in
memoria di Rachel Corrie
Tra Caino e Abele
L’International
Solidarity Movement dopo il 16 marzo 2003
Indice
1. Premessa
2. Che cosa è l’ISM
3. Rachel di Ghassan Andoni – 25 marzo 2003
4. Wake Up Israelis (Svegliatevi
Israeliani) di Ghassan Andoni – 12 aprile 2003
5. We
can not be deafeted di Ghassan Andoni – 11maggio 2003
6. CALL OUT FOR MATURE AND JEWISH ISMERS di Ghassan Andoni –
22 maggio 2003
7. Una discussione sulla strategia futura dell’ISM di
Ghassan Andoni – 23 maggio 2003
8. Qualche proposta
9. Allegati
9.1. Israel to bar pro-Palestinian
activists from entering country
9.2. Form to be filled out and submitted to IDF
authorities prior to entry to the Gaza Strip
9.3. Traduzione in italiano del modulo in all’4
a cura di Alfredo Tradardi
Mercenasco, 9 giugno 2003
1. Premessa
I palestinesi uccisi dal 28 settembre 2000 al 13 maggio 2003, (palestine
monitor www.palestinemonitor.org) sono stati 2.463.
Gli israeliani uccisi al 4 giugno 2003 nella seconda Intifada, (dal
sito dell’esercito israeliano, www.idf.il),
sono stati 781.
Più recentemente, a partire dal 16 marzo l’esercito israeliano ha cominciato ad
attaccare gli internazionali dell’ISM:
- 16 marzo 2003, assassinio a Rafah di Rachel Corrie (23 anni), americana
- 5 aprile 2003, ferimento gravissimo a Jenin di Brian Avery (25 anni), inglese
- 11 aprile 2003, ferimento gravissimo, a Rafah, di Thomas Hundall (22 anni),
inglese, ora rientrato in coma in Inghilterra (vedi www.tomhurndall.co.uk )
Lo scorso anno, il 22 novembre a Jenin, era stata ferita ad una gamba Caoimhe
Butterly , (23 anni), irlandese, una delle più note attiviste dell’ISM.
Lo stesso giorno, sempre a Jenin, era stato ucciso un funzionario inglese
dell’ONU, Ian Hook (50 anni).
Il governo israeliano all’inizio di maggio ha dato disposizioni per impedire
l’ingresso in Israele (e quindi in Palestina) degli attivisti internazionali
filopalestinesi (all. 1).
Inoltre per entrare nella striscia di Gaza è necessario sottoscrivere una
dichiarazione che deresponsabilizza l’esercito israeliano per eventuali
incidenti mortali o non (una vera e propria licenza di uccidere) e di non
appartenenza all’ISM (all. 2 e 3).
Quanto è accaduto ha determinato una crisi e una riflessione profonda
all’interno dell’International Solidarity Movement, come indicano gli scritti
di Ghassan Andoni riportati nei paragrafi successivi.
Una riflessione che coinvolge noi tutti.
Una riflessione alla quale non possiamo non prendere parte.
2.
Che cosa è l’ISM (dal sito www.palsolidarity.org, “about us”)
L’International Solidarity Movement è un movimento palestinese formato da
attivisti palestinesi e internazionali che lavorano per far crescere la
consapevolezza della lotta per una Palestina libera e per la fine della
occupazione israeliana. Noi utilizziamo i metodi di resistenza non violenti e
di azione diretta per affrontare e
sfidare le politiche e le forze dell’occupazione illegale israeliana.
Come deriva dalle leggi internazionali e dalle risoluzioni dell’ONU, noi
riconosciamo il diritto dei palestinesi di resistere alla violenza e
all’occupazione israeliana attraverso la lotta armata.
Tuttavia, noi crediamo che la non-violenza può essere un’arma potente per
lottare contro l’oppressione e noi abbiamo fatto nostri i principi della
resistenza non-violenta.
Noi sosteniamo il diritto dei palestinesi a resistere all’occupazione, come
previsto dalla legge internazionale.
Noi chiediamo la fine immediata dell’occupazione e l’immediato riconoscimento
e applicazione di tutte le risoluzioni
dell’ONU.
Noi chiediamo un intervento internazionale immediato per proteggere il popolo
palestinese e per assicurare che Israele si conformi alla legge internazionale.
A causa della mancanza di rispetto dei diritti umani e della vita dei
palestinesi, da parte del governo israeliano e delle forze di occupazione, una
presenza internazionale è necessaria per sostenere la resistenza non-violenta
palestinese. Gli attivisti palestinesi che tentano di lavorare o di protestare
da soli subiscono dure punizioni dalle forze israeliane, bastonature, arresti
prolungati, ferite gravi e anche la morte. Gli attivisti internazionali sono
quindi una risorsa per i palestinesi, sia per la loro presenza, sia come testimoni delle umiliazioni e delle
ingiustizie quotidiane dell’occupazione israeliana.
Oltre alle nostre continue azioni sul terreno nei territori palestinesi
occupati, l’ISM organizza campagne di azione-diretta non-violenta alle quali i
civili internazionali sono invitati a partecipare per un periodo di tempo
stabilito.
La prima campagna ha avuto luogo nel mese di agosto del 2001. Dall’8 al 19 agosto del 2001, 50
civili stranieri, provenienti principalmente dalla Gran Bretagna e dagli Stati
Uniti, hanno risposto all’invito e hanno preso parte ad una azione di protesta
e di testimonianza contro la brutalità dell’occupazione e le atrocità commesse
dalle forze di occupazione israeliane contro i civili palestinesi. Questi attivisti sono tornati nei loro paesi di
origine e hanno riferito sulle loro attività e su quanto hanno potuto vedere in
prima persona.
Una seconda campagna ha avuto luogo dal 16 al 31 dicembre 2001. Questa volta più di 70 attivisti internazionali hanno
partecipato alla Campagna Contro
l’Occupazione. Questa campagna si è concentrata nei villaggi e nelle città
chiave della Palestina occupata, nelle quali la resistenza non-violenta è
attiva, anche con visite di solidarietà nei villaggi che erano stati di
recente duramente colpiti dalle forze israeliane che
hanno utilizzato tanks, elicotteri e F-16s.
