www.resistenze.org - popoli resistenti - messico - 01-06-20 - n. 752

Al capitalismo non interessa la vita dei lavoratori

Partito Comunista del Messico (PCM) | comunistas-mexicanos.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

01/06/2020

Sulla "nuova normalità"

Il Partito Comunista del Messico mette in guardia la classe operaia sui gravi pericoli derivanti dall'annuncio della "nuova normalità" da parte del governo federale, dato che significa il sacrificio della vita e salute della classe operaia al fine di mantenere e assicurare il profitto capitalista dei monopoli, per garantire la salute della società borghese nei suoi interessi fondamentali e riguardo la ripresa dell'economia.

Proprio come nei diversi paesi europei e negli Stati Uniti, gli appelli della borghesia per far ripartire l'economia rispondono semplicemente alla necessità dei monopoli di stimolare la valorizzazione del loro capitale, facendo in modo che i loro operai tornino a lavorare per accrescere i loro patrimoni. Cercano di giustificare questa nuova apertura appellandosi demagogicamente all'esistenza di milioni di lavoratori autonomi e piccoli proprietari, per i quali la risposta fondamentale dei governi è stata la proibizione delle loro attività, la repressione, la coercizione e il confinamento forzato senza alcun tipo di reddito. L'ipocrisia delle autorità si rivela nel guardare la lista delle industrie "essenziali" alle quali si rivolge la "nuova normalità": produzione di automobili e ricambi; produzione di birra; costruzioni; miniere e industria maquiladora* di esportazione associata allo sviluppo del T-MEC [Accordo Stati Uniti-Messico-Canada] o integrata alle catene produttive monopolistiche dei tre paesi firmatari. Se il governo non ha potuto e soprattutto non ha voluto evitare che migliaia di imprese definite non essenziali continuassero ad operare fino ad oggi, se non ha potuto e nemmeno voluto evitare il licenziamento di più di mezzo milione di persone, ancor meno potrà assicurare i protocolli di salute e sicurezza e igiene che tanto pomposamente promette attraverso l'Istituto Messicano di Sicurezza Sociale [IMSS] e la Segreteria del Lavoro [STPS]

La "nuova normalità" significa - al di là dei discorsi delle istituzioni dello Stato in generale e dei funzionari della sanità pubblica (Gatell, Alcocer, Robledo, ecc.) in particolare, per spiegarla a convenienza dell'imposizione dei monopoli e del governo della Quarta Trasformazione [4T]- liberare i grandi proprietari privati dal fardello "insensato" della quarantena; intraprendere a tappe forzate un nuovo ciclo di accumulazione capitalista; mistificare la voracità padronale con il mantello del benessere sociale.

La "nuova normalità" è il consenso alle richieste delle Camere di commercio. E' una maggiore condiscendenza alle loro azioni contro i lavoratori. E' la sostituzione, in tempi di epidemia di sovrapproduzione di merci, della legge costituzionale e della Legge federale del Lavoro con la fiducia assoluta nella responsabilità e umanità della borghesia, per la "legge" di Obrador del nulla con la forza, tutto per convinzione.

La "nuova normalità" domina dall'inizio della pandemia e ciò che avverrà dal 1° giugno sarà la sua presentazione formale in società: maggiori abusi e precarietà per operai e lavoratori; tagli salariali, imposizione del salario minimo e distruzione delle precedenti condizioni di lavoro; licenziamenti di massa per imporre criteri ancora più ferini; compressione dei settori popolari e continuità delle politiche pubbliche contro di loro dei mesi precedenti la pandemia con l'obiettivo di beneficiare i monopoli.

La "nuova normalità" e i suoi slogan a favore di una nuova convivenza o del compromesso per far avanzare il Messico con lo sforzo di tutti, ricchi e poveri, è la nuova versione degli appelli all'Unità nazionale. In questa unità, nonostante le loro piccole controversie, la 4T è accompagnata dalla sua "opposizione": PAN, PRI, PRD, ecc. Il Partito Comunista del Messico chiama gli operai e i lavoratori a rifiutare questa unità, che porterà loro maggiori difficoltà e impoverimento.

Dall'altro lato, affermiamo che nonostante le celebrazioni senza fondamento del Presidente per aver domato la pandemia, i disastri del Covid-19 nel nostro paese sono lungi dall'esser stati posti sotto controllo, tanto meno finiti. Con 90.664 casi confermati e 9.930 morti per coronavirus fino a domenica 31 maggio, la situazione futura per la nostra classe è incerta. Solo nell'ultima settimana ogni giorno ci sono stati più di 3 mila contagiati e oltre 400 morti. Siamo giunti al punto in cui ogni lavoratore ha un amico, un familiare o vicino ammalato o, ancor peggio, morto per il virus. Né i fatti né i dati possono esser occultati, per quanto si possa sforzare il sottosegretario della Sanità per giustificare la "nuova normalità".

