www.resistenze.org - popoli resistenti - nicaragua - 21-09-07 - n. 195

da: www.rebelion.org
 
Il Nicaragua torna a lottare a fianco dei più oppressi del mondo
 
Intervista all’ambasciatore del Nicaragua a Cuba a cura di Hedelberto Lopez Blanch
 
19/07/2007
 
L’intervista è stata concessa in occasione dell’anniversario della Rivoluzione Sandinista.
 
La vittoria della Rivoluzione Sandinista il 19 luglio 1979 ha rappresentato uno degli avvenimenti più rilevanti del secolo scorso, quando in tutta l’America Latina proliferavano le dittature militari che potevano contare sull’appoggio degli Stati Uniti nel loro affannoso tentativo di conservare il controllo assoluto sulla regione e di isolare la Rivoluzione Cubana.
 
Dopo la vittoria sandinista, Washington scatenò una brutale guerra contro il Nicaragua, per la quale armò e addestrò migliaia di appartenenti alla dittatura sconfitta di Anastacio Somoza e di mercenari pagati dalla CIA e dal Pentagono che riempirono di lutti tutto il paese.
 
Indebolito dalla cruenta guerra e da un forte blocco economico decretato dagli Stati Uniti, il Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN) fu sconfitto alle elezioni svoltesi nel febbraio del 1990, che aprirono la strada a un lungo periodo di governi neoliberali che hanno aumentato la fame e la miseria del popolo nicaraguese.
 
Il 10 gennaio 2007, il FSLN ha vinto le elezioni generali effettuate in Nicaragua e ha eletto come presidente il Comandante Daniel Ortega. Per conoscere i particolari delle sfide e dei progetti futuri del governo, “Juventud Rebelde” (organo della gioventù comunista cubana, nota del traduttore) ha intervistato l’ambasciatore di questo paese a Cuba, di recente nomina, Luis Cabrera Gonzalez che ha accumulato una grande esperienza di lotta nelle file del FSLN.
 
Quali caratteristiche assume la celebrazione del 28° anniversario della vittoria della Rivoluzione Sandinista?
 
L’anniversario riveste un carattere speciale. Perché avviene in coincidenza con il ritorno al potere politico generale del Nicaragua del Fronte Sandinista, con alla sua testa il presidente Daniel Ortega. Ciò è motivo di orgoglio perché torniamo a condividere con Cuba, e ora anche con Venezuela e Bolivia, una nuova forma di Potere Popolare nel continente latinoamericano, in America Centrale. In queste relazioni, i legami più stretti si sono realizzati tra le due rivoluzioni che hanno vinto nello scorso secolo, quella Cubana e quella Sandinista. Per questo, è motivo di orgoglio essere nuovamente al potere e cercare di governare nel miglior modo possibile a favore del popolo nicaraguense.
 
Come giudica il periodo di governi neoliberali vissuto dal popolo nicaraguense?
 
Questi 16 anni sono stati molto duri per il popolo nicaraguense. Si sono tradotti in un 35% di analfabetismo in più, in quasi il 70% della popolazione in condizioni di povertà, di cui il 60% in condizioni di estrema povertà. Bisogna dire che la grande maggioranza delle famiglie ha vissuto con l’equivalente di un dollaro al giorno, in assenza di qualsiasi aiuto governativo che consentisse almeno l’acquisto del paniere di base della popolazione, costituito da riso, fagioli, olio e zucchero, e non ha neppure avuto accesso all’istruzione e all’assistenza medica. Per entrambe bisognava pagare. Non ci si è preoccupati minimamente del popolo, situazione questa a cui oggi si sta tentando di porre rimedio e per uscire dalla quale è necessario instaurare una qualche forma di convivenza nazionale tra i vari ceti. Il neoliberalismo è stato, è e sarà fonte di corruzione. La più completa miseria per tutta la popolazione è ciò che abbiamo trovato in Nicaragua dopo la recente vittoria sandinista.
 
Dal punto di vista diplomatico, in questo momento stiamo cercando di stabilire relazioni con tutti i paesi dell’Africa, dal momento che non esistono rapporti con questo continente, e con altre nazioni dell’Asia e dell’America Latina. Il Nicaragua torna a lottare a fianco dei più oppressi, di quelli che più hanno bisogno, dei popoli del continente e del mondo.
 
