. Così come nella riforma dell'istruzione, che è stata sostanzialmente una riforma lavorativa per eliminare i diritti sindacali e lavorativi degli insegnanti. Uno degli ultimi attacchi è stato il brusco aumento dei prezzi della benzina e del gas, successivi alla loro liberalizzazione, che ha rappresentato l'aumento dei costi della vita per la classe operaia e anche un attacco indiscriminato ai settori dei piccoli commercianti, degli autotrasportatori, dei piccoli proprietari, dei settori precari.

All'interno di questa offensiva è stato incluso il processo di spoliazione delle comunità indigene e contadine attraverso spostamenti forzati, sparizioni di interi popoli e dove l'azione di gruppi paramilitari è stata funzionale agli interessi dei monopoli forestali, minerari, energetici, ecc.

Sul piano politico e militare l'ingresso del Governo di Peña Nieto ha rappresentato un aumento della repressione (1), in particolare quella selettiva, attraverso un aumento delle detenzioni, delle scomparse forzate, degli omicidi per motivi politici dal 2008/2010 ad oggi (2). Il contributo degli apparati di contro-insurrezione colombiana (il generale Óscar Naranjo è stato il principale consigliere di sicurezza durante il primo anno e mezzo del governo di Peña Nieto), nordamericana (secondo i dati e le dichiarazioni del Dipartimento di Stato Nordamericano sono stati investiti 75 milioni di dollari affinché agenti nordamericani installassero attrezzature di misurazione biometrica ai migranti nei posti di controllo messicani della frontiera sud e detiene attualmene i dati di 30mila migranti. Agenti del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, vestiti come militari della Marina e armati, hanno partecipato a operazioni anti-narcos in Messico) e israeliana (oltre le dichiarazioni di cooperazione con il Mossad senza specificare altro, si è a conoscenza che l'impresa israeliana NSO ha venduto al governo messicano il Sistema Remote Control System, con capacità di interferenza elettronica nelle comunicazioni). Tutto questo ha sostenuto il governo ed ha mostrato immediatamente i suoi risultati: gli omicidi di comunisti e militanti sociali, gli atroci eventi di Iguala e dell'esperimento sfuggito di mano a Michoacán con le Autodifese.

Sappiamo che esistono differenze fondamentali tra le cosiddette Autodifese e le caratteristiche e i principi del potere popolare, come nel caso della Polizia Comunitaria di Guerrero, di Ostula o di Aquila. Nel caso delle Autodifese si percepisce la collaborazione stretta con l'apparato repressore dello Stato, l'armamento era acquisito da questi piccoli e medi borghesi per conto proprio, e si adottava la posizione di belligerante in difesa dei "piani di investimento e sviluppo" del grande capitale. Nel caso della Polizia Comunitaria, contadini collettivamente acquisiscono armamenti per respingere diboscatori, narcotrafficanti e altri criminali per cacciarli, dove i catturati sono giudicati da istanze della stessa comunità e dove si aggiunge l'opposizione armata ai monopoli minerari, alberghieri, del legno, ecc. Tuttavia, anche in quest'ultimo caso, lo stato borghese ha cercato di smantellarli attraverso contraddizioni, la destrutturazione e la cooptazione di alcune delle sue espressioni per affrontarle, ecc.

Tuttavia, la crisi e l'offensiva della borghesia, hanno avuto come risultato prevedibile l'aumento delle contraddizioni di classe, e un elemento che non era stato presente nel periodo precedente: l'entrata in scena delle masse sfruttate. Il processo che camminava lentamente, come la talpa della storia, e che rilevavamo a partire dal 2012 e 2013 come la tendenza all'insubordinazione che mostrava un aumento silenzioso delle lotte operaie e contadine, e che ha avuto la sua esplosione a partire dal 26 settembre 2014.

Il movimento che si è scatenato è stato uno dei più grandi degli ultimi anni, e ha avuto la caratteristica di esser generato da un elemento politico e non economico (anche se principalmente diretto da slogan politico-morali). Questo movimento insieme con i processi di lotta nel sud del paese e degli insegnanti ha scatenato l'ANP, importanti proteste nel 90% dei municipi del paese e le giornate di lotta a Guerrero dal 2014 al 2015, con la presa di municipi (circa 15 municipi sotto il controllo di Assemblee Popolari), manifestazioni di massa con contadini armati e l'accampamento di Chilpancingo, così come i tentativi di boicottaggio attivo nelle elezioni di luglio 2015.

L'anno seguente la lotta degli insegnanti è tornata a incendiare la piazza. Infine nel 2017 si è avviata una rivendicazione economica a partire dai combustibili, che ha compreso i violenti scontri a Ixmiquilpan e Ensenada. Così come le lotte spontanee e disorganizzate della classe operaia: negli stabilimenti industriali a Città Juárez e Matamoros; scioperi dei petroliferi a Salina Cruz, Tamaulipas, Coatzacoalcos e Minatitlán; sciopero in vari stati dei lavoratori del commercio (Liverpool, Aurrera, Sam's, Walmart); sciopero recente in Aeromexico, sciopero e scontro nella siderurgica di Lázaro Cárdenas, così come diverse proteste a Monclova e Saltillo; sciopero nel settore del Trasporto, scioperi in Audi (Puebla); sciopero più prolungato in Nissan (Cuernavaca), ecc.

A differenza del precedente periodo, in questo vediamo l'insurrezione, la partecipazione della classe operaia e delle masse sfruttate quando il ciclo del capitale ancora non si riprende dalla sua più grande crisi, né ci sono elementi che indicano una pronta ripresa.

Dati statistici ufficiali di questo barbaro assalto al valore della forza lavoro e gli shock che ha provocato sono diificili da reperire a causa della natura contradditoria di questa dei dati in seguito alla pretesa del governo messicano di propagandare l'immagine di una "pace lavorativa" ad ogni costo.