La terza campagna dell’ISM doveva
iniziare il 29 marzo 2002. Ma quel giorno le forze israeliane hanno preso
d’assalto Ramallah e rioccupato
completamente la città. Dopo quella settimana, le forze israeliane hanno
occupato le altre città palestinesi della West Bank (con l’eccezione di Gerico)
e hanno proseguito con settimane di coprifuoco e di completa occupazione
militare. Gli attivisti internazionali sono continuati ad arrivare. Dalla fine
di aprile centinaia di civili stranieri sono arrivati nei territori occupati
per aiutare a distribuire cibo, accompagnare le ambulanze e il personale
medico, e per agire come scudi umani nelle città, nei paesi e nei campi
profughi. Gli attivisti dell’ISM hanno
violato il coprifuoco e gli ordini israeliani nelle “closed military zones”
(cioè, in aree civili) per aiutare negli sforzi umanitari, arrivando prima
delle organizzazioni ufficiali e mantenendo una presenza durante i raids e gli
assalti israeliani. Inoltre, gli attivisti dell’ISM sono stati i primi a
iniziare a documentare gli abusi dei diritti umani commessi contro i
palestinesi con interviste e
documentazione delle distruzioni.
I primi giorni delle campagne sono dedicate al training di orientamento e della
non-violenza. Agli attivisti sono fornite informazioni pratiche, logistiche e
legali. Sono anche organizzate strutture di lavoro e formati gruppi di
affinità, sono assegnate le responsabilità e sono discusse le strategie e la metodologia. Data la natura variabile e molto delicata della
situazione nei territori palestinesi
occupati, è indispensabile che gli attivisti abbiano la conoscenza e la
preparazione mentale per essere efficaci nel raggiungere risultati
predeterminati e essere di aiuto nella missione complessiva di porre fine
all’occupazione israeliana della Palestina attraverso l’uso di metodi e
strategie non-violente.
3.
Rachel, by Ghassan Andoni, email del 25 marzo 2003
Solo ora riesco a sedermi davanti al computer per scrivere sul tragico
assassinio di Rachel.
Da quando tutto ciò è avvenuto molti di noi dell’ISM stiamo passando dei
momenti molto duri. Ad aumentare la mia tristezza e la mia angoscia c’è anche
il fatto di essere la persona che ha ricevuto e esaminato quasi tutto quello
che è stato scritto sulla tragedia di
Rachel.
Io ricordo che dopo la dimostrazione del 1 aprile 2001, a Beit Jala, promossa
dall’ISM, abbiamo avuto molte discussioni sulla possibilità di perdere vite
umane nel lavoro degli attivisti dell’ISM in
Palestina. Durante quella dimostrazione pacifica un tank israeliano,
senza una ragione e senza un avvertimento, ci ha sparato addosso a casaccio,
ferendo otto di noi, fortunatamente senza uccidere nessuno.
Con la morte di Rachel la situazione è completamente cambiata. Mentre la
maggior parte dei commentatori si sono interessati all’incidente e alle sue modalità,
noi, i palestinesi e gli amici internazionali di Rachel, abbiamo dovuto
affrontare un doloroso processo di valutazione.
“Che cosa vale la pena di fare?” Proteggere
una vita umana vale perderne un’altra?
Noi avvertiamo ancora un senso molto pesante di responsabilità.
Questo potrebbe sembrare strano durante una crisi che sta distruggendo
giornalmente la vita di tante persone, ma non ci nascondiamo che l’assassinio
di Rachel ha un significato molto diverso.
Con l’assassinio di Rachel è stato uccisa la nostra fiducia, fondamentale, nell’umanità e negli esseri
umani. La fede che ciascuno di noi, indipendentemente da ciò in cui
ciascuno crede o da quale parte appartenga, ha dentro di sé un minimo di
umanità, alla quale è possibile fare appello, con la quale è possibile
stabilire un minimo di legame e alla quale possiamo rivolgerci. Noi
credevamo che anche i nostri avversari, i soldati israeliani e i coloni,
malgrado le paure, le ideologie e l’educazione dottrinale, avessero ancora
dentro un qualche elemento di umanità. Noi avevamo fiducia che le nostre
azioni, la nostra presenza, i nostri skills e il nostro training fossero
sufficienti a stabilire un collegamento.
Noi pensavamo di non rappresentare una minaccia per i nostri avversari e che,
trattandoli con rispetto e amore anche quando dovevamo fronteggiare la loro
ostilità e la loro rabbia, fosse impossibile per un essere umano uccidere.
Mentre indagavamo su questo tragico assassinio non abbiamo avuto dubbi che Rachel e i suoi amici hanno lavorato duramente
per amare, rispettare e comunicare con i soldati e con il conducente del
bulldozer.
Gli attivisti per la pace non mancano di determinazione. Rachel ne era un
grandissimo esempio. Combattono con amore con tutti quelli che sono intorno a
loro, compresi gli avversari, con molta calma. Avendo una fede illimitata negli
esseri umani e nell’umanità, essi
sostengono la sfida e distribuiscono amore a tutti.
Quando gli attivisti dell’ISM si trovano di fronte a dei soldati armati fino ai
denti, se non avessero fiducia negli esseri umani, farebbero la cosa più
stupida. Ciò che ferma un soldato dallo sparare ad un attivista che gli
impedisce di "obbedire agli ordini " è l’amore nascosto dietro
l’aspetto di durezza, l’umanità che è dentro di lui, che definisce i limiti
della brutalità e del potere che può esprimere. Se non ci fosse questo allora è
preferibile non vivere in questa giungla nella quale chi ha gli artigli più
acuti uccide e mangia gli altri.
Se questa fiducia è perduta, la pace perde ogni suo significato. Noi crediamo che tutti gli esseri umani sono per
natura buoni anche se fanno cose turpi. Nel momento in cui dovessimo perdere
questa fiducia, restano solo la guerra e il potere.
Io dovrei ammettere che questo conducente del bulldozer e pochi soldati
israeliani e coloni hanno fatto di tutto per convincerci del contrario. Mi
piacerebbe di sollecitare Israele a controllare attentamente come l’educazione
e l’ideologia può portare un essere umano a schiacciare a morte brutalmente una
persona dolce come Rachel. Molti ci hanno già detto che certe persone capiscono
solo il linguaggio del potere e della forza. Evidentemente hanno perso ogni
fiducia nell’umanità e nella natura buona della specie umana.
Noi non l’abbiamo persa.
Nel profondo, sia i palestinesi che gli israeliani, sono pieni di timori,
rabbia e odio gli uni verso gli altri. Si sentono isolati e lasciati soli.
Rachel ha tentato di aprire una speranza di pace, di diffondere amore per
tutti, di costruire ponti, di stabilire collegamenti. Ha preso posizione in
favore di coloro che non hanno potere, ma non contro i potenti. Ha tentato di
aiutare il conducente del bulldozer ad
accorgersi dei suoi limiti umani. Il suo potere di distruzione, la sua macchina
pesante, lo hanno accecato e hanno schiacciato la sua umanità prima che lui
schiacciasse il corpo piccolo e bello con la sua pesante lama.
