www.resistenze.org - popoli resistenti - palestina - 20-09-02

Promosso dal comitato "scienziate e scienziati contro la guerra" ("Italian scientists against war").

Appello per la liberazione di un professore universitario palestinese.


Yousef Abdul Haq e' nato a Salfit (Palestina) nel 1944. Ha studiato Economia all'Univesita' Ein Shams (Egitto), e nel 1980 e' stato tra i fondatori del Dipartimento di Economia presso la Facolta' di Economia e Scienze Amministrative dell'Universita' Nazionale An-Najah (Nablus, Palestina). An-Najah , con quasi 10.000 studenti, e' l'universita' piu' grande della Cisgiordania. Nel 1982 e' stato deportato in Giordania; rientrato in Palestina nel 1995, ha ripreso il suo posto di docente di Economia all'Universita' di Nablus, dove ha tenuto numerosi corsi (Sviluppo economico, Economia della Palestina, Economia di Israele). Nel 1999 e' stato ospite dell'Universita' Pierre Mendes di Grenoble (Francia). Durante gli ultimi mesi, che hanno visto la rioccupazione della Cisgiordania da parte dell'esercito israeliano, la distruzione delle infrastrutture civili palestinesi, i rastrellamenti massicci nelle citta' e nei campi profughi rasi al suolo dai carri armati, la negazione dei diritti fondamentali agli oltre 3 milioni di Palestinesi che vivono nei Territori Occupati, Yousef Abdul Haq ha condiviso il destino della sua gente. Il 16 aprile 2002, durante l'occupazione di Nablus, e' stato arrestato dalle forze di occupazione israeliane e portato nel campo militare di Howwara: con lui centinaia di altre persone, tra cui molti ragazzi giovanissimi e un uomo anziano su una sedia a rotelle. Tutti legati strettamente tra loro e tenuti bendati ininterrottamente per intere giornate; picchiati e trattati in modo disumano dai soldati israeliani, che di notte camminavano sui corpi dei prigionieri ammassati sul pavimento - secondo quanto raccontato da alcuni dei detenuti che sono stati nel frattempo rilasciati. Yousef Abdul Haq e' stato poi trasferito nel campo militare di Ofra per essere ulteriormente interrogato, e successivamente nel centro di investigazione di Askelon. Un primo processo, senza capi di imputazione, e' stato fissato per il 23 maggio, ma la detenzione e' stata prolungata di altri 18 giorni, e poi ancora ripetutamente fino ad oggi. Le indagini, durante le quali si e' tentato invano di estorcergli delle confessioni anche ricorrendo alla minaccia di deportazione a Gaza o in Giordania - come riferito dal suo avvocato -, sono terminate il 25 giugno, e in assenza di imputazioni nei suoi confronti il tribunale ne ha disposto il rilascio dietro cauzione (3000 nis, pari a 640 euro). Questa decisione e' stata pero' bloccata dai servizi segreti israeliani che nel giro di un giorno hanno presentato la loro accusa: Yousef Abdul Haq sarebbe membro del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina e ricoprirebbe in esso un posto di responsabilita' (il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina e' un'organizzazione politica che lavora per la costruzione di uno stato palestinese indipendente, ma e' considerato dal governo israeliano un gruppo terroristico). Non ci sono prove che avvalorino questa accusa. L'accusa - come e' emerso nella prima seduta del processo, il 13 agosto 2002 - poggia solo su alcune testimonianze; tuttavia durante l'udienza i testimoni hanno dichiarato che le loro confessioni sono state estorte sotto tortura. La seconda seduta del processo e' fissata per il 19 settembre 2002 e dopo mesi di detenzione illegale Yousef Abdul Haq, che soffre di disfunzioni renali, e' tuttora rinchiuso in una cella della prigione di Askelon.

I firmatari del seguente appello ritengono che la detenzione del prof. Yousef Abdul Haq costituisca una grave violazione dei diritti umani;

CHIEDONO pertanto al governo israeliano L'IMMEDIATA LIBERAZIONE DI YOUSEF ABDUL HAQ, e di tutti quelli che come lui sono detenuti senza validi motivi.

Preoccupati dai frequenti attacchi nei confronti di intellettuali e universitari per le loro opinioni, chiedono

il RISPETTO DELLE ISTITUZIONI ACCADEMICHE SCIENTIFICHE E CULTURALI PALESTINESI, e DEL DIRITTO ALLO STUDIO, ALL'INSEGNAMENTO E ALLA RICERCA per migliaia di Palestinesi.