Così vediamo, ad esempio, che nel periodo del governo Calderón si è fatto riferimento a 54.563 stabilimenti, che si traducevano in un inverosimile 0.1% di sciopero scoppiati secondo la STPS (Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, ndt). Allo stesso tempo il governo federale riconosceva solo 92 scioperi, solo nel suo ramo la Camera Mineraria del Messico, più interessata a contabilizzare le sue perdite con esattezza, riportava di 183 scioperi - dei quali 158 furono dichiarati "inesistenti" e non contabilizzati dalla statistica ufficiale nonostante si siano prolungati per settimane, mesi o anni, fino ad esser affrontati con la polizia.

Il caso di Peña  Nieto è ancora più estremo, poiché esiste fondamentalmente una schizofrenia di dati tra enti. Secondo la Presidenza nel suo ultimo rapporto annuale al Congresso non è esistito dagli inizi del sessennio fino a questo momento alcun sciopero, secondo la risposta della STPS dopo una sollecitudine del IFAI (Istituto Nazionale di Trasparenza, Accesso all'Informazione e Protezione di Dati Personali, ndt) si riconoscono 22 scioperi (con una semplice rassegna giornalistica possiamo duplicare la cifra con scioperi dichiarati inesistenti: Nissan in 2 occasioni, CIAD, Colegio de Bachilleres de Campeche, SUTIEMS, Mineros de Lázaro Cárdenas, Universidad Michoacana, La Jornada, Calzado Sandak, Universidad Autónoma Benito Juárez de Oaxaca, Sindicato de Trabajadores al Servicio del Estado de Michoacán, Universidad de Sonora, Universidad Autónoma de Chapingo, Transportes Cuauhtémoc, Seguro Popular en Oaxaca, Transportes Amarillo y Blanco, Driscoll's en Baja California, maquila The Original Mexican Jean Company, maquila RBC, maquila Johnson, maquila Delphi, camioneros de FEMSA-Coca Cola, scioperi magistrali), e secondo l'INEGI (Istituto Nazionale di Statistica e Geografia, ndt) ricompilando i dati delle giunte locali ce ne sono stati 295 nello stesso periodo. Allo stesso tempo i dati di una crescita esponenziale dei conflitti lavorativi individuali non sembrano corrispondere a questa presunta "pace lavorativa e buona intesa".

Ciò che possiamo scandagliare con le cifre è il senso più generale dell'offensiva, che è l'incremento del grado di sfruttamento attraverso alcuni suoi riflessi. Allo stesso tempo che i monopoli in Messico incrementano i loro profitti ad un ritmo varie volte superiore a quello di altre economie e a un ritmo superiore alla crescita del PIL (2.5%), i salari partecipano in una percentuale decrescente del PIL - mentre negli anni '70 rappresentava il 40% negli anni '90 si è ridotta al 35%, nei sei anni di Fox e Calderón è sceso dal 34.5% al 32.2%, e il risultato delle dure misure dei sei anni di Peña Nieto ha fatto scendere questa partecipazione ancora di più fino a raggiungere il 23%.

Il valore della forza lavoro è stato così colpito che il 41% dei lavoratori salariati non è in grado di acquistare con un solo salario il paniere alimentare raccomandato - cioè di riprodurre la sua stessa forza lavoro -, senza i programmi di assistenza la percentuale della popolazione sotto la soglia di povertà sarebbe di uno schiacciante 63%.

20 anni fa si attivò la lotta contro l'impero, la globalizzazione, il neoliberismo. Varie organizzazioni dicevano che lo Stato Messicano era un caporale delle multinazionali. Rafforzandosi la tendenza protezionista si rivela con più chiarezza come la realizzazione del capitale ha la sua genesi nella nazione. La rivoluzione ha un quadro nazionale. Il capitale sociale ha il suo sviluppo nei contesti nazionali. La borghesia ha un unico interesse di classe, anche se differenti espressioni politiche, come ad esempio: tutti sono d'accordo con la pace sociale. Esistono e dobbiamo tenere in considerazione le contraddizioni inter-borghesi.

Un elemento determinante sono le contraddizioni interimperialiste che attraversano tutti gli avvenimenti nel pianeta e il cui aggravamento futuro può avere conseguenze devastanti. La Legge dello Sviluppo Diseguale è una legge assoluta del capitalismo e determina che i capitali e le economie capitaliste si sviluppano a ritmi differenti, convivendo alcune con processi di declino e altre con processi di espansione a ritmo lento o accelerato.

La natura stessa dell'imperialismo fa sì che esista una richiesta di una maggiore sfera d'influenza di quelle economie imperialiste in ascesa a spese di quelle in declino. La crisi capitalista mondiale aggrava queste fortemente le contraddizioni, alcuni centri imperialisti optano per il protezionismo per evitare di soccombere ai suoi rivali mentre altri centri imperialisti vanno in difesa del liberalismo - ossia ognuno in difesa di quello che meglio esprime i suoi interessi, e per il momento si passa alla guerra commerciale.

Pressioni diplomatiche, interventi spudorati, rovesciamenti, guerre di secessione e elezioni sono attraversate in tutto il mondo da queste contraddizioni. In tutti i paesi le espressioni politiche borghesi cominciano ad esprimere la scelta di una o l'altra alleanza come una delle principali questioni da risolvere insieme alla forma di gestione della crisi, avvolgendo ogni espressione dei suoi interessi con un vestito ideologico a convenienza, così avviene in Ucraina, in Venezuela, in Grecia, in Spagna, e negli stessi USA.

Il Messico non fa eccezione. La modalità di usare il Trattato di Libero Commercio  come meccanismo per ri-esportare il 50% delle importazioni della Cina verso gli Stati Uniti e verso l'alleanza preferita che la borghesia del nostro paese aveva con gli Stati Uniti - che con scambi nella legalità e decreti dello scorso anno sembrava profilarsi verso l'integrazione alla NATO - si è complicata. Una frazione della borghesia si è schierata a favore della cosiddetta diversificazione delle sue relazioni internazionali, mentre un'altra frazione desidera preservare il più possibile il NAFTA (Trattato di Libero Commercio Nord Americano, ndt) con alcune linee rosse e usando i migranti come moneta di scambio nella negoziazione.

b. Significato delle elezioni del 2018

Di fronte all'approfondimento della crisi e la risposta popolare, finora spontanea, che minaccia di sopraffare le capacità di manovra e reazione dello Stato sul piano nazionale; così come l'inasprirsi delle contraddizioni interimperialiste, la borghesia è interessata a trovare una soluzione. Questa è definita in gran parte con la sua necessità di avere un governo che abbia il sostegno della maggioranza dei gruppi monopolistici, e che esprima la politica di "unità nazionale" per la sopravvivenza del sistema capitalista.

Il primo precedente di questo processo lo possiamo osservare nel Patto per il Messico, che ha avuto carattere temporale, dopo aver raggiunto la maggior parte dei suoi obiettivi. Con le sue crepe interne questa "Unità Nazionale" cerca di raggruppare le forze politiche della borghesia in un solo blocco, che sottomette tutte le altre classi ai suoi interessi. Evidenziazioni di questo sono state: la firma di un Patto di Unità promosso da MORENA (Movimento di Rigenerazione Nazionale, sinistra socialdemocratica, ndt); le manifestazioni di "Unità nazionale" direttamente promossa da organismi imprenditoriali, ecc.

Sebbene negli ultimi decenni era stata scartata l'"Ideologia della Rivoluzione Messicana" come credo ufficiale, la borghesia e soprattutto la nuova socialdemocrazia l'ha rispolverata come apparato ideologico per mantenere le masse addormentate, fintanto che molte delle sue idee-forza continuano a permeare tra i settori popolari. Questa ideologia pone la collaborazione di classe, il governo per i poveri e i ricchi, lo Stato borghese come ente morale al di sopra delle classi che cerca l'armonia di entrambe, ecc.

Le elezioni federali in corso esprimono la lotta tra i gruppi monopolistici (nazionali e stranieri), insieme con i suoi rappresentanti politici, per la gestione statale e per l'opzione preferenziale delle loro relazioni internazionali. La disputa non è su differenti forme di gestione economica, ma sul modo di affrontare la crisi economica e la crescente insubordinazione. Le entità in disputa cercano di realizzare un riassestamento che assicuri il dominio, e non vogliono ne possono modificare il corso economico-politico. Più le opzioni elettorali borghesi si assomigliano nelle cose fondamentali delle definizioni politiche e economiche più cercano di dare l'aspetto della polarizzazione sulla base di aspetti secondari o di facciata, caratteristiche personali, fraseologia, ecc.

c. Interessi monopolistici da regolare

Sul piano politico-elettorale, le opzioni che si presentano con la possibilità di assumere la direzione del Governo coincidono con una politica che preserva la natura di classe dello Stato, assicura l'estrazione di plusvalore di fronte alla crisi e davanti le resistenze che affronta, difende la posizione internazionale che hanno conquistato i monopoli messicani.

Nel tentativo di conformare il raggruppamento delle forze borghesi agli obiettivi precedentemente illustrati, si sono formate tre alleanze politico-elettorali. Queste tre alleanze si sono spogliate in gran misura del vestito ideologico, come mostrato dall'alleanza ("Insieme Faremo la Storia", ndt) MORENA-PES (Partito dell'Incontro Sociale, centrodestra, conservatore, ndt)-PT (Partito del Lavoro, socialista, patriottico, ndt), o PAN-PRD ("Fronte per il Messico", formato dal Partito d'Azione Nazionale - centrodestra, conservatore e liberista - e Partito della Rivoluzione Democratica - centrosinistra, socialdemocratico - ndt), per non menzionare il grottesco gioco di alleanze ai livelli statali e locali.

I tre gruppi hanno essenzialmente gli stessi obiettivi, la differenza tra ognuno di loro si trova in sfumature nelle proposte per la gestione della crisi. Così come una diseguale capacità di ottenere qualche appoggio dalle masse sfruttate, per offrire alla borghesia una certa stabilità politica.

Le tre alleanze sono state esplicite e chiare: non "ci saranno espropriazioni, socializzazioni o nazionalizzazioni", "si rispetteranno gli interessi dei banchieri", "si daranno garanzie ai contratti petroliferi firmati", "si daranno garanzie agli investitori", ecc. Scartato per intero il tema della proprietà sulle risorse strategiche e i mezzi di produzione centralizzati, le tre alleanze competono per esser la più socialdemocratica in materia sociale - "immissione diretta e sostegno per gli studenti universitari", "reddito di base universale", "registro nazionale di necessità", ecc. In questo si vede il senso con il quale le forze politiche della borghesia modellano il futuro governo, utilizzare la spesa sociale per posticipare ad un momento più vantaggioso per la borghesia le esplosioni sociali di malcontento, iniettare attraverso programmi appena il minimo indispensabile per evitare che una parte della popolazione sprofondi sotto la soglia di povertà. Possiamo anticipare, indipendentemente dall'occupante del potere esecutivo, che il prossimo sarà un Governo della Demagogia.

Anche il capitalismo come modo di produzione economico ha la sua propria ideologia, che è l'ideologia del capitale. A partire dai suoi approcci programmatici, è possibile conoscere le posizioni ideologiche di tutti i candidati al governo della repubblica. La continuazione dell'attuale forma di gestione, senza sfumature, non solo come modello economico, ma anche come ideologia, ossia come gestione del capitale continua ad esser la posizione predominante praticamente in tutte le proposte. Solo nel caso di AMLO (Andrés Manuel López Obrador, ex PRD, candidato del partito MORENA) si è insistito nel voler comparare la sua proposta di governo con quella dei governi di taglio progressista del Sud America dall'inizio del secolo, in opposizione e come alternativa al neoliberismo nel campo economico, in modo da presentare ideologicamente la disputa come sinistra contro destra.