Senza persone come Rachel io forse non vorrei
continuare a vivere nel mondo che ci circonda. Quelli che hanno osato mandare
lettere piene di odio, accusando l’ISM e Rachel con parole offensive, sono
accecati dalle stesse cose che hanno spinto il conducente del bulldozer ad
abbassare la sua lama per schiacciare la pace, l’amore e Rachel.
(neretto di Alfredo Tradardi)
4.
Wake Up Israelis (Svegliatevi Israeliani)
Ghassan Andoni,
Gaza, 12 Apr 03
Il 16 marzo Rachel è stata schiacciata dalla lama di un bulldozer dell’esercito
israeliano a Rafah.
Era colpevole di tentare di proteggere la casa di una famiglia palestinese. E’ stato provato oltre ogni
dubbio che è stata vista e riconosciuta come un’attivista internazionale per la
pace, eppure il conducente ha obbedito ciecamente agli ordini.
Il 5 aprile, Brian è stato colpito alla testa da un tank dell’esercito
israeliano da 50 metri di distanza. Anche lui era stato visto e chiaramente
identificato come un’attivista internazionale per la pace. Egli era colpevole
di tentare di proteggere dei bambini palestinesi. Il soldato ha obbedito
ciecamente agli ordini e ha sparato una raffica di proiettili alla sua testa.
L’ 11 aprile, Tom è stato colpito alla testa da una torretta di soldati
israeliani a Yebna (Rafah)
da 100 metri di distanza. Egli era colpevole di tentare di allontanare due
piccole ragazze dalla linea del fuoco dell’esercito. Il soldato ha obbedito
ciecamente agli ordini e Brian è
clinicamente morto.
Questo è il modo come sono trattati attivisti internazionali chiaramente
riconosciuti da parte delle vostre "Defense Forces". Vi siete mai
chiesti come sono trattati i civili palestinesi? Vi siete mai chiesti perché
giornalmente vi è un tributo così alto di palestinesi uccisi o feriti
gravemente?
In quale dei casi precedentemente elencati, uno degli attivisti internazionali
ha rappresentato una minaccia per la sicurezza dei vostri soldati? Perché
dovrebbero i vostri soldati, riparati
in una torretta ben protetta, prendere a bersaglio ragazzi palestinesi a 100 metri di distanza?
Ognuno di voi sente ancora nel profondo di sé il dolore dovuto al silenzio del
mondo quando siete stati perseguitati, quando vi siete sentiti senza ogni
difesa. Gli attivisti dell’ISM hanno deciso che è un crimine rimanere in
silenzio nel momento in cui civili innocenti sono uccisi o perseguitati. Perché voi siete così tremendamente silenziosi? E’
solo questione da quale parte del proiettile voi state? Dalla parte di chi
spara o dalla parte di chi è ucciso o ferito!!!!
E’ triste dover dire che anche la comunità internazionale è colpevole. Quando i
civili palestinesi sono uccisi o perseguitati
non si preoccupano affatto. Quando Rachel è stata schiacciata, sono
rimasti tremendamente silenziosi,
quando Brian è stato colpito, sono ancora rimasti in silenzio. Ora è la volta
di Tom e noi ci domandiamo chi sarà il prossimo. Ora le persone “who care”
hanno bisogno di protezione. Solo voi e
la comunità internazionale può
assicurare questa protezione. Se
rimanete in silenzio, io credo che siete colpevoli come quelli che ubbidiscono
agli ordini.
I conflitti sono alimentati dalla tendenza dei potenti a sfruttare il loro
potere e dalla rabbia e dalla frustrazione, che si trasforma in violenza, di
coloro che non hanno potere. Gli attivisti dell’ISM stanno tentando di far
fronte alla prepotenza del potere e di portare speranza ai deboli. Nulla può
contribuire meglio del loro lavoro alla causa della pace.
Per amor di Dio, Israeliani, alzate la vostra
voce e mettete fine a questo massacro delle nostre speranze!
Per un futuro di pace!
(neretto di Alfredo Tradardi)
5. we can not be
deafeted
email di Ghassan Andoni dell’11 05 2003
Carissimi,
dopo tutto, noi siamo ancora qui e continueremo il nostro lavoro. Questo
attacco contro gli attivisti dell’ISM
fallirà. Già tutto il lavoro dell’esercito, tutti i raids nelle nostre
sedi, tutti gli arresti, (could not stand a court), non reggeranno alll’esame
di una corte. Flo sarà rilasciata. E speriamo che le altre persone dell’ISM
arrestate siano presto rilasciate. L’esercito non ha prove per le sue accuse.
Noi possiamo sconfiggere quelli che vogliono continuare la guerra. Noi dobbiamo
avere una voce più alta, un lavoro più coordinato. Aumentiamo la pressione su
di loro. Noi non perderemo mai perché noi lottiamo per la pace, per la
giustizia e per la vita.
Per difendere gli attivisti detenuti, noi
abbiamo bisogno del vostro aiuto. Io con questa lettera faccio appello per un
fondo di emergenza per le spese legali. Se potete aiutarci, questo è il momento in cui è più necessario.
ISM ha osato sfidare il sistema, che è stato attentamente costruito per
continuare l’occupazione. Attivisti molto impegnati da tutte le parti del
mondo, hanno iniziato i primi passi sulla via della pace in Medio Oriente.
Aiutateci a non lasciarli soli (down). Poiché stavano facendo un grande lavoro,
stanno per essere processati.
Insieme possiamo costringere Israele a fare
marcia indietro.
6.
CALL OUT FOR MATURE ISMERS AND JEWISH ISMERS
email 22 maggio 2003 di Ghassan Andoni
A causa dell’assalto recente all’ISM in Palestina da parte del governo
israeliano, siamo rimasti in pochi e stiamo
lottando per mantenere una presenza efficace nei posti dove operiamo.
Perciò chiediamo a ogni potenziale
ISMers di organizzarsi per venire qui al più presto . Noi abbiamo in programma
una campagna per l’estate che inizierà in luglio, ma noi speriamo di poter
aumentare la nostra presenza prima di allora. Noi stiamo prendendo misure per
ridurre la probabilità di arresti e quindi vi preghiamo di non ritenere che il
venire qui nella situazione attuale sia una perdita di tempo. Vi sono
moltissime attività alle quali possiamo partecipare senza rischiare di essere
arrestati. Naturalmente dovreste essere sicuri di avere una ragione
comprensibile e robusta per visitare la
regione, perché i funzionari dell’immigrazione stanno all’erta per individuare
gli ISMers.
