www.resistenze.org - popoli resistenti - moldavia - 21-04-10 - n. 315

da www.lernesto.it:80/index.aspx?m=77&f=2&IDArticolo=19346
 
La lotta dei comunisti moldavi contro l’offensiva reazionaria sostenuta dalla NATO
 
di a cura di Aleksander Drabkin
 
La”Pravda”, giornale dei comunisti russi intervista Vladimir Vitiuk, del Comitato Politico Esecutivo del Partito dei Comunisti della Repubblica di Moldova
 
fonte: gazeta-pravda.ru/content/view/4439/46/
Traduzione di l’Ernesto online
 
Pubblichiamo la nostra traduzione dell’intervista (dal titolo “La Romania “missilizzata”, la Moldavia “romenizzata”) concessa al giornale dei comunisti russi, “Pravda”, da uno dei massimi dirigenti del Partito comunista della Repubblica di Moldova (PCRM, che rappresenta il 45% dell’elettorato del paese).
Il quadro che emerge dalle parole del compagno Vitiuk è drammatico. Dopo l’arrivo al governo, lo scorso anno, di una coalizione di destra che ha sostituito la precedente amministrazione comunista, ci troviamo di fronte allo scatenamento di una poderosa offensiva reazionaria, accompagnata persino dall’aperta riabilitazione del passato fascista. In un clima da autentica caccia alle streghe, stiamo assistendo anche alla persecuzione dei comunisti moldavi da parte della leadership nazionalista filo-romena sostenuta dagli Stati Uniti, che non hanno mai nascosto la loro volontà di integrare la piccola repubblica ex sovietica nella NATO.
E’ quella della Moldavia, senza ombra di dubbio, una situazione di sfacciata violazione dei diritti democratici (coperta dal complice silenzio dei grandi media occidentali) che ancora una volta si sviluppa in un paese del vecchio continente. Una situazione che richiama tutti i partiti comunisti e di sinistra europei, in particolare quelli come Rifondazione Comunista, legata al PCRM dalla comune appartenenza alla “Sinistra Europea”, a promuovere, senza esitazione e in tempi rapidi, un’efficace campagna di solidarietà internazionalista.
l’Ernesto online
 
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Sebbene le più rosee prospettive di disarmo nucleare globale vengano propagandate dalla dirigenza politica statunitense, aumenta vertiginosamente la febbre di nuovi conflitti in diverse regioni del mondo.
 
La linea del fronte dello scontro geopolitico
 
L’incendio che per anni è covato sotto le ceneri in Moldavia, sta divampando impetuosamente. Il membro del Comitato Politico Esecutivo del Partito dei Comunisti della Repubblica di Moldova (PCRM) e deputato del parlamento moldavo Vladimir Vitiuk, nell’intervista al nostro giornale, così valuta la situazione:
 
- L’attuale situazione politica nel nostro paese assume in questo momento un significato speciale, con sullo sfondo i mutati rapporti di forza nella regione. Mi riferisco soprattutto alla decisione della vicina Romania di installare nel suo territorio elementi del sistema antimissilistico statunitense. E’ evidente che, se ciò dovesse concretizzarsi, il nostro piccolo paese si trasformerà nella linea del fronte dello scontro geopolitico. In pratica, la frontiera con la Romania si è trasformata già oggi nella linea divisoria tra due mondi: la comunità delle ex repubbliche sovietiche (attuali membri della CSI) e la comunità dei paesi della NATO, di cui la Romania fa parte. L’attuale governo moldavo appoggia la decisione di installare missili della NATO in Romania, e rifiuta di ratificare il trattato di frontiera tra Moldavia e Romania. Ciò significa che il nostro piccolo paese sarà inevitabilmente trascinato nelle avventure militari della NATO. Qualsiasi aggravamento della situazione comporterebbe l’essere vittime dello scambio di colpi tra parti in conflitto tra loro. Ciò crea allarme tra la maggioranza del popolo moldavo. La società del nostro paese esige una risposta convincente.
 
