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Sulle elezioni del 6 giugno

Partito Comunista del Messico (PCM) | comunistas-mexicanos.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

04/06/2021

Abbiamo scelto di lottare... non sostenere i tuoi sfruttatori, schierati con il Partito Comunista!

Nonostante le forti conseguenze del Covid-19, sia in contagi che in morti, il processo elettorale del 6 giugno prosegue, confermando così che alla classe dominante non interessa la vita e la salute della popolazione, ma assicurare il funzionamento dell'economia e della dittatura di classe della borghesia, erroneamente chiamata democrazia.

Il processo elettorale ha avuto inizio con la convocazione dell'Istituto Nazionale Elettorale (INE) per la registrazione di nuovi partiti nel 2019. Il Partito Comunista del Messico (PCM) ha deciso di partecipare alla convocazione con il fine di utilizzare la campagna elettorale per diffondere in maniera ampia il nostro programma politico, il programma di lotta per la Rivoluzione Socialista.

Tuttavia, immediatamente abbiamo riscontrato criteri inammissibili per ottenere la registrazione. Il primo e più importante ostacolo è la richiesta di consegnare allo Stato i nomi e indirizzi dei nostri militanti; situazione a cui ci opponiamo considerando lo spionaggio, la militarizzazione, le violazioni dei diritti umani e la persecuzione politica che imperano nel nostro paese. Già solo questo principio elettorale dimostra l'antidemocrazia. La seconda restrizione inammissibile è quella di rompere ogni vincolo con qualsiasi altro Partito Comunista e rinunciare al principio dell'internazionalismo proletario. Esistono inoltre altre restrizioni inammissibili, come l'ingerenza dell'INE nella vita interna di un Partito, che gli permetterebbe di prendere decisioni o respingere quelle assunte dai militanti del Partito o dai suoi organi dirigenti.

Oltre queste restrizioni antidemocratiche, il sistema elettorale in Messico costringe alla realizzazione di affiliazioni e assemblee di tipo burocratico che non rappresentano la forma naturale di organizzazione della classe operaia e dei settori popolari. In questo modo, unicamente i gruppi politici con grandi risorse finanziarie sono quelli che possono ottenere la registrazione, attraverso carrozzoni,  corporativismo e clientelismo politico; ossia, solo i monopoli o il crimine organizzato sono nelle possibilità di registrare i loro partiti. Esempio di questo è che i nuovi "partiti" registrati sono Reti Sociali Progressiste, Forza per il Messico e l'evangelico Partito Incontro Sociale, che funzionano come semplici affiliati e appendici del governo di Obrador.

Come le sue stesse azioni lo hanno reso evidente, l'INE (e prima l'IFE) funziona come un gruppo di attacco della classe dominante in difesa dei suoi interessi, utilizzando la legge a sua discrezione. Questa situazione deriva dalla giurisprudenza e dalla legislazione elettorale elaborata negli anni '90 dal nefasto presidente Carlos Salinas de Gortari, in concordanza con il TLCAN, che aveva come obiettivo assicurare che i partiti con registrazione fossero funzionali al sistema, ossia, partiti dell'ordine, escludendo di fatto il partito della classe operaia, il partito rivoluzionario. Nonostante lo starnazzare di un cambio democratico in Messico dalle elezioni scorse e l'apparente sfida tra l'INE e il governo federale, nessun partito borghese ha intenzione di realizzare una riforma politica che smonti queste misure antidemocratiche. A causa di queste condizioni antidemocratiche il PCM ha deciso di non partecipare al processo di registrazione.

Questo significa che la gamma di opzioni elettorali presenti nelle elezioni del 6 giugno esprime gli interessi della classe dominante, la borghesia, e che le differenze che possono esistere sono solo espressioni della disputa inter-borghese, nella quale i lavoratori non contano e l'elettorato rappresenta solo una massa passiva convocata strettamente per la legalizzazione del potere dei monopoli.

Prima del 2018 si speculava sull'esistenza di alternative alle politiche di aggressione capitalista, che si sarebbe potuto prendere un altro percorso. Il PCM avvertì che si trattava di illusioni, che con l'arrivo alla Presidenza di López Obrador nulla sarebbe cambiato nell'essenza, anche se ci sarebbe stata un'operazione cosmetica. Questi anni hanno dimostrato che non ci sbagliavamo nell'analisi. Nulla è cambiato:

Continua la militarizzazione del paese, legalizzando la partecipazione delle Forze Armate alla sicurezza pubblica e cedendogli settori economici come la costruzione e l'amministrazione di una parte del Treno Maya e il nuovo Aeroporto, il controllo di Porti e Dogane. Questo processo di militarizzazione ha avuto l'approvazione di tutti i partiti borghesi: MORENA, PRI, PAN e PRD. La Guardia Nazionale ha approfondito la dottrina controinsurrezionale secondo la quale l'obiettivo principale delle Forze Armate è combattere il "nemico interno", che si evidenzia quando i bilanci si orientano in equipaggiamenti antisommossa. Inoltre, l'Esercito e la Marina travestite da Guardia Nazionale sono gli esecutori della politica anti-immigrati concordata tra i governi degli USA e il Messico, da Pompeo e Ebrad, e che adesso continuano con Biden sotto la conduzione esecutiva di Kamala Harris.

