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da elpravda.blogspot.it/2012/04/mali-no-la-intervencion-militar.html
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
Mali: No all'intervento militare
 
Riproduciamo questo articolo di Paul Martial sul Mali per provare a chiarire la situazione che sta vivendo il paese e della quale i mezzi di comunicazione occidentali non stanno informando.
 
17/04/2012
 
L'accordo che ha appena firmato il capitano Amadou Sanogo, capo della giunta che ha preso il potere tre settimane fa con i rappresentanti della CEDEAO (Comunità economica degli Stati dell'Africa Occidentale), ha ripristinato quello che i governanti occidentali chiamano ordine costituzionale.
 
Amadou Toumani Touré (ATT), il presidente che è stato deposto dal colpo di stato, non tornerà al potere. Troppo criticato all'interno del paese e giudicato incapace dalle potenze occidentali, si è dimesso dal suo incarico. Sarà sostituito dal Presidente dell'Assemblea Nazionale del Mali, Dioncounda Traore e saranno posticipate le elezioni presidenziali che dovevano celebrarsi in una quarantina di giorni. Secondo i termini dell'accordo le famiglie delle vittime di guerra riceveranno un indennizzo e viene assicurata l'immunità agli autori del golpe. Tale accordo, pone fine soprattutto all'embargo che aveva decretato la CEDEAO e che avrebbe avuto conseguenze estremamente dannose per la popolazione che vive in un paese totalmente enclavato.
 
La situazione nel nord del Mali
 
Quasi contemporaneamente, i ribelli Tuareg raggruppati nel Movimento Nazionale per la Liberazione della Azawad (MNLA) hanno dichiarato la cessazione delle operazioni militari, in quanto tutto il territorio rivendicato è stato liberato ed è stata dichiarata l'indipendenza dell'Azawad.
 
Ma il MNLA non è l'unico che agisce militarmente nella regione. Vi sono altri gruppi, tra cui gli islamisti, come Ansar Din, il Movimento per l'Unità e la Jihad nell'Ovest dell'Africa (MUJAO) e AQIM. In aggiunta, ci sono molte bande armate di trafficanti in molte aree. Tutto questo crea una situazione caotica. La stampa, senza verificarlo, ha dato eco della presenza dei dirigenti dell'AQIM nella città di Timbuktu. In Gao e Kidal numerose testimonianze parlano di saccheggi, ma anche di violenze e stupri contro donne e ragazze da parte di uomini armati, senza che sia possibile identificarli chiaramente.
 
Il MNLA ha dichiarato in numerose occasioni che in nessun caso avrebbe sfruttato la sua superiorità militare per andare oltre il confine stabilito e che era pronto a partecipare alla lotta contro il terrorismo. Ma questa organizzazione, che si è formata da una scissione, sembra esser superata dai diversi gruppi islamisti che non nascondono il loro desiderio di continuare la loro avanzata.
 
Si prepara l'intervento militare
 
La CEDEAO ha dichiarato la sua volontà di intervenire militarmente. Questa organizzazione regionale, seppur africana, non deve creare illusioni circa la sua indipendenza. La maggior parte dei leader, come Alassane Ouattara della Costa d'Avorio o Blaise Compaoré del Burkina Faso sono conformi alla Francia, altri, come il nigeriano Goodluck Jonathan, agli Stati Uniti.
 
Infatti, in occasione della riunione dei Capi di Stato Maggiore della CEDEAO svoltasi il 29 marzo ad Abidjan, erano presenti consiglieri militari francesi e americani. Allo stesso tempo, la Francia, attraverso il suo ministro degli Esteri Alain Juppé, assicurava il servizio diplomatico facendo votare nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite una dichiarazione che consente tale intervento. Al canale RFI, Juppé ha assicurato il sostegno della Francia, mettendo a disposizione la sua logistica per i 3.000 soldati previsti dalla CEDEAO. Ancora una volta, i problemi politici saranno regolati per mezzo delle armi con conseguenze devastanti per le popolazioni civili che soffrono già di una crisi alimentare.
 
La situazione in Mali è principalmente la conseguenza dei diktat imposti dagli organismi del capitalismo internazionale, la FMI e la Banca Mondiale, che negli anni ‘90 hanno imposto un adeguamento strutturale con numerosi tagli alla spesa pubblica portando ad un indebolimento considerevole dello stato e alla privatizzazione a oltranza delle principali imprese che hanno distrutto lo sviluppo economico e sociale. L'intervento militare della CEDEAO sarà un occasione d'oro per gli Stati Uniti e la Francia, per posizionarsi in modo più forte nella regione. Sono già operative truppe francesi nel Burkina Faso e consiglieri militari sono presenti in Mauritania.
 
Fonte originale: www.npa2009.org/content/mali-non-%C3%A0-l%E2%80%99intervention-militaire
traduzione in spagnolo di Faustino Eguberri per VIENTO SUR
 

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