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http://www.rebelion.org/noticia.php?id=4461
Katmandù paralizzata dagli scioperi e dall’assedio
delle forze maoiste
Rivendicazioni contro il liberismo e le
centinaia di desaparecidos
10 Settembre 2004
Servizio Informativo - Un Mondo da Conquistare
Per una settimana, a partire dal 17 agosto, un blocco militare operato dai
maoisti ha isolato Katmandú, mentre i sindacati guidati dai maoisti facevano
chiudere per sciopero le maggiori e più odiate imprese del paese.
Oltre alle consuete rivendicazioni economiche contro il neoliberalismo
imperante, si esigeva la libertà di centinaia di maoisti e simpatizzante
carcerati, e notizie dei centinaia di scomparsi (1.430 negli ultimi tre anni
secondo la filogovernativa Commissione Nazionale per i Diritti Umani!), per lo
più visti l’ultima volta nelle mani delle forze dell’ordine. L’assedio è finito
quando il governo ha accettato di fornire risposte entro un mese, pena la
ripresa dell’assedio
Dopo la sospensione del blocco, le imprese che erano state scenario di scioperi
hanno continuato a rimanere ferme.
Il blocco è stato indetto dai comitati del distretto del Partito Comunista del
Nepal (Maoista) e dal Consiglio Unito del Popolo Rivoluzionario,
l’organizzazione di massa sotto la guida del partito che costituisce l’embrione
del futuro governo popolare.
Due elementi mettono ben in luce il successo del blocco. La forza rivoluzionaria che mostra la
capacità maoista di fermare quasi tutto il traffico in entrata e in uscita
dalla capitale. Nel febbraio del 2004 ed in altre occasioni,
l’Esercito Popolare di Liberazione diretto dal PCN (M) ha imposto forti blocchi
nei capoluoghi, soprattutto nell’ovest del Paese, da tempo base maoista. I
blocco della viabilità fra città e paesi sotto il controllo del governo,
alleviano moltissimo la sofferenza delle masse perché impediscono ai soldati
dell’Esercito Reale del Nepal (ERN) di entrare per saccheggiare e massacrare,
obbligandoli ad operare con elicotteri, il che ne riduce la capacità offensiva
oltre a pesare fortemente sulle casse del governo. Questa è stata la prima
volta che si è svolta un’azione di tale portata nella maggiore piazzaforte del
governo, dove si concentra il suo potere politico, economico e militare.
Il secondo elemento è il modo in cui si è imposto il blocco. Come ha detto la
BBC: “Ha
potuto contare su di un appoggio di massa, senza una bomba o mina in nessuna
strada.” Nei primi giorni il traffico è passato dalle migliaia di
veicoli al giorno ad appena 150, e questi erano solo quelli dei militari. È
ovvio che i maoisti non avrebbero potuto ottenere questo risultato se non
avessero costruito una potente forza militare ed indebolito fortemente le forze
armate ed autorità del nemico. Ma la volontà che hanno imposto al governo ed alle
aziende era quella di una parte enorme e crescente della popolazione. Per
questa “segreta” ragione, il blocco ha avuto completo successo senza grandi
scontri militari.
Anche gli scioperi hanno contato su un ampio appoggio della popolazione.
Convocati dalla Federazione Sindacale Nazionale Rivoluzionaria, contro l’Hotel
Soaltee, Surya Nepal Pvt Ltd, Bottlers Nepal Ltd, Elite Oil Store, Tankeshwar
Garment Industry, Pashupati Spinning Mill, Shanghai Plastic Industry, Norsang
Carpet, Srawan Garment, Yeti Fabric e Makalu Yatayat Pvt Ltd. La maggioranza di
queste imprese appartengono alla famiglia Shah e Rana ed ai suoi familiari e seguaci, combriccola
feudale neoliberale che sfrutta il popolo in vari modi. Si sono verificati
anche scioperi contro le filiai della Coca - Coda ed altre mulitnazionali con
investimenti di Stati Uniti, Inghilterra, Germania, Francia ed altri paesi
imperialisti.
Gli apologeti dell’imperialismo propagano la bugia che queste imprese sono
buone per l’economia del paese e danno lavoro ai nepalesi. La verità è che gli investimenti
degli imperialisti sfruttano la manodopera del paese ed impediscono lo sviluppo
del capitale nazionale.
Il PCN
(M) ha identificato la principale contraddizione da superare mediante la guerra
popolare in questa tappa: l’attrito esistente tra il popolo nepalese e il
reazionario Stato nepalese, che rappresenta il feudalesimo ed il capitalismo
burocratico compradore. puntellati dall’imperialismo e dall’espansionismo
indiano.
Per abbattere lo Stato, i maoisti contano sulla guerra popolare e non sugli
scioperi. Non speravano, come ciarlano alcuni giornalisti servili, che lo
sciopero ed il blocco avessero come fine un’insurrezione nella capitale. Le
azioni erano parte del processo con cui il partito vuole indebolire il
reazionario governo e preparare le masse delle città per ribellarsi quando
siano mature le condizioni per un’insurrezione urbana col trionfante
accerchiamento delle città dalla campagna.
Le organizzazioni maoiste hanno invitato pubblicamente a chiudere le imprese e
a bloccare la capitale con settimane di anticipo, al fine di fare conoscere gli
obiettivi, organizzare la popolazione e dargli tempo sufficiente di prepararsi.
Si era avvertito il governo reale che avrebbe dovuto rispondere alle richieste,
tra le quali punire i colpevoli del recente assassinio politico di alcuni
attivisti nella valle di Katmandú, come Bharat Dhungana, un leader del paese di
Nuwakot, vicino alla capitale, assassinato dall’ERN, ed un compagno
dell’organizzazione studentesca morto in Dhading il mese scorso. Per ostacolare
gli scioperi, il governo ha inviato circa mille uomini dell’ERN nel distretto
di Acham, e Binayek e Kamal Bazar. Ma ad una settimana dall’inizio
dell’operazione l’Esercito Popolare di Liberazione di quel distretto li ha
obbligati a ritornare alle loro caserme.