Lunedì 1 giugno purtroppo saremo oltre i 10.000 morti, responsabilità di un sistema a cui il diritto alla salute importa poco. Risultato della inopportuna conduzione nella crisi sanitaria del Governo federale, dei governi statali e municipali. Anche se López Gattel afferma che se non si fosse seguita "la sua politica sanitaria" i numeri sarebbero maggiori, questo non è dimostrabile e serve a nascondere la responsabilità dei gestori contemporanei della società borghese. Da parte nostra inviamo tutta la nostra solidarietà ai familiari delle persone morte, le esortiamo ad unirsi e lottare, dato che la popolazione più colpita è quella dei lavoratori e le loro famiglie. Per i monopoli e per il governo la "nuova normalità" è semplicemente la normalità di questo sistema: i morti alla classe operaia, i profitti ai capitalisti.

In questo contesto si muove tutta la macchina dello Stato per smobilitare e neutralizzare qualsiasi manifestazione di insubordinazione da parte della classe operaia e dei settori popolari che si oppongono alla politica della 4T e alle arbitrarietà imprenditoriali. Questo include una intensa campagna, ribadita dal Presidente con maggiore sagacia e tatto rispetto ai suoi sostenitori, per incolpare i lavoratori della diffusione del virus e dei relativi morti per non essersi "comportati bene" o "non aver rispettato" le regole dell'estinta Giornata nazionale della sana distanza.

Si responsabilizza la pandemia del Covid-49 per la crisi capitalista, ma quest'ultima era già in corso, visibile attraverso diversi indicatori. In ogni caso la stessa è stata solo accelerata dall'emergenza sanitaria, per cui la crisi di sovrapproduzione e concentrazione del capitale è interamente responsabilità del sistema capitalista e le misure da prendere, tra cui quella della cosiddetta "nuova normalità", sono e saranno episodi di nuove aggressioni alla classe operaia.

Inoltre, alla militarizzazione del paese, approvata nei giorni scorsi per contenere il malcontento sociale, si aggiunge come meccanismo di controllo il sindacalismo collaborazionista che da una parte mantiene una sottomissione miserabile nei confronti del padronato e dall'altro le mafie sindacali siglano accordi con le segreterie federali e i governi statali mentre firmano contratti con le imprese responsabili della costruzione di megaprogetti che promuove il presidente López Obrador; questo significa più controllo e oppressione per gli operai, e costituiscono un nemico in più contro gli oppositori di questi megaprogetti.

E' importantissimo segnalare che il governo di López Obrador agisce meschinamente approfittando di questo momento per riavviare i suoi tour di propaganda e monitorare personalmente il rispetto dei piani di saccheggio contro le comunità e popoli del sudest attraverso il Tren Maya. Si può affermare che per lo Stato messicano e l'attuale titolare dell'Esecutivo la priorità è il capitalismo, e per questo è più che simbolico che la nuova normalità inizi con l'inaugurazione del Treno Maya a cui noi ci opponiamo, manifestando di nuovo in queste circostanze la nostra solidarietà attiva con i popoli indigeni e i settori popolari.

La situazione si avvicina sarà di maggiore complessità e gravità per la classe operaia e i settori popolari. I lavoratori necessitano di adattarsi alle nuove condizioni, che richiedono la loro partecipazione sindacale e politica di classe contro la "nuova normalità" e i monopoli che la dirigono attraverso la 4T. In questi nuovi e ampliati margini di sfruttamento, la classe operaia ha anche l'opportunità di procurarsi tra i settori popolari i suoi alleati.

La necessità che hanno gli operai di organizzarsi in difesa dei loro diritti lavorativi; per il loro pieno esercizio sindacale e politico; per liberarsi dal giogo dei monopoli, del governo borghese attuale e dei sindacati filopadronali è di tale portata che il Partito Comunista del Messico si impegna in maggiori sforzi e impegno tramite le sue iniziative e lotte per promuovere un'alternativa di organizzazione di classe. Operai dei sindacati collaborazionisti o conciliatori, operai non organizzati e colpiti dalla "nuova normalità", vi chiamiamo ad univi alla lotta contro i monopoli, il governo capitalista della 4T e demarcare sempre di più il campo della lotta di classe in Messico,

Proletari di tutti i paesi, unitevi!

Ufficio Politico del CC del PC del Messico

*) Stabilimenti industriali posseduti o controllati da soggetti stranieri, in cui avvengono trasformazioni o assemblaggi di componenti temporaneamente esportati da paesi maggiormente industrializzati in un regime di duty free ed esenzione fiscale.



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