www.resistenze.org - popoli resistenti - nicaragua - 07-11-11 - n. 384

da Rebelion.org - http://www.rebelion.org/noticia.php?id=138935
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
Il Nicaragua si conferma sandinista
 
di Sergio Ferrari e Gerald Fioretta
 
07/11/2011
 
I primi risultati danno vincitore il FSLN con il 66% dei voti. La seconda forza, molto distante, è data circa al 25%
 
32 anni dopo la vittoria della guerriglia nel 1979, il Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN) ha confermato questa prima domenica di novembre, la permanenza al Governo del Nicaragua vincendo le elezioni.
 
Tra allora ed oggi, il paese centroamericano ha percorso una strada tortuosa piena di zig-zag politici. Undici anni di governo rivoluzionario. L'inaspettata sconfitta elettorale del 1990, conseguenza della guerra di aggressione. Diciassette anni di successivi governi neoliberali di destra caratterizzati da un evidente declino sociale. Dall'inizio del 2007, il ritorno del FSLN al governo attraverso le elezioni. Ed ora, la conferma dell’attuale presidente Daniel Ortega, che governerà per i prossimi cinque anni.
 
Nonostante le violente critiche dell’opposizione di destra, divisa in quattro alleanze, basate sull’argomentazione di "incostituzionalità" della rielezione di Ortega, i cittadini hanno dato il loro verdetto. Che è stato eloquente: i dati preliminari del Consiglio supremo elettorale assegnano più del 66% dei voti ai sandinisti. L'alleanza di destra dei liberali e dei sandinisti dissidenti non arriverebbero al 25%.
 
E’ stata premiata con un altro mandato una gestione politica basata, tra le altre cose, su numerosi progetti sociali, sul ritorno ad un sistema di istruzione e sanitario gratuito, sul crescente sforzo per ridistribuire la ricchezza attraverso una crescita economica sostenuta, sulla fine di una profonda e quasi permanente crisi energetica di cui il paese soffriva, sulla scommessa per l’integrazione latinoamericana e indipendente.
 
Il sandinismo ha vinto elezioni altamente partecipate e trasparenti. Una celebrazione civica verificata da migliaia di "accompagnatori" (osservatori) elettorali europei, latinoamericani, delle reti sociali, ecc.
 
Anche nel momento della schiacciante vittoria, nel momento della festa popolare che si celebra in tutto il paese, non mancano impegnative sfide attuali e future.
 
In primo luogo, il cambiamento rappresentato dal fatto che il Nicaragua ha abolito il diritto storico all’aborto terapeutico. Caro prezzo pagato per una nuova alleanza ricostruita alcuni anni fa con le chiese, principalmente con la gerarchia cattolica romana.
 
In secondo luogo, il nuovo discorso profondamente religioso, quasi carismatico, del Presidente Ortega ed i suoi collaboratori che tenta di superare il suo marxismo di un tempo, per disegnare un nuovo Nicaragua "cristiano, socialista e solidale", come espresso nello slogan della campagna elettorale del FSLN.
 
In terzo luogo, la necessaria preparazione di un ricambio generazionale, compito ancora pendente della dirigenza sandinista. Daniel Ortega concluderà questo nuovo mandato nel 2016, a 71 anni. In un paese predominato da una generazione di giovani sotto i 25 anni di età, una dinamica democratica ha bisogno di facce nuove.
 
Queste tematiche ancora aperte non ridimensionano l'impatto di questa schiacciante vittoria elettorale sandinista. Di un FSLN che è riuscito ad ottenere il potere con le armi nel 1979. Che non nascose a nessuno la successiva trasformazione da guerriglia a partito politico. Che è stato capace di accettare e digerire la sconfitta del 1990. Che assunse con matura dignità il ruolo di opposizione tra allora ed il 2006. E che oggi, rivitalizzato dal suo programma sociale e acclamato dalla stragrande maggioranza del popolo nicaraguense, merita di continuare a governare.
 
 

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