www.resistenze.org - popoli resistenti - nicaragua - 24-04-05

da http://www.workers.org/2005/world/nicaragua-0428/

Il Nicaragua e "l'Asse del Bene"


di Heather Cottin

Washington 20 Aprile 2005

L'amministrazione di Bush ed i suoi esperti hanno lanciato una pressione mediatica a tutto campo come parte di una campagna per destabilizzare le imminenti elezioni presidenziali in Nicaragua.

In visita in America Latina a Marzo, il Segretario di Stato Donald Rumsfeld ha annunciato la sospensione di ogni assistenza militare US al Nicaragua- circa $2,3 milioni- in quanto il paese ha mancato di distruggere il suo arsenale di missili SA-7. Finché il governo di Managua era tenuto al guinzaglio da Washington, la cosa non li infastidiva. Ma ora si dice che Rumsfeld sia preoccupato che il Sandinisti possano vincere le imminenti elezioni (avendo ancora radici profonde nell'Esercito nicaraguense).

Il 19 Luglio 1978, il Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN), con un lotta di guerriglia, condusse l’esercito popolare a rovesciare il dittatore Gen. Anastasio Somoza Garcia, appoggiato dagli US. In risposta, l'amministrazione di Reagan allestì, finanziò ed armò un gruppo contro- rivoluzionario noto come "Contras," per gestire una sporca guerra contro il processo rivoluzionario.

I missili contraerei a spalla di produzione sovietica SA-7, che gli Stati Uniti ora pretendono che siano distrutti, sono parte dell'aiuto militare che l'URSS aveva spedito in sostegno al movimento condotto da Sandino per difendersi dal terrorismo militare degli Stati Uniti.

Mentre la controguerriglia dei Contras, orchestrata dalla Cia, si abbatteva sulla popolazione, Washington sparse anche manciate di denaro al fine di manipolare le elezioni, per estromettere i Sandinisti e instaurare un governo fantoccio degli US. Nel 1990 l’ex Presidente US Jimmy Carter si recò a Nicaragua, apparentemente per osservare la votazione. Ma alla vigilia dell'elezione apparve in prima pagina sul quotidiano nazionale con Violeta Chamorro, la candidata di opposizione e proprietaria del giornale; le loro mani intrecciate, alzate in un saluto di vittoria anticipata.

Ora Washington e Wall Street stanno orchestrando un’altra campagna mediatica di manipolazione delle elezioni del Nicaragua, puntata contro i Sandinisti, che si dice abbiano ancora molti sostenitori nel barrios e nell’esercito.

Il leader Sandinista Daniel Ortega ha aperto la sua quarta campagna per la presidenza del Nicaragua. Ginger Thompson scrive sul New York Time del 5 aprile:" Particolarmente fra masse disperatamente povere del Nicaragua, Ortega, ora 59enne, è rimasto popolare, ed è stato in grado chiamarle al boicottaggio del governo".

Thompson aggiunge in un altro articolo, il 10 aprile che sono passate più di due decadi dalla lotta in Nicaragua che "ha tenuto Washington sveglia la notte" ma che "negli ultimi mesi, nuove paure ma la stessa vecchia politica, hanno riportato agitazione e scompiglio"

Lo spettro della lotta

Un spettro si aggira su Washington.

"Cosa sta accadendo nel nostro vicinato?" ulula il  neo-con Otto Reich, Segretario di Stato US per l’Emisfero Occidentale. Questo esule cubano di destra, a lungo agente Repubblicano di sporche faccende, aggiunge che "un’alleanza tra sinistra e popolari sta sommergendo la maggior parte del Sud America. Alcuni paesi andini e centroamericani stanno recedendo dalla riforma economica".

Il governo statunitense sta preparandosi ad affrontare quella che vuol definire una minaccia terroristica in America Latina, con mezzi economici, militari e politici. Reich dice direttamente "Il primo compito degli Stati Uniti e di qualunque coalizione di volonterosi che può chiamare a raccolta nella regione, è di affrontare la pericolosa alleanza posta da Cuba ed il Venezuela."

In un articolo di Aprile intitolato "Sconfiggere l'Asse Cuba-Venezuela " edito dalla National Review (destra), Reich asserisce "la società civile pro-democrazia ed anti-radicale è sotto la minaccia della violenza- la "violenza è lo strumento preferito dei radicali- perciò occorre l’appoggio morale, politico e materiale delle nazioni libere del mondo."

La violenza è lo strumento preferito dei radicali? Un analista mediatico chiama la campagna dei media e l'amministrazione di Bush "menomati nell’ironia". (Fair, 6 Aprile)

In America Latina sta germogliando la resistenza alla repressione militare ed economica degli US. Sondando l’avversione per l’intervento US in America Latina, Reich avverte che “alcuni paesi stanno scivolando indietro dalla riforma economica" è un'ammissione che le pretese commerciali imperialiste US (come quelle del nuovo Central American Free Trade Agreement (CAFTA) che dovrebbe essere completato in Maggio) stanno affrontando sfide serie.

I guatemaltechi in Marzo hanno montato grandi dimostrazioni contro la CAFTA e la ripresa di aiuti US all’esercito guatemalteco. Il governo guatemalteco ha risposto con la violenza ed una nuova tornata di persone scomparse.

In risposta al proposto trattato di libero commercio annunciato dal CAFTA, i Sandinisti hanno denunciato che tali accordi avrebbero provocato fallimenti in Nicaragua e favorito "l’aumento di povertà e disoccupazione." (Prensa Latina, 30 Marzo)

Il Nicaragua dal 1990 è stato un primo esempio di programmi economici aggressivi che hanno privatizzato terra e risorse, approfondito il disagio dei poveri e tagliato i servizi sociali alla maggioranza della popolazione.

Attraverso tutta la regione le devastanti riforme del libero commercio neoliberali hanno “ampiamente aumentato il numero di poveri e di 'estremamente poveri' e allargato lo iato che separa i ricchi dai poveri in America Latina e nei Caraibi.” Il numero di poveri in questa enorme regione è stato valutato a tra i 130 e 196 milioni di persone. (Atilio Boròn," Democrazia o Neoliberalismo" Boston Review)

Allo stesso tempo, Cuba ed il Venezuela stanno dando un segnale, continuando a concentrarsi sul migliorare le condizioni per le masse mentre resistono all’aggressione US.

La minaccia di quello che il Presidente venezuelano Hugo Chavez ha chiamato "l’Asse del Bene" sta preoccupando Washington.


Traduzione dall’inglese Bf