Questa comparazione è basata nel discorso di AMLO e nella composizione delle forze sociali che lo appoggiano, non dei partiti politici che sostengono la sua candidatura e che di fatto eserciteranno il potere governativo, dei quali almeno uno ha una ideologia assolutamente reazionaria. Nei suoi discorsi López Obrador offre di umanizzare il capitalismo, principalmente combattendo la corruzione, cosa che risulta attrattiva per le forze riformiste e opportuniste autodenominate di "sinistra" ma che in realtà sono affini al partito del capitale, visto che esse nemmeno lottano per trasformare la società ma vogliono mantenere la sottomissione del popolo lavoratore.

Queste forze sociali, da diverse posizioni di "sinistra" credono e fanno credere ai loro sostenitori che AMLO rappresenta un "cambio di regime", "la difesa della sovranità nazionale", "che permetterà l'avanzamento della sinistra", che rappresenta "l'unità nazionale", "una opzione pacifica" fino all'esser "il male minore" o "il meno peggio". I nemici politici di AMLO o, come li chiamiamo loro, i suoi avversari, da parte loro cercano di insultarlo e togliergli simpatie con argomenti quali "trasformerà il Messico in Venezuela" o caratterizzandolo come "comunista", "socialista", "radicale", "populista", legando molto bene questi argomenti a quelli dei suoi sostenitori per presentarli con certa coerenza.

Tutti questi argomenti non resistono al peso di un'analisi di classe. Lo stesso AMLO è il più interessato a mettere distanza tra queste caratterizzazioni e la sua posizione politica.

MORENA-PES-PT, che è indicato da praticamente tutti i gruppi editoriali come il favorito, in generale si caratterizza per aver virato velocemente su posizioni più reazionarie in conformità con l'appoggio ottenuto da gruppi borghesi. Da nostra ricerca, finora possiamo dire che Gruppo Azteca, Monsanto, Seminis, Gruppo Finanziario Nord, Gruppo Gruma, Gruppo Iberdrola, Gruppo Pegaso, Gruppo Commerciale Chedraui, Gruppo Televisa, Gruppo Bimbo, ITP Aereo, Gruppo IDESA-Brasken, Walmart, Gruppo finanziario BBVA-Bancomer, Telmex, CANACO-Servytur, CANACINTRA, la Fondazione Nazionale per la Democrazia e la Società Aperta (entrambi del banchiere George Soros) hanno posizioni attraverso rappresentanti nel gabinetto proposto da AMLO o nella sua squadra di consiglieri. Nelle candidature a senatori, deputati e governatori possiamo vedere allineati altri gruppi capitalisti, come ad esempio le compagnie minerarie canadesi, la Miniera Frisco, Fertimex, Jumex, l'Associazione Industriali di Tlalnepantla, Gruppo Domos, Laboratori Solfrán, quadri regionali del CCE, della CANACINTRA, ecc.

Abbiamo anche elementi per identificare in AMLO l'opzione preferita della diversificazione dei trattati inter-imperialisti e dell'apertura verso la Cina. In questo identifichiamo il suo proporsi come negoziatore per il Trattato di Libero Commercio, le strizzatine d'occhio fatte da Alfonso Romo e il cambio delle sue posizioni in merito. Così come al contrario l'attitudine assunta dal governo di Trump, così come da quello di Peña Nieto e Videgaray per accelerare le negoziazioni e concluderle prima che queste passino da un negoziatore più vicino a Pechino.

Ideologicamente la proposta di AMLO è rafforzare l'ideologia della classe dominante. Da un lato, ha incorporato due ex dirigenti nazionali del PAN, di chiara ideologia conservatrice: Germán Martínez e Manuel Espino, quest'ultimo, a suo tempo fu anche dirigente dell'Organizzazione Democratica Cristiana d'America; Alfonso Romo intimamente legato all'Opus Dei e ai Legionari di Cristo, in particolare a Marcial Maciel, è stato coordinatore del Progetto alternativo di nazione e oggi è collegamento imprenditoriale della campagna di AMLO, e a suo dire il suo prossimo capo dei consiglieri.

Dall'altro lato, la cupola del PES, con il suo dirigente nazionale Hugo Eric Flores, e altri dirigenti statali come Luis Moreno, nella Bassa California; Guillermo Trujillo Álvarez, a Veracruz; tutti imprenditori e ministri o ex ministri evangelici, con una piattaforma politica totalmente reazionaria. Inoltre dalla sua proposta di una "costituzione morale" progetto che, naturalmente, cammina insieme a Alejandro Solalinde, sacerdote attivo e promotore del voto a favore di AMLO, c'è una ricorrenza nelle posizioni programmatiche, ad esempio, sull'istruzione, insistendo che essa deve andare d'accordo con i valori e con una chiara bussola morale.

L'incorporazione di quadri politici della borghesia come Germán Martínez,, Esteban Moctezuma o Tatiana Clouthier non corrisponde solamente con il semplice interesse di posti, ma obbedisce a una decisione politica di una frazione importante della borghesia. La decisione di contare su un "Partito Forte", ossia un Partito che incarna la parola d'ordine dell'"Unità Nazionale", che non solo ha il consenso della maggioranza della borghesia ma il controllo effettivo di una frazione maggioritaria dei contadini organizzati, la piccola borghesia raggruppata e dei sindacati organici, che contando su questo attivo politico freni l'insubordinazione e permetta alla borghesia di transitare con relativa tranquillità da un periodo di crisi nel quale necessita, tra l'altro, di riorganizzare le sue relazioni internazionali.

Ma anche se una buona parte della borghesia messicana, le cui fortune superano quelle dei suoi competitori, sta sostenendo l'opzione di gestione che presenta AMLO, non tutta questa classe è monoliticamente d'accordo e quindi anche il suo progetto non avanza senza contraddizioni.

