da http://www.kprf.ru
Intervista al
presidente del Partito Popolare dell’Ossezia Meridionale
a cura dell’agenzia “REGNUM”
24 maggio 2005
Nota informativa dell’agenzia “Regnum”
Il Partito Popolare dell’Ossezia Meridionale è stato creato nel 2003;
presidente del partito è Roland Kelekhsayev. L’età media dei suoi militanti è
di 30 anni. E’ uno dei tre gruppi parlamentari dell’Ossezia Meridionale.
Durante la sua esistenza il partito ha lanciato alcuni appelli ai capi di stato
e ai responsabili delle organizzazioni internazionali. Alla vigilia della
visita del presidente USA in Georgia, il partito si è rivolto al leader
americano con la richiesta di visitare Zkinvali, capitale dell’Ossezia
Meridionale.
D. Signor Kelekhsayev, come commenta la dichiarazione del presidente
della Georgia, Mikhail Saakashvili, rilasciata il giorno della commemorazione
della Vittoria, secondo cui la bandiera georgiana verrà issata in Abkhazia allo
stesso modo con cui la bandiera rossa venne issata sul Reichstag dall’abkhazo
Meliton Kantarya?
R. La spiegazione è molto semplice. Saakashvili è il presidente di uno
stato con ambizioni imperiali e con un’ideologia fascista. Tali esternazioni
non rappresentano altro che l’aspirazione della Georgia a risolvere con la
forza le questioni dell’Ossezia Meridionale e dell’Abkhazia. E’ un vero e
proprio oltraggio, nel giorno della Vittoria sulla Germania fascista, infangare
il nome dell’eroe dell’Unione Sovietica Meliton Kantarya, offendere la memoria
di molte migliaia degli stessi georgiani caduti nei campi di battaglia della
Grande Guerra Patriottica. Il Partito Popolare dell’Ossezia Meridionale, come
del resto tutte le altre organizzazioni per la difesa dei diritti e i
democratici dell’Ossezia Settentrionale e Meridionale, continueranno a mettere
in guardia tutto il mondo civile rispetto al fatto che il neofascismo in
Georgia intensificherà le sue minacce, fino a quando l’Occidente non si
deciderà a favorire la defascistizzazione del paese.
D. Nel corso della sua visita George Bush ha dichiarato che i problemi
dell’Ossezia Meridionale e dell’Abkhazia dovranno essere risolti in modo
pacifico. Tenendo in considerazione il fatto che gli USA esercitano una certa
influenza sulla Georgia, non ritiene che alla Georgia verrà impedito di
utilizzare gli strumenti della forza nel suo tentativo di cancellare le
autonomie?
R. Noi non crediamo affatto alle promesse della Tbilisi ufficiale. E’
l’amara esperienza dei passati 15 anni della nostra indipendenza. Ci piacerebbe
veramente credere alle dichiarazioni del presidente USA e del segretario di
Stato Condoleeza Rice circa il fatto che il conflitto dovrebbe essere regolato
esclusivamente con mezzi pacifici. Ma questo non significa che le dichiarazioni
dei “falchi di guerra” georgiani sono campate in aria. Non è proprio il caso di
far finta di niente. Basterebbe solo considerare il fatto che Iraklij
Okruashvili (ministro della difesa della Georgia) è un uomo che, pur
dando segni di instabilità psichica, testimoniata anche da molti politici
georgiani, continua a rimanere al proprio posto. E poi, voglio sottolineare che
anche in passato ci era stato promesso da USA e Georgia che i “commandos”
georgiani addestrati da istruttori americani non sarebbero stati utilizzati
nelle zone del conflitto georgiano-ossetino. Ancora nell’estate dello scorso
anno proprio questi “commandos” hanno preso parte molto attiva in azioni
militari contro il nostro popolo. Non è quindi escluso, dal momento che Bush ha
l’abitudine di promettere sempre tutto a tutti, che essi irrompano ancora in
Ossezia Meridionale e Abkhazia.
D. Secondo quanto afferma lo stesso Bush, la Georgia sta conducendo la
strategia più adatta a risolvere i problemi dell’Ossezia Meridionale e
dell’Abkhazia…
R. Purtroppo, per quanto ne sappiamo, la Georgia non sta facendo nulla di
tutto ciò. Anzi, a me risulta il contrario. Ma tutto si spiega con il fatto
che, senza alcuna considerazione della situazione concreta, la Tbilisi
ufficiale costruisce la sua strategia delle trattative – sempre che possiamo
chiamarle trattative – sulla convinzione che l’Ossezia Meridionale e l’Abkhazia
debbano essere reintegrate nel corpo della Georgia. Tutte le altre varianti
vengono escluse dalla Georgia. Sorge la domanda: come è possibile un processo
pacifico in presenza di un simile approccio della Georgia?
In un breve lasso di tempo l’Ossezia Meridionale ha sperimentato due genocidi.
Per questo chiederci di rinunciare all’indipendenza, conquistata con il sangue,
è semplicemente assurdo. L’Ossezia Meridionale non sarà mai incorporata dalla
Georgia. E’ un dato irreversibile. E voglio sottolinearlo: l’unica forma di
garanzia per la nostra sicurezza è proprio l’indipendenza. Lo testimonia solo
questo fatto, che dimostra fino a che punto la Georgia non si renda conto di
cosa sta facendo. Zviad Gamsakhurdia, ideologo riconosciuto del fascismo
georgiano (fautore dell’annientamento delle minoranze nazionali), è
stato elevato, senza alcun senso della misura, addirittura al rango di santo. E
questo non è forse cinismo? Ma di quale spirito di riconciliazione dovrebbero
dar prova gli ossetini? E’ solo ipocrisia (…)
Traduzione dal russo di Mauro Gemma