www.resistenze.org - popoli resistenti - olanda - 30-03-12 - n. 403

da Partito del Lavoro del Belgio - www.ptb.be/nieuws/artikel/pays-bas-17-000-fois-non-a-la-misere.html
Traduzione dal francese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
Paesi Bassi: 17.000 volte, "No alla miseria"
 
La scorsa settimana a L'Aia, 17.000 persone hanno manifestato contro la legge "Lavorare secondo i propri mezzi". Con questa legge, il governo spera di risparmiare fino a 1,8 miliardi di euro nel settore sociale. La legge sarà votata alla Camera dei Rappresentanti nel mese di aprile.
 
di Gaston Van Dyck
 
26/03/2012
 
Lo scorso dicembre, c'era già stata una manifestazione a Bois-le-Duc contro questa legge e per dire no alla miseria, mentre il sindacato olandese FNV aveva lanciato una petizione denominata "Non lasciamo cadere le persone più deboli". Questa petizione ha già raccolto più di 93.000 firme. Giovedì scorso, il presidente del PS, Emile Roemer, ha pronunciato un discorso a L'Aia che non potrebbe essere più chiaro: "Questa legge dovrebbe essere abolita. Da trent'anni sono in politica e mai mi sono trovato davanti un piano così anti-sociale".
 
Concretamente, questa legge prevede che 100.000 lavoratori attualmente occupati in imprese sociali - che costituiscono le nostre aziende protette - siano "rivalutati". In altre parole, sarà misurata la loro capacità al lavoro e quelli ritenuti in grado di guadagnare oltre il 20% del salario minimo dovranno trovare un lavoro nel settore privato. Allo stato attuale, il loro status è regolato dalla Legge per l'occupazione delle persone disabili. D'ora in avanti però, quelli in grado di lavorare un tantum saranno assoggettati alla WWNV, la Legge "Lavorare secondo i propri mezzi".
 
E non è tutto. Dal gennaio 2013, la legge Wajong, la legge relativa al lavoro e all'inquadramento professionale dei giovani disabili, sarà per principio riservata unicamente ai giovani che al 18esimo anno di età non hanno "alcuna possibilità di partecipare durevolmente al mondo lavoro". Costoro percepiranno un assegno dell'importo equivalente al 70% del salario minimo. I giovani con disabilità con una capacità lavorativa minima saranno disciplinati dalla WWNV, la legge "Lavorare secondo i propri mezzi".
 
Quasi come Hartz
 
Chi desidera presentare una richiesta di sussidio sulla base di WWNV, sarà assoggettato a obblighi e sanzioni altrettanto antisociali che quelli previsti in Germania con le "leggi Hartz". Per esempio, non avranno diritto ad un'indennità che nel caso in cui non avessero dei risparmi e se tra i membri principali della famiglia, nessuno guadagna sopra il salario minimo. Oppure, se il reddito complessivo della famiglia non supera il reddito familiare base prestabilito. Queste persone semplicemente non avranno più diritto al sussidio. Al contrario, chi invece avrà diritto a un'indennità dovrà dimostrare che sta facendo tutto il possibile per trovare un lavoro. Se gli viene offerto un lavoro, dovranno accettarlo. I destinatari saranno inoltre tenuti al lavoro non retribuito per un periodo di tre mesi, ma con il mantenimento dell'assegno. Coloro che si rifiutano di cooperare possono perdere tutto o parte del loro assegno. Per quanto riguarda i contributi previdenziali, solo lo stipendio pagato dal datore di lavoro entra nel computo del trattamento pensionistico, al contrario dello stipendio complementare pagato dal pubblico. Ciò significa che le persone che lavorano in regime di esenzione non potranno contare che su una pensione misera, o forse nulla.
 
Lavorare per un salario inferiore al salario minimo
 
Secondo Rutte, chi conserva una capacità lavorativa minima è obbligato a trovare un impiego nel settore privato, quando le aziende del settore privato semplicemente si rifiutano di assumere persone con disabilità. Nei Paesi Bassi, solo il 4% dei lavoratori del settore privato sono disabili. Per questo motivo, il governo Rutte propone di autorizzare i datori di lavoro a pagare alle persone disabili uno stipendio commisurato alle loro capacità di lavorare. Concretamente, se un lavoratore "sano" è in grado di produrre 100 pezzi al giorno o a impilare 100 scatole all'ora, mentre la persona disabile non può che farne 20, il disabile riceverà un salario pari al 20% del salario minimo fissato nel CCNL. In questo regime denominato "esenzione di salario", è il pubblico che si fa carico di compensare dal 70% fino al 100% del salario minimo legale. In caso di malattia, il datore di lavoro non sarà più obbligato a pagare gli stipendi, il disabile avrà diritto a una riduzione fiscale e potrà chiedere un alloggio o l'assistenza di un educatore... Inoltre, vi è una forte riduzione dei sussidi alle imprese sociali. Nel 2011, venivano ancora versati 25.000 euro per il tempo pieno, nel 2015 questa cifra passerà a 22.500 euro per raggiungere successivamente i 18.000 euro.
 
Nel mese di aprile, la Camera dovrà votare questo disegno di legge.
 

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