All'opzione di diversificazione nei trattati inter-imperialisti e all'apertura con la Cina evidentemente si oppongono in primo luogo il potente complesso industriale militare, il settore automobilistico, metalmeccanico, del carbone e del petrolio degli USA; che è espresso da Trump. E' da supporre che questo settore sostenga il candidato del PRI (Partito Rivoluzionario Istituzionale, centro, liberale, ndt) come sua opzione preferita.

Gli interessi di alcuni capitalisti in particolare sarebbero quelli colpiti dagli interessi generali della borghesia come classe e naturalmente si oppongono a questo. Questo è il caso di Germán Larrea e Gruppo Industriale Miniera Messico che retrocederebbe davanti alle miniere canadesi e cinesi e il cui rappresentante, Javier Lozano, agisce come coordinatore della campagna di Meade (candidato del PRI, ndt). Altri capitalisti che sostengono la sua campagna sono raggruppati nella Funsalud, il GACM, Pinfra, OHL, quadri del CCE, Concamin, ecc.

La spagnola OHL e la messicana Pinfra, che sono state le 2 imprese costruttrici più beneficate dalla gestione attuale, si aspettano di esser rimpiazzate nei contratti per le opere pubbliche. Di fatto sono stati questi gruppi che bloccarono la strada alla sua candidata nello Stato del Messico per blindare i loro interessi e contro i quali si dirigono le frecciate di Obrador riferendosi alla revisione dei contratti sull'Aeroporto.

Tuttavia, Carlos Slim si è scontrato pubblicamente con Obrador su questo aspetto, facendogli sapere sia con la divulgazione del finanziamento tramite i fondi di risparmio sia con dichiarazione diretta che coni un progetto della borghesia nel suo insieme. Questo scontro deriva dal fatto che AMLO ha riunito tanti appoggi di gruppi borghesi che competono tra di loro in particolare - in questo caso Gruppo Roibòo e Gruppo ICA -, con differenze tra le opzioni di gestione - tra investimenti colossali nell'opera pubblica per attivare rami dell'economia contro il contenimento e l'austerità nella spesa pubblica; curiosamente adottano la posizione neoliberale contro quella Keynesiana - e della necessità di autoaffermare la loro autorità come potere politico.

Nemmeno tutta la borghesia è d'accordo con particolari aspetti della gestione che propone AMLO, come il tema della revisione parziale della riforma dell'istruzione in cui si scontra con Claudio X. Gonzalez che agisce contro. Per il momento Claudio X. Gonzalez (Kimberly-Clark), ha riunito un blocco con i capi del Gruppo BAL, Gruppo Mexico, Cinépolis e Lalà per cercare di determinare uno scenario che assicuri la sconfitta del blocco capitanato da AMLO. La sua scommessa è quella di sacrificare ancora una volta il PRI facendolo declinare rispetto al Fronte PAN-PRD per unificare il voto delle due coalizioni.

Per ultimo, l'esistenza di crepe determina che esistano altre proposte borghesi, forze di riserva che in questo momento non appaiono tra le prime opzioni. Esempio di questo sono le candidature indipendenti, insieme con il loro riflesso ideologico della "cittadinanza" della politica, che significa in realtà la privatizzazione della politica (3). Quasi tutte le candidature indipendenti servono ad espressioni borghesi, di gruppi locali nei confronti di monopoli che li hanno svantaggiati dal punto di vista politico. Tuttavia, in qualche momento questa riserva può passare in primo piano e incidere nei risultati politico-elettorali.

La nostra ipotesi è uno scenario dove si confermerà il trionfo del blocco capitanato da AMLO; essendo quello che offre migliori condizioni di contenimento dell'insubordinazione per il futuro governo della demagogia, esprimendo la necessità di diversificare i trattati inter-imperialisti per dotare di mercati la borghesia messicana, essendo la miglior espressione per la politica dell'"Unità Nazionale", e raggruppando la sufficiente forza relativa di gruppi monopolistici in grado di neutralizzare quelli che si oppongono. Osserviamo che il supporto di diverse forze viene giocato per trasferire la vera controversia sulla composizione delle maggioranze nelle camere legislative.

Questo scenario si cancellerebbe se il blocco di monopoli dopo AMLO non riuscisse a raggiungere un accordo nella questione strategica dell'aeroporto, aumentando le sue crepe - siccome molti altri monopoli con posizioni chiave nella sua squadra e futuro governo hanno interessi intrecciati in moltissimi rami con Gruppo Carso, ipotizziamo che un accordo alla fine ci sarà - al contempo che il progetto di una coalizione tra le altre 2 alleanze si concretizzerà. Uno scenario difficile dati i sacrifici alle strutture politiche che comporta e i rischi che implicherebbe per la stessa borghesia ma che non può esser del tutto scartato.

d. Minacce dopo le elezioni

Tutto indica che il blocco maggioritario sta puntando sul trionfo di MORENA, visto che richiede una politica che MORENA può esprimere al meglio. A sua volta il trionfo di MORENA (e la stessa dinamica attuale) indica una mutazione di questo partito (principalmente dei quadri medi e del suo programma politico) e la conformazione di un nuovo scenario politico.

Questo scenario rappresenta una seria minaccia all'organizzazione e allo sviluppo politico della nostra classe, in quanto suppone la cooptazione e l'integrazione nel partito e amministrazione governativa, di quadri e settori della classe operaia e il campo popolare, auspicati dall'opportunismo. Un'operazione permanente nei prossimi anni di smobilitazione, ripiego, disarmo ideologico, fomentando l'illusione delle masse che si può risolvere la crisi combattendo la corruzione, investendo in infrastruttura e applicando programmi assistenzialisti di massa. Allontanando dalla soggettività la soluzione rivoluzionaria della questione della crisi e ovviamente ostacolando in ogni modo le misure preparatorie serie e su grande scala. Non si tratta di graziose concessioni del nemico di classe, ma la decisione di rinviare a un momento più favorevole per loro gli scontri decisivi per ottenere la sottomissione nel lungo periodo attraverso il fuoco e il sangue.