Il nuovo partito al Governo, MORENA di López Obrador, ha deciso di dare continuità al nefasto TLCAN, adesso rinominato TMEC, in alleanza con Trump. Si tratta di un accordo lesivo dei diritti dei lavoratori, che beneficia esclusivamente i monopoli dell'America del Nord. In egual modo come prima, continuano il pagamento del debito estero, gli impegni con la Banca Mondiale, con il Fondo Monetario Internazionale. Nessun cambiamento vero.

La retorica di porre fine al neoliberismo è senza dubbio lettera morta. Non una sola delle 1100 imprese statali privatizzate è tornata ad esser pubblica e vari gruppi monopolisti che hanno beneficiato delle privatizzazioni del neoliberismo, come quelle guidate da Ricardo Salinas Pliego e Carlos Slim, continuano a godere di una privilegiata relazione con il Presidente, oltre a collaborare attivamente con i loro alfieri nel gabinetto del governo, come nel caso di Esteban Moctezuma.

Il potere dei monopoli è intatto. Nel corso dell'attuale crisi capitalista le misure governative adottate hanno come unico obiettivo quello di salvaguardare i profitti degli sfruttatori e continuare a caricare i costi sulle spalle dei lavoratori e le loro famiglie. La riforma lavorativa del 2008 è rimasta intatta con il nuovo governo che inoltre ha approfondito l'outsourcing legalizzandolo e porta avanti una serie di attacchi diretti ai diritti e alle conquiste della classe operaia. Ad esempio, la cancellazione del sussidio per la cura dei figli delle lavoratrici negli asili nido o istanze infantili; i tagli e licenziamenti nel settore pubblico e l'omissione di azioni contro la violazione delle leggi lavorative da parte dei capitalisti; in generale si può segnalare la cosiddetta politica di austerità repubblicana.

Con il sostegno della Presidenza della Repubblica si promuove una variante del fenomeno del charrismo sindacale, cioè, una cinghia dello Stato borghese per legare e controllare la classe operaia, importando il modello dell'AFL-CIO (American Federation of Labor and Congress of Industrial Organization USA) che in nome della "libertà sindacale" va contro i sindacati uniti, autonomi e di classe.

Il potere d'acquisto dei lavoratori è stato persistentemente colpito con l'aumento dei combustibili, gas, acqua, elettricità, il paniere di base e tutta una serie di servizi che la classe operaia consuma, in generale con un aumento dei prezzi senza controllo negli alimenti e con un deprezzamento reale del salario.

Senza eccezioni, i partiti borghesi hanno disprezzato la situazione della salute e l'istruzione. Durante la pandemia, 5 milioni di bambini e giovani hanno dovuto abbandonare il sistema istruttivo, cui gestione è stata posta nelle mani dei monopoli della televisione. Il 94% dei 225.000 morti per Covid-19 sono della classe operaia, lavoratori e lavoratrici manuali, operativi, pensionati. Ma il settore sanitario privato è rimasto intatto al margine della debole infrastruttura sanitaria pubblica e ha beneficiato dall'attuale governo del trasferimento di milioni di pesos in piena pandemia. Né il governo e i suoi partiti, né i partiti dell'opposizione, hanno preso alcuna misura per garantire il distanziamento e soprattutto la tutela domiciliare. Ogni lavoratore ha dovuto scegliere tra morire di fame o di malattia, con le tragiche conseguenze che vediamo.

Né il Governo e il suo partito MORENA o i suoi alleati, il PT, PVEM, PES, né la cosiddetta opposizione, PAN, PRI, MC, PRD, hanno legiferato o deciso alcuna misura di fronte alla crescente povertà. Prima di Obrador la povertà era del 41.6% della popolazione e a tre anni dal suo governo è del 50.6%. Nonostante si riempia la bocca con i suoi programmi governativi, questi comportano solamente il trasferimento di risorse pubbliche nelle mani private così come la continuazione del clientelismo e la corruzione, senza cambiare nulla alla radice.

In generale non ci sono significative differenze tra tutti i partiti che oggi disputano il parlamento e vari governatorati e municipi. Tutti rappresentano gli interessi della borghesia e a nessuno interessa la vita della classe operaia, dei contadini poveri, dei migranti, dei popoli indigeni, della gioventù e gli studenti, delle donne, dei disoccupati. Le campagne elettorali sono un letamaio dove si sfidano chi lancia più insulti da un lato all'altro, chi ha nominato più corrotti o criminali. Nemmeno gli omicidi multipli di candidati fermano la contesa elettorale, dato che per il resto dei contendenti alle cariche pubbliche avere un aspirante in meno risulta vantaggioso.

I partiti borghesi vogliono costruire una immagine di normalità che non esiste. In modo criminale, l'intera borghesia e i suoi partiti aderiscono al copione che stiamo superando la crisi sanitaria del COVID-19, come se il Messico fosse escluso dalla terza ondata. Per questo, in maniera irresponsabile e accelerata, cercano il ritorno in classe un giorno dopo le elezioni e hanno permesso uno sfrenato proselitismo elettorale, quando la stragrande maggioranza dei genitori e dei figli non è ancora stata vaccinata. Non si preoccupano della vita, del dolore o delle sofferenze del proletariato messicano.

Prosegue l'aggressione governativa contro l'istruzione pubblica, come nel caso delle Normali Rurali e gli attacchi alla FECSM; mentre si annunciano maggiori misure contro i diritti dei lavoratori e una maggiore durezza razzista contro i migranti. Il governo socialdemocratico di López Obrador, così come le gestioni progressiste di altri paesi, è un agente della smobilitazione e si distingue dagli altri proprio perchè l'attuale governo di AMLO sembra riuscire con successo in questo compito. Per questo, oggi è più che mai necessario organizzarsi e lottare contro i colpi assestati alla classe operaia e ai settori popolari, contro le misure che arriveranno dopo il periodo elettorale.

Oggi, in modo vergognoso il fantasma di quella che si chiamava "sinistra" serra le file con questo governo e le sue misure di attacco a favore dei monopoli. Nel 1994 molti si opposero al TLCAN, ma oggi sono sottomessi a un trattato più lesivo, il TMEC; accettano la militarizzazione, guardano in silenzio di fronte a gravi repressioni, alla spoliazione dei megaprogetti, all'assassinio di militanti sociali. Non solo hanno sacrificato i loro principi, ma sono diventati un gruppo di attacco che considera la critica rivoluzionaria al governo come se questa fosse di destra, quando in realtà è la destra a governare. Del movimento sociale e politico esistente prima del 2018 poco rimane. La smobilitazione impera; e non è per la pandemia, è perché questa "sinistra" è stata cooptata per collaborare con lo Stato con la gestione socialdemocratica di AMLO.

La borghesia, a partire dai suoi partiti (chiamasi MORENA, PRI-PAN, o qualsiasi dei loro satelliti) cercano di condurre i lavoratori in un vicolo cieco, a scegliere tra il capitalismo cattivo e quello peggiore. Il loro discorso si riduce a segnalare le miserie dei precedenti governi o la situazione evidentemente disastrosa del governo attuale. L'offerta non va al di là di una dispensa o un programma sociale in cambio di mantenere intatto questo sistema di sfruttamento. Nessuno dei partiti discute dei grandi problemi nazionali né le alternative di soluzione.

In conclusione, nessuno dei partiti presenti nella scheda elettorale questo 6 giugno esprimono gli interessi della classe operaia né dei settori popolari; come avvertimmo nel 2018, qualsiasi che sia il risultato, continueranno a governare e a legiferare misure antipopolari a beneficio della borghesia.

Pertanto, il Partito Comunista del Messico chiama in questo momento concreto all'astensione elettorale, a non appoggiare e legittimare i nostri sfruttatori, ma a costruire organizzazione tra gli sfruttati e oppressi, ad aprire la strada per veri e radicali cambiamenti che modificano questa asfissiante realtà.

Il Partito Comunista invita ad unirsi e schierarsi come classe, in una direzione necessaria e improrogabile: il Potere Operaio, la socializzazione dell'economia e la pianificazione centralizzata della produzione sociale e dell'economia, il controllo dei lavoratori in tutti i settori della società, completa democratizzazione della società con il protagonismo dei lavoratori attraverso il loro Stato, in una parola, a costruire nel nostro paese il socialismo-comunismo.

Proletari di tutti i paesi, unitevi!

Il Comitato Centrale del Partito Comunista del Messico (PCM)


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