Quali sono le prospettive del Nicaragua all’interno dell’Alternativa Bolivariana per le Americhe (ALBA)?
 
Più che una prospettiva è una realtà. Il 10 gennaio 2007 eravamo quasi senza corrente elettrica, con interruzioni all’erogazione di 10, 12, 15 ore. Una missione del FSLN si era recata a Cuba un mese prima, nel dicembre 2006. Si sono svolte trattative con Cuba, si è ottenuto l’appoggio del Venezuela, e si è arrivati così all’installazione dei primi impianti elettrici, che hanno fornito 60 megawatt. Abbiamo gravi problemi energetici che si trascinano dagli anni precedenti. In via preventiva, sono stati acquistati fertilizzanti e si è venduta una quantità maggiore di urea, che la popolazione ha potuto acquistare a prezzi molto più convenienti di quelli del mercato. Prima ancora, attraverso ALBA, Cuba aveva fornito al Fronte Sandinista una grande quantità di televisori e video VHS, e ceduto i diritti del programma “Yo Si Puedo” che ha permesso a molte persone di alfabetizzarsi e ad altre di proseguire in questo compito; c’è anche la “Operacion Milagro”, per mezzo della quale più di 2.000 persone hanno recuperato la vista nell’Isola, in cui sono state curate per diversi problemi come cateratte, cecità progressiva e altri disturbi della vista. Questa assistenza è stata completamente gratuita, sebbene abbia un costo elevatissimo, calcolabile tra i 2.000 e i 3.000 dollari per paziente (viaggi, giorni di permanenza, cure, operazione).
 
ALBA è una realtà, quando vediamo che in Nicaragua possiamo fare affidamento sul progetto di una raffineria di combustibile per l’America Centrale. Sebbene esistano problemi per quanto riguarda i generatori, riteniamo possibili in agosto miglioramenti che dovrebbero portare alla loro risoluzione nel 2008. A tale scopo, dovremo utilizzare tutte le risorse di energia rinnovabile di cui disponiamo, sia idrauliche che termiche.
 
Ma ora il nostro principale nemico è rappresentato dalla povertà e tra le priorità del governo troviamo: la risoluzione dei problemi della sanità e dell’istruzione per tutto il popolo, l’avanzata del progetto “fame zero”, la soluzione dei problemi energetici.
 
Siamo andati avanti: già disponiamo di una clinica nel quadro della “Operacion Milagro” a Ciudad Sandino, presso Managua, dove sono state operate gratuitamente circa 1.000 persone; sono in fase di installazione due ospedali da campo, donati da Cuba, uno nell’Atlantico Norte e l’altro nell’Atlantico Sur; si sta studiando il serio problema dei medicinali troppo cari, a causa degli interessi dei laboratori farmaceutici. In questo momento, le medicine sono disponibili gratuitamente nei centri statali, mentre dobbiamo ancora risolvere il problema dei medicinali generici.
 
Come giudica lo stato delle relazioni tra Cuba e Nicaragua?
 
Cuba è l’esempio che seguiamo. Ho avuto l’opportunità di vivere in questo paese durante tutto il “Periodo Speciale”. Un giorno la storia dovrà parlare dell’eroismo del popolo cubano, della capacità dei suoi dirigenti, con alla guida il Comandante Fidel Castro, di uscire da una situazione estremamente difficile, paragonabile a quella del tempo di guerra, senza i bombardamenti, ma con un blocco totale da parte degli Stati Uniti, che non permettevano di far arrivare nell’Isola cibo e medicine. Cuba ha dimostrato al mondo di poter sopravvivere nelle peggiori condizioni, nel momento in cui cadevano il campo socialista e l’Unione Sovietica. Cuba è rinata come l’Araba Fenice.
 
Le relazioni tra i nostri paesi si sono sempre conservate. Fidel e Cuba sono sempre stati al fianco di Daniel e del Fronte Sandinista e il Comandante Daniel Ortega è sempre stato a fianco di Cuba e di Fidel.
 
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare