(luglio 2002)
Come accademici, educatori, scrittori ed artisti, siamo profondamente colpiti
per il problema della Birzeit University, un’universita’ palestinese
indipendente con una popolazione di oltre 5000 studenti e 700 membri di staff e
professori, situata otto chilometri a nord di Ramallah, nei territori occupati
dell’ovest.
Da marzo 2001 la vita lavorativa dell’Universita’ e’ stata continuamente
distrutta da un intimidatorio check-point israeliano sulla strada
Ramallah-Birzeit, che e’ parte di una rete estesa di posti di blocco per
evitare la comunicazione tra i villaggi palestinesi nei territori della zona
Ovest. Il check-point permette solo al traffico pedonale di passare; i soldati
israeliani arbitrariamente negano il passaggio a studenti e ad altri civili,
cosi’ come regolarmente attuano varie forme di
insulto e vessazione che a volte sono sfociate in attacchi fisici agli
studenti. Quando e’ chiuso, il
check-point blocca completamente l’attivita’ dell’universita’.
Da marzo 2002 la situazione e’ ulteriormente deteriorata e per la maggior parte
dei giorni l’accesso alla facolta’ e’ completamente bloccato. In conseguenza
della rioccupazione dei territori a meta’ giugno 2002, tutta la vita educativa
palestinese entro la zona occupata e’ stata praticamente fermata, con un
pesante coprifuoco imposto alla
popolazione. La maggior parte degli studenti di Birzeit sono confinati nelle
loro case con la speranza sempre minore di tornare alla vita accademica in un
futuro prossimo.
Queste misure, attuate da 18 mesi, stanno compromettendo il futuro
dell’Universita’, che ha una lunga
storia di centro accademico di eccellenza. . E’ stata infatti leader nello
sviluppo di programmi accademici per la promozione dei diritti umani, il ruolo
delle leggi, i diritti delle donne. E’ internazionalmente riconosciuta come
un’istituzione dedita ai valori democratici, al pluralismo e al libero scambio
delle idee, cosi’ come gioca un ruolo fondamentale nel fornire servizi alla
comunita’. Questo processo di smantellamento di una grande universita’
palestinese e’ malaugurante per lo sviluppo di una sana e sostenibile societa’
palestinese, cosi’ come per la possibilita’ di pace tra israeliani e
palestinesi.
Noi crediamo che queste misure, in pratica uno strangolamento delle istituzioni
palestinesi, violano le leggi umanitarie internazionali, in quanto consistono
in ritorsioni collettive, escludono garanzie per la protezione della
popolazione sotto occupazione, diritto alla studio, liberta’ accademica, e i
fondamentali diritti umani di vita libera e dignitosa. Purtroppo queste azioni
sono indicative della politica israeliana contro i civili palestinesi e le sue
istituzioni. Esse sono un ulteriore prova del fallimento della comunita’
internazionale nel sostenere la sua
responsabilita’ per la protezione della popolazione palestinese e assicurare il
rispetto di Israele dei diritti umani
nei territori occupati. Senza questa protezione noi crediamo che la distruzione
della vita civile palestinese continuera’ inalterata.
Percio’ urgentemente richiediamo a Israele di restituire i diritti
all’educazione agli studenti della
Birzeit University e a tutti gli studenti dei territori occupati,
rimuovendo tutti gli ostacoli militari per consentire un libero accesso alle
istituzioni scolastiche ed accademiche e ai posti di lavoro. Alla comunita’
internazionale chiediamo di assumersi le proprie responsabilita’ derivanti
dalle leggi umanitarie, attuando passi concreti per fornire protezione alla
popolazione civile palestinese.
Seguono firme professori universitari di tutto il mondo.