Fra le imprese che hanno ricevuto l’ordine di sospensione dell’attività a
partire dal 17 di agosto c’è l’Hotel Soaltee, di proprietà di Gyanendra Sha,
autoincoronatosi re del Pese dopo aver assassinato suo fratello, il re
Birendra, nel 2001.
Il 16 agosto, sono esplose quattro bombe d’avvertimento nella proprietà di
questo hotel. Rapidamente tutte le imprese hanno sospeso l’attività e sono
rimaste chiuse. Non si è avuta notizia di morti civili né durante il blocco né
durante gli scioperi.
Dopo l’inizio degli scioperi, è scattato il blocco della valle di Katmandú. Gli
autotrasportatori privati e le piccole imprese hanno rispettato lo sciopero. I
maoisti hanno obbligato a sospendere l’attività di alcune grandi imprese di
trasporto, come Makalu Yatayat. Spaventata dall’ampio appoggio allo sciopero,
la famiglia reale ha ordinato all'ERN di costringere con la forza delle armi
alcuni autotrasportatori al lavoro. L'ERN ha usato gli elicotteri per scortare
alcuni autobus di passeggeri e camion di carico.
Scattate le operazioni, i rappresentanti dei governi statunitense, britannico,
francese e tedesco le hanno subito condannate, schierandosi con l’odiato e
moribondo sistema reazionario del Nepal. Mentre il governo del re celebrava una
riunione di sicurezza speciale a Katmandú ed annunciava che avrenbbe fatto
conoscere la sorte dei desaparecidoa nell’arco di un mese, a Washington il
Dipartimento di Stato ha emanato un bollettino che condanna «..le riprovevoli
azioni che pregiudicano solo nepalesi innocenti e debilitano la fragile
economia del paese».
Secondo la stampa nepalese «..le
minacce e la violenza dei maoisti scavano solo un solco fra lo sviluppo
sociale, politico ed economico del Nepal e mostrano di disprezzare il benessere
della popolazione»… «Gli Stati Uniti respingono fermamente l’intimidazione, il
terrorismo e le minacce di violenza contro civili da parte dei maoisti… Le
legittime richieste dei nepalesi devono risolversi con mezzi politici,
pacifici».
Questo dalla bocca di un governo che ha usato tutti i mezzi meno pacifici per
soddisfare i suoi interessi in Iraq e nel resto del mondo, e che è un
importante sostegno e fonte di armamento per il governo reale del Nepal!
L’inviato speciale britannico Jeffrey James ha convocato una conferenza stampa
in cui ha dichiarato: ci preoccupano molto «le minacce alle imprese e alla
popolazione in generale del paese». Ma la vera minaccia alle imprese
autenticamente nepalesi e alla popolazione in generale proviene dalla
dominazione imperialista e dai suoi nepalesi reazionari e feudali. Allo stesso
modo, in una conferenza organizzata dal Consiglio Nepalese su Temi Mondiali a
Katmandú, Kul Chandra, l’aiutante del segretario generale dell'ONU e
vicedirettore generale dell'UNICEF, ha sollecitato i maoisti a sospendere lo
sciopero: «Se i maoisti pensano che la popolazione li appoggia, dovrebbero
deporre le armi e partecipare alle elezioni». Come una rana al fondo di un
pozzo fangoso, che non può vedere nessun altro mondo che non sia quello del
pozzo, Kul Chandra non poteva prevedere nessun futuro migliore per la
popolazione nepalese, salvo quello delle reazionarie elezioni parlamentari.
Il governo indiano ha ordinato che si presentasse immediatamente in India il
primo ministro nepalese Sher Bahadur Deuba e che informasse della situazione le
sue controparti indiane. Ha richiamato anche i dirigenti dei partiti politici
nepalesi. Si dice che lo stesso re Gyanendra sarebbe stato sul punto di andare
a Nuova Delhi. Durante lo sciopero, il governo indiano minacciava di portare
via aerea aiuti al governo reale, ma ha dovuto abbandonare il progetto per la
reazione antiindiana nel Nepal.
Gli
scioperi ed il blocco hanno spaventato tanto i proprietari terrieri feudali e i
capitalisti burocrati del Nepal che i loro padroni imperialisti e indiani.
Durante il blocco della valle della capitale, il comitato di
distretto di Kavre del PCN (M) ed il governo popolare locale hanno annunciato
uno sciopero in quel distretto a partire dal 24 di agosto.
I comitati di distretto di Dolakha e Sindhupalchok, vicini al distretto
orientale della valle di Katmandú, hanno annuciato scioperi nelle capitale del
distretto. Dal 25 al 26 di agosto, una protesta contro gli arresti arbitrari ed
assassini da parte del governo ha paralizzato la regione di Mithila, l’oriente
del Terai.
Il 24 agosto in Sindhupalchok, un contingente della Quinta Brigata
dell’Esercito Popolare di Liberazione (EPL), ha compiuto un’azione contro l’ERN
facendo quattro morti e catturando armi. Il 21 agosto, un’unità della Terza
Brigata Satbaria dell’EPL ha attaccato la capitale del distretto di Jumla, ha
arrestato le autorità locali e messo in libertà tre carcerati politici. Il
giornale maoista Janadesh ha informato (il 30 agosto 2004) che sono morti in
quell’azione un elemento dell’EPL ed uno dell’ERN durante l’incursione.
traduzione dallo spagnolo di FR