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L'inaccettabile condotta dell'esercito a Nuevo Laredo non è un'eccezione, ma la costante della sua presenza nelle strade.

Partito Comunista del Messico (PCM) | comunistas-mexicanos.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

01/03/2023

La militarizzazione del Paese, iniziata durante il governo Calderón, proseguita dal governo Peña Nieto e rafforzata dall'attuale governo del presidente López Obrador, è inaccettabile e dobbiamo insistere con maggiore fermezza nella lotta per il ritorno dell'esercito nelle caserme.

Durante questo governo, che molti dei voti con cui ha vinto le elezioni del 2018 li ha ottenuti sulla base della promessa non mantenuta di porre fine alla militarizzazione, è stata aumentata e legalizzata la presenza delle forze armate nelle strade e nella vita pubblica, sia dell'Esercito che della Marina, così come della loro nuova facciata: la Guardia nazionale. Oltre ad assumere funzioni un tempo civili, come il controllo delle dogane e degli aeroporti, la distribuzione di libri di testo e dei vaccini, all'esercito sono state attribuite funzioni economiche nel settore edilizio e immobiliare, e saranno affidati importanti progetti infrastrutturali come il Tren del Istmo, gli alberghi, il trasporto di passeggeri e merci per il Tren Maya, facendo sì che l'alto comando accresca il proprio potere non solo politico ma anche economico.

Come se non bastasse, fin dal primo giorno del suo governo, il presidente López Obrador ha costantemente utilizzato un discorso mirato a riabilitare l'esercito, che definisce "brava gente in uniforme", e scagionarlo per i crimini commessi nel corso del XX secolo: l'atroce assassinio nel 1962 di Rubén Jaramillo, della sua compagna Epifania Zúñiga García, che era incinta, e dei loro figli; nel 1965 a Chihuahua, nel 1968 a Tlatelolco, durante la Guerra sporca che ha liquidato una generazione di giovani rivoluzionari nelle città del Paese e nelle montagne del Guerrero, oltre a massacri accertati come quello di Tlatlaya, e a continui assassinii e violazioni dei diritti umani. Per non parlare dello sconvolgente caso di Ayotzinapa, che l'attuale governo non ha voluto risolvere per non incriminare ulteriormente l'esercito.

Ayotzinapa è la prova evidente che l'esercito e la delinquenza mantengono uno stretto coordinamento nel loro ruolo funzionale alla repressione del movimento sociale. È stato uno schiaffo totale alla storia di lotta del nostro popolo voler equiparare i rivoluzionari del nostro Paese ai militari. No, signor Presidente, non erano uguali, alcuni erano vittime e altri carnefici. Alcuni hanno combattuto per la giustizia e altri per preservare l'ingiustizia.

Dopo quasi due decenni di utilizzo delle Forze armate in compiti di pubblica sicurezza, il bilancio è che l'industria del narcotraffico e la criminalità non si sono né indebolite né diminuite, ma si sono espanse e il loro intreccio con lo Stato si sta avvicinando alla simbiosi.

Ricordiamo inoltre che durante i governi di Lázaro Cárdenas e Ávila Camacho, a causa delle richieste sociali e della crescente organizzazione sindacale e politica della classe operaia e contadina, si giunse alla conclusione che l'esercito avrebbe dovuto limitare il suo ruolo a quello di forza difensiva della sovranità contro ogni probabile aggressione dall'esterno, e limitare il suo ruolo fino ad allora predominante come fattore politico nella vita pubblica. Le rivolte, i colpi di mano militari e le cospirazioni dovevano finire. Oggi il Palazzo nazionale sta pericolosamente covando l'uovo del serpente dando all'esercito un ruolo di primo piano nelle decisioni politiche.

Ci sono dati sufficienti a garantire che esiste un intreccio storico tra l'industria del narcotraffico e i comandi militari e di polizia del nostro Paese. Non si può nascondere il ruolo di generali come Quirós Hermosillo, Gutiérrez Rebollo o Acosta Chaparro, o di strutture come l'ormai defunta Direzione di sicurezza federale e i gruppi delle forze speciali dell'esercito, nel rafforzamento dei cartelli della droga nel nostro Paese. Questo legame continua, come dimostrano gli ultimi scandali che hanno coinvolto García Luna e il generale Cienfuegos.

Nei posti di blocco, nelle incursioni, nelle operazioni, la presenza militare va a scapito dei diritti e delle libertà conquistate dal popolo nella sua lotta. Sono molti gli "errori", quindi troppe le vittime tra la popolazione civile per mano dell'esercito: innocenti uccisi, donne violentate, torturate e scomparse. Ora anche una task force contro i nostri fratelli e sorelle migranti per adempiere agli accordi dell'esecutivo federale con le amministrazioni Trump e Biden.

Ora stiamo assistendo al comportamento dell'esercito nelle strade di Nuevo Laredo. Ancora una volta, come nei governi Calderón e Peña Nieto, si cerca di giustificare le esecuzioni extragiudiziali, questa volta sotto il mantello di una speranza di cambiamento. Dal governo e dai suoi canali di trasmissione ideologica, viene ripetuta in modo identico la presunta associazione con la delinquenza, così che si accetta tacitamente che si sparino colpi in aria o ai piedi della popolazione civile e che si applichino impunemente nuovi protocolli militari, come il sequestro dei telefoni cellulari e la distruzione di qualsiasi prova che possa essere raccolta nelle registrazioni dei testimoni sulle azioni anticostituzionali dei soldati e dei loro comandanti. Non esiste alcuna giustificazione possibile per la detenzione, la tortura o l'esecuzione extragiudiziale di qualsiasi persona da parte dei militari.

Né va dimenticato che mentre sotto Calderón e Peña Nieto la presenza militare nelle strade era illegale, oggi viene legalizzata dalle riforme costituzionali promosse da Obrador e da tutti i partiti rappresentati nel Congresso dell'Unione sia nel 2019, all'unanimità, sia nel 2022 a maggioranza.

Non possiamo accettarlo. Le forze armate devono tornare nelle caserme.

Ritorno immediato dell'esercito nelle caserme!
Stop alla brutalità militare contro la popolazione civile e lavoratrice!
Basta con la militarizzazione, ritorno immediato dell'esercito nelle caserme!
Basta con il potere economico, basta con l'impunità delle forze armate!

Proletari di tutti i Paesi, unitevi!

L'Ufficio politico del Partito Comunista del Messico


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