Come sempre, noi invitiamo tutti a unirsi a noi – con l’impegno alla
non-violenza.
L’ISM invita in particolare persone anziane a venire per unirsi al nostro
lavoro, perché le persone anziane hanno una possibilità maggiore di ottenere
rispetto dall’esercito israeliano, e in generale da parte della gente, e come
tali sono per noi risorse estremamente utili.
Inoltre, noi invitiamo in modo particolare persone ebree a unirsi al movimento.
Già ora circa il 25% dei nostri attivisti provengono da ambienti ebrei. E’
molto più facile per un ebreo entrare in
Israele e più imbarazzante per il governo israeliano deportare ebrei,
cosa che fa del nostro contingente ebreo una risorsa preziosa per il movimento.
Noi speriamo di vedervi in Palestina.
( neretto di Alfredo Tradardi)
7. Una discussione sulla strategia futura
dell’ISM
by Ghassan Andoni, email 23 05 2003
Cari amici,
Nell’ultimo incontro del core group dell’ISM mi è stato affidato il compito di
iniziare una discussione sulla strategia futura dell’ISM. Spero che con questo
mio lungo scritto, noi possiamo iniziare una discussione positiva che possa
aiutarci a migliorare il nostro lavoro.
Non è certamente completo, ma è solo un tentativo di mettere in evidenza i
problemi e di presentare alcune raccomandazioni su come gestirli. Mi scuso per
il mio inglese che ne renderà più difficile la lettura. Se un volontario vuole
fare un editing del testo è cordialmente benvenuto.
Ghassan Andoni
Bisogna considerare tre fattori in ogni
revisione o riformulazione di
strategie:
1- La nuova politica israeliana verso ISM
2- I cambiamenti attesi nella società
palestinese
3- Una revisione dell’esperienza dell’ISM maturata fino a questo momento
1- La nuova politica israeliana verso ISM
E’ evidente che siamo di fronte a una politica diversa verso l’ISM e le sue
attività. Questa politica comprende un cambio degli ordini all’esercito, alla
polizia e alla magistratura, e agli stessi politici.
Indicatori:
1- L’esercito considera gli attivisti dell’ISM come obiettivi nemici.
2- La nuova politica relativa all’ingresso nel paese degli internazionali
3- I raids negli uffici dell’ISM
4- Una politica ufficiale di deportazione immediata degli attivisti arrestati
5- Uno sforzo per de-legittimare e de-umanizzare l’ISM
Come tutto questo può influenzare l’ISM?
Apertura e trasparenza:
evidentemente c’è un prezzo da pagare per essere aperti e trasparenti. Se avete
uffici, computers, attivisti conosciuti e una politica dichiarata di esporre
tutte le vostre attività e i vostri attivisti ai media, è molto più facile per
i vostri avversari prendere misure contro di voi, a partire dalle informazioni
che voi fornite volontariamente. Ma
l’apertura e la trasparenza sono le principali fonti di potere e di protezione
dell’ISM. Ogni tendenza a diventare più cauti o a agire come un gruppo segreto
va a favore dei nostri avversari.
Il prezzo che pagheremo è quello di aumentare la capacità dei nostri avversari
di impedire l’ingresso nel paese degli attivisti dell’ISM con maggiore e più
lunga esperienza (the backbone). Nel breve periodo ciò avrà pesanti conseguenze
sul lavoro dell’ISM. Per essere capaci di trasformare questa situazione in
positivo suggeriamo le cose seguenti :
1. fare maggiori sforzi per costruire un struttura portante palestinese dell’ ISM.
L’obiettivo è: reclutare un maggior numero di attivisti ISM palestinesi in ogni regione e costruire
una propria comunità di base, come, ad esempio, a Tulkarem dove un comitato che
rappresenta la maggior parte delle organizzazioni palestinesi di base è stato
costituito per integrare le attività dell’ISM nella resistenza della comunità
all’occupazione. Anche se una struttura di questo tipo richiede tempo e sforzi
per essere sviluppata, è tuttavia una necessità.
Può assicurare continuità, anche se gli internazionali ISM più esperti non
dovessero riuscire ad entrare nel paese. Intanto può trasferire l’esperienza ai
nuovi arrivati e gradualmente fare in
modo che l’ISM lavori con le comunità e non per la comunità. In altre parole,
può spingere l’ ISM a diventare " un movimento guidato dai palestinesi
".
2- Avendo attivisti esperti dell’ISM in differenti paesi può aumentare la
capacità dell’ISM nel reclutare, formare e preparare nuovi ISMers per venire in
Palestina. Tutto ciò può aumentare la capacità dell’ISM in molti campi compresi
i media, il lobbying, e l’appoggio. In un qualche modo, le misure prese per
ridurre la capacità e l’efficienza dell’ISM
possono trasformarsi in punti di forza. Possono mettere in maggiore
evidenza che l’ISM è un movimento globale con un potenziale enorme.
3- Il fatto che almeno l’80% degli
attivisti che hanno aderito alle campagne dell’ISM sono attivisti nuovi, ci
assicura sulla impossibilità dei nostri avversari di privarci degli attivisti
internazionali. Quindi, ISMers con maggiore esperienza, che dedichino più tempo
a reclutare e preparare a venire nuovi attivisti, possono aiutare l’ISM ad
aumentare il loro numero e le attività in Palestina.
4- la sola misura che ISM dovrebbe
prendere in considerazione, per quello che riguarda l’apertura è la seguente:
indicare ai nuovi attivisti di non rivelare o comunicare qualsiasi informazione
che può impedire di entrare nel paese.
5- per lottare contro la politica di deportare gli attivisti ISM, noi dobbiamo
essere pronti ad essere deportati e a resistere alla deportazione. Nascondere o
limitare le nostre attività, o ridurre il nostro profilo per evitare le
deportazioni aiuterà solamente a convincere i nostri avversari che questa politica funziona. Noi non
dovremmo escludere l’idea di combattere la politica di respingere le persone
alla frontiera organizzando gruppi per eventi ad "high risk" che
arrivino alle frontiere con l’intenzione di resistere al fatto di essere
respinti. Ma c’è bisogno che ISM allochi per questo le risorse necessarie. Noi
possiamo resistere alle deportazioni solo facendone un problema.
6- ISM ha bisogno di fare uno sforzo maggiore di lobbying e di patrocinio
all’interno di Israele. Costruire
relazioni migliori con i gruppi pacifisti israeliani, stabilendo un livello
migliore di comunicazione con i partiti
Meretz e Shinue, con la sinistra del
Labor Party, e con i partiti arabi è molto
importante. L’incontro con il parlamentare dello Shinue che ha portato il partito a sostenere la
mozione in favore dell’ISM è un buon
esempio. Vi sono persone anche all’interno dell’establishment politico
israeliano che sono o simpatizzanti o
impegnati sull’immagine di Israele, che possono essere utili nel limitare
l’ostilità del governo e delle forze armate contro ISM. E’ importante creare un
dibattito politico intorno all’ISM piuttosto che il solito dibattito sulla
sicurezza.
