www.resistenze.org - popoli resistenti - mali - 05-02-13 - n. 439

L'intervento militare in Mali: Operazione speciale per la ricolonizzazione dell'Africa
 
Alexander Mezyaev (Fondazione della Cultura Strategica) | nodo50.org/ceprid
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
03/02/2013
 
L'operazione militare lanciata nel Mali l'11 gennaio è un altro chiaro esempio di attività speciali destinate alla ricolonizzazione del continente africano. Si tratta di un piano ordinato e coerente di acquisizione di nuovi territori in Africa da parte delle potenze occidentali. Hanno preso il controllo del Sudan smembrandolo (togliendo al paese la maggior parte dei giacimenti di petrolio), i giacimenti petroliferi in Nigeria sono stati conquistati [dall'Occidente] d'accordo con la Corte internazionale di Giustizia (1), la Libia è in loro potere, a seguito dell'intervento militare diretto, la Costa d'Avorio è stata conquistata grazie ad un'azione militare su piccola scala condotta sotto l'egida delle Nazioni Unite. Si tratta di modi diversi di fare le cose, ma il risultato è lo stesso. Il processo di ricolonizzazione prende corpo in Africa...
 
Gli errori delle precedenti azioni aggressive sono state tenute in considerazione nell'occupazione del Mali. Oggi tutto il mondo è sicuro che l'Occidente stia difendendo la sovranità e l'integrità territoriale del Mali. Ma non è esattamente così. In realtà non è stato nel 2011-2012 che i gruppi terroristici sono apparsi nel nord del paese. Stavano organizzando e realizzando attività lì da decenni (2). La situazione è esplosa perché le armi libiche sono state prese dai salafiti dopo la caduta di Gheddafi. I materiali militari non sono giunti in Mali da se stessi: alcuni fatti dimostrano che la Francia ha partecipato nel loro trasferimento dalla Libia.
 
La logica degli eventi nel nord del Mali nel 2012 dimostra che si tratta di uno spettacolo molto ben orchestrato, diretto a preparare l'opinione pubblica per "l'imperativo dell'intervento militare". E' così che le armi libiche si sono sparse per tutta la zona e sono finite nelle mani dei tuareg. Si è stimolata l'azione militare. Ma ben presto i Tuareg hanno capito che li si stava utilizzando e hanno cominciato a prendere le distanze dall'indipendenza che avevano precedentemente dichiarato. Il Movimento Nazionale per la Liberazione del Azawad (MNLA) ha reso noto che la dichiarazione di indipendenza è stato "un tentativo di attirare l'attenzione internazionale sulla difficile situazione del popolo del nord" e ha espresso la sua disponibilità al dialogo (3). Immediatamente è stato attaccato dai veri responsabili della provocazione - Al Qaeda del Maghreb Islamico (AQIM) e gli islamisti del Movimento per l'Unità e la Jihad nell'Africa occidentale (MUJWA o MUJAO). Ansar Dine si è detto pronto a partecipare immediatamente. Nella riunione di novembre a Ouagadougou, Burkina Faso, il gruppo ha dichiarato che rifiutava la violenza, l'estremismo e il terrorismo e assunse la responsabilità della lotta contro il crimine organizzato lungo il confine (4). Nelle azioni di combattimento che sono scoppiate nel mese di novembre 2012, il Movimento Nazionale per la Liberazione del Azawad ha lottato contro queste organizzazioni islamiste nella parte occidentale di Timbuktu. Faceva tutto parte della strategia per la destabilizzazione del Mali. Tutti gli eventi qui descritti si verificano nel contesto della jihad e dei gruppi terroristici che giungono nel nord del Mali per rafforzare le formazioni armate (5). In questa zona sono giunti militi internazionali e contano sull'appoggio di tutte le principali forze terroristiche nella regione, tra cui il famoso Boco Harum nigeriano.
 
