www.resistenze.org - popoli resistenti - messico - 06-07-18 - n. 680

Sul risultato delle elezioni presidenziali: ricomposizione dell'egemonia borghese.

Partito Comunista del Messico (PCM) | comunistas-mexicanos.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

04/07/2018

Lo spoglio delle elezioni federali ha dato come risultato il trionfo presidenziale di Andrés Manuel Lopez Obrador e la maggioranza nelle camere dei deputati e senatori della coalizione che lo ha sostenuto, che ottiene anche la maggioranza nel governo di Città del Messico e della maggior parte degli stati in cui si svolgevano le elezioni.

Il risultato del voto popolare si allinea con la scelta che avevano già effettuato precedentemente la maggior parte dei monopoli in Messico, esprimendo il loro sostegno in vari modi a questa coalizione, integrando i loro rappresentanti durante la campagna elettorale ma anche i monopoli dei mezzi di comunicazione Televisa e TV Azteca che prima erano avversari, ora sono alleati. I gruppi economici e i loro quadri politici sono rappresentati nelle varie squadre presentate da Obrador, incluso il suo Gabinetto: è chiaro, senza dubbio, che il potere dei monopoli è assicurato, che la dittatura di classe della borghesia continuerà.

Con un discorso demagogico, con la vecchia ricetta - utilizzata precedentemente dal 1936 fino al 1982 dal PNR-PRM-PRI - dell'unità nazionale, ossia, collocarsi al di sopra degli antagonismi di classe, assumersi come opzione interclassista che rappresenta ugualmente gli sfruttati e gli sfruttatori, i ricchi e i poveri, i borghesi e i proletari, Obrador ha catalizzato il malessere generato da 36 anni di dure politiche di privatizzazione che hanno ridotto al minimo i diritti sociali, sindacali, democratici.

La gestione neoliberista dei governi di Miguel della Madrid, Carlos Salinas, Ernesto Zedillo, Vicente Fox, Felipe Calderón e Enrique Peña Nieto, responsabili della distruzione del ejido (terreno d'uso comune), della spoliazione delle terre, della distruzione dell'istruzione pubblica e della sicurezza sociale, della privatizzazione delle imprese statali, dell'impoverimento accelerato della popolazione che ha raggiunto i 53 milioni e  l'aumento massivo degli emigranti, il regresso costante del salario di fronte all'aumento inarrestabile del paniere e del costo della vita, la disoccupazione, e anche la violenza generalizzata scatenata dalla cosiddetta guerra contro i narco che prosegue da oltre 10 anni, con più di 200.000 morti e scomparsi; tutto questo ha generato una latente insubordinazione operaia e popolare, con differenti manifestazioni negli ultimi anni.

Tuttavia, questo è stato controllato temporaneamente dall'illusione di un cambio con la coalizione obradorista. Ma la' speranza di risolvere i problemi essenziali della classe operaia e dei settori popolari sarà delusa poiché il suo Progetto Alternativo di Nazione, i suoi discorsi e opinioni, le sue alleanze, e misure già ratificate dal Presidente Obrador, ci danno un chiaro contorno del suo prossimo sessennio: autonomia del BANXICO (Banca del Messico), disciplina finanziaria e fiscale, rispetto degli impegni con le banche e organismi finanziari internazionali e nessuna espropriazione o confisca. Inoltre ha confermato che la sua lotta contro la povertà si baserà su palliativi, su misure assistenzialiste alla vecchiaia e all'invalidità e borse di studio per gli enti. Ciò lo colloca nella situazione di chi vuole curare un cancro con le aspirine. Non è un caso che la prima cosa fatta è stata quella di garantire la libertà d'impresa, un'impronta distintiva del progetto di classe che rappresenta.

Altro elemento demagogico del discorso di Obrador è che risolvendo il problema della corruzione si risolvono i grandi problemi nazionali. Inoltre, Obrador considera la corruzione come la base della "diseguaglianza economica e sociale". Insistendo su questa idea in contrapposizione all'argomentazione scientifica che la radice del problema è lo sfruttamento del lavoro salariato e l'appropriazione privata della ricchezza socialmente prodotta, egli sostiene come una innovazione teorica di sua creazione che la corruzione è la radice dei problemi del Messico.