Reactive Versus Proactive:
moltissimo è stato detto sull’essere reactive o proactive. Per essere capaci di valutare realisticamente il
nostro lavoro e di formulare una strategia per il futuro, abbiamo bisogno di
riesaminare la definizione di noi stessi, la formulazione della missione, gli
obiettivi e la metodologia.
Che cosa è l’ISM: "un movimento internazionale guidato da
Palestinesi." Io credo che questa definizione è corretta, perché comprende
tutti i fattori necessari per definire che cosa è l’ ISM.
1- "ISM è un movimento internazionale" in modo da evitare di essere
recepito come una fazione palestinese. Questa definizione è stata saggia e lo
rimane. Ci ha assicurato lo spazio necessario per funzionare, costringendoci ad
evitare di essere parte di qualsiasi differenza interna palestinese,
assicurandoci un certo livello di immunità, e permettendoci di ottenere un alto
livello di credibilità.
2- ISM è "Palestinian led" in modo che noi non siamo al servizio di
nessuna agenda internazionale in
Palestina e per non dimenticare che noi abbiamo bisogno di integrarci con le
organizzazioni della società civile palestinese contro l’occupazione. Per
sottolineare che noi agiamo all’interno delle regole e delle tradizioni della
società palestinese.
Siamo ora nel giusto se utilizziamo questa definizione?
Nelle nostre relazioni con la comunità palestinese abbiamo attraversato due
stadi e stiamo ora nel terzo. Il primo stadio è stato caratterizzato dalla
curiosità e dal sospetto. Il secondo dal riconoscimento e dall’apprezzamento.
Il terzo è di sostegno e di disponibilità a partecipare.
Il problema principale che io vedo, a questo proposito, è che noi non siamo
ancora una struttura pronta per questo terzo stadio. Noi siamo ancora in larga
misura strutturati intorno agli attivisti internazionali esperti. Il numero
degli attivisti palestinesi è ancora
basso e le relazioni con la comunità sono ancora frettolose. Da una parte
dobbiamo ammettere che la classe media palestinese, quelli che costituiscono la
leadership delle "organizzazioni
della società civile", è molto neutrale quando si arriva alla resistenza.
Tutte le forme di resistenza, militante o solo civile, hanno origine dalle
città, dai villaggi e dai campi profughi palestinesi più poveri, meno
istruiti, e più tradizionali. A differenza della prima Intifada, la classe
media palestinese più istruita non
partecipa alla resistenza attiva civile. Questa situazione fa mancare all’ISM lo
strato sociale, principale, che dovrebbe prendere la guida della resistenza
civile.
D’altra parte, noi dobbiamo riflettere sui nostri limiti strutturali. I nostri
attivisti palestinesi a pieno tempo, che hanno portato avanti la maggior parte
del lavoro sulle loro spalle, sono stati completamente assorbiti nel lavoro con
gli internazionali, e non possono anche adempiere il compito di promuovere una
migliore partecipazione della comunità. In tutto ciò che abbiamo fatto, ISM ha
pianificato e agito solo con un piccolo
contributo da parte della comunità.
Il lavoro per costruire una nostra base nella comunità è cruciale.
Nel costruire la nostra comunità di base noi dobbiamo anche fare attenzione a
due fattori principali. Il primo, non violare il nostro ruolo di essere aperti
a lavorare con tutti. Il secondo, non essere percepiti come un movimento
competitivo.
L’ideale è lavorare all’interno di una coalizione nella quale siano
rappresentati i poteri della società civile in ogni regione. Noi dovremmo con
attenzione evitare di essere identificati o alleati con ogni organizzazione o
con ogni establishment che è parte di conflitti o dispute interne.
Un altro importante problema a questo riguardo è la relazione tra ISM-Palestina
e i gruppi ISM fuori della Palestina.
Fino ad ora anche come parte della nostra stessa definizione, ISM Palestina è
il forum che decide sulla maggior parte
dei problemi principali. Molto lavoro è ancora necessario per utilizzare meglio
i gruppi ISM fuori della Palestina.
Se noi concordiamo di massima che il ruolo dei gruppi di supporto ISM è di reclutare, fare il training,
selezionare e preparare, mandare
attivisti e sostenerli, utilizzarli
quando tornano a casa e raccogliere fondi per l’ISM, le nostre strutture
sono ancora molto lontane dall’adempiere a questo ruolo.
Il fatto che più del 70% degli attivisti che arrivano per unirsi all’ISM, non abbiano avuto nessun precedente rapporto
con un gruppo di sostegno dell’ ISM, mette in evidenza non solo che l’ISM è molto più ampio della sua attuale
struttura, ma anche la nostra scarsa capacità di lavorare in rete. Per
migliorare si raccomanda di:
1- dedicare più tempo ed energie a costituire gruppi di sostegno dell’ISM e a metterli in rete tra loro e con
l’ISM-Palestine. Noi abbiamo bisogno di mettere in rapporto ogni attivista che
si registra con l’ISM con un gruppo di supporto dell’ISM nella sua regione. Questo è cruciale per la
preparazione e il controllo. Il fatto che abbiamo solo pochi gruppi locali
elencati nel sito web dell’ISM indica
come siamo lontani dal raggiungimento di questi obiettivi. Chiedo quindi agli ISMers in ogni città o in
ogni paese di formare gruppi, se già non costituiti, mettere su un sito web,
assicurarsi di essere collegati in modo appropriato ai media, alla registrazione,
al finanziamento e al training
dell’ISM.
2- noi siamo ancora lontani da una raccolta fondi che possa coprire la
necessità crescente per pagare i legali, i costi delle attività, i costi del
management e del sostegno, e le spese degli attivisti che viaggiano. Uno sforzo
per registrare dal punto di vista legale i gruppi ISM e per fornire alle persone che vogliono iscriversi o donare
denaro, riferimenti legali e conti
correnti specifici, è cruciale per il
lavoro futuro dell’ISM.
3- per superare il problema della mancanza di attivisti con una lunga
esperienza i gruppi ISM devono lavorare per dotare ISM-Palestine di attivisti
esperti che siano già preparati e possano funzionare da coordinatori.
Attivisti con skills speciali, in particolare nei rapporti con i media e nel
training, dovrebbero essere incoraggiati a venire in Palestina.
