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Comunicato del Partito Comunista del Messico riguardo a "Unità Comunista"

Partito Comunista del Messico (PCM) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

17/03/2021

Ai partiti comunisti e operai

Compagni:

Diversi partiti fratelli si sono rivolti a noi per consultarci sulle posizioni diffuse dal "Partito Popolare Socialista del Messico" e la possibilità della formazione in Messico, nei prossimi giorni, di una federazione di "partiti", denominata "Unità Comunista".

Riguardo a questa informazione, prima di tutto va segnalato che il Partito Comunista del Messico non c'entra in nessun modo.

Nel documento del "Partito Popolare Socialista del Messico", che spiega la costituzione di questa federazione, si postulano affermazioni e dichiarazioni con le quali non solo non siamo d'accordo, ma che abbiamo addirittura ripetutamente combattuto.

I fatti dimostrano che il processo chiamato "Quarta Trasformazione" non ha assolutamente nulla a che vedere con la lotta antimperialista. Basta affermare due questioni. La prima è la ratifica da parte del governo López Obrador del T-MEC (USMCA) il 1 ° luglio dello scorso anno, in collaborazione con l'amministrazione Trump, e ratificato nella recente conversazione bilaterale, con il nuovo presidente degli Stati Uniti, Biden. Il T-MEC è la continuazione, con clausole più aggressive, del NAFTA (TLCAN) in vigore dal 1994. Il T-MEC è un accordo interstatale di carattere imperialista a beneficio dei monopoli nordamericani e dannoso per gli interessi della classe operaia del Canada, del Messico e degli Stati Uniti. La seconda è la politica anti-immigrazione del governo López Obrador, la più dannosa degli ultimi anni per i lavoratori del Centro America e dei Caraibi che si muovono attraverso il territorio del Messico in cerca di lavoro negli Stati Uniti. Le forze repressive messicane sono divenute una barriera di contenimento dell'immigrazione e non è una esagerazione dire che si tratti di un'estensione della US Border Patrol.

Nel documento del "Partito Popolare Socialista del Messico" viene suggerito che quello di Obrador è un governo popolare, tuttavia la natura delle sue politiche e i risultati di questi due anni lo definiscono come un governo anti-operaio e anti-popolare:

- Con la concessione di vantaggi ai monopoli, la protezione dei loro profitti e il trasferimento di risorse pubbliche a loro favore. Ad esempio, la creazione di un programma per l'occupazione che fornisce la forza lavoro di tre milioni di giovani, i cui salari sono pagati con risorse statali, come manodopera gratuita per i grandi monopoli che operano in Messico.

- Con una politica di aggiustamento, chiamata "austerità", che ha comportato il licenziamento di migliaia di lavoratori del settore pubblico e che adesso è diretta contro i lavoratori dell'istruzione.

- Con una politica di taglio dei diritti dei lavoratori, ad esempio il taglio dei sussidi che ha portato alla chiusura degli asili nido colpendo centinaia di migliaia di bambini, ma soprattutto la classe operaia e in particolare le lavoratrici.

- Con una politica di militarizzazione del Paese, con un palese protagonismo dell'Esercito messicano nella vita pubblica ed economica, a cui è stato ceduto anche il controllo di porti e aeroporti. L'Esercito messicano, il carnefice del popolo messicano, responsabile di diversi crimini di Stato, e che Obrador ora legittima e presenta come garante della stabilità e del progresso.

- Con la creazione della Guardia Nazionale, una forza repressiva, basata sull'Esercito, con protocolli approvati chiaramente contro la mobilitazione operaia e popolare.

- Con una politica mirata a portare all'estinzione delle organizzazioni sindacali e contadine, a disconoscere la loro rappresentatività e spazi, imponendo il rapporto tra Stato e individui, rifiutando ogni forma di espressione sociale indipendente.

- Mantenendo gli impegni presi con la Banca Mondiale, FMI e per il pagamento del debito estero.

- Sviluppando una disastrosa gestione della pandemia del Covid-19, voltando le spalle ai lavoratori e ai settori popolari.

Bastino questi esempi per costatare che è fuori dalla realtà qualsiasi tentativo di lavare la faccia a un governo come quello di López Obrador, che è un fedele gestore degli interessi della classe dominante.

Non tralasciamo dall'analisi l'errore di strategia che significa spezzettare la lotta contro il capitalismo con la cosiddetta "alleanza anti-neoliberista", che porta proprio a mascherare le altre gestioni del capitalismo, responsabile dello sfruttamento, dell'ingiustizia e dell'infelicità del proletariato e dei settori popolari. Ma come se non bastasse, e ci sono tutti gli elementi per affermarlo, anche in relazione alla gestione neoliberista del capitalismo, il governo di Obrador non ha fatto un solo passo indietro, poiché nessuna privatizzazione è stata annullata, così come non sono state cancellate quelle riforme contro la redistribuzione agraria e la separazione Stato-Chiesa, nonostante MORENA, il partito di Obrador, abbia la maggioranza parlamentare in entrambe le camere dell'attuale legislatura.

Ora, senza entrare nella discussione sulla reale esistenza delle componenti annunciate dell'"Unità comunista", confermiamo il bilancio fatto dal IV Congresso del Partito Comunista del Messico nel 2010-2011 sul fallimento totale di ciò che si considera "sinistra" in Messico, che naviga nel corso della lotta di classe come una remora delle dispute inter-borghesi, senza una bussola o una rotta, rivestita solo con una vuota fraseologia di buone intenzioni per il futuro. La liquidazione del primo Partito Comunista Messicano nel 1981, proprio da parte di uno dei gruppi convocanti, provocò una diaspora, accentuata con la crisi della controrivoluzione in URSS e in altri paesi che stavano costruendo il socialismo, che portò al fiorire di diversi gruppi che hanno via a via rinunciato a qualsiasi caratteristica rivoluzionaria, per cui ritengono naturale legittimare la dittatura di classe della borghesia, proprio come pretendono di fare adesso creando un'organizzazione "unita" funzionale all'attuale progetto capitalistico del governo in carica. D'altra parte, non ignoriamo il fatto che dal governo, ex comunisti che oggi sono alti funzionari, cerchino la creazione di un gruppo "comunista" che serva a risvegliare illusioni sul governo di Obrador, e che, quindi, agisca come burattino della socialdemocrazia.

Questo spettro agonizzante della "sinistra", dove le correnti opportuniste dell'eurocomunismo e del lombardismo, formano le loro linee, è totalmente estraneo all'interesse e alla scelta di classe del proletariato messicano che, oggi come mai, richiede di un partito marxista-leninista, autonomo e che pratichi l'indipendenza di classe, cioè, richiede del Partito Comunista del Messico, che è programmaticamente orientato nel compito della Rivoluzione Socialista, lottando per il rovesciamento del capitalismo, qualunque sia la gestione governativa di esso.

"Unità Comunista" altro non sarà che un'altra riedizione dell'opportunismo, la quale sarà contrastata dal Partito Comunista.

Proletari di tutti i paesi, unitevi!

Il Comitato Centrale del Partito Comunista del Messico

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