Secondo stime del Segretario Generale delle Nazioni Unite, la cattura della parte settentrionale del paese ha causato circa mezzo milione di rifugiati e migranti verso l'interno del paese. Il disastro umanitario si è diffuso in tutti i paesi limitrofi. Questo era l'obiettivo. Tutti i santuari musulmani a Timbuktu e altri antichi centri storici del Sahara sono stati distrutti per rafforzare l'effetto. Le azioni non avevano altra missione che causare uno "shock" nella comunità internazionale e dimostrare che l'intervento militare era un "imperativo". Questo è il contesto adeguato per l'estensione di ciò che stava dietro il colpo di stato che ebbe luogo in Mali nel marzo 2012, pochi giorni prima delle elezioni presidenziali, quando il presidente Amadou Toumani Toure fu rovesciato. Sembrava che non ci fosse alcuna logica nell'organizzare il colpo di stato (che ha rovesciato un presidente che non era candidato per il periodo successivo), ma può essere facilmente spiegato dal fatto che il Presidente e i vincitori più probabili erano oppositori dell'intervento militare occidentale. Dopo il golpe, l'idea di un intervento straniero è stata fortemente rafforzata. Il nuovo governo del Mali presso le Nazioni Unite ha chiesto aiuto militare e ha lanciato una denuncia alla Corte penale internazionale. Ma il concetto dell'intervento militare era tuttavia una questione di conflitto interno tra i sostenitori dell'"assistenza" occidentale e la missione militare inter-africana. Probabilmente questi due diversi approcci sono stati il motivo principale del fallimento del tentativo di colpo di stato alla fine di aprile (6) e del nuovo colpo di stato militare che ha spazzato il primo ministro Modibo Diarra.
 
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non ha condannato in nessuna occasione con fermezza questi golpe, ma ha espresso la volontà di affrontare la questione dell'imposizione di sanzioni nei confronti di coloro che violassero l'ordine costituzionale. Pertanto, non sono stati i leader di Al Qaeda, ma l'esercito del Mali ad esser minacciato di sanzioni dal Consiglio di Sicurezza.
 
Infine, la risoluzione del Consiglio di Sicurezza 2085 approvata il 20 dicembre 2012 autorizza l'intervento militare nel paese (7). La Missione Africana guidata dal sostegno internazionale al Mali (AFISMA) si dispiega. La forza è quella di includere 5000 maliani e 3300 soldati di una forza multinazionale. Il concetto è stato elaborato da parte delle autorità del Mali con i "partner" e approvato dalla Unione Africana e la CEDEAO. Ma chi sono i partner del Mali? Gli Stati Uniti, la Francia, la Germania, il Canada, l'Algeria, la Mauritania e il Niger. Ai primi di gennaio, le forze di Al Qaeda nel nord del paese hanno adottato un comportamento che è contrario alla logica, lanciando un'offensiva verso il sud. La città di Kona è stata conquistata il 7 gennaio. Dal punto di vista geografico, la città è un fattore critico, situata al confine tra nord e sud, per cui l'azione realmente ha significato l'inizio dell'offensiva contro il territorio dove risiede la maggior parte della popolazione del paese. Proprio in quel momento si mise immediatamente in marcia la decisione sull'operazione militare internazionale. La notte del 10 gennaio il presidente provvisorio del Mali, Dionkunda Traore, dichiara la mobilitazione totale e lo stato di emergenza (8).
 
L'11 gennaio le truppe francesi sbarcano in Mali. Le agenzie di informazioni hanno menzionato altri partecipanti all'operazione (Senegal, Niger); ma tutto il mondo sa chi interpreta il ruolo principale. Tra l'altro, ciò è diventato chiaro il giorno stesso dell'adozione della risoluzione 2085, quando il ministro degli Esteri del Mali ha ringraziato tutti i membri del Consiglio di sicurezza, ma esprimendo particolare gratitudine alla Francia (9). Bisogna tenere in considerazione che l'informazione relativa alla decisione della CEDEAO di predisporre l'invio immediato delle truppe è stata presa dopo la notizia che l'esercito francese stava per arrivare. La Francia ha avviato le operazioni prima dell'arrivo fisico delle truppe africane.
 
La campagna di propaganda sull'"intervento internazionale in Mali" ha un inconveniente: non vi è alcuna spiegazione ragionevole di ciò che c'è dietro le azioni di Al-Qaeda nel Maghreb islamico. Oggi si parla dei tentativi di rendere il nord del Mali una base permanente di operazioni. Ma Al Qaeda lo stava facendo negli ultimi dodici anni senza attirare l'attenzione. In realtà le azioni dell'attuale AQIM sono una palese provocazione allo scopo di fornire un pretesto per l'intervento straniero.
 