Metodologia:
ISM è partito come un movimento orientato agli obiettivi, si è rapidamente
trasformato in un movimento orientato alle necessità. I due aspetti sono
importanti e un giusto equilibrio tra i due deve essere stabilito. Il lavoro
orientato alle necessità non è necessariamente
reactive. Per esempio, la raccolta delle olive è stata altamente
proactive e allo stesso tempo orientata alle necessità. E’ importante da
sottolineare, per non scivolare in una discussione troppo teorica
sull’argomento reactive e proactive.
per caratterizzare il lavoro fatto dall’ISM fino ad ora possiamo in sintesi
dire:
1- proteggere i civili innocenti contro le punizioni collettive e gli abusi dei diritti umani
2- accompagnamento
3- sfidare i sistemi di controllo dell’occupazione (check points, resistenza al
coprifuoco)
4- monitorare e informare sulle violazioni dei diritti umani
5-promovuore in palestina la resistenza non-violenta ispirando e fornendo il
modello
Ognuna di queste attività può essere reactive o proactive secondo il modo in
cui viene preparata e eseguita. Se il
modo di fare è rispondere alle emergenze o una pianificazione accurata. Essere
proactive può significare sia prendere l’iniziativa, sia impedire
all’avversario di eseguire la sua missione. Secondo me ciò che è necessario
valutare non è ciò che facciamo, ma come lo facciamo. Il nostro problema non è
stato mai la mancanza di ruoli o di codici di comportamento ma di non averli
implementati. Il mio suggerimento all’ISM è di definire i meccanismi necessari
per rafforzare le sue regole.
Se tutto quello che facciamo può essere visto come "obstructing the
occupation", farlo nelle aree più “pericolose” e dove è più necessario è
ciò che permette all’ISM di diventare più efficiente e allo stesso tempo più
preso di mira.
Secondo me non è vantaggioso per l’ISM spostarsi verso un lavoro umanitario o
di sviluppo. Se questo dovesse capitare sarebbe il segnale del fallimento
dell’ISM.
Il problema più immediato da prendere in considerazione dall’ISM è diventare
molto rigido nell’applicare le sue regole di azione e compiere i necessari
passi contro qualsiasi persona che le violi.
Promuovere la resistenza non-violenta richiede una ulteriore discussione. Noi
possiamo farlo solo fornendo l’esempio, l’ispirazione e la partecipazione. ISM
deve evitare di essere coinvolta in qualsiasi operazione che può essere
interpretata come una competizione interna. Ciò che vogliamo è influenzare le intenzioni dei gruppi di
resistenza attivi della comunità e non di sostituirli. Il nostro filo rosso è
di essere completamente fuori dai problemi delle dispute interne palestinesi.
La possibilità di successo in questo campo è significativa. Noi possiamo
osservare quante organizzazioni di base
e quanti gruppi attivi mostrano
interesse nel lavorare con l’ISM. Ciò che è necessario è di essere capaci di
passare dal desiderio alla partecipazione pratica. Noi dobbiamo cambiare
l’immagine dell’ISM come fornitore di servizi dall’esterno.
Il nostro concetto di promovuere la
non-violenza è stato sin dall’inizio basato sulla partecipazione. L’idea era fondamentalmente collegata al concetto
di protezione. Gli internazionali si sono uniti ai palestinesi in azioni
dirette non-violente per ridurre il livello delle ostilità dell’esercito. Io
sono convinto che il concetto di protezione dovrebbe essere rivisitato, anche
se credo che sia ancora valido. Il fatto che gli attacchi dell’esercito
israeliano agli internazionali hanno creato una attenzione dei media su larga
scala e un livello alto di critiche
internazionali indica che le cose stanno proprio così. Noi dobbiamo
considerare che vi è un maggior livello di rischio, sia per i palestinesi che per gli internazionali,
contenuto in ogni azione diretta non-violenta che facciamo .
Tutte le regole necessarie per aumentare la sicurezza dei partecipanti ci sono;
di nuovo, dobbiamo solo applicarle.
Perché noi delle volte commettiamo errori nell’applicare le nostre regole?
1-il turnover rapido di attivisti, in ingresso e in uscita, rendono in molti
casi i gruppi di affinità
non-funzionali.
2-la mancanza di coordinatori di lunga esperienza in certi posti.
3-l’eccessivo carico di lavoro su attivisti con un programma giornaliero così
intenso da non lasciare tempo per meeting e valutazione.
4-segni di legami emozionali profondi con
persone e posti che alcune volte condizionano le nostre decisioni.
5- lo stress emotivo.
6-scarso livello di management dovuto allo stile dei nostri attivisti.
7-tendenze a comportarsi in modo freelance.
Tutto quello che abbiamo elencato prima continuerà a influenzare il nostro
lavoro. E’ insito nella definizione base di ciò che noi siamo, "un
movimento e non una organizzazione". Per migliorare dobbiamo mettere in
atto procedure disciplinari contro quelli che violano seriamente quanto si è
concordato attraverso le regole del consenso.
Non desidero sottolineare ancora di più l’importanza di questo
problema.
Cambiamenti attesi nella società palestinese:
la formazione di un nuovo governo palestinese indica la volontà da parte
dell’Autorità Palestinese di iniziare una via diplomatica. Come si può vedere
attraverso le politiche ufficiali di Israele e degli Stati Uniti, la ripresa di
una partnership per la sicurezza è considerata costituire una pre-condizione.
Questo cambiamento aumenta la possibilità di un conflitto interno palestinese.
I sintomi di questa svolta sono già nell’aria.
Mentre non è ancora noto se i vari gruppi palestinesi saranno capaci di
superare o no le loro differenze, sta crescendo la pressione sul nuovo governo
per uno scontro con i gruppi militanti.
Poiché l’ISM è presente nelle aree più complicate, ci possiamo trovare nel mezzo
di dinamiche interne palestinesi. Fin
dall’inizio e come principio, ISM ha definito tutte le regole necessarie che
proteggono ISM da ogni conflitto o
disputa interna palestinese. Allora nel caso in cui sia ripresa la cooperazione
per la sicurezza dobbiamo essere pronti alle seguenti situazioni:
1-un ruolo più attivo delle forze di sicurezza
palestinesi nelle comunità dove ci troviamo.
2-maggiori tentativi da parte delle forze di sicurezza palestinesi di interferire nel nostro
lavoro.
3-noi potremo essere testimoni di misure oppressive contro certi gruppi da
parte delle forze di sicurezza della PA.
4-se la diplomazia parte, vi saranno maggiori dispute all’interno.
5-in alcuni casi noi potremmo essere testimoni di scontri interni.