Il PCRM sta conducendo una campagna di sensibilizzazione, in cui i nostri rappresentanti in modo energico e conseguente si oppongono a che la Moldavia si trasformi in territorio della NATO. Ma i nostri mezzi sono insufficienti e per questa ragione confidiamo nel sostegno internazionale. E’ certo che la situazione sta diventando pericolosa non solo per la Moldavia, ma anche per tutta la regione dei Balcani, che in più di un’occasione si è trasformata nella zona dove si sono manifestati i conflitti europei ed anche mondiali. Da tempo i Balcani sono noti come il “ventre d’Europa”. Questa definizione ancor oggi calza a pennello, esattamente come nel secolo scorso e anche in quello precedente.
 
D: Che relazione vedi oggi tra la situazione nel tuo paese e i problemi internazionali?
 
R: Oggi, dopo che è già passato più di mezzo anno da quando la maggioranza di ultra-destra nel parlamento moldavo ha formato un governo reazionario, dobbiamo constatare un’evidente dinamica negativa, tanto sul piano socio-economico, che negli sviluppi politici della Moldavia. Fin dai primi giorni del suo insediamento al potere, il nuovo governo si è posto come obiettivo principale l’eliminazione del suo principale oppositore: il Partito Comunista della Repubblica di Moldova. Sapendo che il suo passaggio al governo è alquanto provvisorio, e dimostrandosi assolutamente incapace di avviare politiche autenticamente popolari, la destra, o molto più semplicemente rivelando di non desiderare il rafforzamento e lo sviluppo di una Moldavia indipendente, la destra cerca con tutti i mezzi di gettare discredito sull’eredità positiva dei nostri otto anni di governo, di cui oggi noi comunisti ci sentiamo pienamente orgogliosi. Allo stesso tempo i nostri avversari tentano di smantellare le basi del nostro sistema statale, di far sprofondare la società nella disperazione, nella mancanza di fede nel futuro del paese. Quelli che fino a poco tempo fa stavano all’opposizione, arrivati al potere si rivelano come una miscela di forze anti-nazionali, anti-moldave. Il loro primo obiettivo è il proprio arricchimento, il saccheggio delle ricchezze del nostro paese, accumulate con tanto lavoro dai comunisti in otto anni di governo.
 
Naturalmente questi effimeri governanti si pongono un altro obiettivo strategico: che la Moldavia sia assorbita dalla vicina Romania. Confidano nel fatto che in questo modo si possa nascondere l’intera spoliazione del patrimonio del paese. Indubbiamente confidano nel gradimento dei loro padroni, che aspirano ad allargare il raggio di installazione delle nuove attrezzature militari. Si può riassumere affermando che gli attuali politici liberali moldavi sono assassini di stato, reclutati per assassinare la propria patria.
 
Certamente sulla strada che conduce all’esecuzione di questo crimine, si incontrano ostacoli naturali: la verità storica, l’opinione pubblica, l’orgoglio nazionale del popolo e, la cosa più importante, un partito che è disposto a difendere fino in fondo l’indipendenza del paese e il diritto della nostra nazione all’autodeterminazione, e questo partito è il Partito dei Comunisti della Repubblica di Moldova.
 
E non è un caso che uno dei primi passi dei nuovi governanti sia rappresentato dagli attacchi alla storia e all’unità del popolo, alla pace interetnica e alla concordia, ai fondamenti dello stato, alla sua base legislativa. Per questo gli attuali governanti si sono lanciati con rabbia a ridisegnare la Costituzione del paese. Per questo hanno avviato il processo definito di “inchiesta del passato comunista”, per questo l’attuale governo non cessa di parlare pubblicamente della necessità di rinunciare alla nostra denominazione di popolo moldavo, di rinunciare alla nostra madre lingua. Per questo la strategia nella guerra scatenata contro la propria società e il proprio paese passa attraverso la distruzione della principale forza politica dello stato, il Partito Comunista.
 