Pertanto, all'inizio di quest'anno ha avuto luogo un'operazione speciale volta alla ri-colonizzazione dell'Africa. C'è una rivalità tra i tre attori principali, che sono gli Stati Uniti, la Francia e la Cina. La Cina ricorre all'espansione economica, mentre le due nazioni occidentali si basano sull'intervento militare. Mentre in Libia e in Costa d'Avorio si sono commessi errori di informazione, oggi, nel gennaio del 2013, la conquista di questi paesi si spiega con ragioni "umanitarie", ma in modo goffo e poco convincente. Oggi la comunità internazionale sta lodando l'invasione francese per liberare Mali. A quanto pare, ci vuole una missione militare. Ma il paese deve affrontare una difficile scelta: gli islamisti o le truppe francesi. In qualunque caso il Mali dovrà pagare un prezzo alto per la libertà: regalando la propria sovranità, le ingenti risorse minerarie e la perdita dell'indipendenza per molti anni. Secondo il presidente francese, Francois Hollande, le truppe francesi resteranno in Mali, per il tempo necessario (10). E' inutile che lo spodestato presidente Amadou Touré dichiari che Parigi è più pericoloso di Tombuktu. L'Africa è sempre stata e continua ad essere un banco di prova per i vari scenari politici e militari occidentali (11). Non solo gli Stati africani, ma anche la Russia deve seguire attentamente il modo con il quale si sviluppa e si attua l'intervento militare (con successo finora) nel perseguire l'obiettivo di "garantire la libertà dagli islamisti". Di particolare importanza dato il tentativo dell'Occidente di screditare il potere in Russia, promuovendo nel contempo le attività islamiste nel territorio della Federazione Russa.
 
Tradotto per CEPRID (www.nodo50.org/ceprid) da Maria Valdes
 
Note:
 
(1) Camerun contro la Nigeria. Nazioni Unite Corte Internazionale di giustizia, 10 ottobre 2002 / / Corte Internazionale di Giustizia sito web ufficiale: http://www.icj-cij.org/docket/files/94/7453.pdf.
(2) In questo caso, è interessante vedere un film di Idrissa Ouedraogo 2002 che racconta la storia dei bambini che seguono la scia di Bin Laden in Burkina Faso (uno stato confinante a nord del Mali). Il film fu percepito come una commedia.
(3) Rappresentante della MNLA alla televisione francese. https://www.youtube.com/watch?v=RLHbrXBJ2Hw.
(4) Relazione del Segretario Generale sulla situazione in Mali, 29 novembre 2012. / / Documento delle Nazioni Unite S/2012/894, p.11.
(5) Relazione della riunione del Consiglio di Sicurezza, 5 dicembre, 2012, / / Documento S/PV.6879, p.2.
(6) Il colpo di stato in risposta ai tentativi del colpo di stato del 22 marzo 2012, quando il presidente Amadou Toumani Toure è stato rovesciato.
(7) Nove membri del Consiglio di sicurezza dell'ONU sono stati gli autori del progetto di risoluzione, tra cui Germania, Colombia, Marocco, Portogallo, Gran Bretagna, Stati Uniti d'America, Togo, Francia e Sud Africa. Lussemburgo, che non è membro, è stato anch'esso uno degli autori.
(8) Direzione Nazionale Provvisoria del Mali, https://www.youtube.com/watch?v=FTyH64p_7bQ.
(9) Consiglio di sicurezza dell'ONU, Verbatim, 20 dicembre 2012. Infatti, il Ministro degli Affari Esteri del Mali ha dichiarato che la Francia è stata dietro l'adozione della risoluzione.
(10) http://www.fondsk.ru/news/2013/01/12/v-mali-objavlena-vseobschaja-mobilizacija.html
(11) Cfr. il mio articolo "l'Africa come un banco di prova per il Nuovo Diritto Internazionale" presso l'Istituto di Studi Africani dell'Accademia di Scienze della Russia -. 2005 - pagine 10-11.
 

Resistenze.org     
Sostieni una voce comunista. Sostieni Resistenze.org.
Fai una donazione o iscriviti al Centro di Cultura e Documentazione Popolare.

Support a communist voice. Support Resistenze.org.
Make a donation or join Centro di Cultura e Documentazione Popolare.