La nostra capacità di stare chiaramente a distanza dalle dispute interne
diventerà più cruciale che mai. Il focus del nostro lavoro deve essere
rigidamente diretto verso la fine dell’occupazione. Prendere posizione a favore
o contro qualcuno, non può essere vantaggioso per nessuno e può essere
pericoloso per l’ISM. Noi dobbiamo essere pronti ad allontanarci da ogni area
dove questi conflitti interni diventassero prevalenti.
Se i palestinesi riusciranno ad
arrivare ad un accordo di tregua, sia pure limitato nel tempo, questo
assicurerà all’ISM una opportunità d’oro per migliorare il suo lavoro in un
ambiente più favorevole. Il caso in cui una occupazione violenta è affrontata
con reazioni non-violente può eliminare gli ostacoli maggiori dalla strada di
promuovere una resistenza civile in Palestina. Esistono le due possibilità. E
dobbiamo essere pronti per entrambe. Lavorare per migliorare la nostra presenza
nella comunità è il modo migliore per prepararsi a questa opportunità.
Valutazione dell’esperienza dell’ISM
Ho già esaminato molti dei punti relativi. Per continuare è necessario
affermare che la performance dell’ISM
nel passato è stata straordinariamente di successo. Un movimento messo su meno
di due anni fa è diventato veramente globale e molto significativo a livello
locale. Tutta la discussione sui problemi
di capacità e di management sono molto legati al fatto che l’ISM si è ingrandita in brevissimo tempo.
La struttura
L’ISM rapidamente si è trasformata da un
movimento guidato dai fondatori in un movimento basato sul consenso. Da
orientato alle campagne il movimento si è trasformato in una presenza
permanente in molte località con uffici, attrezzature e relazioni più
importanti e più strette con le comunità locali. Il livello del risultato è
notevole, ma dobbiamo prendere in considerazione alcuni punti: noi abbiamo
ancora seri limiti nello stabilire un giusto equilibrio tra consenso e
management.
A questo riguardo sono importanti i seguenti punti:
1- Core group: si riunisce ogni mese. Due giorni di discussione e di decision
making. Generalmente ci vuole una settimana per distribuire i verbali. Una
settimana aggiuntiva per la discussione sulla lista e sui commenti.
Di massima un’altra settimana per definire chi deve andare a fare che cosa.
Alla fine di questo ciclo noi stiamo per entrare nel successivo incontro del
core group. Importante per il consenso ma scarso followup e scarsa gestione.
Soluzioni suggerite sono essere più orientati intorno a comitati funzionali.
Media, questioni legali, Intrem etc., più potere dovrebbe essere delegato a
diversi comitati con un proprio reporting al core group. Con questo livello di
gestione scarso, il followup diventa più centrato intorno a iniziative
personali che non sono salutari per il consenso. La mancanza di gestione in una
struttura basata sul consenso generalmente favorisce l’autorità personale.
Esattamente la cosa che una struttura basata sul consenso dovrebbe evitare. La
delega del potere e la responsabilità possono rafforzare le strutture basate
sul consenso.
2-consenso versus esperienza
ISM gradisce molto una partecipazione elevata di attivisti dall’interno e
dall’estero. E’ probabile che il prossimo
incontro del core group vedrà presenze completamente differenti. Mentre gli attivisti più esperti sono importanti per portare nuovo
sangue nel movimento, non è improbabile
che alcune delle decisioni prese non
siano basate su una comprensione concreta e una effettiva esperienza. Per
assicurare il passaggio dell’esperienza da un core group ad un altro noi
abbiamo bisogno di aumentare il numero di attivisti impegnati per periodi più
lunghi. Aumentare il numero degli attivisti palestinesi dell’ISM nel core group
può essere molto utile. E’ importante ridurre il tempo consumato nei meeting
del core group per spiegare ogni cosa, dall’inizio, ai nuovi venuti. Questo
irrita le persone e distrae dai problemi che dobbiamo affrontare.
I coordinatori nelle diverse località
dovrebbero svolgere il ruolo di formare le persone sulle regole, sulla struttura, la storia e l’esperienza. Inoltre
si raccomanda di aumentare il periodo richiesto di presenza nell’ISM per gli
attivisti che vanno a far parte del core group.
3-Nell’ultimo meeting del core group è stata approvata una definizione più
pratica del processo di consenso. Io raccomando molto che la mettiamo in atto
rigorosamente.
Gruppi di affinità:
non è affatto un’eccezione che i gruppi di affinità nelle diverse località si
disuniscono o smettono di funzionare.
Per riempire il vuoto, i coordinatori stanno assumendo un ruolo maggiore di
guida nella presa di decisioni. In alcuni casi i coordinatori di trasformano in
leaders. Per spingere la discussione a fondo, i coordinatori si incontrano ogni
mese nel core group per decidere sulla leadership. E’ evidente che quando nelle
varie località i gruppi di affinità vengono meno, l’intera struttura dell’ISM
ne subisce le conseguenze. Anche se abbiamo solo un piccolo gruppo in una certa
località, i gruppi di affinità sono un must.
8.
Qualche proposta
Quanto sta avvenendo in Palestina contro l’ISM, gli Internazionali e i Palestinesi
conferma che la roadmap sarà una strada sanguinosa verso una pax americana,
come hanno scritto Tanya Reinhart e altri.
Noi abbiamo il dovere di partecipare alla discussione proposta dall’ISM con lo
scritto di Ghassan Andoni e di tentare di definire alcune proposte e in
particolare:
- campagna contro le decisioni del governo israeliano sull’ISM e sull’ingresso
degli internazionali. Questa campagna dovrebbe essere condotta a livello
europeo.
- campagna di monitoraggio e controinformazione internazionale sulla
applicazione della road map
- campagna di supporto economico all’ISM per poter affrontare le spese legali
in questo particolare momento
- campagna per la vendita dell’olio palestinese in Italia
9. Allegati
all. 1
w w w . h a a r e t z
d a i l y . c o m
Last update - 09:36 02/05/2003
Israel to bar pro-Palestinian activists from entering
country
By Amos Harel and Aluf Benn
Israel will from now on bar pro-Palestinian activists from entering the country
and will try to expel at least some of the dozens of activists who are already
here, according a new plan drafted by the Israel Defense Forces and the foreign
and defense ministries.
Most of the activists, who come from Europe, Canada and the United States,
belong to the International Solidarity Movement (ISM).
Their goal is to act as "human shields" for Palestinian individuals
and houses during IDF incursions into Palestinian towns, and they have often
been involved in confrontations with IDF soldiers. They also try to help
Palestinians pass through IDF roadblocks.
