www.resistenze.org - popoli resistenti - nigeria - 13-05-14 - n. 498

E' l'altruismo che spinge gli Usa a voler liberare le studentesse nigeriane rapite?

Nazanín Armanian | rebelion.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
12/05/2014

Che la famiglia Obama sia alla testa della sensazionalistica campagna per la liberazione delle 234 studentesse rapite in Nigeria da un gruppo terroristico solleva diverse domande:

1. Perché adesso, se le studentesse sono state rapite il 14 aprile? Mesi prima, lo stesso gruppo aveva ammazzato circa 1.500 bambini e adulti senza colpire la sensibilità di coloro che oggi sollevano la bandiera dei diritti umani.

2. Ogni settimana decine di civili in Afghanistan, Pakistan o Yemen sono assassinati o mutilati delle bombe lanciate dai droni statunitensi. Perché nessuno chiede l'invio di commandos negli Stati uniti per fermare i responsabili di questi atti terroristici?

3. Con quale autorità morale si inviano militari uomini statunitensi per liberare queste giovani rapite da alcuni delinquenti sessuali, se loro stessi, collettivamente, sono stati accusati non solo di abusi sessuali sulle donne irachene e afgane (che dicevano di essere andati a proteggere) ma anche sulle loro stesse compagne? Nel 2013 sono state presentate 5.061 denunce (vedere: Sexual Assault in the U.S. Armed Forces). Una soldatessa statunitense, in Iraq o Afghanistan, aveva più probabilità di essere violentata dal suo compagno, che essere abbattuta dal nemico.

4. Perché sono preoccupati per queste povere ragazze e non per le 683.000 donne statunitensi, in maggioranza nere e povere, che sono rapite e/o violentate ogni anno? L'83% delle bambine tra 12 e 16 anni sono vittime di aggressione sessuale (nelle sole scuole pubbliche), come accade ad altri 800.000 minori di 10 anni, senza che si attivi alcuna campagna per affrontare questa vergognosa questione, lì e in altri paesi del mondo?

Dall'Europa, i ricchi e bianchi dirigenti che annegano gli esuli africani nei loro mari, sono capaci di pubblicarne su internet le foto in gesto di solidarietà. Che ipocriti! Costoro difendono i propri interessi, sempre infami, ieri con la scusa del burka delle afgane e ora approfittando della tragedia di queste ragazze.

Jama'atu Ahlis Sunna wal-Jihad Lidda'awati, cioè, "Società sunnita per la propagazione del Jihad" o Boko Haram, come l'altro gruppo islamico Ansaru, hanno commesso decine di attentati indiscriminati, ammazzando quelli che considerano kafir (dall'arabo kofr, detti e atti di persone di qualunque credo che negano i principi fondamentali dell'Islam), come agli atei, musulmani laici o non praticanti e i cristiani che considerano Gesù figlio di Dio o Dio. Le loro azioni, come i loro discorsi, offrono un pretesto perfetto per una maggiore militarizzazione dell'Africa e agli xenofobi affinché covino l'uovo d'oro della "guerra delle civiltà".

Torna il fattore "petrolio"

La Nigeria è il quarto maggiore esportatore mondiale di gas naturale liquefatto e il primo produttore di petrolio di alta qualità e facile da raffinare dell'Africa, con una produzione di 2,5 milioni di barili al giorno. Fino al 2011, il 70% del petrolio nigeriano era destinato agli Usa. Dopo, in seguito alla scoperta del gas di scisto nel suolo statunitense, questa quantità è scesa del 15%. Così, il governo del presidente Goodluck Jonatan ha offerto alla Cina - che ha investito circa 10 miliardi di dollari nell'industria petrolifera nigeriana - l'eccedenza. Ma una cosa è che gli Usa oggi non abbiano bisogno di questo petrolio e cosa ben diversa è che permettano che a prenderlo sia il loro principale rivale, cui ha cercato di tagliare le rotte di approvvigionamento energetico da Sudan, Libia, Mali e Iran, per ostacolarne il progresso economico.

Gli africani vedono nella Cina (che dove si stabilisce, normalmente, costruisce scuole, alloggi sociali, ecc.) una alternativa alle industrie petrolifere occidentali che hanno trascorso decenni a distruggere il paese. Queste non solo gratificano i ribelli e i terroristi affinché li lascino in pace e non sabotino gli oleodotti, ma corrompono gli stessi funzionari per ottenere il petrolio "in nero", cioè senza pagare le tasse. Guadagnano 140 miliardi di dollari l'anno, mentre il 70% dei 160 milioni di abitanti del paese vive con meno di 2 dollari al giorno.