Il tempo comproverà l'incapacità di questa gestione di risolvere la questione della crisi. Quando già a questo punto della crisi fino al 68% della popolazione non può vivere del solo prodotto del suo lavoro, e dipende da sussidi, rimesse o trasferimenti di programmi sociali per completare il loro reddito e superare la soglia di misera, comprendiamo che il capitalismo riesce a malapena a gestire le sue contraddizioni. Questa povertà crescente non è stata né sarà risolta dall'assistenzialismo, poiché ha la sua origine nella crescita della sovrappopolazione relativa cacciata dallo sviluppo del capitale più intensivo, dalla necessità stessa dei capitalisti di intensificare lo sfruttamento, ecc. e questo si risolve solo mediante il superamento della contraddizione tra capitale e lavoro, ossia socializzando i mezzi di produzione. Il fallimento ulteriore della gestione guidata da MORENA non si traduce automaticamente in una radicalizzazione delle masse o in una disposizione alla lotta. Disarmati ideologicamente e di fronte a questo risultato la minaccia seguente sarà la disillusione e la demoralizzazione.

Per un certo periodo di tempo, fin quando il governo godrà di alti livelli di accettazione con strutture sindacali, contadine, del campo popolare, ecc. cooptate, potrà approvare misure barbare con solo alcuni cambiamenti di facciata senza grande opposizione, reprimendo anche coloro che si oppongono con l'applauso di quelli che dovrebbero esser gli alleati naturali di tali oppositori.

Alcune delle minacce più immediate che si intravedono sono quelle relative ai processi di depredazione, spoliazione e sfruttamento intensificato delle Zone Economiche Speciali. Sulle pensioni e la loro riforma, MORENA non ha detto una sola parola, per cui dobbiamo supporre che il processo di privatizzazione non sarà invertito ma continuerà ad approfondirsi - con il palliativo del sostegno agli adulti minori ad usufruire dei fondi saccheggiati dai banchieri.

Nel remoto caso non si verificasse questo scenario, la minaccia è affrontare la repressione aperta a grandi settori della classe operaia e del campo popolare che sono stati diretti da una forza politica che non ha mai mosso un dito per prepararli ad uno scenario così. Evidentemente il suo apparato si sbriciolerebbe e sarà all'ordine del giorno in un primo momento il lavoro per riorientare le forze disposte alla lotta, organizzare il suo ripiego nel momento opportuno e passare a compiti simili a quelli dell'altro scenario. Ossia, combattere il disarmo ideologico, la demoralizzazione, la disillusione, strappare le masse dall'influenza della socialdemocrazia, dargli un orientamento politico rivoluzionario.

2. La tattica del PCM di fronte al processo elettorale del 2018

Formalmente, esisterebbero elementi per parlare di una maggiore democrazia, ci sono più partiti registrati, c'è la possibilità di candidature indipendenti, i governi che si formano devono esser di coalizione, ecc. La famosa transizione democratica ha trionfato. La traduzione reale di questo per la classe operaia e gli altri settori oppressi è che, a maggior democrazia maggior dittatura. Senza crepe nella classe dominante, e senza alcun problema tra le sue espressioni politiche, si è approvata la Legge di Sicurezza Interna, insieme con la Legge Mordaza, che rafforza lo Stato indipendentemente dal governo. La borghesia riafferma che se tutto il resto fallisce, ha ancora i fucili puntati contro la classe operaia.

Di fronte a questa tattica della borghesia, ci sono ancora grandi settori della classe operaia, ben controllati, fiduciosi in una di queste proposte. Inoltre, è prevedibile una minore astensione in queste elezioni, che si spiega con la situazione di crisi, che porta a scommesse disperate, soprattutto in certi settori della classe. E' molto chiaro il caso degli insegnanti, degli operai del settore petrolifero, degli impiegati, che cercano in particolare un sollievo alla loro situazione, senza identificarsi in una opzione di classe.

Questo determina che organizzazioni che disputano la direzione di questi settori si vedono obbligate a cercare la competizione su questo terreno, per mantenere la loro base politica. Un esempio di questo è la candidatura indipendente del CNI (Congresso Nazionale Indigeno, ndt) e EZLN (Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, ndt), che cerca di approfittare del nuovo scenario. Un altro esempio, nello stesso senso, era stato il tentativo di candidatura di una lavoratrice degli stabilimenti di Juárez nel 2016, appoggiata da gruppi trotskisti e piccoloborghesi; tuttavia, la sua sconfitta nella raccolta firme ha portato ad uno sbandamento nell'organizzazione operaia che si stava formando.

Come Partito, non possiamo appoggiare nessuna delle alleanze borghesi, visto che significherebbe mentire alla classe operaia, indurre illusioni sulla possibilità di migliorare le sue condizioni sotto il capitalismo, oscurerebbe il senso delle loro misure economiche e del loro agire all'interno e all'esterno del paese, annullerebbe le nostre possibilità di affrontare l'offensiva borghese. Come Partito, non possiamo nemmeno non guardare i rapporti di forza, la dinamica della lotta di classe, e proporre una tattica come il boicottaggio attivo sarebbe mentire a noi stessi. Dobbiamo partire dalla situazione reale, la situazione del Partito e quella della classe operaia.

I settori sindacali si riallineano politicamente in questi momenti; gli insegnati, i lavoratori petroliferi, minerari, con MORENA; i settori dei lavoratori pubblici e contadini del PRD andranno con il Fronte; alcuni settori di CTM, CROC con il PRI, ecc. Attualmente la base sociale che porta i voti al PRI è in gran misura nel settore popolare. Tuttavia se appaiono così indeboliti è propriamente perché a partire dalle riforme costituzionali hanno perso il controllo corporativo di porzioni enormi delle centrali operaie e sindacali. I settori "indipendenti" e nel campo popolare staranno abbastanza alla coda di MORENA, o nel il disfattismo e la passività.