Some two months ago, an American ISM activist, Rachel Corrie, was run over and
killed by an IDF bulldozer in Gaza. Her colleagues accused the bulldozer driver
of having run her over deliberately. The IDF denies the accusation and decided
not to indict the driver. In two other recent cases, international activists
have been seriously injured by IDF gunfire during confrontations in the
territories.
Israel Radio on Friday quoted British news agencies as saying that the two men involved
in the suicide bombing at Mike's Place in Tel Aviv late Tuesday night had
entered Israel earlier in the day in a cab that passed through the Erez
Crossing. The two had taken part in actions carried out by peace activists in
the Gaza Strip.
The IDF charges that many of the self-proclaimed peace activists are
"provocateurs" and "riot inciters" who deliberately
interfere with the IDF's work, with the goal of blackening Israel's image. Army
sources noted that in one case, they discovered a wanted terrorist being hidden
by ISM activists in Jenin. The sources said the activists received training
overseas in how to deceive border control officials at Ben-Gurion International
Airport in order to be allowed into the country.
Furthermore, both the army and the Foreign Ministry fear that additional
foreign citizens might be killed or wounded by the IDF if the ISM's activities
are allowed to continue.
Wednesday's bombing in Tel Aviv, which was committed by two men who entered
Israel on British passports, added a new reason to the authorities' desire to
clamp down on the foreign activists - fear that other terrorists from overseas
might enter the country under the guise of peace activists.
IDF and Foreign Ministry officials held another meeting on the subject this
week and decided to instruct border control officials at Ben-Gurion and the
land crossings with Egypt and Jordan to bar foreign activists from entering the
country. In addition, IDF officers who encounter such activists in closed
military areas will be ordered to arrest them, after which they will be
deported.
On Thursday, the IDF arrested a foreign activist during its search for arms
smuggling tunnels in the Gazan town of Rafah. Army sources said the woman was
inside a house that was slated for demolition. The woman was later released and
allowed to remain in the country, though she was barred from returning to Gaza.
all. 2
ISRAELI DEFENCE FORCES
Form to be filled out and submitted to IDF authorities prior to entry to the
Gaza Strip
First name:
Family name:
Nationality:
Passport number:
Home address:
Address in Gaza:
Purpose of visit in detail:
Duration of visit:
Organisation arranging visit:
Conditions of Entry into the Gaza Strip
Foreign nationals entering the Gaza Strip, please note that the IDF is
committed to ensuring the safety of civilians not engaged in hostilities.
However, in the current circumstances, the IDF cannot guarantee the personal
safety of foreign nationals visiting the area. Although the IDF cannot accept
responsibility for death, injury or damage/loss of property incurred as a
result of military activity, foreign nationals visiting the area are subject to
the following conditions whose purpose is to minimize the risks involved:
1. The Military Installation Area along the border with Egypt is IDF
administered territory and is strictly out of bounds to foreign nationals.
Please note that this area has been the site of intense hostilities and is
extremely dangerous.
2. Interference or obstruction of Israeli security personnel in the performance
of their duties is a criminal offence.
3. The areas adjacent to the Perimeter Fence, Israeli Settlements, Lateral
Roads serving Israeli civilians and IDF positions are Closed Military Zones and
are strictly out of bounds to all persons.
4. Foreign nationals are strongly advised to stay well clear of military
activity.
Declaration
I declare that the details provided above are true and correct and that I have
read the above conditions and agree to abide by the fully. I am aware that my
failure to do so may lead to my arrest and/ or expulsion from the Gaza Strip
and/or from the territory of the State of Israel. I am aware of the risks
involved and accept that the Government of the State of Israel and its organs
cannot be held responsible for death, injury and/or damage/loss of property
which may be incurred as a result of military activity. I also undertake not to
disrupt IDF operations in any way and declare that I have no association with
the organization known as ISM (International Solidarity Movement) nor any other
organization whose aim is to disrupt IDF operations.
Signed:
Date:
all. 3
Copia della declaratoria
Forze di Difesa Israeliane
Modulo da riempire e da sottomettere alle autorità delle Forze di Difesa prima
di entrare nella striscia di GAZA
Nome, Cognome
Cittadinanza
Numero Passaporto
Indirizzo di residenza
Indirizzo a Gaza
Motivo della visita (spiegazione dettagliata)
Durata del soggiorno
Organizzazione che organizza la visita
Condizioni di entrata nella Striscia di Gaza
Per gli appartenenti a nazioni straniere che stanno entrando nella striscia di
Gaza, vi preghiamo di notare che le Forze di Difesa Israeliane (Esercito) hanno
l'ordine di assicurare la sicurezza dei civili non partecipanti a
combattimenti.
Comunque, nelle attuali circostanze, l'IDF non può garantire la sicurezza
personale degli stranieri in
visita all'area. Sebbene l'IDF non può accettare la responsabilità per la
morte, il ferimento o il danneggiamento/la perdita di oggetti causate da
attività militari, i visitatori stranieri sono soggetti alle seguenti
condizioni il cui motivo è minimizzare i rischi in cui si può capitare:
1. L'Area delle installazioni militari lungo la frontiera egiziana è un
territorio amministrato dalle orze di Difesa ed tassativamente vietato agli stranieri. Notate che quest'area è
stata luogo di intensi combattimenti ed è estremamente pericolosa.
2. L'interferenza o l'ostruzione nei confronti del personale di sicurezza
israeliano nell'atto di compiere il loro dovere è un atto criminale.
3. Le aree adiacenti al Muro Perimetrale, le colonie israeliane, le strade
laterali utilizzate da civili israeliani e le postazioni dell'IDF sono Zone
Militari Chiuse e sono tassativamente vietate a qualunque altra persona.
4. Gli Stranieri sono fortemente avvisati di stare ben lontano dalle attività
militari.
Dichiarazione
Io dichiaro che tutte le condizioni sopramenzionate sono vere e corrette, di
aver letto tali condizioni e le accetto pienamente. Io sono avvertito che
l'inosservanza di tali condizioni potrebbe portarmi ad essere arrestato e/o
espulso dalla Striscia di Gaza e/o dal territorio dello stato israeliano. Io
sono avvertito dei rischi e accetto che il governo e lo stato di Israele e i
suoi organi non possano essere ritenuti responsabili della morte, del ferimento
e della distruzione di oggetti che potrebbe accadere nel corso di un'azione
militare. Inoltre sottostò a non "disturbare" le operazioni dell'IDF
in ogni modo e dichiaro che non sono associato con l'organizzazione conosciuta
come ISM e con nessun'altra organizzazione il cui scopo sia
"disturbare" le operazioni dell'IDF.
Firmato
Data