Il Movimento per l'emancipazione del Delta del Niger (Mend), un gruppo armato che compie atti di sabotaggio agli oleodotti di Royal Dutch Shell e Chevron Corp, denuncia il disastro ecologico provocato da queste compagnie: i tubi difettosi che disperdono il petrolio nei campi coltivati e nelle acque, attraversano le strade di migliaia di persone che sopravvivono in baracche senza elettricità, senza scuole, senza ospedali e dove le malattie si diffondono facilmente.

Shell è stata accusata di aver collaborato col governo all'esecuzione di attivisti nigeriani nel 1995, tra i quali si trovava lo scrittore cinquantaquattrenne Ken Saro-Wiwa Saltar, candidato al premio Nobel per la letteratura.

Secondo gli ecologisti, all'incirca 1,5 milioni di tonnellate di petrolio sono state versate nel delta di Niger. Le compagnie Shell, ExxonMobil, Chevron, Total ed Eni qui non vogliono concorrenza, soprattutto se è cinese.

Africom cerca una casa

Gli Stati Uniti controllano l'Africa attraverso il Comando centrale (Centcom), il Comando del Pacifico (Pacom) e il Comando europeo (Eucom). Inoltre, contano sulla base militare strategica di Gibuti e la Africa Partnership Station nel Golfo della Guinea. Africom sarebbe un modo per aumentare ancora di più la stretta su queste terre.

Controllare le immense risorse naturali, limitarne l'accesso della Cina e cercare una sede per Africom nel continente nero - la cui missione consiste nel proteggere gli interessi Usa in Africa - sono i tre pilastri della strategia americana in questa parte del mondo.

La Comunità di sviluppo dell'Africa meridionale (Sadc) e i 15 paesi della Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale, compresa la Nigeria, oltre a rifiutarsi di accogliere il quartier generale di Africom - attualmente a Stoccarda, in Germania -, hanno mostrato la loro opposizione alla presenza delle truppe statunitensi nei rispettivi paesi. L'Unione africana assicura la loro capacità di difendersi e proteggere la propria terra e di non aver bisogno dei soldati americani.

Il terribile assassinio di Gheddafi e la caduta dello stato libico (oggi sprofondato nel caos), grazie all'intervento Nato hanno aumentato le reticenze verso le pretese di Washington. Eppure, nel 2012 Obama si valse dei propri poteri speciali per inviare più militari in Nigeria, con il pretesto della lotta contro la "filiale di Al Qaeda". Curiosamente, Buko Haram riceve finanziamenti dall'Arabia Saudita - intimo amico dell'Occidente -, come gli jihadisti afgani, ceceni, libici, siriani, ecc., che hanno inoltre ricevuto addestramento e supporto logistico dalla Nato. Le truppe statunitensi hanno già poggiato gli stivali sul terreno della Nigeria e presto faranno lo stesso i militari britannici.

Qualche azione in più dei talebani africani, una più intensa campagna pubblicitaria sui media occidentali e il Pentagono potrà avere le sue basi militari in Nigeria.

François Bozizé, presidente della Repubblica Centrafricana, abbattuto nel 2013 da un colpo di stato simile a quello dell'Ucraina, dice che è stata la firma di un grosso accordo petrolifero con la Cina il principale motivo della sua caduta.

Il messaggio di Eliseo e Casa Bianca a GoodLuck Jonathan è chiaro: guarda cosa è successo al tuo vicino!

Il dittatore, che per tre settimane ha tentato di ignorare il sequestro delle ragazze e il massacro di circa 300 persone dello stesso gruppo, dalla sua poltrona del G-20 e nonostante il paesaggio sociale dantesco, afferma che la Nigeria scalcinata, sottosviluppata, oltraggiata e derubata, "va bene" e
aggiungerà, con i militari anglo-americani "andrà meglio".

Speriamo che la superpotenza che possiede strumenti capaci di scoprire un pianeta extrasolare simile alla terra a 500 anni luce di distanza, riesca a localizzare e recuperare queste ragazze ed elevare così la popolarità, caduta in basso, del presidente Obama. In caso contrario, non cambierà nulla. La notizia verrà rimossa dai titoli e il problema dimenticato, mentre l'obiettivo principale sarà ormai raggiunto.


Resistenze.org     
Sostieni una voce comunista. Sostieni Resistenze.org.
Fai una donazione o iscriviti al Centro di Cultura e Documentazione Popolare.

Support a communist voice. Support Resistenze.org.
Make a donation or join Centro di Cultura e Documentazione Popolare.