Con onestà e austerità potrà abbellire il capitalismo, ma nessun problema avrà soluzione fintanto che nel conflitto capitale/lavoro la bilancia pende per il profitto e l'accumulazione a favore della borghesia. Attenuare i problemi, spegnere il fuoco, applicare il controllo dei danni, è il compito in cui si impegna Obrador, per garantire così la stabilità del sistema in un periodo di turbolenze, smobilitando coloro che hanno votato per un cambio e procurando un reflusso di lungo periodo nella lotta sociale.

Altra questione su cui non possiamo sorvolare è la sua concezione sullo Stato e le sue funzioni, rivendicando l'ideologia borghese della Rivoluzione Messicana dello Stato al di sopra delle classi sociali, come espressione rappresentativa della cittadinanza, dei "ricchi e poveri". Questa formula già è servita alla borghesia per governare e costruire consensi sociali, ossia, identificare gli sfruttati con gli interessi dei loro sfruttatori.

Una idea che si rafforza con il trionfo di Obrador è quella della "transizione democratica". Attraverso la voce delle centrali imprenditoriali, delle loro penne e organi, l'illusione che il potere statale esercitato sui lavoratori emani dal popolo stesso ha la sua "dimostrazione" in un terzo cambio del Partito che determina la composizione del gabinetto e esercita il potere esecutivo. Il Partito, il governo, la gestione sono cambiati, ma lo Stato no. Questo discorso smaschera il fatto che indipendentemente dal cambio di Partito, le stesse Centrali imprenditoriali concentrano il potere economico, e attraverso questo potere economico determinano la realtà del paese.

Menzione particolare del fatto che essi dirigono attraverso una miriade di quadri collocati o cooptati da loro nelle funzioni del potere statale e che quindi questo Stato non prenderà misure che sostanzialmente contravvengano ai loro interessi e che senza colpire i loro interessi è impossibile il miglioramento delle condizioni di esistenza dei lavoratori. Ad esempio, al di là dell'onestà del presidente in questione, cosa accadrà con una manifestazione evidente come il fatto che l'IMSS (Istituto Sicurezza Sociale Messicano) o l'INFONAVIT (Istituto del Fondo Nazionale dell'Alloggio per i Lavoratori) accettino che le imprese pratichino salari inferiori a quelli reali? Questa corruzione verrà rimossa per decisione dell'esecutivo?

Su queste concezioni, tenendo conto dell'esperienza storica e delle leggi del capitalismo, sarà necessario per garantire la "libertà d'impresa", per dare concretezza agli accordi con i monopoli e per il suo criterio interclassista agevolare patti operaio-padronali, in cui la classe operaia dovrà ulteriormente stringere la cinghia per consentire al capitale di massimizzare i profitti. Su queste concezioni, recuperare i diritti lavorativi e sociali non sarà prioritario e tali richieste saranno archiviate. Il PCM lotterà insieme ai lavoratori per cancellare la riforma del lavoro approvata dal Patto per il Messico nel 2012.

Salinas e Obrador convengono che è l'ora della riconciliazione nazionale, e come un successo inedito applaudito dall'opinione pubblica, i candidati Meade e Anaya hanno riconosciuto prontamente e con garbo il trionfo di Obrador. Cosa significa questa pantomima? In primo luogo, che le dispute interborghesi si compongono per il momento nei quadri istituzionali mentre si serrano le fila per superare la crisi economica e di governo.

Queste reazioni non sono una sorpresa per i comunisti, che prima delle elezioni nella nostra Conferenza Politica abbiamo espresso che la borghesia aveva scelto di permettere un governo della nuova socialdemocrazia per amministrare i suoi interessi e per superare i conflitti che affronta. Il malessere, la non conformità, le condizioni oggettive di fame, disoccupazione, miseria, sfruttamento, insalubrità, bassi salari, emigrazione, femminicidi e centinaia di migliaia di morti, ha portato dei focolai che dimostrano che esiste una disposizione della classe operaia e i settori popolari ad andare oltre: le proteste per Ayotzinapa, le proteste contro i prezzi dei carburanti i centinaia di conflitti che confermano una crescente tendenza all'insubordinazione.