Ciò che sta accadendo oggi in Moldavia per quanto riguarda i membri del nostro partito, è paragonabile unicamente con ciò che è accaduto all’inizio degli anni 90: un assedio permanente da parte della stampa, licenziamenti illegali, insulti pubblici, minacce, ricatti, apertura di cause giudiziarie per il delitto di appartenenza al PCRM. Il caso più scandaloso si è verificato nella località dove sono nato, Balti. Hanno arrestato due nostri giovani attivisti. Sono stati incarcerati in violazione di tutte le norme richieste dalla legge. Per tutto il tempo della loro detenzione, i giovani sono stati sottoposti a continue pressioni allo scopo di ottenere testimonianze false contro i leader dell’organizzazione locale del PCRM. Questo è il modo con cui il governo cerca di raggiungere i suoi obiettivi: mettere ai margini la società, distrarre la gente dai problemi reali del paese, nascondere i propri crimini, come la partecipazione dei partiti di ultra-destra al tentativo di colpo di stato del 7 aprile dello scorso anno.
 
Di giorno in giorno è sempre più evidente che l’attacco dell’anno scorso contro gli organi statali del governo, contro il sistema costituzionale del paese, è stato organizzato e attuato da forze dei partiti della destra. E ora che sono al potere, i loro leader cominciano a confessare con arroganza il ruolo che hanno giocato il 7 aprile 2009. I saccheggi di allora, li definiscono orgogliosamente come rivoluzione, e trasformano in eroi i componenti della marmaglia reazionaria che ha dato l’assalto al parlamento e alla sede della presidenza. Ma la nostra società, che allora uscì profondamente traumatizzata, condanna nella sua maggioranza con durezza questo attacco contro il paese e si mostra assolutamente contraria al fatto che i saccheggiatori e gli organizzatori dei disordini vengano trasformati in eroi. Di fronte a questa realtà. la destra cerca in ogni modo di mascherare il suo coinvolgimento in quegli eventi, scaricando la colpa su chi non vi è coinvolto.
 
Un’altra pennellata per completare il ritratto della destra. Dallo scorso autunno si ripete sempre più frequentemente l’assedio ai giornalisti russofoni, vengono chiuse emittenti radiofoniche, nel tentativo di limitare in ogni modo il ruolo della lingua russa. E questo non rappresenta solo un attacco agli interessi della Russia, ma una minaccia alla pace sociale, un tentativo di sconvolgere le basi politiche stesse del nostro stato, qualcosa di inaccettabile.
 
Faremo tutto il necessario perché la Moldavia continui ad essere sempre amica della Russia.
 
D: Come verrà celebrato in Moldavia l’anniversario della Vittoria sul fascismo?
 
R: In modo diverso. Con le leve del potere nelle proprie mani i partiti della destra filo-romena si sono messi a riscrivere la storia. Utilizzando in pratica la propaganda nazista, antisovietica, dei tempi di guerra, denigrano le gesta dei soldati sovietici, trasformano in eroe un traditore come Antonescu. Hanno istituito la croce di ferro come medaglia con cui decorare tutti i combattenti, indipendentemente dalla parte per la quale hanno combattuto.
 
Ma il popolo non accetterà gli spropositi di questi fascisti. Il 9 maggio a Chisinau decine di migliaia di persone renderanno omaggio al memoriale sovietico della Vittoria. In tal senso il PCRM ha approvato una risoluzione speciale e il Comitato Esecutivo ha organizzato un programma di celebrazione di questo giorno di festa. Lo celebreremo insieme al nostro popolo.
 
D: Ancora una domanda. La destra gode di un sostegno dall’estero, per attuare tutto quello che hai spiegato in modo così eloquente?
 
R: Naturalmente. Sembra che ci troviamo ancora una volta davanti a ciò che negli Stati Uniti si dice “lasciare tutto pulito come in un campo da golf”. Diretti dall’estero, gli anticomunisti locali fanno pulizia della storia, del modo di vita e della mentalità del popolo, affinché resti solo l’uniforme prato una storia riscritta e la gente dimentichi il suo passato. Creare le condizioni perché sia più facile introdurre truppe straniere con i loro missili. Una Romania “missilizzata”, insieme ai suoi alleati della NATO, decisa ad assimilare una Moldavia “romenizzata”. Non è forse questo che vogliono?
 
Questo sono intenzionati a fare. Ma noi comunisti non lo permetteremo.
 
 

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