Le masse operaie si dividono tra astensione e il voto per MORENA, ma si può osservare una certa tendenza che in questa congiuntura molti preferiscono la seconda. Nei settori contadini, piccola borghesia commerciante e professionisti possiamo supporre che questa tendenza è ancora più accentuata.

Tra le masse operaie e popolari primeggia il discredito nei confronti delle due precedenti gestioni, l'idea confusa della necessità di un cambiamento. Si consolida l'idea che "il fine giustifica i mezzi", ossia, che non importa quanto in basso possa cadere MORENA (ingresso di quadri del PRI, PAN, alleanza con PES, alleanza con imprenditori, sindacalisti corrotti, antidemocrazia nelle basi del partito, aperto rifiuto delle sue stesse parole d'ordini di due anni fa; accettazione delle riforme, amnistia dei narcotrafficanti; nessuna persecuzione dei corrotti) TUTTO può esser tollerato per raggiungere un cambiamento. Questo non è legge solo per i militanti di MORENA, ma va diffondendosi anche nella classe operaia e in generale tra i tutti i lavoratori.

La posizione dei comunisti dovrà esser di ASTENSIONE. Non si chiamerà a votare per nessuna delle coalizioni, per nessuno degli indipendenti, né al voto utile, né al voto di punizione, si chiamerà i militanti del partito, i simpatizzanti e la nostra area a non partecipare.

Siamo obbligati a smascherare senza concessioni la natura di classe di queste alleanze, e del governo che esse emanano, e principalmente dimostrare la falsità delle illusioni che genera AMLO e la sua proposta. Ma questo è insufficiente se non presentiamo una alternativa politica in modo che la classe operaia si raggruppi e si esprima in questo e in qualsiasi terreno imposto dalla lotta di classe.

Bisogna far attenzione a giocare UNICAMENTE la carta del "te lo avevamo detto" quando non si compirà il loro programma. Aspettare che la crisi della socialdemocrazia sia un beneficio per il rivoluzionario di per sé è un errore che si paga caro.

Per questo sarà di somma importanza contrastare la propaganda di MORENA comparandola con il nostro programma, per cui è necessario menzionarne lo scopo. Il nostro rifiuto non è solo di forma nei confronti delle tre alleanze che competono, ma di sostanza contro il sistema stesso che le sostenta.

"CHIUNQUE ARRIVI, DIFENDERE LA NOSTRA CLASSE"

Mantenendosi lo scenario e la tendenza dobbiamo accettare la nostra incapacità di modificare il risultato delle elezioni (4). Dobbiamo utilizzare le nostre forze nel miglior modo ma per cercare di modificare la direzione del voto non ci sembra serio. Pertanto proponiamo di concentrarci in:

- Assumere posizioni favorevoli
- Creare e formare un piccolo esercito

Ossia, prepararci per la battaglia successiva alle elezioni.

Una volta assunto che questa non è la "nostra" battaglia, non dobbiamo ignorare che questa esista, né che questo significa che la tattica sia difensiva, o peggio ancora passiva. Dobbiamo approfittare della "battaglia dei fiori" della borghesia (ossia, che non ha l'obiettivo di distruggere il nemico, ma di misurare le forze, negoziare e ottenere prebende) per lanciare una offensiva che corrisponda a livello reale - non immaginario - alle nostre forze e ai nostri obiettivi strategici. E' offensiva perchè l'iniziativa e nostra e può funzionare solo se attacchiamo, solo se va contro luoghi non protetti dal nemico.

Tattica:

Prendere posizioni ideologiche e organizzative stabili intorno a piccoli gruppi di lavoratori e masse popolari intorno al Partito.

Forma di Lotta: La principale è il contatto diretto con la classe operaia. Le secondarie sono la propaganda e l'agitazione. Potremmo desiderare che la mobilitazione sia la principale: ma se non abbiamo la possibilità di convocare settori della classe che si vuole mobilitare, e non c'è una tendenza alla mobilitazione spontanea (5) - ad esempio tra gli insegnanti -, sarebbe irrealistico.

Questo significa che attraverso la diffusione di massa e anche di gruppo (6) del nostro progetto politico in termini positivi (proponendo soluzioni ai problemi generali e particolari della classe) si ottiene di creare legami reali e duraturi a medio periodo con nuclei di operai.

Obiettivo: Conseguire che intorno al Partito esistano operai (e settori popolari) che accettano la necessità di prepararsi, organizzarsi e difendere un determinato progetto politico.

Forme di applicazione della tattica:

Trovare le questioni politiche più sensibili alla classe operaia che ne permettano la partecipazione politica, anche se solo di poche persone.

Proporre una soluzione specifica per ognuno di questi problemi, ma che nell'insieme corrispondano alla concretizzazione della Rivoluzione Socialista. [Attenzione: non è un elenco di richieste economiche, ma la spiegazione di come risolverle in modo rivoluzionario]

Stabilire un dialogo con la classe operaia e i settori popolari intorno alle questioni e alle proposte fatte dal Partito per collegare  e provare il nostro stesso discorso e la sua accettazione.

Realizzare una campagna di propaganda intelligente e di massa, che sia omogenea per tutta la struttura e che sia combinata nei vari formati: stampa, internet, propaganda di strada, mezzi borghesi, ecc.

Combinare, se possibile, i lavori quotidiani del Partito e l'agitazione quotidiana con i temi politici e la campagna in particolare.

Organizzare piccoli settori di operai d'avanguardia intorno a questo progetto politico.