La ricomposizione dell'egemonia borghese è uno dei risultati dell'elezione di Obrador che ha otteneuto che una parte importante della volontà popolare identifichi erroneamente i propri interessi con quelli dei propri oppressori e sfruttatori attraverso la mediazione della nuova socialdemocrazia, che a partire da ora assume l'amministrazione degli interessi del capitale nel nostro paese: lo Stato messicano. Non si tratta di una sconfitta del "sistema politico" da parte di AMLO, al contrario, è la sua ciambella di salvataggio con l'unità nazionale e la riconciliazione nazionale, che nei fatti significa proteggere la legalità borghese e il sistema di partiti attuale davanti alla delegittimazione e odio che avevano ricevuto.

Prendiamo atto che una parte dei settori popolari decide per la prima volta di esprimersi politicamente; milioni di persone che non avendo altra opzione nella scheda elettorale hanno deciso di esercitare per la prima volta il voto, partecipare in qualche modo alla vita politica. Non è nostro interesse che i disillusi ritornino nell'apoliticismo. Per buona parte votanti per Obrador, esprimono oggi una volontà di cambiamento e manifestano la loro stanchezza, senza necessariamente assumere il progetto di Obrador. Abbiamo il dovere di spiegare diffusamente la proposta comunista del potere operaio come soluzione oggettiva e necessaria ai grandi problemi nazionali. Su questa parte di popolazione proletaria dichiariamo che il nostro interesse è quello che non si smobiliti, che attraversi la porta della partecipazione politica e continui con la lotta per imporre i propri interessi insiemealla classe operaia.

Come contro Peña Nieto, la nostra lotta proseguirà contro lo Stato borghese ora rappresentato dal governo di López Obrador. Chiamiamo i lavoratori:

- A lottare per riconquistare i contratti collettivi, a ristabilire realmente il diritto di sciopero, il diritto alla sindacalizzazione, alla scala mobile dei salari, a porre fine alle imposte sul lavoro. A cancellare la riforma del lavoro e quella dell'istruzione.

- A lottare per porre fine al corporativismo e all'opportunismo nel movimento operaio, per la sindacalizzazione di massa, l'unità sindacale, la ricostruzione del movimento operaio da posizioni di classe.

- A lottare per recuperare pensioni dignitose e porre fine alle nefaste Afores (Fondi pensione privati). A rafforzare la sicurezza sociale.

- A lottare per la garanzia da parte dello Stato della casa, della sicurezza sociale e della salute per tutti i lavoratori.

- A lottare per l'espropriazione di tutti i beni illeciti derivati dal processo di privatizzazione, per il controllo operaio nei mezzi di produzione concentrati. Alla nazionalizzazione delle banche, del commercio estero, e il controllo dei cambi.

- A lottare per l'estirpazione dalla radice di tutta la rete economica e politica base dell'industria del narcotraffico, che assassina, sequestra e distrugge le famiglie operaie.

- A lottare per rompere con gli accordi del NAFTA, FMI, BM.

- A lottare per cancellare il debito esterno.

- A esigere giustizia  per gli studenti di Ayotzinapa e delle migliaia di scomparsi, punizione dei colpevoli, cosa che passa necessariamente dalla punizione di Nieto e Aguirre, così come dei responsabili della suo incarico al governo di Guerrero. Per la giustizia contro tutti i crimini dello Stato commessi negli ultimi decenni.

- A lottare per la difesa incondizionata dei migranti centroamericani in Messico e messicani negli Stati Uniti.

- All'unità della classe operaia con obiettivi e bandiere politiche indipendenti per conformare un poderoso fronte anticapitalista e antimonopolista per il rovesciamento del capitalismo, per il potere e operaio e il socialismo-comunismo.

Il Partito Comunista del Messico, ribadendo la sua indipendenza da qualsiasi opzione borghese, rifiutando l'inganno che ci sia in atto un cambiamento a sinistra, lotterà ogni giorno per gli obiettivi e gli interessi della classe operaia, senza nessuna illusione nel governo di Obrador.

Questa prima analisi sul nuovo governo si approfondirà nel XVII Plenum del nostro CC che si riunirà a breve e nel nostro VI Congresso che si realizzerà a Città del Messico i giorni 3,4 e 5 agosto.

Proletari di tutti i paesi, unitevi!

Ufficio Politico del Comitato Centrale


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