[Può combinarsi e trasformarsi in lotte economiche, e a sua volta l'idea sarebbe di connettere tale campagna con il Congresso del Partito. Ma deve esser chiaro che non si tratta di una giornata di agitazione economica, né di una campagna di proselitismo. Ma una campagna di collegamento con la classe operaia]

Costruire il Partito lì dove non c'è o è molto debole tenendo conto delle necessità urgenti.

3. Campagna Politica

Contenuto:

Determinare quali sono i "problemi" più importanti è già di per sé una battaglia ideologica. Mentre nel 2006 il PAN riuscì a determinare il "narco" come il numero uno dell'agenda politica, attualmente MORENA è riuscita a collocarvi il tema della corruzione. Non basta enunciare i problemi principali, se questi non sono compresi - non solo sentiti - dalla gente.

Possiamo supporre che i temi più visibili sono la gestione statale ("il mal governo", "la corruzione", "Pena Nieto", "il PRI") e la sua gestione economica ("la benzina", "l'inflazione"). Il tema delle loro condizioni lavorative viene visto come qualcosa di dipendente da queste due cose, o come un tema meramente particolare nella sua contraddizione operaio-padrone particolare.
I temi fondamentali dei problemi devono esser:

Chi governa?
Come si organizza la ricchezza sociale?
Come uscire dalla disorganizzazione nella classe operaia?

Sul primo punto dobbiamo concentrarci nel mostrare che il Governo e coloro che competono per esso appartengono a una classe sociale e governano a favore di essa.

Sul secondo punto dobbiamo concentrarci nel mostrare l'entità del plusvalore in Messico, e l'impossibilità di utilizzarla a favore della società nelle condizioni attuali.

[Osservare che il primo punto non risponde alla natura dello Stato, ma alla forma in cui questa si esprime. La cosa principale è l'obiettivo che vogliamo, ma che non si spiega alle masse in tre mesi (chiaro che quando si comprenderà questo saremo ai preludi della situazione rivoluzionaria). Il modo per ottenere questo è attraverso la composizione di classe della sua amministrazione. Passare da qui per introdurre la possibilità di una nuova composizione di classe. E da qui necessariamente si giunge alla natura di classe dello Stato. Nemmeno nel secondo punto si approccia di principio l'essenza che è il monopolio dei mezzi di produzione della classe borghese, ma la sua espressione. Una nuova organizzazione della ricchezza (non la "redistribuzione") porterà ad avere tutta la ricchezza a favore dell'insieme della società]

In questo modo la nostra proposta politica dovrebbe ruotare intorno a due idee, e su esse organizzare le altre:

Nuovo governo (Potere operaio e popolare)
Nuova economia (socializzazione dei mezzi di produzione e produzione centralizzata)
Conquista e formazione di organi di lotta

Rispetto ai problemi secondari del primo punto
L'insicurezza delle classi popolari
L'impunità di politici e funzionari
La disfunzionalità di molti organi dello Stato (parlamento, INE, segreterie, ecc.)
Il ruolo criminale di grandi settori della polizia, l'esercito e la marina

Dal secondo punto avremo
Condizioni di lavoro
La famiglia operaia: sanità, casa, istruzione, trasporto, svago.
La campagna

Forma:

Per la sua forma, la Campagna Politica deve approfittare dell'ambiente elettorale, ma non corrisponde a una campagna elettorale. L'obiettivo non è ottenere voti, né diffondere una piattaforma elettorale massivamente. Ma stabilire legami e organizzare segmenti operai intorno al Partito.

4. Tattica generale per il periodo successivo alle elezioni

Esaurita il periodo si esaurisce il limite di questo documento. Riferendoci alla teoria leninista della combinazione di tutte le forme di lotta, ci riserviamo il diritto di utilizzare qualsiasi combinazione delle stesse secondo la sua utilità dell'analisi concreta della realtà concreta in ogni momento e luogo.

La bussola per definire la nostra tattica immediata successiva alle elezioni sarà quella di strappare le masse dall'influenza dalla socialdemocrazia, approfittare delle contraddizioni e riassestamenti nelle catene di comando come gli apparati sindacali, colpire la pace sociale e l'unità nazionale facendo tutti gli sforzi per promuovere la mobilitazione e la lotta, non dare 3 anni di tregua, non permettere il perdono e l'oblio, non frenare lo scontro capitale-lavoro, ecc. Chiunque arrivi difenderemo i nostri interessi di classe.

Note:

1) Solo l'acquisto di armamenti del governo messicano si è quadruplicato, tra essi quello per equipaggiamenti, veicoli antisommossa.

2) Troviamo dati certi solo per il periodo di Giugno 2016 e Maggio 2017, di 123 esecuzioni extragiudiziari, 795 detenzioni arbitrarie, 11 scomparse forzate, 579 aggressioni di altre categorie.

3) Ad esempio, la parola d'ordine di cancellare il finanziamento pubblico ai partiti politici, che ha ricevuto grande popolarità tra le masse, non è altra cosa che dire che gli unici che possono far politica sono coloro che hanno appoggio finanziario privato. Altro esempio, è la parola d'ordine di "basta politici", in cui in prima linea ci sono attori, calciatori, ecc., che compiono esattamente lo stesso ruolo – rappresentare gli interessi della borghesia che li ha messi – dei ciarlatani professionisti. Questo adesso si traduce nell'avere, non rappresentanti degli imprenditori, ma gli imprenditori stessi (vedere il caso di Yeidckol Polevnsky, Susana Harp, Armando Guadiana, José Luis González Barraza, ecc.).

4) Salvo che appaiano altre condizioni: ribellione spontanea o golpe; le nostre possibilità non cambieranno. Ma queste hanno pochissime probabilità.

5) Dove non abbiamo possibilità di rispondere, come negli scioperi spontanei di Città Juárez, Monclova o Matamoros degli ultimi due anni.

6) Pratiche con piccoli gruppi, attività disperse in quartieri o fabbriche (non solo marce o manifestazioni centrali)


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